Lo strano museo di Henry Ford

Lo strano museo di Henry Ford Lo strano museo di Henry Ford 1 i * e . La passione che Henry Ford, il celeberrimo e miliardario costruttore d'automobili, sente da qualche anno per l'archeologia — un'archeologia che non può scendere a più di un secolo di profondità — forma una delle amenità più singolari e, per certuni, più problematiche di questo interessantissimo p personaggio. Anti-tradizionalista per indole e formazione mentale, indifferente alla cultura, sovvertitore coraggioso delle leggi economiche e degli aspetti Usici del suo paese e forse del mondo intero, spregiatore della storia, ostinatamente proteso con tutti gli spiriti e le energìe verso l'avvenire, malgrado tutto questo, Henry Ford si è sentito preso da un amore sviscerato per la raccolta delle antichità paesane, per la ricostruzione dei luoghi sacri alla tradizione americana anche letteraria, oltre che scientifica ed industriale, e questo amore sta oggi culminando nella creazione di un intero villaggio antico, quasi alle porte delle sue mirabolanti officine ultra-moderne. Un villaggio-museo Si tratta precisamente di un Villaggio-Museo, che Ford vuol ricreare colle sue case, le sue botteghe, la sua chiesa, il suo teatro d'un tempo, secondo un piano di totale ripristino e che egli sta raccogliendo e portando sul luogo prescelto, a pezzo a pezzo, americanamente. Le case avranno 1 loro mobili antichi, le botteghe i loro antichi arnesi e strumenti di lavoro, i giardini di fronte alle case e alle botteghe saranno coltivati come erano coltivati un secolo fa, con le stesse piante e gli stessi alberi, e gli abitanti dovranno abitarvi- riprendendo le antiche industrie domestiche, ritirandosi ancora una volta nel loro passato, riadoperando ancora una volta le vecchie stufe, riaccendendo i vecchi fornelli e le vecchie lampade,- nel quadro di una domesticità fatta risorgere con tutti i suoi caratteri dal grande costruttore dell'avvenire. Il Villàggio-Museo dovrà essére inaugurato solennemente il prossimo ottobre, cinquantesimo anniversario della lampada elettrica, e non senza ragione. L'archeologia di Ford è incoraggiata strenuamente da Edison a i due uomini illustri procedono di buon accordo nelle loro ricostruzioni. Basti dire che Edison e Ford stanno facendo rivivere con esattezza, nel loro villaggio, la piccola storica officina di Menlo Park in cui Edison fece le sue prime prove e le sue prime invenzioni, all'alba della sua gloria, e che, accanto alla officina, sorgerà la casa della Signora Jordan, la pensioncina familiare in cui Edison soleva prendere i suoi pasti e i suoi sonni fugaci ed agitati, al tempo in cui l'officina di Menlo Park costituiva tutta la sua ricchezza e tutto il campo delle sue battaglie contro l'ignoto. Molti non si spiegano ancora questa passione di Ford, eppure essa chiaramente è il frutto di una naturale nostalgia del passato. I primi segni se ne ebbero quando, anni or sono, Ford l'idea di ricostruire la sua casetta famigliare e di riporta nello stato In cui egli l'aveva abitata da fanciullo. Allora egli si mise ansiosamente a ricercare mobili, stoviglie, arredi, utensili, simili a quelli tra i quali la sua infanzia era trascorsa. Quello che non trovò dai rivenditori o che non aveva conservato egli stesso o che non gli fu offerto quando fu noto il suo disegno, egli se lo fece rifabbricare apposta. Cosi avvenne per un servizio di piatti che era introvabile e di cui egli riusci fortunatamente a rintracciare, scavando nel suo vecchio giardino, alcuni cocci che gli permisero di ricostituirne il formato a la decorazione. Ford, maestro di ballo Alla pietà familiare subentrò subì to, o si aggiunse, il ricordo degli au tori che avevano costituito le sue prime letture. Ad esempio, l'amore per Longfellow di cui aveva appreso a memoria, giovinetto, alcune strofe del Salmo della vita, alcune strofe che son poi sempre rimaste il suo Vangelo, tanto son piene di fede nella energia dell'uomo e di speranza nell'avvenire, gli fece venire In mente l'idea di acquistare e di ripristinare il Wayside Inn, l'alberguccio del Massachusetts che Longfellow aveva cantato e che aveva dato anche il titolo ad una serie di suoi racconti: Tales of a Wayside Inn. A questo acquisto e a questo ripristino seguirono quello della piccola officina di fabbro ferraio di Caleb Taft ad. Ux bridge, anch'essa immortalata dal poeta prediletto e quindi nota a tutti gli scolaretti del suo tempo, e poi quello della casa Everett in Charleston, celebre pct la dimora fattavi da Daniel Webster, e di altre case non meno storiche. Come se mentre le sue machine e la sue Industrie cambiavano paesaggi e costumi, Ford dentro di sè risentisse più vivo l'amore per l'America sparente e volesse ricongiungere il suo nome a quello dei padri e far rivivere In qualche modo le testimo riianze d'un passato abolito per sempre, egli si appassionò ognora più della sua mania archeologica e trovò ancora altri campi di ricerca e di ri pristino. Cosi, innamorato delle antiche danze e delle antiche canzoni e degli antichi strumenti musicali, volle farli tornare In onore e, accanto aamczsicbalcdlmdvccudaziAstczlpslcpmsemmddridceEsudmmlcqtcpdblLTgL yal rombo del suoi motori, si levarono ancora le melodie di cento anni prima e si segnarono i passi delle danze che avevano fatto un giorno la delizia e il decoro degli antenati, e Ford si fece maestro di musica e di ballo, imponendo la vecchie quadriglie anche a chi gli vantava il • blackbottom ». Curiosa collezione di ordegni Un altro aspetto e un'altra attività assunse presto naturalmente l'archeologia dell'instancabile costruttore. Occorreva raccogliere e conservare tutti documenti storici meglio Indicatori dello sviluppo dell'automobile e delle altre macchine uscenti dalle Immani officine fordiane. Ed ecco Ford darsi a raccogliere ogni genere di veicoli e di trattori e di macchinari, costituenti le prove del progresso compiuto da lui e da altri e formare un museo di macchine d'ogni tipo e d'ogai forma, dalle più elementari alle più evolute, sicure testimonianze di una volontà indomabile, di una industria non mai paga di se stessa. Ai veicoli e alle macchine si aggiunsero innumerevoli altri ordegni e utensili d'ogni fatta e d'ogni significato. Dato l'avvio alla mania collezionista, fu difficile a Ford contenerla nei giusti limiti. Biciclette, lampadine, giocattoli, lanterne, fornelli, strumenti musicali, gabbie da uccel li, poltrone da barbiere, tutto quello che a Ford parve rappresentativo del passato trovò stanza nel suo museo meccanico, dove ormai sono visibili, se non ammirabili, tutti i più strani e disparati detriti della vecchia domesticità e del vecchio artigianato americani. Alle sue raccolte, Ford sopraintende personalmente. Non ha bisogno di direttori, di ordinatori,, di consiglieri tecnici. Obbedisce da sè al suo istinto collezionista, alla sua smania di ricordi e di cimeli!. Non segue che una teoria ben determinata ed encomiabile, dal suo punto di vista. Egli non fa ricerca dell'opera d'arte solo dell'oggetto adoperato da un singolo, ma dell'opera e dell'oggetto un tempo largamente adoperato diffuso, documento del popolo, della massa. Trova la bellezza, 11 senti mento, il romanticismo in un utensl le di cucina o di giardino piuttosto che in un ninnolo di salotto o In un quadro di pinacoteca. Si potrebbe dire che anche l'archeologia di Ford trova il suo diletto nelle cose fabbricate in serie e di largo dominio po polare, nelle cose che furono di tutti. Il che non toglie che nel Museo fordiano facciano, a quando a quando, bella mostra di sè cimelii personalissimi, come il » baby walker » dove Longfellow fece 1 suoi Primi passi, e la pressa da stampa in cui Mark Twain fece le sue prime *prove tipografiche, sulla costa del Pacifico. A. S. meptgtssqmtZbsrSnAfmtri

Persone citate: Caleb Taft, Daniel Webster, Everett, Henry Ford, Mark Twain

Luoghi citati: America, Charleston, Longfellow, Massachusetts