La generosa deposizione della vittima

La generosa deposizione della vittimaIl processo dell' autonomista Benoit La generosa deposizione della vittima Parigi, 5 notte, La seconda udienza del processo con-tro l'autonomista lienoit alle Assisedella Senna, ha attirato un pubblicoun po' più numeroso. La sfilata dei te stimoni continua. Dapprima si presen ta Paul Olive, il quale viene ad esporre 1 negoziati del novembre e del dicembre 1928 tra la società marsigliese, che egli rappresenta, e Giorgio Benoit, in vista della partenza di quest'ultimo per il Madagascar come capo ili una succursale per la fabbricazione dei salumi. Questi negoziati non hanno approdato a nulla, perche il Benoit aveva pretese troppo elevate, mentre il suo carattere, sin dal primo momento, non era piaciuto. 1 negoziati In questione erano continuati nei giorni che precedettero immediatamente il dramma di cui l'ex-consigliere Fachot doveva essere vittima. — Voi avete detto che se volevate partire per il Madagascar era plt sottrarvi all'idea fissa che vi spingeva ad uccidere il signor Fachot. Sta bene. In qual modo potete allora spiegare di aver reso impossibile questa partenza per il Madagascar con pretese inaccettabili? Benoit riflette un momento, poi risponde: — Quando ho appreso che la Camera aveva pronunziato la decadenza di Rosse e del dott. RIcklin, il mio cervello, già malato, è diventato ancora più malato. — Ed io oso pretendere, per finirla con la teoria dell'idea fissa — esclama l'avvocato generale Rateau — che se la Casa di Marsiglia con la quale Benoit era entrato In trattative, avesse accettate le condizioni che egli aveva proposto, Benoit sarebbe partito per il Madagascar non pensando più a vendicare sul signor Fachot la sua cara Alsazia per le immeritate sventure. — Noi ci troviamo di fronte ad un uomo ossessionato da un'idea fissa — osserva il difensore, avv. Bertnon. — SI — rincalza un altro difensore, l'aw. Fourrier — noi assistiamo ad un dualismo psicologico: egli voleva uccidere II signor Fachot, mentr» moltiplicava i suoi sforzi per non commettere questo delitto. E' ora la volta del medici allenisti che erano stati incaricati di esaminare l'incolpato dal punto di vista mentale. Il dottor Truetle afferma al giurati che Benoit non è affatto uno squilibrato e che è interamente responsabile del propril atti. L'avv. Fourrier discute con lo psichiatra, sostenendo che il suo cliente è un ossesso. In prigione aveva l'ossessione di essere oggetto di tentativi di avvelenamento, cosicché deperì grandemente. li dottor Truelle mantiene però le conclu sioni del suo rapporto. L'avv. Bertnon ricorda che uno dei fratelli dell'accusato è stato internato in un manicomio; egli percorreva di notte in camicia le vie del villaggio. L'avvocato generale Hateau mette fine a questa controversia, dichiarando che egli non ha l'Intenzione di chiedere contro 11 Benoit se non una pena moderata. Dopo una sospensione d'udienza, fra l'attenzione generale, yiene chiamato alla sbarra l'ex-Consigliere della Cassazione Fachot. Calmissimo Fachot comincia con semplicità: — Signori — dice rivolto al giurati — ho del ricordi abbastanza confusi, anzi Inesatti... La scena del dramma è ripetuta da lui come la si conosce o presso a poco. i — Sono stato colpito mentre torna- vo dal mio » garage ». Ma mi sono mie maginato, non so perchè, che era in o I casa mia che avevo sentito suonare; e, , i e t e i l t t a a a i a a a e e r a a n — , d i r o e a a ed ero andato ad apTiie. Questo non è del resto che un particolare. Debbo dire Infine che non ho molto sofferto. 10 debbo la vita ni dottori Schltessinger e Bergeret, e tengo a tributare loro qui un pubblico omaggio.- Dopo un momento rli silenzio, 11 signor Fachot continua: — Ovunque sono stato, ho sempre compiuto il mio dovere. Non è sempre facile fare 11 proprio dovere. Non ho voluto costituirmi parte civile: non ho mai amato questo avvocato che si erige a lato dell'avvocato generale per pronunziare una seconda requisitoria. 11 Pubblico Ministero è il difensore naturale delle vittime... Poi alzando la voce, 11 signor Fachot dice: — E voi, signori giurati, quale verdetto pronunzleTete7 se io non fossi la vittima, emetterei qui un verdetto di assoluzione. I responsabili non sono qui. Perchè colpire il braccio, quando-la testa è rimasta nell'ombra? E' per ossessione che Benoit avrebbe voluto uccidermi? Come se io contassi qualche cosai l grandi malfattori sono quelli che laggiù sperano di smembrale la Francia... Benoit è venuto a Parigi per perfezionarsi ; poi è tornato nel suo paese. Il curato del suo villaggio è andato a vederlo, gli ha consegnato degli opuscoli e dei giornali autonomisti. Io non voglio sapere quali furono le conversazioni esatte di quei due uomini; ma è a cominciare da quel momento che Benoit mi ha cercato per uccidermi. Egli si credeva il giustiziere, mentre non era che un illuso I Rivolto poi verso l'accusato, Fachot gli parla quasi con bontà; — E voi, Benoit, volete che riprendiamo la nostra conversazione cominciata qualche mese fa nel gabinetto del giudice istruttore? Io vi dicevo allora che un uomo non deve mai accettare senza controllo quello che gli si dice, e voi mi avete risposto : « Se vi avessi conosciuto, non avrei tiratoi ». Queste parole mi hanno molto commosso. Io spero, Benoit, che avrete da allora in poi riflettuto molto. L'11 novembre 1918 voi siete diventato francese come me. Se voi siete deciso a diventare un buon francese, non avrò verso di voi il minimo senso di risentimento. VI chiedo semplicemente, quando sarete tornato a casa vostra, nella vostra famiglia, quando si cercherà di calunniare davanti a voi quelli clie laggiù vengono chiamati « i francesi dell'interno », di rispondere: «La Francia è una Nazione generosal». Il signor Fachot ha finito, mentre il pubblico lo applaude a lungo. — Esse lo saranno — risponde Fachot. — Ma si dirà che ho avuto paura di rivelazioni. Queste rivelazioni fatele ora, signor Bertnon — dice 11 Fachot rivolto al primo difensore dell'incolpato. L'avvocato si inchina: — Mi rallegro delia eccellente salute del signor Fachot. Dirò nella mia arringa quello che crederò utile di dire per la difesal L'Avvocato Generale, Rateati, pronunzia alcune parole commosse; dopo di che viene alla sbarra Thomann, quell'impiegato detti'Erwlnla che diede a Benoit l'indirizzo di casa del signor Fachot. Thomann arriva In un cattivo momento. La sua indiscrezione gli è severamente rimproverata. La generosa deposizione della vittimaIl processo dell' autonomista Benoit La generosa deposizione della vittima Parigi, 5 notte, La seconda udienza del processo con-tro l'autonomista lienoit alle Assisedella Senna, ha attirato un pubblicoun po' più numeroso. La sfilata dei te stimoni continua. Dapprima si presen ta Paul Olive, il quale viene ad esporre 1 negoziati del novembre e del dicembre 1928 tra la società marsigliese, che egli rappresenta, e Giorgio Benoit, in vista della partenza di quest'ultimo per il Madagascar come capo ili una succursale per la fabbricazione dei salumi. Questi negoziati non hanno approdato a nulla, perche il Benoit aveva pretese troppo elevate, mentre il suo carattere, sin dal primo momento, non era piaciuto. 1 negoziati In questione erano continuati nei giorni che precedettero immediatamente il dramma di cui l'ex-consigliere Fachot doveva essere vittima. — Voi avete detto che se volevate partire per il Madagascar era plt sottrarvi all'idea fissa che vi spingeva ad uccidere il signor Fachot. Sta bene. In qual modo potete allora spiegare di aver reso impossibile questa partenza per il Madagascar con pretese inaccettabili? Benoit riflette un momento, poi risponde: — Quando ho appreso che la Camera aveva pronunziato la decadenza di Rosse e del dott. RIcklin, il mio cervello, già malato, è diventato ancora più malato. — Ed io oso pretendere, per finirla con la teoria dell'idea fissa — esclama l'avvocato generale Rateau — che se la Casa di Marsiglia con la quale Benoit era entrato In trattative, avesse accettate le condizioni che egli aveva proposto, Benoit sarebbe partito per il Madagascar non pensando più a vendicare sul signor Fachot la sua cara Alsazia per le immeritate sventure. — Noi ci troviamo di fronte ad un uomo ossessionato da un'idea fissa — osserva il difensore, avv. Bertnon. — SI — rincalza un altro difensore, l'aw. Fourrier — noi assistiamo ad un dualismo psicologico: egli voleva uccidere II signor Fachot, mentr» moltiplicava i suoi sforzi per non commettere questo delitto. E' ora la volta del medici allenisti che erano stati incaricati di esaminare l'incolpato dal punto di vista mentale. Il dottor Truetle afferma al giurati che Benoit non è affatto uno squilibrato e che è interamente responsabile del propril atti. L'avv. Fourrier discute con lo psichiatra, sostenendo che il suo cliente è un ossesso. In prigione aveva l'ossessione di essere oggetto di tentativi di avvelenamento, cosicché deperì grandemente. li dottor Truelle mantiene però le conclu sioni del suo rapporto. L'avv. Bertnon ricorda che uno dei fratelli dell'accusato è stato internato in un manicomio; egli percorreva di notte in camicia le vie del villaggio. L'avvocato generale Hateau mette fine a questa controversia, dichiarando che egli non ha l'Intenzione di chiedere contro 11 Benoit se non una pena moderata. Dopo una sospensione d'udienza, fra l'attenzione generale, yiene chiamato alla sbarra l'ex-Consigliere della Cassazione Fachot. Calmissimo Fachot comincia con semplicità: — Signori — dice rivolto al giurati — ho del ricordi abbastanza confusi, anzi Inesatti... La scena del dramma è ripetuta da lui come la si conosce o presso a poco. i — Sono stato colpito mentre torna- vo dal mio » garage ». Ma mi sono mie maginato, non so perchè, che era in o I casa mia che avevo sentito suonare; e, , i e t e i l t t a a a i a a a e e r a a n — , d i r o e a a ed ero andato ad apTiie. Questo non è del resto che un particolare. Debbo dire Infine che non ho molto sofferto. 10 debbo la vita ni dottori Schltessinger e Bergeret, e tengo a tributare loro qui un pubblico omaggio.- Dopo un momento rli silenzio, 11 signor Fachot continua: — Ovunque sono stato, ho sempre compiuto il mio dovere. Non è sempre facile fare 11 proprio dovere. Non ho voluto costituirmi parte civile: non ho mai amato questo avvocato che si erige a lato dell'avvocato generale per pronunziare una seconda requisitoria. 11 Pubblico Ministero è il difensore naturale delle vittime... Poi alzando la voce, 11 signor Fachot dice: — E voi, signori giurati, quale verdetto pronunzleTete7 se io non fossi la vittima, emetterei qui un verdetto di assoluzione. I responsabili non sono qui. Perchè colpire il braccio, quando-la testa è rimasta nell'ombra? E' per ossessione che Benoit avrebbe voluto uccidermi? Come se io contassi qualche cosai l grandi malfattori sono quelli che laggiù sperano di smembrale la Francia... Benoit è venuto a Parigi per perfezionarsi ; poi è tornato nel suo paese. Il curato del suo villaggio è andato a vederlo, gli ha consegnato degli opuscoli e dei giornali autonomisti. Io non voglio sapere quali furono le conversazioni esatte di quei due uomini; ma è a cominciare da quel momento che Benoit mi ha cercato per uccidermi. Egli si credeva il giustiziere, mentre non era che un illuso I Rivolto poi verso l'accusato, Fachot gli parla quasi con bontà; — E voi, Benoit, volete che riprendiamo la nostra conversazione cominciata qualche mese fa nel gabinetto del giudice istruttore? Io vi dicevo allora che un uomo non deve mai accettare senza controllo quello che gli si dice, e voi mi avete risposto : « Se vi avessi conosciuto, non avrei tiratoi ». Queste parole mi hanno molto commosso. Io spero, Benoit, che avrete da allora in poi riflettuto molto. L'11 novembre 1918 voi siete diventato francese come me. Se voi siete deciso a diventare un buon francese, non avrò verso di voi il minimo senso di risentimento. VI chiedo semplicemente, quando sarete tornato a casa vostra, nella vostra famiglia, quando si cercherà di calunniare davanti a voi quelli clie laggiù vengono chiamati « i francesi dell'interno », di rispondere: «La Francia è una Nazione generosal». Il signor Fachot ha finito, mentre il pubblico lo applaude a lungo. — Esse lo saranno — risponde Fachot. — Ma si dirà che ho avuto paura di rivelazioni. Queste rivelazioni fatele ora, signor Bertnon — dice 11 Fachot rivolto al primo difensore dell'incolpato. L'avvocato si inchina: — Mi rallegro delia eccellente salute del signor Fachot. Dirò nella mia arringa quello che crederò utile di dire per la difesal L'Avvocato Generale, Rateati, pronunzia alcune parole commosse; dopo di che viene alla sbarra Thomann, quell'impiegato detti'Erwlnla che diede a Benoit l'indirizzo di casa del signor Fachot. Thomann arriva In un cattivo momento. La sua indiscrezione gli è severamente rimproverata.

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