Un avvocato e un celebre attore cinematografico in questione per 150 mila lire

Un avvocato e un celebre attore cinematografico in questione per 150 mila lire Un avvocato e un celebre attore cinematografico in questione per 150 mila lire Un noto professionista della nostra città, l'avv. Achille Mosso, che ha studio in via S. Francesco d'Assisi 20, è stato costretto a richiedere l'intervento dell'Autorità giudiziaria in una complicata ed incresciosa disavventura professionale. Egli sarebbe stato abilmente circuito da uno scaltro messere con un danno di alcune migliaia di lire, sborsate in piena buona fede dal1 avvocato al cliente, e poi attese invano da colui il quale avrebbe dovuto, secondo i patti stabiliti, rifonderle al legale che le aveva anticipate. Narra l'avv. Mosso nella denuncia presentata alla Procura del Re, come alcuni anni addietro egli fosse stato incaricato di tutelare gl'Interessi di quattro persone che si ritenevano defraudate di circa 150.000 lire da parte di un certo Francesco Vespignano ex-saltim'banco, il quale si era dato al commercio con pessima fortuna. L'idolo delle folle Il Vespignano, però, se negli affari non aveva avuto un brillante successo, era tuttavia destinato a raggiungere i fastigi della fama nell'olimpo cinematografico. Dotato di una corporatura aUetica, di una muscolatura d'acciaio, di un viso abbastanza fotogenico, il Vespignano, sotto il nome d'arte di Luciano Albertini, iniziava l'interpretazione di un grande numero di fllms d'avventura, rendendosi in breve assai popolare al pubblico di tutte le sale di proiezione, diventandone il.beniamino. Consolidato il suo prestigio in Iwlia, 1 Albertini varcava la frontiera e si recava a < girare » con la sua troupe di acrobati, in Germania, a Berlino. Naturalmente egli riteneva che il grigio passato dell'oscuro trafficante Francesco Vespignano, fosse ormai morto e sepolto, mentre, rifulgente di gloria scenica, esistesse unicamente l'attore Luciano Albertini, il divo delle folle, 1 uomo continuamente sospeso sopra baratri paurosi, moderno intrepido cavaliere dello schermo senza macchia e senza paura. Viceversa i creditori di Vespignano, pur sapendolo ormai trasformato nel celebre Albertini, non la pensavano affatto cosi, e perciò ance durante la sua assenza dall'Italia, continuarono a tempestarlo di citazio ni, di sentenze, di sequestri, non indie treggiando di fronte a nessun rimedio legale, pur di ottenere il ricupero del proprio avere. Fra i creditori dell'artista vi sono pure i coniugi Guelpa, abitanti in via Marco Polo n. 4. Costoro nel 1920 avevano mutuato 100.000 lire all'Albedini il quale, già allora astro del firmamento cinematografico, aveva promesso forse di far vedere cose strabilianti ai mutuanti. Invece cominciò col non farsi più ve dere lui. e ciò fu più strabiliante an cora. Le 100.000 lire mutuate consistevano In tante cartelle del Consolidato: oltre i coupons degli interessi, i coniugi avrebbero percepito L. 2100 annue. Il mutuo doveva assere pagato entro 6 mesi. Un salto da acrobata L'Albertini però non rispettò le convenzioni stipulale. I suoi due creditori avendo saputo che l'artista faceva frequenti viaggi a Torino, pensarono di fargli una sorpresa all'albergo, e un giorno dimandarono un ufficiale giudiziario con ordine di sequestrargli tutte le sue... sostanze. Il pignoramento, però, ebbe un esito pressoché negativo, poiché l'usciere trovò pochi oggetti per la complessiva somma d:' L. 2501 La maggior parte delle cose se questuate erano di uso personale del l'Albertini, il quale, per tagliar corto alle noie della procedura, lasciò all'albergatore le 250 lire da consegnare alrufflciales.jriU(liziario, ove fosse ritornato, con tanti saluti da parte sua; ri fece la valigia e spiccò un... gran salto (ad uà acrobata le risorse In 'certi casi non mancano mai), alla volta di Berlino. I coniugi Guelpa non furono guari soddisfatti della disinvoltura del loro debitore, e lo denunziarono al Procuratoro del Re per sottrazione di mobili pignorati. L'avv. Mosso, In questo processo contro l'Albertini, doveva costituirsi P. C. nell'interesse dei Guelpa. Qualche giorno prima, però, egli ricevette la visita di uno strano e buffo personaggio. Era costui, un omino di bassa statura ed esageratamente grasso, con un faccione rosso da -luna piena, in cui sparivano due occhietti piccoli e mobilissimi. L'individuo, che aveva maniere distinte e coitesi, disse di essere stato incaricato, con regolare procura da Luciano Albertini, per la sistemazione dei quattro suoi creditori, rappresentali appunto dall'avv. Mosso. Questo signore, dotato d'una parlantina sciolta, spiccatamente meridionale, conversalo!-..' arguto e brplan-te, non privo di fantasia e di accortezza, riuscì immediatamente ad accattivarsi la simpatia del legale, stupito e compiaciuto nello stesso tempo di aver a che fare con un tipo cosi curioso e divertente. Fu stipulato l'accordo su queste basi: l'Albertini avrebbe liberato subito i} prestito di L. 9000 che egli vantava verso l'Anonima Pittaluga, sulla qual somma era stato posto il fermo dai coniugi Guelpa, e l'artista, per contro, si assumeva l'obbligo di soddisfare il debito in 10 rate trimestrali. L'importo di L. 9000 si sarebbe dovuto senz'altro esigere dall'avv. Mos so, essendo urgente il ritiro di una cambiale dell'Albertini, dello stesso ammontare, la cui scadenza era imminente. Nel febbraio scorso, epoca In cui av venivano i fatti rhe stiamo raccontai do, il legale cadde ammalalo. Mandòperciò u~ chiamare l'omino che munì di una lettera di autorizzazione per il ritiro delle L. 9000 dall'Anonima Pittaluga. Naturalmente il sedicente procuratore dell'Albertini doveva fare immediata rimessa della somma all'avvocato Mosso per l'uso cui i quattrini erano destinati. Il rappresentante di Albertini L'avvocato, se pur preoccupato di questo silenzio, tuttavia non aveva alcun motivo di ..dubitare sulla correttezza di quel tale: d'altronde sapeva come l'incaricato della pratica presso la Pittaluga fosse assente. Scrisse una prima lettera: «Io avrei urgenza d'incassare quelle L. 9500 dovendo ritirare uno degli effetti del mutuo cambiario di L. 25.000. Vuole che andiamo insieme olla Pittaluga martedì? Sia cortese di telefonarmi •. Silenzio assoluto da parte dell'altro, che allora abitava in corso Re Umberto, 32. Evidentemente — espone l'avv Mosso nella sua denunzia — l'incaricato aveva già esatto i denari. Si susseguono delle telefonate: il procuratore di Albertini promette, promette, ma non si fa vedeTe. Finalmente il rappresentante — a detta del legale — confessa di avere esatta la somma, ma ricorre a del pretesta per non versarla. « Chi ha approfittato del mio denaro è slato Jet — replica In una sua missiva il lepHe esasperato. — Lei mi disse infatti!di avere disposto momentaneamente m favore di un amico. Ora basta però: la mia pazienza ha un limitai... ». 11 17 aprile u. s. si svolge il processo contro l'Albertini, il quale naturalmente attende l'esito a... Berlino. La fortuna lo assiste ed egli è assolto per inesistenza di reato. L'avvocato però non dà più tregua al rappresentante, ed allora questi cambia tono, diventa tracotante, assume un atteggiamento di sfida e di minaccia. « La vostra risposta — cosi scrive all'avvocato Mosso — satura di fiele mi rimette su quella giusta strada che i vostri piagnistei erano riusciti a farmi fuorviare (I). Ora m'avete messa una voglia matta di ^lustrare, come si conviene, certo losco affare strozzinesco perpetrato a suo tempo, speculando sulla inesperienza ( I) del mio rappresentato, Luciano Albertini, sul quale tanto vi siete accanito con manate di fango. Il Procuratore Regio costituisce per me un personaggio a difesa ed 11 magistrato sorriderà con compatimento sulla madornale ingenuità del vostro lagno... >. Dopo di ciò l'avvocato Mosso, stanco di essere preso in giro, ha sporto denuncia contro l'amico di Albertini che — a parere del legale — di tutta questa faccenda non dev essere certamente all'oscuro.

Luoghi citati: Assisi, Berlino, Germania, Italia, Torino