Le tristi giornate del vecchio esattore esattore a Villa Turina

Le tristi giornate del vecchio esattore esattore a Villa Turina 11 Conte Airaldi in istato d'arresto Le tristi giornate del vecchio esattore esattore a Villa Turina Le condizioni di salute dell'ex-esal-froo o a l , a e a , o r l a i :ore d'i Torino, il conte Celidonio Al taldi, di cui, come i lettori ricorderanno, ci siamo diffusamente occupati nel marzo scorso, permangono gravi. Il vecchio, ormai più che settanientenne, ha sovente lunghe crisi di pian to e trascorre quasi unta la giornata semi-Incosciente in un profondo abbattimento. Anche le facoltà mentali sono oltremodo scosse »d obnubilate e ehi lo avvicina non sempre riesce a fargli comprendere le questioni più elementari. Egli si trova tuttora degente nella casa di cura di Villa Turina, in istato di arresto. Il piantonamento è stato sospeso per la gravità della malattia, ed è stato concesso alla contessa Airaldi, in considerazione delle particolari circostanze del caso, di visitare U marito. In quesii giorni il consigliere istruttore cav. Andriano si è recato a Villa Turina per eseguire un nuovo mandato di cattura nei confronti dell'ex-esattore, essendo emerse a suo carico ulteriori risultanze. Lo nuove imputazioni Durante l'esercizio 1922-23 11 conte Airaldi aveva avuto una ingente quantità di titoli da persone di sua conoscenza, per sottoporli al vincolo cauzionale per l'esercizio in corso. Pare invece che l'Airaldi ne abbia usato promiscuamente in diversi servizi tanto che di parecchi di essi non sarebbe rimasta traccia. Certo anche questi valori esulano in lui ogni intenzione di indebito profitto, sono, per quel caos amministrativo di cui a suo tempo parlammo, stati inghiottiti nell3 voragine della congestionata arruffatissima Azienda esattoriale. Comunque, trattandosi di parecchi milioni di lire l'addebito riveste una particolare gravità e si profila sotto gli estremi del reato di peculato. Cosi è pure sorta contro l'Airaldi una imputazione di trulla In quanto si asserisce che egli avesse magnificate le condizioni della Esatioria di Torino, conoscendone viceversa la condizione dissestata, con conseguente errore di coloro che gli versarono iugenti somme e si trovano oggi sotto la minaccia di danni rilevantissimi. Mentre la istruttoria penale segue regolarmente il suo corso, anche l'indagine contabile faticosamente procede attraverso difficoltà non indifferenti data la mole dei riscontri da eseguire e la congerie delle operazioni effettuate con i sistemi più complicati ed insoliti. Alla bisogna attendono alacremente un gruppo di dodici esperti ed il loro compito è reso ancora più duro dal fatto che. essendo staio l'Ai raldi un terribile acceniratore di la voro, molte partite contabili furono tenute esclusivamente da lui e quindi forse nessuno, all'infuori del vecchio Esattore, sarebbe in grado di fornire i necessari schiarimenti. Malauguratamente però le sue debilitate condizioni fisiche e intellettuali, pur suo malgrado, non gli permettono dì agevolare la verifica "amministrativa della colossale azienda per tanti anni gestita. I difensori dell'Airaldi, avvocati Ca vaglia e Frola di Torino, hanno recentemente presentato istanze dirette ad elevare la figura dell'accusato nelle sue particolari condizioni ambientali, affinchè l'autorità giudiziaria possa, in relazione ad esse, valutare e stabilire, con esatto criterio, la precisa re sponsabilità dell'Airaldi .col risultato intanto di,.doversi sospendere l'azione partale in vista' dell'Infermità mentale del giudicabile. Sostengono i suoi patroni che se materialmente appaiono veri i fatti 1 quali diedero origine al procedimento penale, l'ex-esattore di Torino non è ancora chiamato a ri sponderne, poiché essi ritengono come le risultanze delle varie inchieste in corso potranno luminommente provare l'assenza di scopi delittuosi e di fini lucrativi in tutta l'opera . deU'Airaldi. li massimo torto di costui si concre terebbe in una somma e riprovevole insufficienza amministrativa e in un esagerato senso di fiducia nelle prò prie forze. Il suo unico scopo fu sem pre quello di far fronte alle condizioni oscillanti dell'Azienda di Torino da solo, con la speranza che il Governo intervenisse concedendogli un aumento d'aggio o ohe l'assunzione dell'Esattoria della Grande-Genova gli permettesse di ritrarre cmegll utili Indispensabili per soppeAe alle spese gene rali delle due gestionL Infatti l'aggio a lui attribuito era inferiore a quello corrisposto alla maggior parte delle importanti esattorie d'Italia A questo proposito risulta certo come dal 1891 il conte Airaldi ebbe la gestione della Esattoria di Torino per successive conferme deliberate dalle Amministrazioni civiche della città che sempre l'onorarono della loro pie na fiducia. Durante il corso del con tratto esattoria per il decennio 1923 1932, l'Airaldi avendo rilevato il so pravvenire di gravi cause che rende vano sempre più difficile la prosecu zione della gestione, sul principio dell'anno 1926, chiedeva al Comune di Torino un aumento di aggio da L. 0,65 a L 0,90. La domanda era anche giustificata dal fatto che di tutti gli esattori d'Italia, quello di Torino godeva 11 minimo- di aggio. L'Intervento del Governo II Governo riconoscendo « lo stato di particolare disagio accentuatosi in qualche Esattoria a causa di sopravvenute circostanze (sovra tutto le peculiari condizioni del mercato monetario) e la giustizia e l'urgenza di riparare ad uno stato di cose divenuto ormai insostenibile », emanava IL R. D. 14 febbraio 1927, col quale, a modifica delle vigenti disposizioni legislative, fu consentito al Prefetto il potere discrezionale di accordare la rescissione del contratto esattoriale del Lo gennaio 1928 ed il successivo conferimento della gestione per 11 quinquennio 1928-1932, previo congruo aumento di aggio, di preferenza ai titoli uscenti. L'Airaldi presentò la domanda di rescissione dei contratto, ma poi per varie ragioni fu costretto a ritirarla. Cosi, mentre dà sua parte veniva a sfumare la possibilità di un aumento di aggio e la conseguente immissione di un maggior introito, nelle cosse dell'Esattoria, dall'altra dovette concedere al personale dipendente migliorie economiche e garanzie giuridiche. A ciò aggiungasi la maggiorazione del tasso di interesse ai cauzionati che costituiva un nuovo ingente aggravio sui bilanci già oberati di passività non indilterenti. Tutto ciò fonda la giustificazione deU'Airaldi di essere stato vittima d'i avverse circostanze mentre era notoria ed indiscussa la sua attività indefessa, il tenore di vita modestissima ch'egli conduceva, le molteplici cospicue e continue opere di beneficenza compiute a favore di chiunque si rivolgesse a lui. E' anche risultato che taluni in malafede ebbero ad approfittare della soverchia condiscendenza e semplicità del vecchio esattore, specie in questo ultimo volgere di anni per servirsene, quale docile strumento, a raggiungere fini illeciti, salvo poi ritirarsi abilmente al momento opportuno lasciando lui negli imbarazzi. Amelio per que sto motivo si è ritenuto opportuno il sequestro accordato pure presso terzi sulle attività deU'Airaldi, concesso die satafecocopanaunprcogltrdrade1 àancolacraipeiutà"danerdScufigml'31feafidcalidostnIlvcopmnptatrpafrsogSladmtrrzrclezcCmzflcdnruecdtcncpdrfiIbsBftCc1mdlnamficdnzdcutllostpnltC ro ricorso di cinque o/editori dell'E¬ sattoria di Torino, i quali rappresentano complessivamente un debito inferiore al milione, Il sequestro delle attività In seguito alla citazione spiccata da costoro, il conte Celiclonio Airaldi si costituiva in causa a mezzo del suo patrono avv. Frola e veniva fatta ordinanza consensuale per la nomina di un sequestratario giudiziale. Infatti il presidente del Tribunale di Torino, con suo decreto 3 luglio 1929, accogliendo la istanza formulata da entrambe le parti, conferiva la nomina dt sequestratario giudiziale al dott. rag. Giovanni Zimino. SI afferma inoltre che la famiglia del conle Airaldi, conscia della gravi. 1 à del dissesto non tenta di sottrarsi anche affrontando sacrifici, dal concorrere in tutti 1 modi per diminuire la entità del danno alla massa dei creditori.