S. E. Turati tra i fascisti bolognesi

S. E. Turati tra i fascisti bolognesi S. E. Turati tra i fascisti bolognesi Una imponente manifestazione Bologna, 15 mattino. Ieri la nostra città ha vissuto una giornata di intensa passione politica e sportiva. Le accoglienze che i fascisti bolognesi hanno fatto al Segretario del Partito sono state entusiastiche e commoventi. Il fior fiore della decima legione si era per l'occasione raccolto intorno ai suoi Capi e ai suoi gagliardetti. Alle 10 una folla imponente è radunata nell'interno e nei dintorni della Casa del Fascio. Bandiere, tappeti, piante ornamentali decorano il cortile, la loggia e le adiacenze del quattrocentesco edificio. I fascisti, nell'attesa, cantano tutti i canti della passione e della vigilia, le musiche intonano gli inni della Rivoluzione e la folla applaude freneticamente. Le autorità si erano recate al campo d'aviazione, ai prati Caprera, dove S. E. Turati era atteso per le ore 11,30. Vi erano il Prefetto, il Segretario federale, l'on. Arpinati, il comandante del Corpo d'armata, il comandante della Divisione, i gerarchi del Fascismo bolognese e alcuni giornalisti. Alle 11,35 il velivolo sul quale si trova 11 Segretario del Partito appare all'orizzonte. II pilota, capitano Liberati, con elegante manovra porta l'aeroplano a breve distanza dalle autorità. Risuonano i primi alala. Il Prefetto, il Segretario federale, l'on. Arpinati e le altre autorità accorrono presso l'apparecchio, mentre S. E. Turati si libera dei suoi'indumenti di aviatore e salta a terra. Egli è affettuosamnte abbracciato dall'on. Arpinati, e scambia poi molte strette di mano con le autorità. Subito dopo prende posto in una automobile, guidata personalmente dall'on. Arpinati e, accompagnato dal Prefetto, si reca alla Casa del Fascio. Lungo il percorso la folla applaude e saluta romanamente. Alla Casa del Fascio Alle 11,45 uno squillo di tromba e un vibrante alala, seguiti dall'inno « Giovinezza », intonato dalla musica della 6. a Legione ferrovieri accolgono il Segretario del Partito alla Casa del Fascio. Quando S. E. Turati entra nella sala una delirante acclamazione si leva. Il Segretario del Partito si ferma un istante a contemplare il magnifico spettaco lo. poi si avvia sul palco preparato e prende posto dietro il tavolo su cui i gagliardetti formano un magnifico e glorioso baldacchino. Ristabilitosi il silenzio Mario Ghinelli esprime a S. E. Turati la gioia del Fascismo bolognese per averlo oggi ospite e riafferma i sensi di fedeltà delle vecchie camicie nere bolognesi pronte a tutto osare per la gloria d'Italia e del Duce. Vivissimi applausi accolgono le parole del Segretario federale. Poi S. E. Turati accenna a parlare. II discorso Ristabilitosi il silenzio il Segretario del Partito così comincia: « Camerati! a Credo inutile dirvi che io venen¬ do a Bologna, fra le Camicie Nere bolognesi, provo non soltanto un senso di gioia perchè ritrovo una delle organizzazioni del Partito meglio inquadrate, ma perchè sento una particolare affettuosità, oserei dire quasi di intimità. « Fra voi, e col camerata Arpinati che da anni io ho validissimo cooperatore, sono un po' meno Segretario del Partito per essere un po'più Camicia Nera. « Non so se mi spiego, ma arrivando a Bologna lascio un po' i gradi del gerarca e mi sento più fascista tra i fascisti : mi sento più vicino all'animo ingenuo e genuino fondamentale e originale del Fascismo.: « Questo evidentemente non è merito mio; è merito vostro che mi sapete far superare le distinzioni che si determinano in altri luoghi. « Forse che gli altri sono meno ardenti di voi? Non è questione di atmosfera o di ambiente. Voi sapete che ci sono case in cui si entra e si sente a proprio agio e ci sono tose in cui il padrone è egualmente ospitale, ma dove si sente un distacco che bisogna superare. n Voi avete questo dono- di saper, far sentire l'ospitalità in modo che ognuno si trovi camerata fra i camerati e può dire apertamente il suo cuore anche se qualche volta le parole non interpretano bene il pensiero. a Vi ringrazio del saluto che GhU nel'-i mi ha rivolto a nome vostro t cìte mi è particolarmente gradito. Egli mi ha rinnovato la promessa di fedeltà sebbene non ve ne fosse bisogno. Il Duce sa di poter contare per domani, come per oggi, sul Fascismo bolognese ». Dopo avere accennato alla marciai compiuta dal 1922 ad oggi dal Fascismo, S. E. Turati dice che vi sono ancora vaste difficoltà da superare, che richiedono nei fascisti un senso di consapevolezza e di vigilanza. « Bisogna — esclama l'oratore — controllare sovrattutto gli stati d'animo di incertezza e di sbandamento ». Accennando quindi ' all'opera nefasta di coloro che mormorano contro il Fascismo, l'oratore ricorda che contro costoro c'è fra le buone consuetudini quella dello schiaffo dato sulla bocca (applausi). « Bisogna — egli continua — credere nel Fascismo, nel Duce, nella Rivoluzione, in maniera assoluta, senza discutere e senza esitazioni. Bisogna accettare la Rivoluzione con orgoglio ». L'on. Turati chiude il suo discorso affermando, acclamatissimo, che il Partito vuole sempre contare sulla compatta, fiera, fedele e disperata Legione bolognese. Una grande ovazione accoglie la fine del discorso. Quindi Sua Eccellenza si reca all'hotel dove ha ricevuto il Segretario federale .Mario Ghinelli. Alle 13 alla Casa del Fascio ha avuto luogo una colazione intima.

Persone citate: Arpinati, Duce, Mario Ghinelli

Luoghi citati: Bologna, Italia, La Loggia