La Bulgaria

La Bulgaria La Bulgaria e le provocazioni jugoslavo i e l e . r , à i a e e o e a o d i a ' i o m , e a . o ò i a a a Roma, 11 notte. (a. *.). - I Balcani sono sempre all'ordine del giorno della stampa e della diplomazia internazionali. Al solilo, i protagonisti sono la Jugoslavia e In, Bulgaria. I quotidiani incidenti di frontiera rivelano lo stato di malessere di quella, che è forse la regione più tormentata d'Europa, la Macedonia. Queste popolazioni di minoranza, che la Società delle Nazioni ignora completamente per del cavilli giuridici che nascondono una parzialità politica evidente, sono sottoposte ari.un regime di terrore, di cui si hanno solo notizie e documentazioni indirette, specie dopo l'instaurazione della dittatura milatare a Belgrado. Ma, come faceva notare il Times in un-recentissimo editoriale intonato ad una schietta visione della situazione, l'attuale tensione sorpassa gli stessi pericolosi limiti della questione macedone, e manifesta dei sintomi e minaccia delle complicazioni di ordine più vasto: i generali che - comandano in Jugoslavia, provata la loro incapacità di risolver* gli assillanti problemi interni, da qnelli amministrativi, finanziari eri economici a quefll ' di pacificazione fra le diverse razze del ReuTio. vogliono apparire indispensabai, creando un'atmosfera torbida nel rapporti internazionali. E' fi metodo classico della vecchia e piccola SeThia che si ripete; una avventura, una guerra possono trarre dall'imbarazzo merrlio della buona volontà di collaborazione: le nierre balcaniche p l'assassinio di Seraiflvo insognino. Si è tentato per parecchi anni di osasiperare all'estremo 1=: relazioni con l'Italia, sfruttando ]n presunta questione albanese. Ma poiché a Belo-rado si sono convinti ohe prendersela non noi èrcome mordere il macigno, sagoiano il fronte di minore resistenza, quello bulgaro Anche gli avversari non possono non riconoscere lealmente oho la Buloraria ha fornito forse l'ocompio più luminoso di urto Stato vinto c-he ha accettato con rfttmité rnsson-nafa il colpo del destino: qnpi nonolo tenace ha compreso che invorp di lamentarsi e di correre l'alea, di intriorbi p di manovreera più nobiJp.e in dofiniriva, crediamo, più utile raccoe-Tiore le proprie onerrrip in nn'onsra di Tenta riooctnirionp riPi'p fortune patrie. Sofia, non «'-olgo. nemmeno a parole, o per scritto, una violenta rarrrpaETin revisionistica paragonabile a rm»lla t^dosca o a miella ungherese: la siustizia di domani para la fonrrtrtsta del lavoro p d-ila fede silenziosa di oggi. Le umiliazioni si sono succedute alle umiliazioni, le imposizioni alle imposizioni; sempre i dirigenti bulgari hanno risposto serenamente alle provocazioni. Finché si giunse alla conferenza di Pirot, la quale aveva lo scopo di permettere dei rapporti normali fra due Sta. ti confinanti. Anche in queste lunghissime e difficilissime trattative, la Bulgaria dimostrò il massimo spirito di condiscendenza; ma se le conclusioni di quei negoziati, che pur nelle loro limitate finalità, avrebbero migliorata la situazione non vennero applicate, la colipa ricade sul Governo jugoslavo che non le ha ratificate. MutatU mulandis, è il giuoco dell'approvazione delle convenzioni di Nettuno con l'Italia che si sta ripetendo. E intanto la zona di frontiera, in cui gli interessi della parte bulgara sono stati sacrificati dai trattati, è completamente paralizzata dall'attività delle truppe serbe, che operano come se fossero In periodo di ostilità aperta: lo sconfinamento involontario di un innocuo pastore è generalmente punito con la morte. Siamo dinanzi 'ad. una condizione di cose veramente insostenibile. Quanto scrivevamo l'altro giorno a proposito dell'Ungheria, vale, forse con maggiore immanenza di «pericoli, per la'Bulgaria. Questo Paese, che si sta. risollevando faticosamente, con uno sforzo di volontà e di tenacia senza pari, ha diritto a^non essere considerato più in una posizione di inferiorità. Ha' adempiuto ai tremendi lobblighi della sconfìtta; esige quindi che gli altri rispettino la sua sovranità e la dignità. Tale fu sempre il punto cu vista dell'Italia, prima fra tutte le grandi Potenze vittoriose. L'anno scorso, precisamente nell'estate, assistemino, appartati, ad un passo diplomatico che seomò ima grande ino-iustizm, oltre che costituì un grande errore politico:" il passo anglofrancese a Sofìa, per protestare contro le pretese atrevolazioni bulgare al più che giustificato terrorismo macedone. II Foreitrn Office, evidenfpmente per motivi di politica eenera.le (eravamo al fpmpo del compromesso navale e dolla breve rifioritaIra deTl'Entenfo Cordiale!, dava la sua solidarietà alle imprudenti direttive francesi nei Balcani. A costo di apparire-isolati noi non ci associammo al passo, e avemmo piena rnorioue darli avvenimenti successivi. Gemi Governo o' opinione pubblica britannica sono unanimi nel riconoscere che i! torto non è davvero dalla parie della Bulgaria. Le pressioni diplomatiche, se formalmente sono bilaterali, nella sostanza mirano ad ammonire severamente la cricca militarista che impera in Jugoslavia, e che lo stesso Qua! d'Orsay non può apertamente difendere. Ci auguriamo che questo diritto alla piena eguaglianza di trattamento sia ormai acquisito per la Bulgaria, e che non si debba più ritornarvi sopra; Ir. quanto ai cari concreti della prepotenza jugoslava, siamo doll'opiniono che le intermittenti orotesfp platoniche non commuovono troppo ambienti abituati a pescare nel torbido delle difficoltà internazionali Occorrono un controllo assiduo, oressioni reali, o, soprattutto, l'abbandono ^"Wa poiiiica che si giova della pedina jugoslava per tentare di eroare desìi ostacoli a terzi, cioè per essere precisi, all'Italia. nettitudine parlamentare nettitudine parlamentare