Un ricatto all'avv. Riccardo Gualino

Un ricatto all'avv. Riccardo Gualino Un ricatto all'avv. Riccardo Gualino Il comm. Piero Belli e un suo complice arrestati in flagrante a o e ù i , e o o i 1 a l e l n a l è l , no e e u e e e B, oeE. di nel o iste a 11 tdi to e N 35 r at Da qualche tempo sul Domani d'Italia era stata iniziata una campagna denigratoria contro l'avvocato gr. ufi Riccardo Gualino. Quasi contemporaneamente ai primi articoli comparsi sul giornale, l'entourage dell'avv. Gualino era stato avvertito che con un congruo compenso, la campagna sarebbe stata troncata. Un'offerta respinta Simile offerta mosse a sdegno, come era prevedibile, sia' il presidente della « Snia» comeile persone a lui vicine, che si rifiutarono, per qualsiasi ragione, di trattare con gli autori della campagna. Questi, dal canto loro, fecero spavaldamente sapere che ai sentivano sicuri di poter continuare nei loro attacchi. Di ciò l dirigenti della « Snia » avvertirono l'Autorità competente. Mancavano però elementi positivi e tali da poter subito procedere nei confronti dei ricattatori. La Prefettura intanto seguiva con occhio molto attento la'campagna condotta dal giornaletto settimanale, tanto che, avendo avuto sentore degli scopi meno chiari della campagna stessa, aveva proceduto due volte al sequestro del Domani d'Italia. Nel frattempo, la Questura, d'accordo con la Prefettura, indagava sull'attività personale privata del comm. Piero Belli, direttore del Domani d'Italia e del-suo collaboratore Vincenzo Carano, e raccoglieva elementi che al momento opportuno avrebbero potuto valere come documentazione. SII attacchi sul « Domani d'Italia » Il Domani d'Italia intensificò gli attacchi, e polche, nonostante le denigrazioni più o meno velate, nessuno, a nome del gr. uff. Gualino, si mosse per cercare un accomodamento nè col direttore del giornale comm. Piero Belli, nè col suo fiduciario Vincenzo Carano, questi raddoppiarono le insistenze, le quali si precisarono con la richiesta di un colloquio coi maggiori esponenti del gruppo « Snia ». Banche ripugnasse alle persone del Gruppo di avere contatto coi rieattatori, tuttavia il giorno 11 corrente, infastiditi dalle continue pressioni e, nella speranza di poter venire in possesso di prove concrete ded reato, diedero incarico ad un fiduciario dell'avv. Gualino di parlare con Vincenzo Carano, il quale trattava per conto di Piero Belli. Il primo colloquio al quale poi ne seguirono altri, avvenne alla Posta Centrale. Il Carano aveva scelto quel luogo per tema di un tranello. Come prezzo del silenzio esld chiese a bruciapelo la somma di 500.000 lire! Per togliere ogni sospetto dall'animo* dei richiedenti e per dare alle trattative carattere di serietà — mentre effettivamente il fiduciario del « Gruppo » altro scopo non aveva senonchè di poter entrare in possesso delle prove del reato — le discussioni vennero condotte innanzi attraverso lunghe temporeggiamentd. Si discuteva sul prezzo, che veniva trovato esorbitante, e si lasciava credere che, su di una cifra più modesta, l'accordo avrebbe potuto essere raggiunto. Il praizo dal silenzio Si giunse cosi a parlare di 800 mila lire delle quali 250 mila dovevano essere consegnate al Belli e 50 mila al Carano per la sua attiva opera di... mediatore. Costui inoltre, come premio, esigeva trovandosi disoccupato, un posto all'Ufficio Stampa della Snia. Gli abboccamenti al seguirono e un colloquio quasi definitivo ebbe luogo la sera del 12. In queste varie conversazioni e soprattutto nell'ultima si accumularono le prove del reato, sia in linea penale che politica, nei confronti dei due rieflitatorl ed allora i dirigenti della « Snia » decisero di denunciare alle antorit" i fatti che stavano concretandosi a loro danno. La tratta»!»» In seguito a ciò alcuni funzionari incaricati di sorprendere il Belli e il Carano durante la consumazione del reato, presero accordi col denunci an ti. Lunghe, e talvolta drainmati che furono le trattative svoltesi fra i ricattatori e i fiduciari dell'avv. Gualino nei giorni di mercoledì e giovedì scorso. Il Belli, quasi che un segreto avvertimento gli facesse presentire il pericolo, non si presen¬ tasuqudepeulvesimtai rmmradosiavtostFGcochdosalemlirialitrmpesqmpatrfiesinladcuztrteincGcnqcnVGrrgsccpelamBpcicbMc6pstldtppsqtds va mai, '-ma sempre e soltanto dal o incaricato Carano faceva sapere uali fossero i suoi intendimenti. Fra i due ed i rappresentanti el Gruppo « Snia » si svolgeva rtanto un serrato duello. Questi timi cercavano di portare gli avrsari ad una forma di accordo mulato che permettesse di concrere la figura del reato, inducendo ricattatori ad intervenire personalente e non a'mezzo di terzi — coe aveva fatto comprendere il Caano — per ritirare le somme che ovevano rappresentare il prezzo dei lenzio.' Il "Carano, ad un dato momento, veva insistito perchè il « contrato » fosse stato perfezionato all'eero. Egli sarebbe partito per la rancia insieme al fiduciario del ruppo ed in una cittadina oltre onfine avrebbe ritirato il denaro anhe per conto di Piero Belli, firmano lui pel socio. Ma tale propoeta era stata reciamente rifiutata. I biglietti da mil dovevano èssere consegnati nelle mani del maggior interessato, il Bel, alla presenza del Carano, in To ino e non in altro luogo. Il Carano llora fece un'altra proposta : il Bel gli aveva data ampia facoltà di rattare, tanto più che egli aveva la massima fiducia In lui; quindi — se roprio il Gruppo non Intendeva seguire il pagamento all'estero — uesto avrebbe potuto esser fatto a mani sue, di notte, in aperta caniagna, in località che egli avrebbe tempo e luogo precisata. Convegno In territorio neutro Avendo però anche tale condizione rovata la più recisa opposizione nel duciario dell'avv. Gualino, il quale sigeva, come condizione prima e ndispensabile per definire l'affare, a consegna del denaro nelle mani el Belli e del Carano, questi ultimi onsentirono finalmente ad accettare n appuntamento in casa di una tera persona che ess' ritenevano neurale nella faccenda e assolutamene all'oscuro delle trattative, mentre nvece doveva poi diventare — seondo gli accordi dei dirigenti del Gruppo — il più valido teste di acusa. Venerdì, a mezzogiorno preciso, nell'alloggio di questo signore, del quale, per ragioni di delicatezza faili a comprendersi, omettiamo il nome, si radunavano Piero Belli, Vincenzo Carano, e il fiduciario del Gruppo. I due amici apparivano sicu i del buon esito dell'affare; il Carano anzi aveva assunto un contegno di grande disinvoltura. Vennero cambiate pochissime frasi. Il fiduciario esigette dal Belli — e ciò unicamente per avere fra le mani la prova materiale del reato — che egli firmasse una dichiarazione nela quale s'impegna.a di rinunciare alla campagna intrapresa 6ul Domani d'Italia. Dopo che il commBelli ebbe posta la sua firma sul prezioso documento, gli vennero contati 120 biglietti da mille, che eglntascò. Nel corso delle trattative le duecentocinquantamila lire per lui stabilite, erano state ridotte a sole 120Ma il Belli non sapeva che al suo complice dovevano essere sborsate 65 mila lire... Ed infatti, un'ora dopo che i due ricattatori avevano lasciato l'alloggio della persona neutrale, il Carano si presentava al'Hotel Sitea, dove ha stanza 11 fiduciario del Gruppo, e da quest'ultimo si faceva consegnare la somma pattuita. Un arraato all'albergo Sltaa Tanto il Belli, quanto il euo complice non avevano pensato alla possibilità che i biglietti da milde dequali erano entrati in possesso, potessero essere contrassegnati in modo da venir più tardi riconosciutiE invece, prima di consegnare le somme, era stato preso nota del numero di serie e di quello d'ordine dciascun biglietto. Alle ore 13,15, mentre il Carano, esultante per l'esito favorevole della operazione che gii aveva fruttato compensi sia da parte del Belli chda parte dei dirigenti della « Snia » attraversava l'« hall » dell'albergovenne avvicinato da due signori chin termini recisi e precisi lo invitarono ad entrare in un gabinettvicino. Solamente allora il Carancomprese di essere stato giuocato. Ipacco contenente le 65 mila lire passò — dopo apposito verbale — dallBue tasche in quelle dei due signorche erano due funzionari "' ^>'y'~ e poco dopo il Carano, in preda al più profondo abbattimento, veniva in automobile accompagnato alle Carceri giudiziarie. Come fu sorpreso II Belli L'arresto del Belli fu certamente più drammatico. Questi si trovava negli uffici del giornale II Domani d'Italia, ih via Boterò, quando gli furono annunziati due signori. Egli era cosi lontano dal pensare ad una catastrofe che, neppure quando i visitatori ebbero declinata la loro qualità di funzionari, comprese lo scopo delia loro visita. Bisognò dirglielo. Piero Belli si accasciò ed ebbe una violenta crisi di lacrime. In tasca gli furono trovate 70 mila lire. Le altre furono sequestrate, subito dopo, nell'alloggio di via XX Settembre 74, dove abita il Carano ed al quale il Belli — ignaro della somma che il complice aveva stipulato per conto suo — le aveva consegnate in compenso della cooperazione datagli nella sciagurata faccenda. Il Belli, a sua volta, fu accompagnato in automobile alle Carceri Nuove. Capk

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