La donna nella società americana di Amerigo Ruggiero

La donna nella società americana La donna nella società americana NEW YORK, giugno. Sulla donna americana si sono vellute accumulando di recente tante di quelle false idee, di convinzioni arbitrarie, di luoghi comuni senza base di realtà, da annebbiare ogni I limpidezza di osservazione anche in ' coloro dai quasi si attenderebbe una indagine obbiettiva e spassionata. La coLca è in gran parte di quel tipo di i giornalismo che mira a raggiungere effetti sensazionali con paradossi ed esagerazioni, e di una certa novellistica contemporanea che per mascherare la congenita povertà d'inventiva sceglie a protagonisti personaggi esotici prestando loro pensieri e atteggiamenti da inquilini di manicomio. Si susseguono con poderoso créscendo gli scrittori, i confejenzieri e i giornalisti europei che vengono qui per un soggiorno di sei mesi e dopo aver seguito sui giornali le vicende di un divorzio scandaloso o di un fattaccio di sangue in cui si trovi implicata una donna, hanno già capito tutto e penetrato a fondo l'anima femminile americana. Ritornati tnei loro paesi ti scodellano caldo caldo un romanzo o un volume di impressioni, in cui la donna di queBto paese vien presentata, a seconda degli umori e la fantasia degli autori, sotto calori brillanti, foschi, cangianti, iridescenti e... falsi. Le donne americane sarebbero leggiere e incostanti; esse dominano, i '. proprii uomini che s'ammazzano di fatica per mantenerle nel lusso e nell'ozio; sono strane, complicate, diffìcile a comprendersi; sono aride, gelide, incapaci di concepire affetti ©■esaltarsi nella passione; sono ciniche ed egoiste e non si sentono legate da riguardo verso l'uomo a cui hanno promesso amore, nè da doveri di fedeltà verso i legittimi mariti. Insomma sulla donna americana si è venuto formando un complesso di opinioni alquanto vago e inconsistente che fa il paio con quello dell'anima slava di deplorata memoria Ai dissertatori sulla personalità femminile americana occorrerebbe porre alcune domande: quale donna, americana? Quelle nate e cresciute nei ghetti coloniali delle grandi fztirigcptlafcgdnsartcbgnlbtcèdnasblzc(pmetropoli internazionali o quelle al- levate in alcuni distretti rustici della New England e delle comunità' quacquere della Pennsylvania? Quelle degli Stati terrieri del Sud, dove domina ancora la morale anteriore alla guerra civile, o quelle dei grandi alveari industriali dell'Est? Quelle dei nuovi ricchi venuti su con la guerra, o le discendenti della più antica borghesia colonizzatrice anglo-sassone che ha in orrore i ruovi venuti e trascina spesso la vita in una dignfitosa miseria segreta con lo sguardo -fisso ad un passato che non ritornerà più? Le donne del West immenso e spopolato a continuo contatto con la natura quasi vergine, o le datttilografe degli uffici di New Yorlj? Pierchè, esistono tanti tipi di donne americane quante sono le località dia cui provengono, gli ambienti in -cui sono state- educate e le qualità ereditate dai varii elementi etnici che hanno contribuito a formarne la. personalità. Non c'è di peggio per confondere le idee e impedire ogni chiarezza di giudizio che le generalizzazioni, specialmente quando queste riguardano un paese che ha la vastità e la complessità di un continente. Gli scrittori cine descrivono tanto brillantemente e con tanta verve le qualità immaginarie della donna americana dimenticano sempre di ricordare un fatto che deve apparire di ben piccola importanza a chi è abituato a spaziare nelle nuvole di inafferrabili concetti astratti: la donna americana lavora. Già, que sto particolare insignificante lo dimenticano quasi tutti i ricercatori d'impressioni eccezionali. E' assai più piacevole sprofondarsi nei misteri della psiche ed épater le bourgeois con rappresentazioni fantastiche, che indagare freddamente con la scorta di cifre e di fatti accertati quale sia il contributo economico che la donna porta alla società americana. Alla ricerca del pane Contrariamente a quanto generalmente si ritiene, le donne america ne lavorano di più di quelle delle corrispondenti classi europee, ad eccezione delle donne che in Europa sono addette ai lavori campestri. Questa situazione non può esser percepita dal visitatore d'occasione il quale è facilmente tratto in inganno dallo spettacolo di migliaia di ragazze che, a stuoli, percorrono le vie o frequentano i locali pubblici delle grandi città. Egli ne conclude che per le donne americane sia sempre festa. Non immagina che per moltissime di,esse il fatto di uscire la sera rappresenta una corvée che spaventerebbe le . loro consorelle europee. Al. ritorno dall'ufficio o dalla fabbrica, invece di buttarsi giù stracche morte, prendono un bagno, cambiano vestito e non di rado si preparano da sè il pranzo o la cena Rimangono fuori fino alla mezzanot te e la mattina si levano a un'ora che permetta loro di attraversare grandi distanze e trovarsi al lavoro al momento prescritto Per le donne americane non eeiste protezione come per le donne di gran parte dei paesi europei, le quali possono sempre contare sull'aiuto e sul sostegno dei I genitori, dei fratelli, dei mariti. Esse debbono abituarsi assai di buon'ora a fare da sè ed a nuotare con le sole loro for ze nel mare magno, irto di scogii e nereggiante di abissi, della vita moderna. Appena terminate le scuole, all'età di 14 o di 16 anni, la ragazza americana è assillata dalla necessità di procurarsi il pane o di scegliersi una carriera. E questo deve compierlo da sola, non aiutata da alcuno, abbandonando spesso la casa, per non tornarvi, forse, più, ed affrontando ambienti lontani, estranei, ostili, dove pagherà un ben du■Po prezzo per la propria inesperien za, quando non rimarrà, fin dalla hprima, inghiottita senza lasciar trac pia, nelle acque melmose dei bassi- fondi cittadini. Anche nelle 'situazioni più favorevoli, comincia l'interminabile caccia all'occupazione, il levarsi alle cinque la mattina durante inverni rigidissimi, mangiare in fretta un sandwich, comprare il giornale, scorrere febbrilmente le colonne delle richieste di mano d'opera, segnarsi gl'indirizzi delle ditte, correre da un capo all'altro delle città immense in treno, in trami, a piedi, nella speranza di giungere fra le prime all'apertura delle officine o degli uffici, solo per trovarne gli stanzoni nudi e grigi, che fanno da sale d'aspetto, e perfino le scalinate, zeppe di altre postulanti che si son levate alle quattro, alle tre, anch'esse nella speranza di arrivare' sul posto le prime. E dopo una giornata dì corse Inutili, il ritorno In preda alla stanchezza e all'avvilimento alla miserabile stanzetta di cui non possono pagare i pochi dollari di pigione. Pur nel caso fortunato dell'assunzione ali lavoro, bisogna mettere in conto i bocconi amari, le umiliazioni inferte dai bosses brutali o, peggio ancora, da quelli molto... soavi. Non è meraviglia se, dopo alcuni mesi di questa vita, la ragazza americana perda qualsiasi illusione potesse ancora conservare e impari a conoscere tutte le miserie, le durezze, le brutture. E s'abitua ad affrontare le situazioni con coraggio, franche* za e senza sottintesi, acquista un certo spirito di aggressività, impara a valutare gli uomini per quel clic valgono alla prova dei fatti... e a disprezzarll. Non è possibile trarle in inganno recitando la parte del prince charmant. L'uomo non apparisce mai alla donna americana-sotto l'aspetto di un Lohengrin o di un Parsifal, ma piuttosto di un essere alquanto stupido, egoista, brutale e fanciullesco che bisogna guidare e dominare all'occorrenza, perchè non commetta troppe sciocchezze. Questa è la prima mortificazione che subiscono 1 visitatori europei, guastati e resi vani dalle loro donne, abituati a considerarsi irresistibili, o perchè parlatori affascinanti, o (porche squisitamente galanti, o perchè vestiti irreprensibilmente. Re bdTIslgmnssaIdrfdtdsnrddiaascd stano soprattutto male quelli che e a l o e e e e a a e o e i i a e , a i a d a hanno avuto dimestichezza con le donne americane che viaggiano, le quali non sono mai le rappresentanti più genuine della femminilità del loro paese, o che sono venuti a contatto con gli snobs dell'alta società di qui, che tendono ad imitare in tutto e pertutto i peggiori modelli europei. Conoscendo un assai differente tipo di donna, quella che lavora e che produce sia con le braccia che con l'intelligenza, rimangono urtati e feriti nell'amor proprio e nelle loro idee preconcette. Il contributo economico femminile Sono stati essi a formare alla don na americana la nomea di freddezza e di cinismo. Quello ch'essi chiamano cinismo non 6 che la facoltà acquistata alla dura scuola della vita, di veder uomini e cose nella loro essenza reale senza deformazioni sentimentali e senza lasciarsi abbagliare dal luccichio di doti cosidette brillanti o deviare da false valutazioni. Con questo non intendiamo presentarle come torri d'avorio: esse vanno assai lontano, alle volte, ma solo in quanto lo vogliono e con la più perfetta e determinala coscienza di quello che fanno. Sono pure pronte a ritirarsi quando e come loro fa comodo spesso senza darne spiegazione, altra cosa che imbarazza enormemente gli stranieri. Insomma esse intendono conservare l'iniziativa e la libertà dei loro movimenti e non accettano imposizioni o sogg.iogazioni sentimentali che le menomino. Questa indipendenza di spirito che all'europeo può apparire una manifestazione d'insensibilità affettiva quasi selvaggia, deriva, in gran parte, dalla coscienza dell'importanza della sua opera sociale e del contributo economico ch'essa ha portato alla società americana fin dalle prime origini Quanto sìa grande detto contributo lo si può ricavare dai risultati rli una minuta inchiesta condotta dal « Rureau of Home Economics », o Ufficio dell'economia domestica, sulle condizioni delle donne maritate di questo paese. L'inchiesta ha assodato essere il lavoro domestico da esse espletato quella che sii chiamerebbe un'occuna.zjo.nife a orario Intiero. Dei 26 milioni di donne maritate negli Stati Uniti 12 milioni appartengono alle classi rurali e 1 14 rimanenti alle classi urbane. Dalle ricerche accurate fatte su circa un magliaio delle prime è risultato ch'esse compiono 62 ore di lavoro la settimana cioè nove ore giornaliere, non esclusa la domenica. I risultati più sorprendenti, però, l'hanno offerto le indasinii eseguite sulla vita delle cittadine, delle donne, cioè, ch'era opinione generale conducessero un'esistenza spensierata e godereccia. Il tempo medio speso per i lavori casalinghi dalle donne dei centri urbani dai 2.500 ai 50.000 abitanti, è di 51 ore la settimana e solo nelle città superiori ai 60.000 la media scende a poco più di 48 ore. Solo il dieci per cento delle donne delle grandi citta ha una media di lavoro di circa 35 ore settimanali. E qui si presenta una domanda. Come va che nonostante i perfezionamenti meccanici, ohe tendono a ridurre y lavoro domestico manuale a proporzioni minime, le cifre si mantengono così alte? S'era venuta diffondendo la convinzione che con i cibi in iscatola, le lavanderie elettriche e i mille meccanismi applicati ala vita domestica, alla donna di famiglia restasse ben poco da fare. L'errore dipende dal non tener conto che se le nuove invenzioni riducono il tempo necessario al disbrigo di certe operazioni, le esigenze moderne richiedono un'assai maggiore lavoro per alcune altre. Se i cibi in iscatola, le stufe elettriche, il riscaldamento centrale dell'acqua per gli usi dome c - staci, riducono il tempo occorrente per la ipreparazione dei cibi, dall'altro canto, l'allevamento dei bambini secondo i eritemi igienici attuali, la pulizia generale della casa richiedono un tempo assai maggiore di prima. La cura di anche soli due bambini, per la donna americana dei centri urbani, non è uno scherzo. Tira il vestirli, rammendarli, dar Ioto il bagno, mantenere puliti i vestiti e la biancheria, prepararli per la scuola, .assisterli nei loro compiti, guidarli, dirigerli, occorre molto maggiore attenzione e logorio di nervi di quanto prima ne occorressero per una figliolanza di cinque o sei, che venivano abbandonati un po' alle curo... della provvidenza. Indipendenza economica e spirituale Occorre rammentare che la donna deve far tutto da sola e non può sperare in alcun aiuto domestico. Nelle famiglie dii prima c'era un esercito di sorelle, di zie, di cugine, le quali tutte davano una mano al disbrigo delle opere familiari. Adesso non solo la famiglia s'è ridotta al suo nucleo fondamentale, quanto è sparito da tempo il tipo della domestica di vecchio stampo e anche di quello della più moderna cameriera. Solo ili cinque per cento delle famiglie americane può impiegare lavoratori a servizio domestico: è uri lusso che soli pochi privilegiati possono concedersi. Per l'immensa maggioranza di esse il C06to di un aiuto, sia pur saLtuarìo e non addestrato, è proibitivo. Questa è la ragione principale che spinge tante famiglie agiate a stabilire la loro residenza negli hólels. La domina di famiglila deve, perciò, sbrigar tutto da sè, dalla spesa alla preparazione del pranzo, dalla lavatura del piatti a quella dei pavimentì. Le case americane, in gran parte costruite in legno, hanno bisogno di una continua manutenzione e della più scrupolosa pulizia. Occorre lavare i pavimenti almeno una volta la settimana altrimenti diventano dei letamali e il rifugio d'insetti d'ogni specie. Non è raro, entrando d'improvviso in una casa americana, trova/re la padrona che avrete conosciuta altrove in tutto lo splendore della sua avvenenza e squisita eleganza, inginocchiata per terra nella fanghiglia nerastra, ravvolta in un vestito logoro, con le maniche rimboccate, intenta a stro. finare il piancito con uno straccio bagnato. Se questo avverrà ella non si mostrerà per nulla vergognosa o imbarazzata. Vi accoeliarà col suo miglior sorriso scusandosi assai semiplicemente di esuer stata trovata in arnese poco adatto a ricever visite. Avviene, a volte, che o per mancanza di prole o por altre circostanze fortunate, U disbrigo delle faccende domestiche non richieda che un'applicazione a6sai limitata. In questo caso, la donna americana, più che disporre a suo piacimento delle ore libere per il soddisfacimento dei propril gusti personali, si cerca lavoro fuori casa. Questo può essere o una occupazione a orario limitato, o un vero e proprio impiego a orario completo. Ella arreca cosi, un prezioso aiuto all'azienda familiare, determinandone non di rado l'avviamento verso una condizione stabile di agiatezza. Quello che per le classi medie è un caso frequente, per le classi operaie può dirsi la regola generale: la donna oltre a sbrigare il lavoro • domestico quotidiano, reso pesantissimo da una prole numerosa, compie la sua piena giornata nello stabilimento industriale. Il contributo economico che la donna apporta alla società americana le dà la coscienza del proprio valore, e ne determina quella certa indipendenza spirituale e quella libertà d'azione che colpiscono tanto gli stranieri, che la prima volta visitano questo Paese. I quali farebbero bene a non trarne conseguenze affrettate e inconsistenti, attribuendo a corru zione di costumi quello ch'è semplicemente il portato di un differente assetto sociale che, esigendo dalla donna un contributo economico non solo uguale ma spesso superiore a quello dell'uomo, abolisce ogni dipendenza e la rende uguale nei di ritti e nei doveri all'altro sesso. Amerigo Ruggiero. La donna nella società americana La donna nella società americana NEW YORK, giugno. Sulla donna americana si sono vellute accumulando di recente tante di quelle false idee, di convinzioni arbitrarie, di luoghi comuni senza base di realtà, da annebbiare ogni I limpidezza di osservazione anche in ' coloro dai quasi si attenderebbe una indagine obbiettiva e spassionata. La coLca è in gran parte di quel tipo di i giornalismo che mira a raggiungere effetti sensazionali con paradossi ed esagerazioni, e di una certa novellistica contemporanea che per mascherare la congenita povertà d'inventiva sceglie a protagonisti personaggi esotici prestando loro pensieri e atteggiamenti da inquilini di manicomio. Si susseguono con poderoso créscendo gli scrittori, i confejenzieri e i giornalisti europei che vengono qui per un soggiorno di sei mesi e dopo aver seguito sui giornali le vicende di un divorzio scandaloso o di un fattaccio di sangue in cui si trovi implicata una donna, hanno già capito tutto e penetrato a fondo l'anima femminile americana. Ritornati tnei loro paesi ti scodellano caldo caldo un romanzo o un volume di impressioni, in cui la donna di queBto paese vien presentata, a seconda degli umori e la fantasia degli autori, sotto calori brillanti, foschi, cangianti, iridescenti e... falsi. Le donne americane sarebbero leggiere e incostanti; esse dominano, i '. proprii uomini che s'ammazzano di fatica per mantenerle nel lusso e nell'ozio; sono strane, complicate, diffìcile a comprendersi; sono aride, gelide, incapaci di concepire affetti ©■esaltarsi nella passione; sono ciniche ed egoiste e non si sentono legate da riguardo verso l'uomo a cui hanno promesso amore, nè da doveri di fedeltà verso i legittimi mariti. Insomma sulla donna americana si è venuto formando un complesso di opinioni alquanto vago e inconsistente che fa il paio con quello dell'anima slava di deplorata memoria Ai dissertatori sulla personalità femminile americana occorrerebbe porre alcune domande: quale donna, americana? Quelle nate e cresciute nei ghetti coloniali delle grandi fztirigcptlafcgdnsartcbgnlbtcèdnasblzc(pmetropoli internazionali o quelle al- levate in alcuni distretti rustici della New England e delle comunità' quacquere della Pennsylvania? Quelle degli Stati terrieri del Sud, dove domina ancora la morale anteriore alla guerra civile, o quelle dei grandi alveari industriali dell'Est? Quelle dei nuovi ricchi venuti su con la guerra, o le discendenti della più antica borghesia colonizzatrice anglo-sassone che ha in orrore i ruovi venuti e trascina spesso la vita in una dignfitosa miseria segreta con lo sguardo -fisso ad un passato che non ritornerà più? Le donne del West immenso e spopolato a continuo contatto con la natura quasi vergine, o le datttilografe degli uffici di New Yorlj? Pierchè, esistono tanti tipi di donne americane quante sono le località dia cui provengono, gli ambienti in -cui sono state- educate e le qualità ereditate dai varii elementi etnici che hanno contribuito a formarne la. personalità. Non c'è di peggio per confondere le idee e impedire ogni chiarezza di giudizio che le generalizzazioni, specialmente quando queste riguardano un paese che ha la vastità e la complessità di un continente. Gli scrittori cine descrivono tanto brillantemente e con tanta verve le qualità immaginarie della donna americana dimenticano sempre di ricordare un fatto che deve apparire di ben piccola importanza a chi è abituato a spaziare nelle nuvole di inafferrabili concetti astratti: la donna americana lavora. Già, que sto particolare insignificante lo dimenticano quasi tutti i ricercatori d'impressioni eccezionali. E' assai più piacevole sprofondarsi nei misteri della psiche ed épater le bourgeois con rappresentazioni fantastiche, che indagare freddamente con la scorta di cifre e di fatti accertati quale sia il contributo economico che la donna porta alla società americana. Alla ricerca del pane Contrariamente a quanto generalmente si ritiene, le donne america ne lavorano di più di quelle delle corrispondenti classi europee, ad eccezione delle donne che in Europa sono addette ai lavori campestri. Questa situazione non può esser percepita dal visitatore d'occasione il quale è facilmente tratto in inganno dallo spettacolo di migliaia di ragazze che, a stuoli, percorrono le vie o frequentano i locali pubblici delle grandi città. Egli ne conclude che per le donne americane sia sempre festa. Non immagina che per moltissime di,esse il fatto di uscire la sera rappresenta una corvée che spaventerebbe le . loro consorelle europee. Al. ritorno dall'ufficio o dalla fabbrica, invece di buttarsi giù stracche morte, prendono un bagno, cambiano vestito e non di rado si preparano da sè il pranzo o la cena Rimangono fuori fino alla mezzanot te e la mattina si levano a un'ora che permetta loro di attraversare grandi distanze e trovarsi al lavoro al momento prescritto Per le donne americane non eeiste protezione come per le donne di gran parte dei paesi europei, le quali possono sempre contare sull'aiuto e sul sostegno dei I genitori, dei fratelli, dei mariti. Esse debbono abituarsi assai di buon'ora a fare da sè ed a nuotare con le sole loro for ze nel mare magno, irto di scogii e nereggiante di abissi, della vita moderna. Appena terminate le scuole, all'età di 14 o di 16 anni, la ragazza americana è assillata dalla necessità di procurarsi il pane o di scegliersi una carriera. E questo deve compierlo da sola, non aiutata da alcuno, abbandonando spesso la casa, per non tornarvi, forse, più, ed affrontando ambienti lontani, estranei, ostili, dove pagherà un ben du■Po prezzo per la propria inesperien za, quando non rimarrà, fin dalla hprima, inghiottita senza lasciar trac pia, nelle acque melmose dei bassi- fondi cittadini. Anche nelle 'situazioni più favorevoli, comincia l'interminabile caccia all'occupazione, il levarsi alle cinque la mattina durante inverni rigidissimi, mangiare in fretta un sandwich, comprare il giornale, scorrere febbrilmente le colonne delle richieste di mano d'opera, segnarsi gl'indirizzi delle ditte, correre da un capo all'altro delle città immense in treno, in trami, a piedi, nella speranza di giungere fra le prime all'apertura delle officine o degli uffici, solo per trovarne gli stanzoni nudi e grigi, che fanno da sale d'aspetto, e perfino le scalinate, zeppe di altre postulanti che si son levate alle quattro, alle tre, anch'esse nella speranza di arrivare' sul posto le prime. E dopo una giornata dì corse Inutili, il ritorno In preda alla stanchezza e all'avvilimento alla miserabile stanzetta di cui non possono pagare i pochi dollari di pigione. Pur nel caso fortunato dell'assunzione ali lavoro, bisogna mettere in conto i bocconi amari, le umiliazioni inferte dai bosses brutali o, peggio ancora, da quelli molto... soavi. Non è meraviglia se, dopo alcuni mesi di questa vita, la ragazza americana perda qualsiasi illusione potesse ancora conservare e impari a conoscere tutte le miserie, le durezze, le brutture. E s'abitua ad affrontare le situazioni con coraggio, franche* za e senza sottintesi, acquista un certo spirito di aggressività, impara a valutare gli uomini per quel clic valgono alla prova dei fatti... e a disprezzarll. Non è possibile trarle in inganno recitando la parte del prince charmant. L'uomo non apparisce mai alla donna americana-sotto l'aspetto di un Lohengrin o di un Parsifal, ma piuttosto di un essere alquanto stupido, egoista, brutale e fanciullesco che bisogna guidare e dominare all'occorrenza, perchè non commetta troppe sciocchezze. Questa è la prima mortificazione che subiscono 1 visitatori europei, guastati e resi vani dalle loro donne, abituati a considerarsi irresistibili, o perchè parlatori affascinanti, o (porche squisitamente galanti, o perchè vestiti irreprensibilmente. Re bdTIslgmnssaIdrfdtdsnrddiaascd stano soprattutto male quelli che e a l o e e e e a a e o e i i a e , a i a d a hanno avuto dimestichezza con le donne americane che viaggiano, le quali non sono mai le rappresentanti più genuine della femminilità del loro paese, o che sono venuti a contatto con gli snobs dell'alta società di qui, che tendono ad imitare in tutto e pertutto i peggiori modelli europei. Conoscendo un assai differente tipo di donna, quella che lavora e che produce sia con le braccia che con l'intelligenza, rimangono urtati e feriti nell'amor proprio e nelle loro idee preconcette. Il contributo economico femminile Sono stati essi a formare alla don na americana la nomea di freddezza e di cinismo. Quello ch'essi chiamano cinismo non 6 che la facoltà acquistata alla dura scuola della vita, di veder uomini e cose nella loro essenza reale senza deformazioni sentimentali e senza lasciarsi abbagliare dal luccichio di doti cosidette brillanti o deviare da false valutazioni. Con questo non intendiamo presentarle come torri d'avorio: esse vanno assai lontano, alle volte, ma solo in quanto lo vogliono e con la più perfetta e determinala coscienza di quello che fanno. Sono pure pronte a ritirarsi quando e come loro fa comodo spesso senza darne spiegazione, altra cosa che imbarazza enormemente gli stranieri. Insomma esse intendono conservare l'iniziativa e la libertà dei loro movimenti e non accettano imposizioni o sogg.iogazioni sentimentali che le menomino. Questa indipendenza di spirito che all'europeo può apparire una manifestazione d'insensibilità affettiva quasi selvaggia, deriva, in gran parte, dalla coscienza dell'importanza della sua opera sociale e del contributo economico ch'essa ha portato alla società americana fin dalle prime origini Quanto sìa grande detto contributo lo si può ricavare dai risultati rli una minuta inchiesta condotta dal « Rureau of Home Economics », o Ufficio dell'economia domestica, sulle condizioni delle donne maritate di questo paese. L'inchiesta ha assodato essere il lavoro domestico da esse espletato quella che sii chiamerebbe un'occuna.zjo.nife a orario Intiero. Dei 26 milioni di donne maritate negli Stati Uniti 12 milioni appartengono alle classi rurali e 1 14 rimanenti alle classi urbane. Dalle ricerche accurate fatte su circa un magliaio delle prime è risultato ch'esse compiono 62 ore di lavoro la settimana cioè nove ore giornaliere, non esclusa la domenica. I risultati più sorprendenti, però, l'hanno offerto le indasinii eseguite sulla vita delle cittadine, delle donne, cioè, ch'era opinione generale conducessero un'esistenza spensierata e godereccia. Il tempo medio speso per i lavori casalinghi dalle donne dei centri urbani dai 2.500 ai 50.000 abitanti, è di 51 ore la settimana e solo nelle città superiori ai 60.000 la media scende a poco più di 48 ore. Solo il dieci per cento delle donne delle grandi citta ha una media di lavoro di circa 35 ore settimanali. E qui si presenta una domanda. Come va che nonostante i perfezionamenti meccanici, ohe tendono a ridurre y lavoro domestico manuale a proporzioni minime, le cifre si mantengono così alte? S'era venuta diffondendo la convinzione che con i cibi in iscatola, le lavanderie elettriche e i mille meccanismi applicati ala vita domestica, alla donna di famiglia restasse ben poco da fare. L'errore dipende dal non tener conto che se le nuove invenzioni riducono il tempo necessario al disbrigo di certe operazioni, le esigenze moderne richiedono un'assai maggiore lavoro per alcune altre. Se i cibi in iscatola, le stufe elettriche, il riscaldamento centrale dell'acqua per gli usi dome c - staci, riducono il tempo occorrente per la ipreparazione dei cibi, dall'altro canto, l'allevamento dei bambini secondo i eritemi igienici attuali, la pulizia generale della casa richiedono un tempo assai maggiore di prima. La cura di anche soli due bambini, per la donna americana dei centri urbani, non è uno scherzo. Tira il vestirli, rammendarli, dar Ioto il bagno, mantenere puliti i vestiti e la biancheria, prepararli per la scuola, .assisterli nei loro compiti, guidarli, dirigerli, occorre molto maggiore attenzione e logorio di nervi di quanto prima ne occorressero per una figliolanza di cinque o sei, che venivano abbandonati un po' alle curo... della provvidenza. Indipendenza economica e spirituale Occorre rammentare che la donna deve far tutto da sola e non può sperare in alcun aiuto domestico. Nelle famiglie dii prima c'era un esercito di sorelle, di zie, di cugine, le quali tutte davano una mano al disbrigo delle opere familiari. Adesso non solo la famiglia s'è ridotta al suo nucleo fondamentale, quanto è sparito da tempo il tipo della domestica di vecchio stampo e anche di quello della più moderna cameriera. Solo ili cinque per cento delle famiglie americane può impiegare lavoratori a servizio domestico: è uri lusso che soli pochi privilegiati possono concedersi. Per l'immensa maggioranza di esse il C06to di un aiuto, sia pur saLtuarìo e non addestrato, è proibitivo. Questa è la ragione principale che spinge tante famiglie agiate a stabilire la loro residenza negli hólels. La domina di famiglila deve, perciò, sbrigar tutto da sè, dalla spesa alla preparazione del pranzo, dalla lavatura del piatti a quella dei pavimentì. Le case americane, in gran parte costruite in legno, hanno bisogno di una continua manutenzione e della più scrupolosa pulizia. Occorre lavare i pavimenti almeno una volta la settimana altrimenti diventano dei letamali e il rifugio d'insetti d'ogni specie. Non è raro, entrando d'improvviso in una casa americana, trova/re la padrona che avrete conosciuta altrove in tutto lo splendore della sua avvenenza e squisita eleganza, inginocchiata per terra nella fanghiglia nerastra, ravvolta in un vestito logoro, con le maniche rimboccate, intenta a stro. finare il piancito con uno straccio bagnato. Se questo avverrà ella non si mostrerà per nulla vergognosa o imbarazzata. Vi accoeliarà col suo miglior sorriso scusandosi assai semiplicemente di esuer stata trovata in arnese poco adatto a ricever visite. Avviene, a volte, che o per mancanza di prole o por altre circostanze fortunate, U disbrigo delle faccende domestiche non richieda che un'applicazione a6sai limitata. In questo caso, la donna americana, più che disporre a suo piacimento delle ore libere per il soddisfacimento dei propril gusti personali, si cerca lavoro fuori casa. Questo può essere o una occupazione a orario limitato, o un vero e proprio impiego a orario completo. Ella arreca cosi, un prezioso aiuto all'azienda familiare, determinandone non di rado l'avviamento verso una condizione stabile di agiatezza. Quello che per le classi medie è un caso frequente, per le classi operaie può dirsi la regola generale: la donna oltre a sbrigare il lavoro • domestico quotidiano, reso pesantissimo da una prole numerosa, compie la sua piena giornata nello stabilimento industriale. Il contributo economico che la donna apporta alla società americana le dà la coscienza del proprio valore, e ne determina quella certa indipendenza spirituale e quella libertà d'azione che colpiscono tanto gli stranieri, che la prima volta visitano questo Paese. I quali farebbero bene a non trarne conseguenze affrettate e inconsistenti, attribuendo a corru zione di costumi quello ch'è semplicemente il portato di un differente assetto sociale che, esigendo dalla donna un contributo economico non solo uguale ma spesso superiore a quello dell'uomo, abolisce ogni dipendenza e la rende uguale nei di ritti e nei doveri all'altro sesso. Amerigo Ruggiero.

Persone citate: Parsifal

Luoghi citati: Europa, New York, Pennsylvania, Stati Uniti