Tutti gli sports in tutto il mondo di Vittorio Varale

Tutti gli sports in tutto il mondo Tutti gli sports in tutto il mondo Sport fascista Anche il grave Times se n'è accorto: il suo corrisponderne da Roma na scoperto che gl'italiani stanne smettendo su larga scala le pigri abitudini d'un tempo e che nella gioventù del Bel Paese è tutto un fervore nuovo e un vibrare concorde che irova il suo sfogo e il suo scopo nell'intensa pratica degli Siport. 1 Principi di Casa Savoia, il Duce e i suoi diretti e più vicini collaboratori, tutti danno personalmente 1 esempio. Vogliamo sperare che il giornalista inglese non si sia spinto nella dipintura del suo truadro a descrivere l'Italia trasformata in un unico campo di giuoco o in una palestra ginnastica dall'Alpi ni Lilibeo: grazie alle solide qualità di buon senso degl'italiani anche in questa forma d'attività il limite bell'opportuno non sarà sorpassato e l'equilibrio fra educazione spirituale ed educazione Tisica, fra cultura e sport non verrà certamente turbato. Se il Duce ha detto che l'educazione dei giovani italiani deve esser volta principalmente a dare ad essi il senso della virilità, della potenza e della conquista, quale scuola migliore di questa che avvezza quotidianamente lo spirito e il corpo a irrigidirsi dinanzi l'ostacolo (o l'avversario) per saltarlo (o abbatterlo) con la fredda tenacia dello studio o il balzo aquiloo dell'atleta? Se qualcuno fa meraviglie dinanzi alla maschia prova or ora compiuta da Gianni Albcrtini e dai compagni 6Uoi di pattuglia, è perchè ignora che questo ingegnere ventiseienne 6 non soltanto un prodotto del Politecnico, ma uno dei tanti che la scuola dello sport intenso dell'ultimo decennio preparò metodicamente e gioiosamente a queste ed altre dure prove del genere. Non spartivi che scaldano In panche degli Stadii nei giorni dei grandi incontri di foot-ball, nè guidatori di « tipo spinto » per le vie della città con vaga donzella al fianco vogliamo: quelli che stanno operando attorno alla Terra di Nord-Est e gli altri pronti nelle scuole, nelle banche, negli uffici, sono dei realisti che hanno impugnato la piccozza e il remo e sanno tanto bene maneggiare il guantone da boxe che la corda di manilla senza temere la fatica, la ammaccatura, il sudore, il rischio di «volare» a mez^o d'una corda senza appieli. Fuor di metàfora, sono questi d'italiani che ci occorrono, e gratitudine eterna a quanti credettero nello sport in tristezza di tempi e seppero trasmettere la loro fede e ]n loro certezza al sopravvenuto Fascismo. Ora, il Fascismo ha inquadrato lo sport, e non pel gusto di aggiungere nuova branca di attività alle molte ch'esso controlla e dirige nel Suo ferreo concetto unitario: che non si vorranno spendere parole e occupare righe di giornale per dimostrare l'importanza etica e politica doliVaducazione sportiva per un poPi^P. moderno. Ci son voluti, in questi ultimi cinque anni, lo spirito e il sistema fascisti per imprimere allo 6port l'andatura e l'afflato del problema di Stato. All'iniziativa privata, benemerita ma inadatta al compito, si è venuta sostituendo l'autorità dello Stato, che prende il fanciullo per farne un Balilla e poi un Avanguardista, preparandolo attraverso la Coorte e il Gruppo rionale a diventare fascista perfetto spiritualmente come attraverso la preatletica di Renato Ricci prima e poi allo sport di Augusto Turati lo diventerà fisicamente: robusto, ardilo, sprizzante salute e voglia di lotta da ogni poro della pelle. La vastità e la delicatezza del prò blema hanno naturalmente imposto l'adozione di provvedimenti che in altri tempi sarebbero parsi eretici ma l'accentramento a Roma di tutti i poteri sportivi nel C.O.N.I. comincia a dare i suoi frutti se vediamo sempre più chiaramente delinearsi e concretarsi le provvidenze che l'unicità del comando soltanto può sentire e applicare. E' di ieri l'ordine di Turati agli Enti Sportivi aggregati alle Federazioni provinciali del Partito, di a gevolare in ogni modo alcune forme di Sport che in confronto di altre più in voga vantano indiscussa su periorità educativa e morale: in questo caso l'intervento della più alta autorità in materia se può far gemere qualche collotorto ancora starnazzante nei recessi più oscuri delle Associazioni sportive che vanno per la maggiore, riempie di gioia il cuore di quanti concordemente col Capo pensano (e l'hanno chiaramente previsto sui giornali) che il primo contributo per vincere questa battaglia è di curare, consigliare, magari imporre alla massa la conoscenza e la pratica delle forme più Utili e benefiche, se pur più modeste e forse troppo paesane, dello sport dell'atletica leggera, del nuoto, della ginnastica. Ci siamo. Poco alla volta, giorno per giorno, provvidenza dopo previdenza, appare sempre più chiaro il programma della lotta che il Regime — attraverso gl'Istituti appositi — ha deciso d'impegnare per far piazza pulita dell'analfabetismo fisi co degli Italiani. Meritevole quel Regime che tanto si preoccupa dell'emcieoza fisica dei suoi cittadini. Era una vergogna che si trascinava da secoli, e contro la quale si cominciò a insorgere qualche decennio fa, con le prime organizzazione ginnastiche e sportive. Ma se la buo na volontà era molta, mancava an cora la coscienza nella massa, man cavano i quadri dirigenti, mancava no i mezzi e i metodi, sicché la chia rezza del problema sfuggiva ai pur benemeriti suscitatori e propagandisti. La formula «lo Sport per lo Sport » era troppo vaga e pericolo sa come certo internazionalismo al lora di moda; lo Sport come mezzo di affermazione nazionale all'estero andava bene fino a un certo punto che non dovevasi esagerare nel sen so di ritenere il decoro dell'Italia af fidato ai bicipiti d'un boxeur profes sionista o ai garretti d'un ciclista al Giro di Francia. Ci volle il Fascismo a comprendere il problema nella bus vasta profondità, ad afferrarne l'immenoa portata etica e politica, a farne un cardine del proprio programma. Tale programma è in via di applicazione, e se cento segni stanno a comprovarne i successivi sviluppi, l'ultimo accennato riveste — per chi sappia guardare addentro alle nostre cose — un significato del quale non si può negare l'importanza. Atletica, nuòto, ginnastica, sono un po' troppo gli esercizi negletti ai quali i superficiali favori della folla — quindi della conoscenza e della pratica — sono stati negati colla complicità d'una stampa che non ancora s'è messa al passo co' nuovi tempi. Mancando l'interessamento delle masse, le file dei praticanti si sono fatte più sparute: poco male se nei certami internazionali i nostri campioni delle specialità non riportano le vittorie che un tempo erano loro immancabile appannaggio, il guaio è che queste forme di sport così utili fisicamente, così sane mo¬ L M ralmente, stavano per andare in disuso, sommerse da giuochi ed esercizi ai quali l'invadente professionismo toglie quel tanto che hanno di decoroso e di attraente. S'ha da convincersi che noi vogliamo non tanto i Campioni, gli Assi, i Recordmen (se vengono, tanto meglio, e gli battiamo le mani pensando alla rabbiuzza degli stranieri che ce l'invidiano), quanto una massa sempre più grande di Italiani sportivi, il cui equilibrio fisico c la cui eccellenza specifica soltanto potranno raggiungersi c mantenersi con l'armonica prestanza che danno i salutari e paesani giuochi della corsa, dei salti, del nuoto e della ginnastica. Ancora una volta l'equazione Fascismo uguale Armonia uguale Perfezione si mostrerà raggiunta. Vittorio Varale.

Persone citate: Assi, Augusto Turati, Duce, Gianni Albcrtini, Renato Ricci, Turati

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma, Savoia