Il passo in America

Il passo in America I DEBITI FRANCESI Il passo in America La Francia non intende sollevare obiezioni alla ratifica ma prima vuole definire le trattative per il piano Young Parigi, 28 notte. Stamane Poincaré ha telegrafato ■all'ambasciatore Claudel la mozione .votata la notti scorsa dalla Camera, inquadrandola, secondo quanto egli stesso ha detto oggi alle Commissioni parlamentari, in considerazioni atte a temperarne la imoipportunàti e specificando che la Francia non intende sollevare la minima obiezione c'urca il suo debito commercialo verso l'America ed è inoltre disposta a ratificare anche l'accordo sul debito politico, purché le si lasci al tempo di vedere condotte in porto le trattative complementari intorno al piano Young. Ma ad onta di tutte le precauzioni che d'i Governo francese può avere preso per attenuare l'effetto sgradevole prodotto a Washington dalla tempesta sentimentale scoppiata a Palazzo Borbone, nessuno oggi a Parigi osa farsi la minima illusione circa l'accoglienza che il passo francese troverà dall'altro lato dell'AUl antico. Gli stessi erganì parigini più sensati, pure non potendo rifiutare di riconoscere il carattere patetico dell'insurrezione parlamentare contro la necessità di ratificare vm tributo di 60 anni e proprio nel momento in cui la vicenda del piano Young rende discutibile il valore de.Ua rivalsa, giudicano severamente la mozione .votata ieri notte. Le parole e i fatti L'Information, particolarmente sensibile alle impressioni degli ambienti finanziari scrive con malumore: « Franklin Bouillon ha scatenato ieri alla Camera una di quelle raffiche nel corso della quale il sentimento mette in fuso la riflessione, senza che l'illusione creata dalla sonorità delle parole possa prevalere contro la realtà dei fatti. Poincaré ha avuto il sangue freddo e il buon spirito di accettare la volontà manifesta della Camera, altrimenti sarebbe stato verosimilmente spazzato via. Ora il turbamento i> abbastanza glandi' perchè vi si aggiungano gli inconvenienti di una crisi che le circostanze esterne renderebbero seria. Noi temiamo motto che la via seguita non sia quella che poteva condurre alia cancellazione dei debiti e che gli eventi generali nelle attuali circostanze non siano di quelli di cui ognuno poi cerchi di ripettare sugli altri la responsabilità piuttosto che inorgoglirsi. Tuttavia, la ratifica propriamente detta e elio non può essere approvata in ogni modo che sotto il beneficio delle osservazioni, delle interpretazioni e delle riserve già indicate, non può più essere discussa alla Campra prima di una nuova conversazione con Washington, ancorché le dichiarazioni fatte iPri 6tesso dal segretario d"l Tesoro americano signor Mellon siano di natura tale da dimostrare la vanità del tentativo. E' da sperare che non ci condanneremo al versamento previsto di 10 miliardi, che peserebbe gravosamente sulla economia. E' pure da sperare che l'isolamento nel qualp rischia di porci il nostro atteggiamento non incoraggierà nelle loro impressioni co loro che al di fuori considerano con occhio geloso la prosperità della Francia, così presto rialzatasi nelle sue rinnnze. Ammattiamo soltanto, dunque, che la posizione .presa ieri dalla Camera con una specie di frenesia, servirà a fare accettare le nostre riserve e a far comprendere la nostra inqule tudine ». cczbpflvvGpv Chimere socialista e radicale La stampa infuria. « Pensare a intavolare nuovi nego ziati cogli Stati Uniti sulla scadenza degli slocks — dice l'Oeuvre — è una chimera. Essi hanno dptto no e risponderanno no. Si può far conto come Stresemann e MacDonald, che nuova conversazioni di insieme restino possibili e che una nuova riduzione generale dei debiti possa essere un giorno presa in considerazione. Ma a condizione di nou urtare l'America ». E l'Ere Nouvellc scrive: •« Diciamo chiaramente che un tale eccesso di democrazia non può avpre nessun risultato favorevole ni1 al nostro prestigio né al nostro credito. Che si formi alla Camera una maggioranza contro certe pretese eccessive degli Alleati, sì! Ma che si formi una maggioranza contro il fatto di ignorare la firma della Francia, una maggioranza che si potrebbe chiamare la maggioranza del protesto, ecco una cosa inammissibile. Vi sono i Comuni di C.ran Bretagna e il SPnato deedi Stati Uniti. Che viene falto della loro opinione in tutto questo affare? Non bisogna mpttere in giuoco le nostre alleanze, le nostre amicizie, il nostro credito, le nostre possibilità di avve nire al suono di un'aria di coraggio e in una serata di demagogia I ». I pochi accenni che precedono basteranno perchè il lettore intenda da sé che quand'anche il Governo degli Stati Uniti potesse, per una ipotesi assirrda, concepire un momento la convenienza di non respingere, puramente e semplicemente, la richiesta francese, la semnlice. lettura dpi giornali parigini gli proverebbe che avrebbe torto. Quanó"0 un Paese agisce sotto l'impero del proprio carattere impulsivo e, nel tempo stesso che agisce, si rende conto che IH suo atto non può avene le conseguenze clip se ne atlende, ci vorrebbe una bella abnegazione, da parte 'dei terzi, iper indursi sponlaneamenite a dargli ragione contro il suo proprio parere. Gli Stati Uniti hanno, del (resto, per addolcire l'inevitabfl'e rifiuto, la scusa eccellente della fimpossibilntà di consultare il Congresso primn della fine delle vacan7*. vale a dire, dopo il primo di agosto. L'inevitabile ritardo della Conferenza politica Come dicevamo ieri sera, ad ogni modo, questa nuova complicazione ha, se non nitro, per la Francia il vantaggio di prolungare la procedura della discussione in corso sui debiti e di rendere impossibile l'apertura 'di una Conferenza internazionale prima dell'agosto. Le Commissioni degli Fsfpri e finanziaria hanno interrogato Poincaré sopra vari argomenti che, nella sua esposizione, non erano striti sufflcientemente delucidati, e principalmente sulla possibili conseguenze di gin rifiuto 'della Francia di ratifi¬ grpPrzdltnsrvtivI care gli accordi sui debiti, sui pericoli presentati dalla Banca Interna zionale dei pagamenti per l'indipendenza finanziarla europea e sul prò blema della evacuazione renana. Ricorderete che, al principio della prima metà di giugno, i delegati francesi Morenu e Parmentier, nella loro lettera di accompagnamento e di interpretazione del rapporto inviato al signor Poincaré, dichiararono che le spese dii occupazione do vrebbero essere rimborsate dalla Germania «in più dei versamenti previsti nel piano, fino a che i Go verni abbiano deciso di modificare 10 stato di cose esistenti ». Ora, il rapporto è meno netto : esso si contenta di indicare che gli accordi necessari per il pagamento delle spese di occupazione « dovrebbero essere presi dai Governi nel tempo stesso-, che adotteranno il nuovo piano». Da questo confronto dei testi devesi concludere che Ho sgombro della zona renana é implicito, come so stiene il Partito socialista, in seguito alla esecuzione del piano Young, e che rimane subordinato, secondo a risoluzione adottata il 16 settembre dell'anno scorso a Ginevra, alOa esecuzione, da parte del Reich. dei propri impegni finanziari e alla costituzione di una Commissione di conniillazione e di controllo per la Renania? i Debiti riparazioni e sgombro Briand, rispondendo alle domande rivoltegli per iscritto, si è difeso dall'istituire un parallelo qualsiasi tra il piano Young e lo sgombro anticipato della Renania, ma ha riconosciuto che il protocollo di Ginevra del settembre scorso aveva preso in considerazione questa eventualità. Egli non volle dire nulla, riè precisare cosa alcuna. Il piano Young, tuttavia, gli piace molto. « Il collegamenlo del regolamento dei debiti col piano Yong fa scomparire — egli Ha detto — le ultime difficoltà nate dalia guerra e spiana ai popoli nuove vie ». — Si, ma — hanno risposto alcuni commissari _ vi é. il Senato americano, vi è la protesta unanime della Germania contro il iraltaio di Versailles... Da parte sua, il Ministro delle Finanze, Clieron, che aveva parlato prima del suo collega degli Esteri, si è diffuso sul meccanismo del piano Young e sulla Banca internazionale dei pagamenti. Il punto culminante delie preoccupazioni attuali è 11 vincolo dei pagamenti che la Francia potrà fare agli Stati Uniti ed alia Gran Bretagna con quelli che essa ò destinata a ricevere dalla Germania. IV ovvio — ha detto il Ministro eielle l'inanze — che noi non saremo ili grado di pagare se non riceveremo quello che la Germania ci deve. Ma i nosiut creditori la pensano così? Si può presumerlo; ma non lo si sa, perchè non lo dicono e soprai otto non lo vogliono dire. Questa affermazione è difficile da introdurci nello strumentò stesso della ratifica, ma dovrà trovarsi in una riserva concomitante e distinta. Ma come redigerla senza provocare un movimento di protesta da parte d°l nostri creditori? Con Winston Churchill le cose sono state pressoché messe a purno. Vi è per lo meno un impegno morale. Ma con gli Stati Uniti? 11 Senato, il quale non ha accettato che con 130 voti contro 80 l'ultima dilazione consentita per il regolamento degli « stocks », è suscettibile di criticare con asprezza qualsiasi formula che possa sembrargli una scappatoia ». Intervenendo un'ultima volta, Poincaré non ha mancato di trovare nelle difficoltà, stesse della situazione un argomento di più in favore della ratifica per mezzo di decreti, lasciando al Parlamento piena libertà di formulare riserve nette e leali, nel senso che non si pagherà se non si sarà pagati. Esaurito il questionario, Malvy ha ricordato che le due Commissioni avrebbero deliberato ciascuna separatamente, ed ha aggiunto di essere interprete della Commissione per ringraziare il Governo, delle sue spiegazioni e specialmente il Presidente del Consiglio per lo sforzo che aveva compiuto. Paul Boncour, a nome della Commissione degli Esteri, ha tenuto ad associarsi alle parole che erano state pronunciate. C. P. gabcVnlm