Le case dei lavoratori accanto alle officine

Le case dei lavoratori accanto alle officine Le case dei lavoratori accanto alle officine / Ua nuova città-operaia dei Lingotto Un gruppo di operai occupati negli stabilimenti di corso Damte ci indirizza una lettera che rimette in discussione un problema di reale e diretto interesse per la classe lavoratrice. Dicono gli autori della lettera che gli operai, per raggiungere le sedi di lavoro, devono nella stragrande maggioranza percorrere lunghi tragitti a causa della eccentricità delle loro abitazioni: d'onde sciupio di tempo e di danaro, giacché in molti casi sono parecchi 1 trasbordi tranviari che essi sono' costretti ad effettuare anche a causa della mancanza a Torino di linee di circonvallazione, dalle quali potrebbe venire un principio di risoluzione del problema. Una domanda Per risolverlo in pieno non ci sarebbe che un mezzo: costruzione delle nuove case operale, al pari di quelle già erette, In prossimità delle fabbriche. E U gruppo che ci scrive, rilevando come tra corso Dante, via Ormea e gli stabili dell'Asilo Notturno e del Reclusorio militare, esista un appezzamento di terreno di circa diecimila metri quadrati, oggi lasciato alle esercitazioni di foot-hall... in libertà del ragazzi della zona, chiede: «■ Non potrebbe il Municipio cedere quel terreno all'Istituto per le case popolari, con lo scopo appunto di erigervi costruzioni destinate agli operai che lavorano negli stabilimenti vicini? Dobbiamo intanto chiarire, in via preliminare, che 11 terreno In parola non appartiene al Municipio, ma è di proprietà privata; di conseguenza l'Istituto per le case popolari, anche volendolo, non si troverebbe nelle condizioni stabilite dal suo programma circa la realizzazione del voto del nostri assidui. Esso si troverebbe Infatti di fronte alla necessità di acquistare il terreno a prezzi che frustrerebbero l'iniziativa della casa a buon mercato rispetto agli altri appartamenti, senza contare che la zona stessa richiede costruzioni di tipo più complesso e di maggior rendimento in armonia col yalore del terreno. Oriterio logistico Ciò non slgciaca che il criterio logistico delle costruzioni destinate agii operai, ed anche agli impiegati, debba essere scartalo. Al contrario, esso mantiene tutto il vigore che gli deTiva dalla profondità degli strati della massa affluente ogni mattina da ogni lato più remoto della periferia ai centri della febbrile attività industriale: tanto è vero che l'Istituto per le case popolari, col concorso del Municipio e della • Fiat », ha già pensato a darvi attuazione. Il Municipio, come è noto, ha donato l'area sulla quale sorgeranno gli edifici del Lingotto, nei quali saranno accolti tutti 1 lavoratori del grande stabilimento a ridusso di questo. L'opera verrà iniziata nella primavera del prossimo anno e sarà una vera nuova città operala che sorgerà al margini della metropoli, colossale forza di lavoro, disciplinatamente Inquadrata negli organi sindacali del Regime, 11 i o a 1 quale anche in questa circostanza, muove .incontro- ad essa, dando a ciascuno dei suoi aggregati la casa: linda, bene aerata, e sopratutto comoda per le necessità di accesso al lavoro. Nulla toglierà pertanto che nelle case del Lingotto possano essere allogati anche gli operai abitanti lontano ma occupati nelle altre fabbriche esisten ti nella zona industriale di via Nizza. Lo smistamento degli inquilini per effetto del passaggio da una zona al l'altra, finirà per arrecare l'equilibrio negli alloggi in modo che ci sarà posto per tutti. Alta Barriera di Milano Ecco infatti la «Fiat» adottare 11 medesimo criterio logistico in uno del lati opposti della periferia: alla Barriera di. Milano. Qui è essa che ha regalato il terreno all'Istituto per le case popolari, il quale erigerà nella località 1500 camere. I lavori saranno appaltati alla fine del mese, e sarà an che questo un notevole contributo allo smistamento a cui accennavamo più sopra e che è nel più vivo desiderio dei lavoratori. L'Istituto per le case popolari rlspon de cosi sempre meglio alle finalità per cui venne creato, finalità alla quale 1 suol dirigenti danno una concre tazione razionale perfettamente rlspon dente ai bisogni della massa lavora trlce e a quelli dell'industria, oltreché alle necessità derivanti dal congestìonamento della viabilità cittadina nelle ore di entrata al lavoro o di uscita. Il Municipio e la « Fiat », donando il terreno per 1 due nuovi aggruppamenti di costruzioni, hanno reso possibile all'Istituto la realizzazione del gran dioso piano che potrebbe poi essere ancora esteso, In eccedenza del prò gramma costruttivo dell'Ente, se J'esemplo del Comune e della grande azienda automobilistica trovasse nel campo industriale degli imitatori. « San Martino » di ecoezione Comunque, fra breve Torino' potrà vedere attuato in tutta l'ampia cerchia della sua periferia, questo postulato eminentemente pratico e moderno: che il lavoratore abbia la sua casa il più vicino possibile al luogo della sua ablisial9 fatica. Già i gruppi delle case "popolari costruite dall'Istituto non si contano più. Di aspetto serio nella sobrietà delle linee architettoniche esterne, rispondenti a tutte le esigenze nell'interno, gli edlflzi improntano di sé l Tioni nei quali si innalza la loro mole collettiva, dando luogo ad altrettanti centri di vita con tutte le derivazioni religiose, culturali, commerciali e di svago. Le costruzioni nuove integreranno le altre. Poi, a saturazione completa, avverrà lo smista, mento: 1 San Martino operai verso la propria zona di lavoro, In un Incrocio che seguirà tutte le direzioni dell'asse stradale cittadino. E mai trasloco di casa sarà stato più lieto e al tempo stesso più pittoresco. Senza contare che esso segnerà forse la fine delle piene tranviarie, cosi deliziose In queste giornate di ardente e sudante canicola...

Luoghi citati: Milano, Torino