Pattuglie di ricognizione in campo avversario

Pattuglie di ricognizione in campo avversario JLftBL t>a.tt:tìLe:lia dei àxiietitori Pattuglie di ricognizione in campo avversario Broscia, 26 notte, L'incontro di Pònteyico fu la leale Stretta di mano dei due atleti prima *ìi iniziare il combattimento. Questo \<j compresero tuiti, Ma quello che non tutti, allora, pensarono, fu che il combattimento sarebbe staio cosi accanito. I due atleti non scherzano: nessuna e pastetta», nessun colpo lecito che venga risparmiato. Si la. in una parola, sul sei-io. E' tutta l'atmosfera che brucia di rpiestu calori; virile di lotta, di competizione. Dallo autorità che spronano e appoggiano, agli agricoltori interessali elio "lavorano a lutt'uomo, dai tecnici clip sorvolano, consigliano e difendono, al grosso dei pubblico che assiste, tulli sono, dal più al meno, presi nel gorgo del ' singolare avvenimento. Anche quest'impresa si deve ascrivere a merito del Fascismo, che ha risvegliale lime le buone attitudini, tinte le attività di nostra gente, anche quelle i— come appunto è dell'attività agricola — 'Clio prima rimanevano trascurate an fondo al dimenticatoio. Non si riesce a immaginale nell'ambiente neghittoso e atono del preiascismo, tanto ifervorc inteso a uno scopo non personale, tanta somma di lavoro e di sacrificio (la sfida, tra l'altro, costa fior di quattrini). Quartieri generali Così a Brescia come a Cremona, per lion dire delle campagne, se interrogate al caffè il cameriere o il vicino idi tavolo, vi sentirete fare l'illustrazione della sfida granaria. Ma se vo lete avere un'idea precisa della vivacità della lotta, recatevi alle Cattedre ambulanti di agricoltura delle due città, per esempio a questa di Bie scia. E', anche nell'aspetto esteriore un quartiere generale. Ecco li, sui ta,voll, mappe, carie topografiche, piante, solcate da numerosi segni a matita di vari colori. Sono i luoghi ove iferve la battofflia, ove 50 distaccamenti di truppa sono dislocati, e nessuno, deve essere dimenticato. Altre mappe, altre carte ugualmente irte di segni: le posizioni nemiche, ugualmente tenute d'occhio. Ed elenchi e statistiche, e prò memoria. Tavoli ingombri e pareti ricoperte. Tutte.le propri© forze e quelle avversarie raggruppate, suddivise, illustrate, chiarificate; tutto l'esercito tenuto in pugno di qui, nel quartiere generale, dal comandante. Ma il comandante, l'on. prof. Gibertini, direttore della cattedra, difficilmente lo si trova. Sempre in giro, in auto, a ispezionare la zona di operazioni; e dove l'auto non arriva, a piedi. Qui si può più facilmente trovare il conte Marlinoni, presidente 'della Commissione granaria, che firn ziona all'incirca da vice-comandante. A lui il compito di ricevere le staffette, di spedire 1 porta-ordini di accogliere postulanti, di spiegare, di indirizzare, di far gli onori di casa a commissari e visitatori che giungono In missione per vedere uomini e cose della battaglia... Come quello di Brescia, cosi il cruartier generalo di Cremona; con meno personale fuesio, ma con lo stesso spiegamento di quadri, con lo stesse febbrile movimento. Tutto ciò dice molto, ma non dice tutto. Per conoscerla completamente, questa battaglia, bisogna vederla. Bisogna recarsi sul posto, assistere alle operazioni: prendere visione di quella originale operazione in corso che è la mietitura sotto controllo. Mietitura sotto controllo Abbiamo ieri accennato alle modalità del controllo — il punto più delicato .-della sfida — stabilite dopo laboriose trattative. Ognuna delle due parti ha mandato due o tre individui di proDria fiducia in ciascuna delle 50 aziende gareggianti di parte avversaria. Questi controllori hanno il compito di una sti>etta, continua vigilanza sulla mietitura e sulla trebbiatura, allo scopo di evitare ogni frode. Devono curare a ehe dal campo limitrofo op- ?ure da parte di parenti o amici deiagricoltore gareggiante, siano clandestinamente portati dei covoni nel campo controllato, covoni che, passando poi alla trebbiatrice, darebbero una produzione superiore alla reale. Ma la prudenza non è mai troppa, e tanto meno qui, dove si è concordi nel voler lare le cose assoluiumente in regola. Ed ecco scaturire una commissione di valentuomini, una specie di commissione paritetica, con l'inoaxico di controllare i controllori. Essa gira e ispeziona nei due campi nemici, capita qua e là, all'improvviso. La compongono: il prof. Ferragutl in rappresentanza del Ministero, un rappresentante della Confederazione agricoltori di Roma, il conte Calciati, til cónte Barili e il sig. Bellini desi gnati di parte cremonese, il prof. Trentitì, il prof. Carnai-odi e il prof. Zapparoll indicati di parte bresciana, 11 dott. Panizzi per la Cassa di Risparmio di Milano che ha messo in palio una coppa del valor* di 23 mila lire, 11 prof. Torresini e il prof. Manvilli, che rappresentano ditte produttrici di conelmi. Brescia ha mandato in media tre controllori presso ogni azienda gareggiante avversaria. Sono dunque 15(1 uomini, pagati con circa 30 lire al giorno. Essi hanno cominciato ad entrare in funzione verso il 15 del corrente mese, e vi rimarranno fino alla ime'tà del mese prossimo, ed anche oltre: importano dunque una spesa più che notevole. Dall'ex-carabiniere allo spago Cremona si 6 acconienlaia, in media, di due uomini ogni azienda bresciana, ma ha fatto la scelta con criteri specialissimi», ogni coppia è formala da un agricoltore e da un ex-carabiniere. Questa dell'ox-carabiniere è stata, se si vuole, una trovala, ma in alcuni paesi bresciani non venne, sul principio, troppo bc-ne accolta. SapMva un po' troppo di poliziesco. Ecco spiegato il caso di quel controllore cremonese il quale fece sapere al suo miartier funerale come, nel paese in cui era stato mandato a esercitare le sjie fitn zioni, nessuno voleva dargli da mangiare e da dormire perche lo consideravano poco meno che una spia, e come si sia poi sistemato mercè 11 cortese e direno aiuto del suo controllato, cioè del suo nemico... Piccoli episodi, ma die dimostrano come nelle campagne la sfida sia vissuta con passione ancora maggiore. Del resto, ex-carabiniere o meno, ogni controllore l'affar suo d'i sorvegliante o poliziotto che dir si voglia dimostra di saperlo. Eccoli 11, quest fiduciari* ritti in mezzo al campo, al sole, a osservare come se non avessero mai vista mietitniwl Se si muovonouè per contare i covoni che vengono diatesi in lunghe file sul campo prima di èssere raggnippati a «crocetta». Eppure è per seguirò 1 covoni I quali 5Vql carro vengono portati al deposito, ohe è generaHmente la tettola sopraota»t> la stalla. Ma questi honedetii covoni vengono contati anche qui, njentte'sono scaricati, e. come secondo contwljo, saranno anoora contati mentre Wo alla volta passeranno nella bocca della trebbiatrice... E questo non basta ancora, per ! cremonesi, che sono ricorsi ad un altro corìlrollo. quello dello spago. Rs*! hanno fatto obbligo ni competitori bresciani di legare i covoni con speciale ppago colorato (due lire al chilogram pmo in più dello spago normale). Al l'atto della trebbi-intura il controllore cremonese raccoglierà tutti i legacci e li esaminerà per constatare che siano tutti ai quello spago. Di questa facoltà dello spago colorato i bresciani non si sono valsi. Assente ma presente Tutti e sempre al loro posto, dicevamo, questi controllori. Di notte l'uno sta sul campo mietuto, dormicchia all'aria libera, avendo almeno un occhio a fare la guardia ai covoni, che non aumentino; l'altro riposa accanto al mucchio dei covoni del deposito, e accanto altresì, quasi sempre, a quelle compatte cataste di fieno, che, in queste notti d'estate, tramandano un calore tal quale. Ma la consegna è consegna, e non si decampa. I.'allro giorno la commissione ispezionatrice credette di fare un'importante scoperta nel rilevare che un controllore cremonese era assente da una piccola azienda a lui affidata; e fece la sua denuncia al quartier generale cremonese. Ma questo seppe subito dire che il' controllore aveva compiuto il suo ufficio, contando tutti i covoni mietuti nella piccola azienda, e che era passato a prestar man forir al colleglli, In luogo ove c'era di lui maggior bisogno... In questa faccenda del controllo si direbbe che i cremonesi abbiano pò sta una cura, un'attenzione tutta por ticolare. Ecco un altro esempio. Ab biamo ieri parlato dei granic.oltori bresciani Lazzeri e Zanotti che rispet tivamente nel '27 e nel '28 vinsero il concorso indetto dalla Cassa di Ri sparrnio di Milano, il primo con 45 quintali di grano per èttaro, il secondo con 50, dando ai colleglli cremo nesi quel dispiacere che sappiamo Ebbene, essi sono stati oggetto di un trattamento tutt'affatto speciale nei riguardi del controllo. Cremona ha lo ro affibbiati come controllori dei ri vali, cioè degli agricoltori che erano scesi in lizza nei detti concorsi e che erano rimasti « scottati » dalla scon fitta: controHori, cioè, senza tenten namenti nè misericordia... In questi ultimi giorni il Lazzeri ebbe gravi danni dalla grandino e dovette ritirarsi dall'agone; ma lo Zanotti è ancora sotto io grinte dei suoi inesorabili angeli custodi... « Di qui non mi muovo » Con questo non si vuol dire che solamente i controllori cremonesi 6iano severi. Rassicuriamoci: anche i bre sciani non scherzano. Fu appunto ad un controllore bresciano che Oa com missione superiore tese una specie di tranello, cercando, con' un ben congegnato discorso, di allontanarlo dal suo luogo di vedetta. Ma l'altro, sai vo il rispetto dovuto all'autorità, tà glio corto, bruscamente: , — Di qui non mi muovo. Se hanno bisogno di me, ai loro ordini; ma qui, e non altrove. Perciò cremonesi e bresciani sono uguaOmente degni di lode. La severità del controllo è necessaria: è essa che dà serietà e attendibilità ai risultati della sfida.. E siccome tali risultati sono destinati ad avere un'eco in tutta Italia, a fornire ammaestramenti preziosi per il nostro avvenire granario, così questi arcigni controllori lavorano, in fondo, per il bene comune. E fa piacere, percorrendo e visitando i luoghi della battaglia, trovarli, come avvenne a noi, che viaggiavamo con parte, della oommlssione. lutti schierati al loro posto. Ma un'altra cosa fa piacere al nostro ouere di- italiani, durante la scorribanda sotjo il bel soje lombardo, in questa fertile pianura che pare tutta un giardino I Ed è il rilevare e l'ammirare gli opulenti grani. Belli quelli di Brescia e di Cremona; belli anche quelli phe non sono in gara. Si dimentica facilmente le due scuole e i due sistemi, per godere dello spettacolo. In Comune di Ghedi, nel Bresciano, i commissari in un campo dalle messi inverosimilmente spesse fanno un computo, alla fine del quale hanno queste cifre: 400-450 spighe al metro quadrato e per ogni spiga 30-35 granelle. Pure nel Bresciano un proprietario comunica, e il controllo conferma, di aver mietuto su tre ettari di terreno 9727 covoni del peso medio di Kg. 4,2. Queste cifre sono tali da far sperare in una produzione unitaria sui 45-50 quintali per ettaro. Certamente però non tutti i campi presentano così opimi raccolti. Le previsioni sol raccolto Va notato, anzi, che quest'anno la produzione non è Stata quella che si sperava. Le condizioni atmosferiche sono state avverse al raccolto del grano, con le ploggie autunnali che han no ostacolate le semine, con l'ecces sivo freddo invernale, con la Siccità primaverile, e poi ancora con l'improvviso caldo, accompagnato da sic cita che ancora perdura, il quale ha provocato la «stretta », cioè una maturazione affrettata delle granelle che, non sufficientemente nutrite, risulta no stremenzite. Nonostante queste condizioni avverse le previsioni che si fanno sono sui 33-35 quintali per ettaro per i terreni gareggianti, i quali sommano fra le due Provincie a oltre 1300 ettari. Minore naturalmente sarà la produzione media unitaria, ottenu ta corilplessivamente tanto nell'una che nell'altra provincia, ma tuttavia sempre alta e rispettabile, tale cioè da far apparire addirittura esigua la media di 12 quintali raggiunta globalmente su tutto il territorio granario italiano. • Questo significa che tanto da una parte come dall'altra gli agricoltori hanno fatto tutto il dover loro; il che, del resto, è norma costante in questi paesi dove l'agricoltura ha antica e insigne tradizione. Durante il nostro giro nella zona della battaglia granaria abbiamo chiesto a un vecchio agricoltore se avesse molto lavorato, ed egli ci disse di sì, di aver molto fa- Ouest'anno più del solito, eh ? Con maggior puntiglio — soggiungemmo. rio — rispose senza esitazione — conio sempre ; con lo stesso solito pun- 11 Renza saperlo egli si era resa la più bella c meritata lode sia come gareggiante, sia come agricoltore. Ubaldo Leva. cgqqsnctmgpctpcItdBmPpiddp