La settimana ininterrotta lavorativa

La settimana ininterrotta lavorativa La settimana ininterrotta lavorativa istituita dai Soviet Mosca, 4 notte. Un tal professor Barancikoff ha trovato il modo di porre, certo non senza invidia da parte di numerosi suoi camerati, la sua candidatura all'immortalità della storia dell'ateismo bolscevico, in qualità di « riformatore del calendario ». Questo professore propone la Seimana invece della Settimana, cancellando dagli attuali sette giorni quello della Domenica: con tale sistema il professor Barancikoff trova la via per risolvere radicalmente la questione delle .Feste religiose; Infatti ciò porterebbe all'automatica «oppressione di 52 Feste domenicali e porterebbe pure all'automatica , soppressione della più pericolosa delle Feste, — chi sa perchè è ritenuta così' pericolosa!... — quella cioè della Pasqua. Ma, povero professor Barancikoff!... La fortuna sembra averlo prima aiutato e illuso, poi deriso: l'idea della Seimana, con l'abolizione della Domenica avrebbe incontrato il favore dei « numi » e starebbe per essere tradotta in realtà; ma il professor Barancikoff non c'entrerebbe più e sfumerebbe, per conseguenza, anche la sua... immortalità.. Un vero e proprio colpo di scena. C'entrerebbe, invece, il :< compagno » Larin. Questi è uh « economista » e ha piantato la questione della Seimana sulla ragione economica: Larin ha formulato la sua teoria sul principio della « Ininterrotta Settimana lavorativa ». Larin è stato più abile: l'ateismo anche nella Russia bolscevica è poco popolare, anzi molto impopolare. Ond'è che lo misure che si prendono contro i varii culti, contro i sensi religiosi e mistici delle masse sovietfiche, non sempre possono avere fortuna e non di rado possono determir-nare reazioni. Altro, invece, è il sistema economico marxista, al cui esperimento i cittadini soviettici da oltre undici lunghissimi anni pacificamente e rassegnatamente con una ultra-orientale pazienza e passività si sottopongono, sperando od anche disperando in un avvenire migliore. La settimana di sei giorni La settimana di Sei giorni con la conseguente propettata abolizione della Domenica e ouindi dei 52 giorni festivi e della Pasqua — verrebbe, pertanto, instìituita, non come una misura di lotta anti-religiosa, cui ispiravasi il BaTancikoff. ma come una necessità di carattere prettamente « economico ». In altri termini, Larin vorrebbe prendere — come suol dirsi — due piedoni con una fava! Quail'è il ragionamento e qual*è la proposta di Larin? Approssimativamente Larin dice: L'attuale sistema delle giornate lavorative è antieconomico, perchè vi è uno snreco enorme di enersrie e di tempo. La causa principali.i.=dma sarebbe il rirooso domenicale. Su sette eirami della settimana si ha di perdita nel lavoro: il giorno della domenica e anello successivo del lu¬ nedì. Perchè un po' dappertutto ma particolarmente in Russia, il lunedì sarebbe notoriamente un giorno di pochissimo rendimento, giacché l'operàio al pari delle macchine dopo il riposo e la distrazione della domenica, prima di rimettere in moto normale le sue energie ha bisogno di un certo tempo, che in genere dura tutta la giornata di lunedì. Sicché su una settimana di 49 ore lavorativa (ini Rùssia quasi in tutte le industrie vigono ufficialmente 7 ore di lavoro) sì avrebbero 15 ore perdute, ojsia circa 11 30 per cento. Se poi si calcolano le energìe, che vanno perdute coll'arresto e colla rimessa in moto di macchine,, di correnti elettriche, di caldaie.a vapore, ecc. il dannò economico che emerge da tale sistema aumenta in proporzio ni ancora maggiori. _ Come rimediare? Larin suggerisce là settimana di Sei giorni e divide la massa operaia in Sette gruppi, in modo che, per turno, mentre Set gruppi lavorano il Settimo riposa. Così, pur non privando l'operaio del suo riposo settimanale, si evita l'interruzione del lavoro, nociva alla industria e al suo rendimento economico e si ha la così detta Ininterrotta settimana lavorativa, che dovrebbe ripercuotersi molto favorevolmente sulla quantità e qualità della produzione e soprattutto sul prezzo di costo, data l'economia che ne risulterebbe. Nello stesso tempo, verrebbe automaticamente realizzata l'abolizione della «invisa e detestabile » Domenica, ossia di 52 feste religiose e della Pasqua. Teoria e pratica La proposta di Larin presenta parecchie difficoltà nella sua pratica applicazione, come la resistenza che si opporrà nelle Regioni più « arretrate » dell'Unione soviettica, contro l'abolizione della Domenica, come il malcontento che potrebbe determinarsi per il fatto che questi turni obbligati impediranno ad amici e anche a Membri d'una stessa famiglia d'incontrarsi, di passare almeno un giorno della settimana nella intima unione famigliare. Ma questo poco importa : ' il bolscevismo significa «realismo», «materialismo », « utile e benessere economico », e non può commuoversi di fronte a ragioni di carattere umano e sentimentale, e molto meno se di carattere religioso. Si userà una certa prudenza, si andrà ner gradi di industria in industria, di Regione in Reirione, ma il rwroeratto risponde alle esigenze dell'economia, quindi bisogna applicarlo. Pertanto il Consisto Supremo dell'Economia Nazionale è già intento a nreparàre il passaggio dall'Industria metallureica, dell'Industria chimica p ri! altre branche industriali alla « Ininterrotta settimana lavorativa». Più tardi seguiranno l'esempio nlt-o Industrie analoghe e di minore importanza. La teoria potrebbe essefe buona, cosa avverrà nella pratica? P. S. La settimana ininterrotta lavorativa La settimana ininterrotta lavorativa istituita dai Soviet Mosca, 4 notte. Un tal professor Barancikoff ha trovato il modo di porre, certo non senza invidia da parte di numerosi suoi camerati, la sua candidatura all'immortalità della storia dell'ateismo bolscevico, in qualità di « riformatore del calendario ». Questo professore propone la Seimana invece della Settimana, cancellando dagli attuali sette giorni quello della Domenica: con tale sistema il professor Barancikoff trova la via per risolvere radicalmente la questione delle .Feste religiose; Infatti ciò porterebbe all'automatica «oppressione di 52 Feste domenicali e porterebbe pure all'automatica , soppressione della più pericolosa delle Feste, — chi sa perchè è ritenuta così' pericolosa!... — quella cioè della Pasqua. Ma, povero professor Barancikoff!... La fortuna sembra averlo prima aiutato e illuso, poi deriso: l'idea della Seimana, con l'abolizione della Domenica avrebbe incontrato il favore dei « numi » e starebbe per essere tradotta in realtà; ma il professor Barancikoff non c'entrerebbe più e sfumerebbe, per conseguenza, anche la sua... immortalità.. Un vero e proprio colpo di scena. C'entrerebbe, invece, il :< compagno » Larin. Questi è uh « economista » e ha piantato la questione della Seimana sulla ragione economica: Larin ha formulato la sua teoria sul principio della « Ininterrotta Settimana lavorativa ». Larin è stato più abile: l'ateismo anche nella Russia bolscevica è poco popolare, anzi molto impopolare. Ond'è che lo misure che si prendono contro i varii culti, contro i sensi religiosi e mistici delle masse sovietfiche, non sempre possono avere fortuna e non di rado possono determir-nare reazioni. Altro, invece, è il sistema economico marxista, al cui esperimento i cittadini soviettici da oltre undici lunghissimi anni pacificamente e rassegnatamente con una ultra-orientale pazienza e passività si sottopongono, sperando od anche disperando in un avvenire migliore. La settimana di sei giorni La settimana di Sei giorni con la conseguente propettata abolizione della Domenica e ouindi dei 52 giorni festivi e della Pasqua — verrebbe, pertanto, instìituita, non come una misura di lotta anti-religiosa, cui ispiravasi il BaTancikoff. ma come una necessità di carattere prettamente « economico ». In altri termini, Larin vorrebbe prendere — come suol dirsi — due piedoni con una fava! Quail'è il ragionamento e qual*è la proposta di Larin? Approssimativamente Larin dice: L'attuale sistema delle giornate lavorative è antieconomico, perchè vi è uno snreco enorme di enersrie e di tempo. La causa principali.i.=dma sarebbe il rirooso domenicale. Su sette eirami della settimana si ha di perdita nel lavoro: il giorno della domenica e anello successivo del lu¬ nedì. Perchè un po' dappertutto ma particolarmente in Russia, il lunedì sarebbe notoriamente un giorno di pochissimo rendimento, giacché l'operàio al pari delle macchine dopo il riposo e la distrazione della domenica, prima di rimettere in moto normale le sue energie ha bisogno di un certo tempo, che in genere dura tutta la giornata di lunedì. Sicché su una settimana di 49 ore lavorativa (ini Rùssia quasi in tutte le industrie vigono ufficialmente 7 ore di lavoro) sì avrebbero 15 ore perdute, ojsia circa 11 30 per cento. Se poi si calcolano le energìe, che vanno perdute coll'arresto e colla rimessa in moto di macchine,, di correnti elettriche, di caldaie.a vapore, ecc. il dannò economico che emerge da tale sistema aumenta in proporzio ni ancora maggiori. _ Come rimediare? Larin suggerisce là settimana di Sei giorni e divide la massa operaia in Sette gruppi, in modo che, per turno, mentre Set gruppi lavorano il Settimo riposa. Così, pur non privando l'operaio del suo riposo settimanale, si evita l'interruzione del lavoro, nociva alla industria e al suo rendimento economico e si ha la così detta Ininterrotta settimana lavorativa, che dovrebbe ripercuotersi molto favorevolmente sulla quantità e qualità della produzione e soprattutto sul prezzo di costo, data l'economia che ne risulterebbe. Nello stesso tempo, verrebbe automaticamente realizzata l'abolizione della «invisa e detestabile » Domenica, ossia di 52 feste religiose e della Pasqua. Teoria e pratica La proposta di Larin presenta parecchie difficoltà nella sua pratica applicazione, come la resistenza che si opporrà nelle Regioni più « arretrate » dell'Unione soviettica, contro l'abolizione della Domenica, come il malcontento che potrebbe determinarsi per il fatto che questi turni obbligati impediranno ad amici e anche a Membri d'una stessa famiglia d'incontrarsi, di passare almeno un giorno della settimana nella intima unione famigliare. Ma questo poco importa : ' il bolscevismo significa «realismo», «materialismo », « utile e benessere economico », e non può commuoversi di fronte a ragioni di carattere umano e sentimentale, e molto meno se di carattere religioso. Si userà una certa prudenza, si andrà ner gradi di industria in industria, di Regione in Reirione, ma il rwroeratto risponde alle esigenze dell'economia, quindi bisogna applicarlo. Pertanto il Consisto Supremo dell'Economia Nazionale è già intento a nreparàre il passaggio dall'Industria metallureica, dell'Industria chimica p ri! altre branche industriali alla « Ininterrotta settimana lavorativa». Più tardi seguiranno l'esempio nlt-o Industrie analoghe e di minore importanza. La teoria potrebbe essefe buona, cosa avverrà nella pratica? P. S.

Persone citate: Larin

Luoghi citati: Russia