Il busto a ricordo del Cardinale Massaja inaugurato sul Colle dei Cappuccini

Il busto a ricordo del Cardinale Massaja inaugurato sul Colle dei Cappuccini Il busto a ricordo del Cardinale Massaja inaugurato sul Colle dei Cappuccini L'apostolato cattolico è essenzialmente di pace. E che per la pace si adoperasse il cardinale cappuccino Guglielmo Massaja non occorre dimostrarlo. Alla cerimonia di ieri sul piazzale del colle del Cappuccini per lo scoprimento del busto che ricorderà al torinesi il nome e l'opera del grande missionario, Orazio Quaglia ha illustrato della vita del Curdinale alcuni episodi caratteristici. Erano presenti S. E. il cardinale Gamba, S. A. R. il Duca di Genova, il rappresentante del Prefetto e quello del Podestà, il Segretario foderale Bianchi Mina, il comm. Majola per la Magistratura, gli onorevoli Bagnasco e DI Mtraflori, mons. Garrone e il comm. Rassaval per l'Ordine Gerosolomitano del S. Sepolcro, il cav. Morino, il canonico Imberti, 11 gr. uff. De Albertis, l'avv. Buella per i Sindacati; notate larghe rappresentanze delle Associazioni religiose e patriottiche cittadine, fra le quali la Federazione degli Uomini cattolici, i Balilla, le Piccole Italiane, Il Collegio di S. Camillo, gli Artigianelli. A tutti rivolsero parole di ringraziamento i membri del comitato per le onoranze: contessa Rosa di San Marco, marchese Di Rovasenda, conta Olivieri, avv. Pevron, e il segretario avv. De Marchi. Scoperto il busto, il cardinale Gamba recita, fra il religioso raccoglimento dei presanti, l'orazione della bene dizione. Poi il comm. Farina legge 11 dispaccio con il quale S. M. il Ne^us d'Etiopia annuncia di aver decretato a ricordo del pio cappuccino 11 Gran Cordone dellu Stella d'Etiopia, inviandone le insegne con la relativa pergamena, la grande medaglia d'-ro dell'incoronazione del re Tafari Makonnen e la collezione delle preziose monete d'oro al Governo italiano, il r.uale provvedere a che tali ricordi vengano conservati nel museo etiopico di Frascati. Da parte dell'Italia, « motu proprio » sovrano, è stata conferita la commenda dell'Ordine Coloniale della Stella d'I talia. L'epigrafe della lapide in marmo, dono del gr. uff. Catella, murata sotto il busto, opera dello scultore Prinl, è stata dettata da Paolo Boselli ed è cosi concepita: « Guglielmo Massaia da Piova — Cappuccino Cardinale di Santa Chiesa — Apostolo dell'Africa nel secolo XIX — compi eroicamente per oltre sette lustri — in terre prima impenetrabili — prodigi di vittoriosa missione — e ne affidò il Poema a pagine lucenti di scienza e di carità — segno di nuove vie e di nuove con quiste — per la civiltà cristiana. — I torinesi ammiratori devoti — posero ricordanti — che Egli con serafico ardore — si rese Cappuccino alla Madonna di Campagna — e fra i Cappuccini su questo Monte — di gloria e di letizia francescana — pregò, pensò, temprò l'animo — agli ardimenti ed ai martiri — divinamente ispirato •. Trentacinque anni di apostolato è difficile riassumerli in poche parole osserva Orazio Quaglia; — la figura, piuttosto, di Guglielmo Mas6aja può essere ricordata efficacemente in questo momento. • Andate », diceva a Guglielmo Massaja nel 1846 il Papa Gregorio XVI, andate ed insegnate, come Gesù aveva- detto diciotto secoli prima ai suoi dodici: andate nel paese del Galla; io spiritualmente ve 11 affido. E l'umile frate andava alla ricerca della sua terra promessa. L'Africa pareva a tutti nascondere in ogni angolo un'insidia e un tradimen to; nondimeno, fidente in Dio, scalzo e povero. Egli va fra l barbari dell'Etiopia, li converte ai cristianesimo e, dopo aver portato anche nella reggia di Menelik la parola del Vangelo, torna in Patria. Il Massaja, riabilitando ben trentasei mila indigeni e riporlandoll nel sentiero della verità e della giustizia, infrangeva per il primo, nel secolo delle libertà proclamate, i ceppi indegni del servaggio antico: e la sua voce echeggiante tra le aule o nel pianori interminabili dei Galla, la regione che dà pane a tutta l'Abissinia, distruggeva ogni principio dì schiavito. Dn giorno, visitando un fondaco e commiserando quelle cerature di Dio, agglomerate in luride capanne, alzò le mani al cielo ed esclamò: « O luce del Vangelo, quando illuminerai tante barbare regioni, e porterai In mezzo a questi popoli la libertà di Gesù Cristo? •. Egli seppe solo più tardi, il giorno in cui Leone XIII, chiamatolo a so, dal convento che a Roma lo vi' de spegnersi lentamente, che la paro la del Divln Redentore era stata da Itti per la prima volta portata nelle contrade ignote ancora della lontana Africa. La chiusa del discorso dell'avv. Quaglia è tutto un inno alla vita esemplare dei missionari cappuccini. La cerimonia è terminata con brevi parole di Padre Cesare da Collepaido che dis se di prendere In consegna il preziosa misto del Maesaja, augurandosi die fdtari. agli onori tributatigli senza riserve dagli uomini, seguan quelli degli al- n i