La villeggiatura del Papa

La villeggiatura del Papa La villeggiatura del Papa Monteoassino, 2 notte. Severo è l'Ingresso della Badia. Un alto portone ad arco ili buzze di travertino ai cui lati si adagiano due «rossi leoni di pietra, scultura forse del secolo X, Immette in un andito dalla bassa volta formata di ciottoli sporgenti nudi : sembra di entrare in una fortezza. Mollo probabilmente su questa costruzione, da molti ritenuta del tempo romano, si alzava la maestosa torre abitata da Benedetto da Norcia, patriarca dei monaci d'Occidente. La scalinata che segue all'androne, ampia e comoda, è chiusa da una seconda porta d'ordine dorico fatta costruire dall'abate Antonio Carata. Oltrepassata la soglia, a sinistra vi è una cappellina dedicata alla Madonna della Rosa. Qui, secondo la Itegola benedettina, si andava incontro agli ospiti dall'abate; ma prima di usare con essi tutti gli uffici della carità si taceva un po' di orazione assieme. Questo e l'Ingresso d'onore alla Badia, aperto solo in occasione di visite Illustri; ma vi è un altro ingresso ordinario, al quale si accede per una breve salila che costeggia il corpo avanzato dell'edificio, ed e formato da un androne spazioso che mette nel piano Inferiore dei chiostri. La fuga dt portici che si offre all'occhio del visitatore è veramente grandiosa. Sono tre cortili di forma quadrangolare che si succedono sulla stessa linea, circondati ciascuno da portici; quello centrale termina con una balaustrata. Gli archi di travertino di ordine dorico danno solidità e purezza di linea a questa bell'opera costruita In due diversi periodi. Nel 1515 l'Abate Squarcialupl fece innalzare 11 chiostro di mezzo, su disegno del Bramante. A pie dello scalone poi, ai due lati, su grosso piedistallo si ergono due colossali statue di S. Benedetto e S. Scolastica dello scultore Campi di Carrara. Asceso lo scalone, prima di entrare nel Chiostro dei benefattori, uno spettacolo superbo si offre all'occhio incantato del visitatore: è la Loggia del Paradiso, sterminata terrazza a belvedere sul pianoro del Garigllano silente: l'occhio corre spontaneo a misurare l'Immensa distesa di campagne lussureggianti che de gradano a mano a mano, e vanno a perdersi ad occidente in una leggera tinta opalina sino ai monti Ausoni. 11 cortile detto del benefattori è pre ceduto da un antiportico sostenuto da quattro colonne di granito orientale bigio, ed è anch'esso di forma quadrangolare, circondato all'Intorno da portici che formano ventiquattro archi sostenuti da colonne di granito. Le statue dei pontefici, degl'imperatori e del principi che furono larghi di mu nlflcenza verso l'insigne Cenobio sono disposte in nicchie di marmo bardigllo, quattro per ogni lato. Passando quindi alla Basilica, un senso di stupore e insieme di godi mento ci avvince mettendo piede per la prima volta nella Chiesa: l'occhio corre dal pavimento intarsiato marmo su per 1 pilastri anch'essi rivestiti di marmo, e .per le colonne di granito sino alla volta ricca di stucchi dorati che rinquadrano, sopra uno sfondo turchino, figure che si muovono e vivono nella freschezza delle Un te e nell'armonia degli atteggiamenti. La chiesH che ha forma di croce la lina è preziosissima per le balaustrate delle cappelle, per i paliottl degli altari, per la ricchezza dell'oro del candelabri: notevoli Inoltre 11 marmo ver de e antico, il giallo, il nero, Il tapi slazzulo, l'ametista e l'agata. Il Coro e la Cripta Il Coro fu intagliato nel 1692, ed t assolutamente meraviglioso, l^a parte più pura è tutt'altro che settecentesca e il cornicione è sorretto da colonnine corinzie scanalate, con belle teste di cherubini che sporgono fra 1 capitelli e l'architrave come per reggere il cornicione. Gli specchi degli stalli sono un profuso ricamo di motivi floreali elegantissimi, che s'intrecciano e si sviluppano con partiti sempre nuovi; e nel centro. In una nicchietta inca vate nel masso, hanno ciascuno una figura di santo benedettino quasi a tutto rilievo, lavorato con estrema fl nezza. I braccioli sono formati da limimi adagiati in attitudini sempre nuove, In una plastica efficacissima. Le divisioni fra gli stalli sono per lo più formate da figure simboliche o da rlminiscenze della mitologia classica. 11 lavoro d'Intaglio, per cui spesero anni di fatica più generazio ni degli intagliatori napoletani Collcci, costò a quei tempi circa 400 mila lire. Anche 11 Coro, specie per mate riale fonico, è pregevolissimo, si pre senta come una massa monolitica di oro luccicante: fra qualche anno. In tanto dilagare di organi moderni, Mon tecassliio sarà forse fra le poche Ba siliche del mondo che conservino un organo del '600. La Cripta, o Ipogeo, fu costruita nel 1545 e solo recentemente decorata ed affrescata dalla scuola artistica del Beuron che, a dirla col Capocentro un nobile tentativo di un'arte crlstia mi che vuole essere ispirata da con cetti supremamente spirituali e misti ci: questa scuola negli atteirgiamenti nei panneggiamenti, nel colorito dei santi dipinti li ha resi scevri di ogn ombra di passione: gli angeli ispirano una dolcezza e una pace celeste che e"1 quasi un rapimento d'ascetismo. Il pallore dei volti e delle mani che spiccano sulle vesti brune, lo lineari¬ a a tà esasperante delle forme, la fissità dello sguardo mettono quasi nel visitatore un senso cupo e lugubre del misticismo medioevale che non aveva bellezza e calore di anima. Sotto le. volte della Cripta sono disposti gli stemmi in mosaico e d'oro dei personaggi augusti che visitarono l'abazia, dalla Casa Savoia a quella dell'ex-lmperatore di Germania Guglielmo secondo, all'ex-Imperatore di Austria, il cattolicissimo Francesco Giuseppe, ai Duchi dAosia, ai Ite di Rumenia, a quelli di Sassonia, ai Pontefici Pio X e Leone XIII, ecc. La Pinacoteca Destinata per l'addietro a diversi usi, come a sala di conferenza e di letture questa sala vastissima che è come una galleria scintillante di opere d'arte, ha assunto giustamente il nome di Pinacoteca o Sala della Mostra : sono notevoli un San Sebastiano una Madonna col Bambino di Luca Giordano, il Martirio di san Placido del Muzzaroppi, l'asina di Balaam di Armando Fiammingo, una Vergine in gloria del Coienzio, un Bambino in preghiera di Salvator Rosa, le figure di San Pietro e San Paolo del Caravaggio, un Ecce Homo dt Guido Reni, un Cristo legato del Cavalier d'Arpino, un San Benedetto tra le spine di Angelo Solimena, il silenzio del Caracci, del Domenichlni, un quadro di San Pietro In Montorio di Andrea Mantegna. un autoritratto di Raffaello da Urbino, e una ventina di paesaggi anch'essi di illustri pittori. Numerosissimi dipinti fra cui uno dell'Urbinate che rappresentava la Vergine in atto di scoprire il Bambino dormente, sottratto per miracolo alla rapacità del generale Championnet, andò a finire a Napoli per ordine di Gioacchino Murat. Non accenniamo all'Archivio, alla Biblioteca nazionale, a quella privata poiché in un'altra nostra trattazione ne parleremo diffusamente, ma vogliamo accennare semplicemente a quello che costituisce un numero di grande e indiscusso pregio per Monteoassino, cioè al fattore ospitalità che dalla Regola ripete il suo nobile principio. Circa 200 stanze formano la foresteria, stanze messe su con signorile gusto, e che servono semplicemente all' alloggio degli uomini, mentre in un apposito fabbricato, detto di Sant'Agata, decorosissima villa, hanno ospitalità le donne, cui è vietato In modo assoluto il pernottamento nel convento. L'appartamento reale Sontuosissimo è infine l'appartamento reale del convento che si trova nel iato orientale della Badia, quasi a belvedere della pianura del Lirl vel lutato e silenzioso, insino al mare az zurro di Gaeta e di Fornita. Questo appartamento cui si accede per un corridoio vastissimo alto oltre dieci metri e largo sei è composto da ventiquattro stanze ampie e lussuose. Precedono quattro saloni da ricevi mento arredati all'Impero, stile Lui gi XVI, tappezzati di seta, con parati di lusso e con drappi e panneggiameli ti di velluto rosso presso i balconi centrali. A terra soffici e densi tappeti annullano l'attrito del cammino, rendendolo molle e lento. Nei primi due saloni vi sono quadri di gran valore, anfore, iscrizioni lapi darie antiche dell'epoca romana rinvenute nel Cessinate ; ampie poltrone e divani di cuoio scuro rendono particolarmente severo questo primo in gresso. Viene dopo, sfarzoso e scintillante, il salone dei grandi ricevimenti prin cipeschi. Esso è immenso, ha quattro balconi prospicienti sull'entrata della Basilica; lampadari di Murano ornano centralmente e lateralmente 11 soffitto affrescato ; ritratti di augusti personaggi regnanti con dediche affettilo sissime autografe, anche di famiglie reali straniere, degli Orleans, del Liechtenstein, appaiono su mensole d gran valore; e poi sfarzo di seta, di raso e di velluto dovunque, anche ne gli angoli del salone in cui fioriscono delle meravigliose orchidee. Dopo un altro salotto, anch'esso finemente arredato, vipne la Serra, sala in cui so no coltivate rarissime qualità di fiori anche tropicali. Viene poi un'anticamera, due spogliatoi e, infine, con un grande baldacchino ricoperto di seta bianca, la camera da letto severamente addobbata, ove spicca una grande croce d'avorio e un inginocchiatoio di nóce scura. E' quindi la volta della camera da bagno, della biblioteca privata, dello studio, dell'oratorio, dei saloni da ■pranzo, di altri salotti privati, della Cappella, che è un gioiello di arte e della veranda. Montecassiuo, onusta d" q-uattoirdic secali di storia e di gloria, attende in questa estate l'avverarsi di una gran de promessa...: attende Pio XI. Renato Spanò clctnloSdmpemaovevmdscfiIrudicntlcncglcatgtnzpusbfnsttgssccrmrncsnrstcqncfWnsirIbtsblmduta'ncm La villeggiatura del Papa La villeggiatura del Papa Monteoassino, 2 notte. Severo è l'Ingresso della Badia. Un alto portone ad arco ili buzze di travertino ai cui lati si adagiano due «rossi leoni di pietra, scultura forse del secolo X, Immette in un andito dalla bassa volta formata di ciottoli sporgenti nudi : sembra di entrare in una fortezza. Mollo probabilmente su questa costruzione, da molti ritenuta del tempo romano, si alzava la maestosa torre abitata da Benedetto da Norcia, patriarca dei monaci d'Occidente. La scalinata che segue all'androne, ampia e comoda, è chiusa da una seconda porta d'ordine dorico fatta costruire dall'abate Antonio Carata. Oltrepassata la soglia, a sinistra vi è una cappellina dedicata alla Madonna della Rosa. Qui, secondo la Itegola benedettina, si andava incontro agli ospiti dall'abate; ma prima di usare con essi tutti gli uffici della carità si taceva un po' di orazione assieme. Questo e l'Ingresso d'onore alla Badia, aperto solo in occasione di visite Illustri; ma vi è un altro ingresso ordinario, al quale si accede per una breve salila che costeggia il corpo avanzato dell'edificio, ed e formato da un androne spazioso che mette nel piano Inferiore dei chiostri. La fuga dt portici che si offre all'occhio del visitatore è veramente grandiosa. Sono tre cortili di forma quadrangolare che si succedono sulla stessa linea, circondati ciascuno da portici; quello centrale termina con una balaustrata. Gli archi di travertino di ordine dorico danno solidità e purezza di linea a questa bell'opera costruita In due diversi periodi. Nel 1515 l'Abate Squarcialupl fece innalzare 11 chiostro di mezzo, su disegno del Bramante. A pie dello scalone poi, ai due lati, su grosso piedistallo si ergono due colossali statue di S. Benedetto e S. Scolastica dello scultore Campi di Carrara. Asceso lo scalone, prima di entrare nel Chiostro dei benefattori, uno spettacolo superbo si offre all'occhio incantato del visitatore: è la Loggia del Paradiso, sterminata terrazza a belvedere sul pianoro del Garigllano silente: l'occhio corre spontaneo a misurare l'Immensa distesa di campagne lussureggianti che de gradano a mano a mano, e vanno a perdersi ad occidente in una leggera tinta opalina sino ai monti Ausoni. 11 cortile detto del benefattori è pre ceduto da un antiportico sostenuto da quattro colonne di granito orientale bigio, ed è anch'esso di forma quadrangolare, circondato all'Intorno da portici che formano ventiquattro archi sostenuti da colonne di granito. Le statue dei pontefici, degl'imperatori e del principi che furono larghi di mu nlflcenza verso l'insigne Cenobio sono disposte in nicchie di marmo bardigllo, quattro per ogni lato. Passando quindi alla Basilica, un senso di stupore e insieme di godi mento ci avvince mettendo piede per la prima volta nella Chiesa: l'occhio corre dal pavimento intarsiato marmo su per 1 pilastri anch'essi rivestiti di marmo, e .per le colonne di granito sino alla volta ricca di stucchi dorati che rinquadrano, sopra uno sfondo turchino, figure che si muovono e vivono nella freschezza delle Un te e nell'armonia degli atteggiamenti. La chiesH che ha forma di croce la lina è preziosissima per le balaustrate delle cappelle, per i paliottl degli altari, per la ricchezza dell'oro del candelabri: notevoli Inoltre 11 marmo ver de e antico, il giallo, il nero, Il tapi slazzulo, l'ametista e l'agata. Il Coro e la Cripta Il Coro fu intagliato nel 1692, ed t assolutamente meraviglioso, l^a parte più pura è tutt'altro che settecentesca e il cornicione è sorretto da colonnine corinzie scanalate, con belle teste di cherubini che sporgono fra 1 capitelli e l'architrave come per reggere il cornicione. Gli specchi degli stalli sono un profuso ricamo di motivi floreali elegantissimi, che s'intrecciano e si sviluppano con partiti sempre nuovi; e nel centro. In una nicchietta inca vate nel masso, hanno ciascuno una figura di santo benedettino quasi a tutto rilievo, lavorato con estrema fl nezza. I braccioli sono formati da limimi adagiati in attitudini sempre nuove, In una plastica efficacissima. Le divisioni fra gli stalli sono per lo più formate da figure simboliche o da rlminiscenze della mitologia classica. 11 lavoro d'Intaglio, per cui spesero anni di fatica più generazio ni degli intagliatori napoletani Collcci, costò a quei tempi circa 400 mila lire. Anche 11 Coro, specie per mate riale fonico, è pregevolissimo, si pre senta come una massa monolitica di oro luccicante: fra qualche anno. In tanto dilagare di organi moderni, Mon tecassliio sarà forse fra le poche Ba siliche del mondo che conservino un organo del '600. La Cripta, o Ipogeo, fu costruita nel 1545 e solo recentemente decorata ed affrescata dalla scuola artistica del Beuron che, a dirla col Capocentro un nobile tentativo di un'arte crlstia mi che vuole essere ispirata da con cetti supremamente spirituali e misti ci: questa scuola negli atteirgiamenti nei panneggiamenti, nel colorito dei santi dipinti li ha resi scevri di ogn ombra di passione: gli angeli ispirano una dolcezza e una pace celeste che e"1 quasi un rapimento d'ascetismo. Il pallore dei volti e delle mani che spiccano sulle vesti brune, lo lineari¬ a a tà esasperante delle forme, la fissità dello sguardo mettono quasi nel visitatore un senso cupo e lugubre del misticismo medioevale che non aveva bellezza e calore di anima. Sotto le. volte della Cripta sono disposti gli stemmi in mosaico e d'oro dei personaggi augusti che visitarono l'abazia, dalla Casa Savoia a quella dell'ex-lmperatore di Germania Guglielmo secondo, all'ex-Imperatore di Austria, il cattolicissimo Francesco Giuseppe, ai Duchi dAosia, ai Ite di Rumenia, a quelli di Sassonia, ai Pontefici Pio X e Leone XIII, ecc. La Pinacoteca Destinata per l'addietro a diversi usi, come a sala di conferenza e di letture questa sala vastissima che è come una galleria scintillante di opere d'arte, ha assunto giustamente il nome di Pinacoteca o Sala della Mostra : sono notevoli un San Sebastiano una Madonna col Bambino di Luca Giordano, il Martirio di san Placido del Muzzaroppi, l'asina di Balaam di Armando Fiammingo, una Vergine in gloria del Coienzio, un Bambino in preghiera di Salvator Rosa, le figure di San Pietro e San Paolo del Caravaggio, un Ecce Homo dt Guido Reni, un Cristo legato del Cavalier d'Arpino, un San Benedetto tra le spine di Angelo Solimena, il silenzio del Caracci, del Domenichlni, un quadro di San Pietro In Montorio di Andrea Mantegna. un autoritratto di Raffaello da Urbino, e una ventina di paesaggi anch'essi di illustri pittori. Numerosissimi dipinti fra cui uno dell'Urbinate che rappresentava la Vergine in atto di scoprire il Bambino dormente, sottratto per miracolo alla rapacità del generale Championnet, andò a finire a Napoli per ordine di Gioacchino Murat. Non accenniamo all'Archivio, alla Biblioteca nazionale, a quella privata poiché in un'altra nostra trattazione ne parleremo diffusamente, ma vogliamo accennare semplicemente a quello che costituisce un numero di grande e indiscusso pregio per Monteoassino, cioè al fattore ospitalità che dalla Regola ripete il suo nobile principio. Circa 200 stanze formano la foresteria, stanze messe su con signorile gusto, e che servono semplicemente all' alloggio degli uomini, mentre in un apposito fabbricato, detto di Sant'Agata, decorosissima villa, hanno ospitalità le donne, cui è vietato In modo assoluto il pernottamento nel convento. L'appartamento reale Sontuosissimo è infine l'appartamento reale del convento che si trova nel iato orientale della Badia, quasi a belvedere della pianura del Lirl vel lutato e silenzioso, insino al mare az zurro di Gaeta e di Fornita. Questo appartamento cui si accede per un corridoio vastissimo alto oltre dieci metri e largo sei è composto da ventiquattro stanze ampie e lussuose. Precedono quattro saloni da ricevi mento arredati all'Impero, stile Lui gi XVI, tappezzati di seta, con parati di lusso e con drappi e panneggiameli ti di velluto rosso presso i balconi centrali. A terra soffici e densi tappeti annullano l'attrito del cammino, rendendolo molle e lento. Nei primi due saloni vi sono quadri di gran valore, anfore, iscrizioni lapi darie antiche dell'epoca romana rinvenute nel Cessinate ; ampie poltrone e divani di cuoio scuro rendono particolarmente severo questo primo in gresso. Viene dopo, sfarzoso e scintillante, il salone dei grandi ricevimenti prin cipeschi. Esso è immenso, ha quattro balconi prospicienti sull'entrata della Basilica; lampadari di Murano ornano centralmente e lateralmente 11 soffitto affrescato ; ritratti di augusti personaggi regnanti con dediche affettilo sissime autografe, anche di famiglie reali straniere, degli Orleans, del Liechtenstein, appaiono su mensole d gran valore; e poi sfarzo di seta, di raso e di velluto dovunque, anche ne gli angoli del salone in cui fioriscono delle meravigliose orchidee. Dopo un altro salotto, anch'esso finemente arredato, vipne la Serra, sala in cui so no coltivate rarissime qualità di fiori anche tropicali. Viene poi un'anticamera, due spogliatoi e, infine, con un grande baldacchino ricoperto di seta bianca, la camera da letto severamente addobbata, ove spicca una grande croce d'avorio e un inginocchiatoio di nóce scura. E' quindi la volta della camera da bagno, della biblioteca privata, dello studio, dell'oratorio, dei saloni da ■pranzo, di altri salotti privati, della Cappella, che è un gioiello di arte e della veranda. Montecassiuo, onusta d" q-uattoirdic secali di storia e di gloria, attende in questa estate l'avverarsi di una gran de promessa...: attende Pio XI. Renato Spanò clctnloSdmpemaovevmdscfiIrudicntlcncglcatgtnzpusbfnsttgssccrmrncsnrstcqncfWnsirIbtsblmduta'ncm

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