La scoperta di una associazione di fabbricanti e spacciatori di biglietti falsi

La scoperta di una associazione di fabbricanti e spacciatori di biglietti falsi La scoperta di una associazione di fabbricanti e spacciatori di biglietti falsi Come è avvenuta la scoperta dei falsari - I convegni all'osteria e le passeggiate in collina - L'appuntamento conclusivo • La storia di una misteriosa cassetta In «uesti giorni vennero eseguiti nella nostra città arresti di parecchie persone, accusate di aver messo in circolazione biglietti falsi e di averne organizzata la fabbricazione. Sei degli arrestati si trovano alle » Nuove » ; il settimo arresto è stato eseguito a Genova; altro indiziato si mantiene latitante. o , l Biglietti di grosso taglio In. parecchie città d'Italia — Genova, Roma, Torino, Napoli, Milano — da qualche tempo affioravano periodicamente dei biglietti faisi di grosso taglio. Segrete ma diligenti indagini furono Iniziate dappertutto. Gli spacciatori agivano con somma prudenza, e qualche arresto, compiuto qua e là, di gente che aveva messo in circolazione dei biglietti falsi, non forai la buona strada per rintracciare l'organizzazione del falsari ed eventualmente il luogo dove iJ falso veniva eseguito. Si trattava di piccoli... pesci che cascavano nella relè o perchè avevano agito in buona fede, o perchè erano slati a loro volta vittime di chi, rimanendo nell'ombra, voleva avere la sensazione del come sarebbe stato accolto uno smercio su più vasta scala. A Torino le indagini, invece, approdarono — come abbiamo visto — ad un risultato concreto. Un poliziotto che gli arrestati chiamano ora « l'agente provocatore », ebbe modo di conoscere qualcuno che, come gli assicurava il sesto senso — doveva vivere ingannando la fede pubblica. Se lo fece amlco, giocò con lui qualche partita ,a i tre sette », se Lo portò in collina a prendere il fresco, gli diede insomma tutta la necessaria confidenza per farlo chiacchierare. Ma il falsario è di so lito furbo come la volpe e prudente come il serpente. 11 cosidetto « agente provocatore » dichiarava all'amico che, bazzicando nell'ambi onte della Borsa, aveva avuto modo di capire che anche a Torino si sarebbe potuto trovare il mezzo di comprare del denaro a buon mercato, gli dava assicurazione che, venendo ad una combinazione, avrebbe potuto provvedere in modo tranquillante allo smaltimento di uno stok anche ingente della sua... mercanzia L'uomo dallo mazza parole Ma colui che doveva cascare più tardi nella rete e che si chiama Giuseppe Crivelli, di anni 64, di inorante a Cavoretto, si manteneva con l'« agente provocatore » cosi impassibile e così duro di comprendonio che l'altro quasi disperava di condurre in porto la sua impresa. Ce ne vollero di bottiglie e di passeggiate per smuoverlo da quel suo atteggiamento. Finalmente un giorno il Crivelli si lasciò sfuggire una ' mezza parola che solo più tardi doveva diventare una mezza promessa: disse che aveva conosciuto, tempo addietro, un tale che aveva a sua volta delle conoscenze fra la gente per bene che s'Intende di cambio di denaro: se l'avesse incontrato e se il discorso ne avesse offerto lo spunto, gliene avrebbe fatta parola: senza, naturalmente, volersi Immischiare in affari del genere — diceva — che gli sembravano superiori alla sua levatura. Passarono parecchie settimane. Il signor Crivelli e « l'agente provocatore » — uno per un motivo, l'altro... per un altro — si giocarono un po' a vicenda, ricorrendo allo stesso sistema: di lasciar credere che quell'affare del denaro a buon mercato non gli stesse proprio tanto sullo stomaco: e quando uno di essi moveva un fugace accen no a quell'argomento — che pur li uni va a filo doppio — lo faceva con tono molto distratto e poi lasciava cadere il discorso e l'altro, che pur aveva la sua stessa preoccupazione, si guardava bene dal raccoglierlo. Cosi, dando cai ci ai ciottoli della strada se andava no in collina o sbadigliando ogni tanto se stavano bevendo la mezza bot ai ClslNEfdmccctmsgnctecSddAtmcsrmntcdprvdndpCdazagg1e. fcnfimCfiglia, non si scoprivano e studiavano bène il da farsi. Ma l'armeggio ebbe un termine. Avvennero i primi contatti. Si trattava di persone, però, che parlavano poco. Ad ogni fissato appuntamento, l'agente si trovava di fronte a faccie nuove. Le risposte erano sempre evasive: « Vedremo... ne riparleremo... ». Il «merlo» di Corso Fiume La prima offerta concreta sembrava una deviazione. « Biglietti dt banca italiani non se ne trovano. Si potrebbero avere delle sterline ». Fu combinato un convegno in un caffè di corso Fiume. 11 «morto» consisteva in 200 sterline dello stok di 610 che erano a disposizione. Al caffè si presentò il Crivelli, accompagnato da un compare. Tutti e due avevano delle evidenti preoccupazioni. Cominciate le trattative, dichiararono che si dovevano recare in piazza Cavour: colà avrebbero trovalo degli amici. L'agente si dichiarò dispostissimo a seguirli. Non era, naturalmente, solo. Giunti in piazza Cavour, il Crivelli ed il compare si fermarono a parlare con un terzo individuo, certo Ponzetto. In quel momento un gruppo di agenti accerchiò la comitiva e la invitò a recarsi in questura... Il giorno dopo avvenivano altri fermi, qualcuno dei quali si tramutò in arresto. Come abbiamo detto, gli arrestati dì Torino sono sei. Fra di essi v'è pine un tale che, pur non essendo nato a Napoli, vitti chiamato . u napolitano ». Per una giustificabile riservatezza ci asteniamo per ora dal pubblicarne nomi. Capo banda pare sia il Crivelli che da giovane esercitò a professione di stampatore. Nella sua casa a Cavoretto, venne trovato un laboratorio per la stampa di incisioni. Non venne trovato alcun « cliché ». Egli vuole giustificare il suo operato, facendo un racconto che vai la pena di riassumere — Molti anni fa — dice sostanziai mente il Crivelli — ero in relazione con certo signor G. Martano, che faceva il viaggiatore, e che un giorno fu colto da paralisi. Sovente lo andavo a trovare. Non potendosi muovere, egli mi indicò il luogo dove teneva nasco sta una cassetta <• mi pregò di ritirargliela in casa mia. Lo accontentai. Era nei patti che, quando lui fosse morto, cassetta e contenuto dovevano diven tare mia proprietà. Invece guari. Ma egli mi pregò di tenere ancora quella cassetta in casa mia.. il racconto del presunto capobanda — E sapevate che cosa c'era dentro? — Non sapevo che vi fossero delle Sterline. Tanto meno che si trattasse di sterline false. Il Martano mi aveva detto soltanto che vi erano dei valori. Avvenne poi che il Martano mori. Io tenni per molti anni la cassetta in casa mia senza preoccuparmi di constatare che cosa contenesse. Solo quando traslocai le mie. tende da Torino a Cavoretto mi venne l'idea di aprirla. Un mio amico che verificò quelle banco note mi disse che si trattava di biglietti caduti in prescrizione. E fu allora che io pensai di smaltirli — ... di venderli con somma prudenza I — Temevo, vendendo dei biglietti prescritti, di potere incontrare delle responsabilità. La linea di difesa assunta dal Crivelli è chiara: egili vuole far credere di non aver capito che le steiillne erano false. Ma egli stesso ha fornito un dato di fatto che potrebbe lasciar supporre il contrario. Dice, dunque, il Crivelli che il Martano gli aveva affidata in un periodo di tempo anteriore alla consegna della valigia, la costruzione di quattro timbri corrispondenti a quelli che figurano sulle sterline inglesi. Il Martano avrebbe voluto che gliene facesse anche un quinto: quel 10 deMii firma. Ma a quella richiesta egli aveva opposto un netto rifiuto. Questo, sommariamente, il racconto fatto dal Crivelli, che contiene qualche verità. Il Mariano, per esempio, non è, come si potrebbe supporre, una figura immaginaria. Egli è effettiva mente esistito. Solo che, mentre il Crivelli dice che la di lui morte risaie 11 1919, lo Stato Civile, che è certamente più preciso, la fa risalire art 1915: dimodoché, quando il racconto del Crivelli fosse accettato per buono che cioè le false sterline gli furono affidate dal Martano — cadrebbe ila maggiore imputazione di fabbricazione (lì moneta falsa, e ciò per effetto della prescrizione. Ma nel racconto del Crivelli vi è più di un punto interrogativo che attende risposta e più di una lacuna che deve essere colmata. Nella giornata di Ieri il Procuratore del Re, cav. avv. Goffredo Villa, si è •ecato alle carceri ed ha sottoposto srli arrestati ad un lungo interrogatorio sul quale naturalmente si mantiene rigoroso riserbo. Il ruzzolone di due motociclisti L'elettricista Ludovico Giribone fu Battista, di anni 27, abitante in via Genova 105, percorreva, verso le ore 17,30 di ieri, via Nizza, diretto al centro della città sopra un ciclomotore, a bordo del quaie aveva pure preso posto 11 ventunenne Domenico Neirotll tu Michele, quando improvvisamente, a pochi metri di distanza, egli si vedeva la strada sbarrata da un autocarro uscente dalle officine K LUigotto. 11 Giribone, per evitare Tur v—todscPfipfitemzlotilamtosssmcdvlaRpasegccsetdizelptlfiemdvc«dVumssmzocdtclmtbdclfigLsmhvblrto contro l'autocarro, sterzava violen temente e, perduto l'equilibrio, cadeva con il compagno in mezzo alla strada 1 due giovani, soccorsi da alcuni astanli, venivano accompagnati al San Giovanni da una guardia civica a m zo di un'amo pubblica. Qui il medico di guardia dott. Canavesio riscontrava al CI ri bone la frattura della clavicola sinistra e lo giudicava guari bile in 25 giorni. 11 S'eirottl, piò for tunato, aveva riportato nella caduta solo alcune abrasioni giudicate guaribili in una settimana. La disgrazia d'una bimba La bambina Gallo Maria, fu Gioacchino di anni 5, monl.ru ieri si Iras!ulta va nella propria abitazione di via Soànn 1, scivolava e cadeva a terra, soccorsa prontamente dalla mamma, la piccina veniva trasportata alla vicina Astanteria Martini dove il medico ili guardia la medicava della frattura dell'avambraccio sinistro rimandandola e giudicandola guaribile in 25 giorni. A proposito della fine d'un beone E' stata eseguita l'autopsia del cadavere del facchino pùbblico Silvi'.» Cerano, trovato giorni addietro cadavere nella sin abitazione di via orfane. 25. Dai risultati dell'autopsia è venuta in luco la causa principale della tragica fine del Cerotto, dovuta ad un subitaneo anace, ili uefrite acuta. La scoperta di una associazione di fabbricanti e spacciatori di biglietti falsi La scoperta di una associazione di fabbricanti e spacciatori di biglietti falsi Come è avvenuta la scoperta dei falsari - I convegni all'osteria e le passeggiate in collina - L'appuntamento conclusivo • La storia di una misteriosa cassetta In «uesti giorni vennero eseguiti nella nostra città arresti di parecchie persone, accusate di aver messo in circolazione biglietti falsi e di averne organizzata la fabbricazione. Sei degli arrestati si trovano alle » Nuove » ; il settimo arresto è stato eseguito a Genova; altro indiziato si mantiene latitante. o , l Biglietti di grosso taglio In. parecchie città d'Italia — Genova, Roma, Torino, Napoli, Milano — da qualche tempo affioravano periodicamente dei biglietti faisi di grosso taglio. Segrete ma diligenti indagini furono Iniziate dappertutto. Gli spacciatori agivano con somma prudenza, e qualche arresto, compiuto qua e là, di gente che aveva messo in circolazione dei biglietti falsi, non forai la buona strada per rintracciare l'organizzazione del falsari ed eventualmente il luogo dove iJ falso veniva eseguito. Si trattava di piccoli... pesci che cascavano nella relè o perchè avevano agito in buona fede, o perchè erano slati a loro volta vittime di chi, rimanendo nell'ombra, voleva avere la sensazione del come sarebbe stato accolto uno smercio su più vasta scala. A Torino le indagini, invece, approdarono — come abbiamo visto — ad un risultato concreto. Un poliziotto che gli arrestati chiamano ora « l'agente provocatore », ebbe modo di conoscere qualcuno che, come gli assicurava il sesto senso — doveva vivere ingannando la fede pubblica. Se lo fece amlco, giocò con lui qualche partita ,a i tre sette », se Lo portò in collina a prendere il fresco, gli diede insomma tutta la necessaria confidenza per farlo chiacchierare. Ma il falsario è di so lito furbo come la volpe e prudente come il serpente. 11 cosidetto « agente provocatore » dichiarava all'amico che, bazzicando nell'ambi onte della Borsa, aveva avuto modo di capire che anche a Torino si sarebbe potuto trovare il mezzo di comprare del denaro a buon mercato, gli dava assicurazione che, venendo ad una combinazione, avrebbe potuto provvedere in modo tranquillante allo smaltimento di uno stok anche ingente della sua... mercanzia L'uomo dallo mazza parole Ma colui che doveva cascare più tardi nella rete e che si chiama Giuseppe Crivelli, di anni 64, di inorante a Cavoretto, si manteneva con l'« agente provocatore » cosi impassibile e così duro di comprendonio che l'altro quasi disperava di condurre in porto la sua impresa. Ce ne vollero di bottiglie e di passeggiate per smuoverlo da quel suo atteggiamento. Finalmente un giorno il Crivelli si lasciò sfuggire una ' mezza parola che solo più tardi doveva diventare una mezza promessa: disse che aveva conosciuto, tempo addietro, un tale che aveva a sua volta delle conoscenze fra la gente per bene che s'Intende di cambio di denaro: se l'avesse incontrato e se il discorso ne avesse offerto lo spunto, gliene avrebbe fatta parola: senza, naturalmente, volersi Immischiare in affari del genere — diceva — che gli sembravano superiori alla sua levatura. Passarono parecchie settimane. Il signor Crivelli e « l'agente provocatore » — uno per un motivo, l'altro... per un altro — si giocarono un po' a vicenda, ricorrendo allo stesso sistema: di lasciar credere che quell'affare del denaro a buon mercato non gli stesse proprio tanto sullo stomaco: e quando uno di essi moveva un fugace accen no a quell'argomento — che pur li uni va a filo doppio — lo faceva con tono molto distratto e poi lasciava cadere il discorso e l'altro, che pur aveva la sua stessa preoccupazione, si guardava bene dal raccoglierlo. Cosi, dando cai ci ai ciottoli della strada se andava no in collina o sbadigliando ogni tanto se stavano bevendo la mezza bot ai ClslNEfdmccctmsgnctecSddAtmcsrmntcdprvdndpCdazagg1e. fcnfimCfiglia, non si scoprivano e studiavano bène il da farsi. Ma l'armeggio ebbe un termine. Avvennero i primi contatti. Si trattava di persone, però, che parlavano poco. Ad ogni fissato appuntamento, l'agente si trovava di fronte a faccie nuove. Le risposte erano sempre evasive: « Vedremo... ne riparleremo... ». Il «merlo» di Corso Fiume La prima offerta concreta sembrava una deviazione. « Biglietti dt banca italiani non se ne trovano. Si potrebbero avere delle sterline ». Fu combinato un convegno in un caffè di corso Fiume. 11 «morto» consisteva in 200 sterline dello stok di 610 che erano a disposizione. Al caffè si presentò il Crivelli, accompagnato da un compare. Tutti e due avevano delle evidenti preoccupazioni. Cominciate le trattative, dichiararono che si dovevano recare in piazza Cavour: colà avrebbero trovalo degli amici. L'agente si dichiarò dispostissimo a seguirli. Non era, naturalmente, solo. Giunti in piazza Cavour, il Crivelli ed il compare si fermarono a parlare con un terzo individuo, certo Ponzetto. In quel momento un gruppo di agenti accerchiò la comitiva e la invitò a recarsi in questura... Il giorno dopo avvenivano altri fermi, qualcuno dei quali si tramutò in arresto. Come abbiamo detto, gli arrestati dì Torino sono sei. Fra di essi v'è pine un tale che, pur non essendo nato a Napoli, vitti chiamato . u napolitano ». Per una giustificabile riservatezza ci asteniamo per ora dal pubblicarne nomi. Capo banda pare sia il Crivelli che da giovane esercitò a professione di stampatore. Nella sua casa a Cavoretto, venne trovato un laboratorio per la stampa di incisioni. Non venne trovato alcun « cliché ». Egli vuole giustificare il suo operato, facendo un racconto che vai la pena di riassumere — Molti anni fa — dice sostanziai mente il Crivelli — ero in relazione con certo signor G. Martano, che faceva il viaggiatore, e che un giorno fu colto da paralisi. Sovente lo andavo a trovare. Non potendosi muovere, egli mi indicò il luogo dove teneva nasco sta una cassetta <• mi pregò di ritirargliela in casa mia. Lo accontentai. Era nei patti che, quando lui fosse morto, cassetta e contenuto dovevano diven tare mia proprietà. Invece guari. Ma egli mi pregò di tenere ancora quella cassetta in casa mia.. il racconto del presunto capobanda — E sapevate che cosa c'era dentro? — Non sapevo che vi fossero delle Sterline. Tanto meno che si trattasse di sterline false. Il Martano mi aveva detto soltanto che vi erano dei valori. Avvenne poi che il Martano mori. Io tenni per molti anni la cassetta in casa mia senza preoccuparmi di constatare che cosa contenesse. Solo quando traslocai le mie. tende da Torino a Cavoretto mi venne l'idea di aprirla. Un mio amico che verificò quelle banco note mi disse che si trattava di biglietti caduti in prescrizione. E fu allora che io pensai di smaltirli — ... di venderli con somma prudenza I — Temevo, vendendo dei biglietti prescritti, di potere incontrare delle responsabilità. La linea di difesa assunta dal Crivelli è chiara: egili vuole far credere di non aver capito che le steiillne erano false. Ma egli stesso ha fornito un dato di fatto che potrebbe lasciar supporre il contrario. Dice, dunque, il Crivelli che il Martano gli aveva affidata in un periodo di tempo anteriore alla consegna della valigia, la costruzione di quattro timbri corrispondenti a quelli che figurano sulle sterline inglesi. Il Martano avrebbe voluto che gliene facesse anche un quinto: quel 10 deMii firma. Ma a quella richiesta egli aveva opposto un netto rifiuto. Questo, sommariamente, il racconto fatto dal Crivelli, che contiene qualche verità. Il Mariano, per esempio, non è, come si potrebbe supporre, una figura immaginaria. Egli è effettiva mente esistito. Solo che, mentre il Crivelli dice che la di lui morte risaie 11 1919, lo Stato Civile, che è certamente più preciso, la fa risalire art 1915: dimodoché, quando il racconto del Crivelli fosse accettato per buono che cioè le false sterline gli furono affidate dal Martano — cadrebbe ila maggiore imputazione di fabbricazione (lì moneta falsa, e ciò per effetto della prescrizione. Ma nel racconto del Crivelli vi è più di un punto interrogativo che attende risposta e più di una lacuna che deve essere colmata. Nella giornata di Ieri il Procuratore del Re, cav. avv. Goffredo Villa, si è •ecato alle carceri ed ha sottoposto srli arrestati ad un lungo interrogatorio sul quale naturalmente si mantiene rigoroso riserbo. Il ruzzolone di due motociclisti L'elettricista Ludovico Giribone fu Battista, di anni 27, abitante in via Genova 105, percorreva, verso le ore 17,30 di ieri, via Nizza, diretto al centro della città sopra un ciclomotore, a bordo del quaie aveva pure preso posto 11 ventunenne Domenico Neirotll tu Michele, quando improvvisamente, a pochi metri di distanza, egli si vedeva la strada sbarrata da un autocarro uscente dalle officine K LUigotto. 11 Giribone, per evitare Tur v—todscPfipfitemzlotilamtosssmcdvlaRpasegccsetdizelptlfiemdvc«dVumssmzocdtclmtbdclfigLsmhvblrto contro l'autocarro, sterzava violen temente e, perduto l'equilibrio, cadeva con il compagno in mezzo alla strada 1 due giovani, soccorsi da alcuni astanli, venivano accompagnati al San Giovanni da una guardia civica a m zo di un'amo pubblica. Qui il medico di guardia dott. Canavesio riscontrava al CI ri bone la frattura della clavicola sinistra e lo giudicava guari bile in 25 giorni. 11 S'eirottl, piò for tunato, aveva riportato nella caduta solo alcune abrasioni giudicate guaribili in una settimana. La disgrazia d'una bimba La bambina Gallo Maria, fu Gioacchino di anni 5, monl.ru ieri si Iras!ulta va nella propria abitazione di via Soànn 1, scivolava e cadeva a terra, soccorsa prontamente dalla mamma, la piccina veniva trasportata alla vicina Astanteria Martini dove il medico ili guardia la medicava della frattura dell'avambraccio sinistro rimandandola e giudicandola guaribile in 25 giorni. A proposito della fine d'un beone E' stata eseguita l'autopsia del cadavere del facchino pùbblico Silvi'.» Cerano, trovato giorni addietro cadavere nella sin abitazione di via orfane. 25. Dai risultati dell'autopsia è venuta in luco la causa principale della tragica fine del Cerotto, dovuta ad un subitaneo anace, ili uefrite acuta.

Persone citate: Astanteria Martini, Canavesio, Domenico Neirotll, Gallo Maria, Giribone, Giuseppe Crivelli, Goffredo Villa, Italia ? Genova, Ludovico Giribone, Ponzetto

Luoghi citati: Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino