La notte di Biarritz di Curio Mortari

La notte di Biarritz Sp>ia,Q-Qre atla-ntiolie La notte di Biarritz r„na „. _ ,. . BIABRITZ. agosto inCena.al Café Anglais: sigarette, sia-1 msta. Le 10, la notte, i misteri di Biarritz. qUna commedia che ha girato lo scor.|nso anno 1 teatri italiani facendo rab . . brlvidire d'emozione cosmopolita i buoni borghesi dipingeva di Biarritz, il solilo quadro amabilmente idiota. Scenari da pasticceria; snobs dl cartone nero. Non mancava 11 ladro-ffentiluoino che, belli come Ramon Novarro, rieste a penetrare prima nel cuore e poi nella camera da letto di una sentimentale duchessa spagnuola, per il furto della solila collana. Sopraggiunge infine il francese furbacchione e vissuto che sorprende il ladro e sfrutta la situazione galante. Ma non ci sono piti ladri-gentiluomini sulla spiaggia basca. La Gazett.e riti Btarrilz, benché scritta in tre lingue, e a corto dl cronaca nera. Anche i topi d'albergo diventano rari. Deve psspre troppo faticoso rubare... Ci ' sono delle speculazioni che rendono assai phì. Posso quindi sorseggiare tranquillamente un caffè-filtro: nessuna daina rabbrividirà di sospetto vedendo li mio monftcoloe il mio smokina. Non rischlern neppure di essere scambiato per un fotogenico. In generale i djvi contemporanpi non portano mo nócolo, e quei pochi che. se ne servo no, come Adolfo Menjou, sono straordinariamente Impacciati. (Soltanto un occhio ferilo può giustificare la mia disinvoltura). Qr.anto alle duchesse spagnuole. non ce ne sono. Preferiscono se mai San Sebastiano. Non si vedono che delle anglosassoni erbivore che annusano piatti di insalata e hanno in orrore le mance. E' forse questa la ragione per cui i camerieri sembrano tramutati in una muta di cani ringhiosi. Il Duca cameriere Soltanto uno dl essi ha una speciale aria dl distinzione e dl disinteresse: direi quasi dl rassegnazione. Una mano fin* nel porgere, una presenza inavvertita, una discrezione squisita. Vi accende In sigaretta con un gesto da Qmilcjnan. E' paziente con gli impazienti; corretto con le signore; pietoso coi cani vagabondi che mendicano bocconi e ossa intorno al tavoli lauti. Non oso credere alla verità quando mi dicono che è un autentico duca russo, sfuggito alla Rivoluzione. Se per Oscar Wllde che visse al di Ift d'ella guerra, la vita era un'imitazione dell'arte, oggi essa sembra invece, una imitazione del cinema. L'istinto, 11 cosi detto istinto giornalistico, mi plngerebbe dunque a intervistare questo personaggio decaduto, che si aggira come- un pallido fantasma fra cresi da Inchinare e tavole da disservlre. Ma infine che cosa chiederei e che cosa mi direbbe il duca-cameriere? Un nome a collana, con parecchi k e parecchi / che tutti dimenticherebbero dopo qualche minuto. Mi narrerebbe torse un scintillante e tosco romanzo che tutti I grandi furbi del nostr" tempo si sentirebbero in dovere di ritenere inventato. E d'altronde egli non saprebbp mai raccontarlo con la necessaria coloritura: la vita non obbliga sempre I duchi a essere scrittori come la Rochefoucauld o Saint-Simon. Inoltre dovrei estrarre l'inevitabile taccuino, affumicato dai viaggi, e una borghese penna stilografica. No: voglio risparmiare all'a ristocratico schiavo queste volgarità e una pubblicità che senza dubbio dete sterebbe. Se il riserbo è l'aristocrazia degli uomini, esso è anche la più bella gemma di una corona patrizia. E voglio anch° risparmiare ai miei lettovi una inutile oleografia, anche se le oleografie, contrariamente a quanto si dice, tonno parte della vita ed entra no spesso nella realtà. Comunque, per evitare a! cameriere gentiluomo l'affronto della mancia, acquisto una scatola di sigarette e glie ne offro una. — Grazie I — egli risponde — La tu mero doro il servizio... Il fumo di cucina ossida qualche volta anche le corone. Tuttavia in fondo allo sguardo del duca-cameriere ar de per un attimo, come in una diàfana fiamma d'alcool, una strana follia Oh, anima slava, azzurro chèque di una banca assurda, alla quale non fanno credito che i sentimentali squattrinati e i petrolieri americani I Jazz e cok-taill Le 11: ora del Casino. L'aristocrazia del blasone e del censo si danno con vegno nei saloni altissimi, carichi di lampadari gemmati, balenanti di pri «mi, traforati di logge, in cui s'ingolfa il muggito del mare, tàzz, coppie danzanti, meravigliose bambole di car ggdclsbclaltanntrtnpmpvbtdrsdmddmdnspstnèvgptdnSvlrnqtrcrattucc et gioielli da collezione, volti dl erema, maschere così dette di platino. ualche volta di latta. I camerieri sì ff*?n(?' -li6vl e.volùbì" "me patti intorno alle tavole. Le bottilie di champagne attendono imbavaliate, nei secchielli diacci, l'allegra ecapitazione, tra diafani scaglioni di oppe. Discorsi vaghi sui pechinesi, su ultima corrida, sul delitto d'un sadita' a Parigi, .sulla questione dei deiti, sull'attimo che fugge e sulla neessità di finire tutti i salmi in gloria. Soltanto un gruppo d'inglesi, scaratti e spigolosi come crostacei, nei oro colletti impeccabili e nei loro abii di firma, formano un Dominion parte, nell'aiuola internazionale. Soo spaventosamente bonari ; sfracellao dolci pietrificati e ingollano cockails. Ma quando aprono Ja bocca in isate che vogliono essere d'eticheta, scoprono sistemi dentari darwiniani; e fuor dei solini spuntano mani pelose da birrai e da macellatori di montoni. Cromwell e Brummel. Si capisce allora come questo popolo Inventore dello humour abbia potuto brandire la mannaia che decapitò la enera Maria Stuarda. Sono questi denti e queste mani che fanno ancoa, pensare: dovunque c'è un pezzo ucculento da addentare, un puddinn di popoli da far crocchiare, un giacimento di carbone o una miniera d'oro, da mangiare col pane burraio, questi denti e queste mani non mancano mai. Sanno un gioco inconfondibile: dissimularsi con prudenza, e intervenire con decisione tutte le volte la ituazione lo richieda. Buie Britannia! Tappeto verde Perchè in questi saloni lussuosi si prova un inspiegabile senso vuoto? Si ente che anche questa cosi detta « via vissuta » non ha le proprie ragioni e i propri motivi in se stessa. Non è che una vibrazione di qualche altra vertigine, che la determina e la raggira. Infatti, di quando in quando, gruppi si staccano, entrano per sfavillan i porte. Altri rientrano; si parla, si discute di dclius, di banchi, di combi nazioni. Di là ci sono le sale da gioco Sì direbbe che il fàscino del tappeto verde filtri, si riverberi In questi saoni illuminati da esplosioni di luce rosea. Gli è che le coppie danzanti e 11 jaz;, non sono i personaggi principali di questa féerie. Non ne sono che 1 mo' ivi decorativi, i fregi illusori, il co ro. Il dramma è là, nelle sale da gio co, sotto le lampade covanti, riverbe rato di verdi sortilegi : è là intorno alla rosa rosso-nera della roulette, in orno alla lancetta vorticosa del • Trena e Quaranta », che sembra la mecca □ Ica d'un gioco puerile ed è Invece un bistourl che ad ogni g'ro incide carni e lacera destini. Intorno ai tavoli verdi 11 quadro appare nella sua crudità, sfrondato di tutte le sue apparenze scintillan ti, lasciando allo scoperto i grumi oscuri delle cupidigie, le follie adun che. 11 mito nibelungico dell'oro. Vorrei poter fendere la calca e con un carbone scrivere sul panno verde la rude frase mussoliniana: • Non s mangia mica, i'oro!». Mai come in questo momento alla mia mente latina è apparsa la sostanza della vita e della Storia, la idiota fatanti di questo metallo, tenero, snervato, inerte, che il ferro e l'acciaio possono ferire e tranciare e al quale tuttavia, dalle lotte fratricide delle prime tribù, fino al congegno stritolante tiei trust sono attribuiti un fascino fantastico, una suggestione soprannaturale, un assurdo potere. Davanti all'obeso idolo giallo, al mostruoso feticcio carruttare d'ogni epopea, anche le razze guerriere e dissodatrici, .balzate dalle albe dei secoli si sono, alla lunga, snervate e disfatte. E' il grande crimine millenario: è il falso mito del re dei metalli, del più splendido e del più bramato dei minerali, ma viceversa nascosto, oscuro, sordido, torvo, insanguinato, sia che covi nella bisaccia dell'usuraio, sia che scintilli sinistramente nelle catacombe blindate delle banche. La Parca del Wiscontin vìnce Soltanto l'antica demenza può spingere ogni notte nelle sale da gioco questa americana settuagenaria dai riccioli barocchi sul profilo di papagallo, vestita come un'ostetrica. Incurante degli sguardi uncinati e delle taglienti ironie, corazzata contro l'artiglio dei croupier* e l'occhio secco delle etère, questa oscura Parca in istl- lectrfasczbagvtoI csddhnbvlddtcoddtabsrfsrrndnuglgptsfsmfadpqccscmgn le salvazionista s'asside, con l'immancabile valigetta gonfia di titoli, mentre dietro di lei e su di lei il pubblico fa resta e grava, fino a soffocarla. La sua figura curvata dagli anni spicca, come una macchia, tra l'imniacolatezza degli sparati e la fantasia degli abbigliamenti femminili. La mano, già arteriosclerotica, arida, cordata, impugna mazzi di nches o rimescola nella valigetta l'arruffìo delle banconote. Tutto il gioco simbra aggirarsi intorno a questo manichino decrepito. I patrizi rovinati che vengono a giocare l'estrema posta, i candidati al suicidio che puntano l'ultimo biglietto da 100 franchi, le moderne Gorgone dagli occhi bianchi, le mondane che h.-nno passato l'età critica e traducono le loro inutili libidini nella rabbia del gioco, gli stessi Cresi che, l'avana distrattamente abbandonato all'angolo della r-ncca, sfogliano volumi di banconota gettandole poi nella fredda fornace, impallidiscono o si irritano alla vista della taciturna vecchiarda che, senza calcoli e senza pre^ occupazióni, forse con l'unico scopo di vendicarsi della vita, dell'amore, della gloria che non potè godere, getta riserve su riserve nella battaglia accanitamente contesa, rivoluziona i banchi, disgrega capitali. — Messieurs, faltes vos )eux! La voce del croupier ha quaicheco sa di sinistro. La terribile girandola rosso-nera gira con un ritmo dl bufera. — Blen ne va plus... Sull'Atlantico lampeggia. Dai fine stroni dri Casino entra un soffio di remoti uragani. Brividi lunghi percorrono il golfo di Biscaglia. Sarà una notte tempestosa. Nelle luci spettrali delle folgori appaiono, al largo, le navi allibite. Rotolano tuoni. Come in una notte shakespeariana voci di sire ghe, affilate dal vento, s'ingolfano nei loggiati. Il volto adunco della vecchia giocatrice del Wisconsin, che I lampi precisano In ogni suo particolare anatomico, sembra scolpito come un.l ma schera funebre... La pioggia scroscia flagellando le vetrate che i camerieri si sono affrettati ad abbassare. Una giovane donna ignara batte le mani : — E' uno spettacolo gratuito! Il gruppo degli Inglesi medita. Le francesi s'abbandonano nervosamente ai loro danzatori, al ritmo polinesiano di Withe sadows. La voce dei croupier echeggia: — Rieti ne ita plus... La Parca del Wisconsin vince! Le due americane Le 2. L'uragano è dileguato. Ancora qualche brontolio e qualche lampo taciturno verso Hendaye e Irun, sulla costa spagnuola. C'è nell'aria la frescura che segua i rovesci. Uno spicchio di luna galleggia nel cielo, tra timidi diademi di stelle... Brigate eleganti scendono alla riva. Qualche donna eccentrica vorrebbe fare un bagno. — E' strano — osserva la mia compagna, una giovane americana. — Quella vecchia dell'Estremo Ovest non sembra una donna del nostro paese. Siamo un popolo giovane... e dinamico. Non rispondo. La riva risuona di risate. Qualcuno si rincorre. La mia compagna luffa a un tratto nel flutto blando una mano, che ritrae grondante di monili veri e dl monili marini. — Sentite I — dice. — L'acqua è calda: 65 Fahreneith! Ne sapete la ragione? — L'avranno fatta bollire con un sistema sottomarino di termosifoni, brevettato in America... — Non fate dell'ironia. E'- un ramo della Corrente del Golfo che arriva nel golfo di Biscaglia... E con un'intonazione involontariamente orgogliosa, ella aggiunge: — Anche quest'acqua è America! La vecchia del Wisconsin potrebbe più utilmente pensare a questo fatto... — La vecchia del Wisconsin rappresenta un'altra America che voi dimenticate. — Quale? — L'America di Edgardo Poe, che non è quella di Walt Withman! C'è un terribile spettro in agguato, dietro i vostri grattacieli. — Siete un meridionale superstizioso. — I peccati d'orgoglio e di potenza si scontano. I! destino di un'America potrebbe essere quello di distruggere ciò che l'altra ha edificato!... Curio Mortari. tnrdpripntc

Persone citate: Adolfo Menjou, Brummel, Casino, Cromwell, Gorgone, Ramon Novarro, Walt Withman