L'ora dell'atletica di Vittorio Varale

L'ora dell'atletica L'ora dell'atletica Ancora ne parlano, i giornali frantesi, segno che la botta è stata forte. Quanto è avvenuto nel pomeriggio del 14 luglio in quel Littoriale che onora l'uomo che l'ha voluto creandolo dal nulla c la città che lo ospita, ha provocato a.l di là delle Alpi uno strascico di discussioni se non di recriminazioni. In sostanza, si sono accorti che l'atletismo francese non può più vantare sul nostro quella superiorità che l'anno scorso nello stesso incontro fra squadre nazionali s'era palesato indiscutibile, e se ne rammaricano, giungendo persino a dire che se gli atleti italiani sono cosi eccelilenti è perchè il Governo li mantiene ed essi possono prepararsi ed allenarsi a puntino, senza preoccupazioni personali anzi col miraggio di premi in denaro! Grazie al cielo, invece, ed agli uomini in terra, l'atletismo italiano è quanto di più dilettantistico esista; il professionismo più o meno larvato che tanto nuoce ad altri sport non è conosciuto fra i cultori dell'atletica leggera, i cui campioni — anche quelli celebri — gareggiano tuttora per una medaglia, per un premio alla Società, per un oggetto di valore raramente realizzabile. Gèo André è stato uno degli atleti più belli che10 sport francese abbia mai prodotto, ma quando scrive baggianate dì questo genere per tentare di giustificare la sconfitta dékVéquipe del suo Paese, si mette nella condizione di muovere al riso. Povera e nuda va l'atletica li Italia: non ci son mecenati che per essa mettan due volte mano al portafoglio nè (Iddio sia lodato) t suoi esponenti più in vista rassomigliano a auei divi del calcio che bighellonano tutto il giorno dal bar alla sala di bigWardo e segnano i goals soltanto se c'è la sicurezza di ricavarne moneta. Tutti bravi ragazzi che hanno mia professione e vanno a bottega o alle banca di buon'ora, e trovano nell'impeto della corsa o nello slancio del salto lo sfogo della loro prorompente e sana giovinezza. Abbiamo ammesso e codificato il professionismo nel calcio : ee esistesse anche nell'atletica leggera non ci sarebbe da far meraviglie, ma poiché non c'è è giusto rilevarlo, e smentire le voci straniere che con tale insinuazione vorrebbero gettare un'ombra di discredito sull'impulso che lo Stato dà a questa forma di sport e sui lusinghieri risultati che gli atleti fascisti ottengono, nelle competizioni internazionali. Noi dobbiamo guardare con somma simpatia, e agevolarlo ognuno nel limite delie nostre attribuzioni e possibilità, questo movimento di intensa propaganda per la diffusione dell'atletismo. Se ne ebbe la prima idea due anni or sono quando alla testa della Federazione delie Federazioni era Landò Ferretti; adesso, "maturate le situazioni che a quel .tempo erano appena abbozzate, l'invito, o l'ordine, del Commissario del C.O.N.I. a favorire in ogni modo la conoscenza e la pratica di questo sport-base, deve trovarci tutti concordi e pronti alla collaborazione più entusiastica. Soltanto i. superficiali e gU orecchianti possono ancora dubitare dell'assoluta necessità della formazione d'una «coscienza atletica» sulla quale basarsi per migliorare, a seconda delle condizioni locali e delle attitudini personali, l'elemento-uoxno destinato a far parte dell'esercito sportivo nazionale : prima dell'assorbimento del C.O.N.I. nelle attività del Regime era mancato all'organizzazione sportiva un piano unitario e organico di sviluppo; gli sforzi non erano coordinati, e ogni dirigente — o semplice praticante — aveva la persuasione che lo sport preferito fosse al centro dell'universo, l'unico degno di attenzioni, di cure e di sussidi. Incontro ai voti di chi, come non s'era accompagnato ai fanatici del ciclismo professional;; era pure rimasto immune dall'epidemia d'isterismo... calcistico, incontro a questa corrente media è finalmente venuta l'opera del Fascismo, e le prime applicazioni e i primi sviluppi del programma in base al -quale — ripeterlo giova — sta l'obbligo di valorizzare e diffondere in profondità gii sport finora trascurati, fra cui l'atletica nelle sue specialità di corea, salti e lanci. C'è posto per tutti, nessuno intende fare compressioni o imposizioni di sorta a chicchessia o a checchessia, ma l'ora degli sport derelitti è finita, e a Roma abbiamo un Capo che ha la visione completa e perfetta di quello che dev'essere, e sarà, lo Sport italiano come funzione sodale nell'Italia fasciata. Il momento è favorevole, come sempre, favorevole — anche se all'apparenza Invasato da predilezione per altre forme dà sport — fu l'animo delle nostre folle. Gl'Italiani sentono il piacere della corsa e del salto; del gesto che 11 distacca dalla terra o li rende padroni della distanza e del tempo. Le attitudini ci sono, mancava l'occasione perchè si palesassero appieno, affla luce del sole. L'atletismo nella sua forma più popolare della corsa a piedi ebbe la sua grande ora quando Dorando Pietri vincendo a Londra la Maratona olimpiaca scatenò per tutte le strade e le piazze della penisola un esercito di principianti dal quale in breve uscirono gagliardi non dimenticati campioni. Emilio Lunghi era già un fenomeno e faceva parte delia ristretta cerchia dei «fuori classe » internazionali, ma tutti gli altri che battevano e strabattevano i record» e all'Estero vinsero in ardue competizioni, tutti gli altri, capeggiati dal Giongo veloce e dallo Speroni resistente, provenivano da questa leva, lanciata nel nome d'una vittoria ch'ebbe veramente risonanza mondiale. Noi slam fatti cosi, che per dedicarci ed eccellere in uno sport s'ha bisogno di scaldarci all'atmosfera ardente della vittoria:11 podismo decadde nel favor popolare perchè il sopravvenuto foot-ball diede alla folla quelle soddisfazioni ch'esso non poteva più procurarlema ora che le vedette del risorto atletismo italiano si affermano eia morosamente in un difficile confronto internazionale, chi non sente nell'urlo levantesi dalle tribune del Littoriale la forza capace di sospingere e di accompagnare i nostri campioni sulle ritrovate vie della vittoria? I segni sono dovunque e promette**, e. tali che. jocpraggiano a prò seguire nell'opera con la certezza di arrivare alla mèta. Nulla di empirico o di effimero o di miracoloso dopo le disposizioni prese l'anno scorso dalla Federazione del Calcio per l'istituzione del brevetto atletico obbligatorio a tutti i giuocotori e la costruzione della pista nell'interno di ogni campo di giuoco: le previdenze che il C.O.N.I. ha recentemente elaborato e sta applicando perchè il gusto dell'atletismo dilaghi e si diffonda fra la gioventù di tutte le Regioni sono conosciute, come ogni giorno più appar; rinforzala la compagine della F.I.D.A.L. che è la Federazione che a questo sport sovraintende sotto la diretta e personalu presidenza di Augusto Turati. Niente di miracolistico, dico, che sarebbe far la peggiore ingiuria al Capo credendo o lasciando credere che con semplici tocchi di bacchetta magica egli possa portare a cinquantamila tesserati le attuali poche migliaia di isoritti alla F.I.D.A.L. o creare le piste per corse e salti in ogni Comune dove il campo sportivo non c'è ancora : il lavoro di persuasione, di penetrazione, di bonifica — secondo l'indovinata espressione di Landò Ferretti — sarà lento e laborioso, ma appunto per ciò avrà ra¬ dici più. salde e darà risultati duraturi. Bisogna por mente che di pari passo alla «costruzione sportiva» elle si sta dando attraverso il G. 0. N. I. ali'alle tisi no e alla ginnàstica, nelle Scuole ti nel Dopolavoro si stanno creando i « tesserati » di domani con un complesso di iniziative che onorano il Regime e ci differenziano, in meglio, da quanto si è fatto o «ii vn facendo nolle più progredite Nazioni del mondo. Giorno per giorno, lezione dopo lezione, corso dopo corso, brevetto dopo brevetto, lo scolaro delle elementari quanto il giovinetto operaio vengono messi in condizione di conoscere, apprezzare, amare lo Sport atletico (mirabile particolarmente quanto si compie nelle Scuole di Bologna per impulso di quell'autentico sportivo ch'ò l'onorevole Arpinati); saranno essi, raggiunta l'età adatta e ottenuti i minimi indispensabili, che nel vicino domani polenzieronno le schiere degli stleti-carOpioni col loro numero e con la coscienza sportiva formata da un sistèma d'educazione che H ha presi ragazzi e li h,, p asma li alla scuola della consapevolezza, dell'ardire e del coraggio virile. Vittorio Varale.

Persone citate: André, Arpinati, Augusto Turati, Dorando Pietri, Emilio Lunghi, Giongo

Luoghi citati: Bologna, Italia, Londra, Roma