L'amore a servizio dell'interesse

L'amore a servizio dell'interesse L'amore a servizio dell'interesse (Commedia patetico-finanziaria a tre personaggi) . Il signor Giorgio Cuconato, dimorante con la famigiia in via Guastalla 11, quando, alcuni mesi addietro, ricevette un espresso, proveniente da Torino, di cui egli risultava il destinatario, fu ben lontano dall'immaginare quale potesse mai essere il contenuto dell'urgerne missiva. Aperse tranquillamente il plico: gli bastò però la lettura dei primi periodi a fargli corrugare la fronte mentre il suo viso assumeva alternativamente espressioni ora di stupore, ora di vivo disappunto. Lo scritto ,del quale figurava autrice una donna, ricordava al Cuconato come non si debba commettere la grave mancanza di privare per troppo tempo la propria amica, di notizie, soprattutto dimenticandosi degli appuntamenti fissati. Nella premessa si faceva pure cenno a relazioni intime esistenti tra la mittente e il Cuconato, divenuto alquanto freddo e teneramente di ciò lo si rimproverava. Una lettera... sentimentale Tuttavia il tono passionale della corrispondenza cedeva ben presto il passo a questioni più piratiche e scotanti. Colei che scriveva rammentava al Cuconato come fossero in prossimità di scadenza certe cambiali, per un ammontare di L. 70.000, al quale debito egli non era del tutto estraneo avenrto assicurato il suo intervento, pur risultando direttamente obbligata la donna, di fronte ai creditori in possesso dei titoli. Bisognava quindi decidersi, caro signor Cuconato, metter mano al portafoglio e pagare, altrimenti sarebbero successi grossi guai perchè la gentile epistola minacciava pericoli, scandali e rovine a bizzeffe « Qualora tu vuoi rimanere eon la pa ca coniugale ed esser fedele a tua moglie — così diceva testualmente l'espresso — a me non importa, poiché già prevedevo che tu non saresti stato l'uomo che facesse per me, poiché per la tua bassa statura ed iincom pietà ineleganza, io avrei fatto cattiva figura. «So entro giovedì non avrò le 7O.OOO lire, agirò con altri mezzi che ti rimarranno sbalorditivi, verrò nella tua abitazione e davanti al mondo e da vanti a tua moglie, griderò la tua vergogna. Allora spaccherò il muso anche a tua moglie, quel rinoceronte che non starebbe bene nemmeno in un serraglio di terza classe •. E l'epistola si chiudeva laconìcamerote, ma espres sivamente con un monito d'affetto: «Pensaci, rifletti e paga presto! •. Seg-iiivano alcuni puntimi in luogo della firma. latcrvicacgcmiadesiasrdgcdsbBsoabprpsa Fulmine a eie! sereno Il signor Cuconato si lasciò andare di colpo sopra una sedia sempre te nendo gli occhi sul pezzetto di carta giunto in quella luminosa mattina proprio come un fulmine a ciel sereno! Piano, piano, dopo la pri ma impressione di doloroso stupore incominciò a raccogliere le idee cercando d'individuare l'autrice della lettera minatoria. Lo misero sulla strada alcuni accenni, certi particolari, il nome di una signora ricordato nello scritto: quando ebbe raggiunta la probabilità di scoprire la donna che si celava dietro l'anonimo, il Cuconato si recò al Commissariato di P. S. in Van chiglia ove rammostrò la lettera ricevuta dichiarando di aver motivo di sospettare sul conto di tale Maria Clbrario in Pellegrino, d'anni 37, prò prietaria di un negozio di porcellane in via Po 11. Alla macchinazione non doveva però essere estraneo anche l'ex amante di costei, il negoziante Giuseppe Lo Papa, di Catania, d'anni 43. dimorante in via Tarino, 11. Nel suo esposto all'autorità il Cuco nato narrò come qualche anno fa, un conoscente gli avesse presentata la Ci brano, con cui egli strinse tosto una relazione di carattere puramente ami chevole. La moglie e l'amante La Cibrario, un'elegante e simpatica donnina, abbisognava di un notaio perchè era in prossimità di separare i suoi interessi privati e commerciali da quelli del Lo-Papa col quale aveva convissuto per una quindicina d'anni Il Cuconato le indicò il notaio Turbil cui infatti la Cibrario si rivolse per le operazioni di divisione dell'azienda e da quel tempo essa avrebbe incomin ciato a circuire il gentile amico, esercitando pressioni per essere aiutata promettendogli la sua imperitura ri conoscenza. 11 Cuconato, molto probabilmente capi le vere intenzioni della Cibrario e si dimostrò sordo ai richia mi di varjo genere. Giunsero allora alla rii lui moglie Maria Pozzo, lettere anonime, mentre il Cuconato stesso continuava ad essere sottoposto ad una misteriosa vigilanza da parte della Ci orario. Quest'ultima nega per contro di aver mai avuto relazione intima col Cuconato, tanto meno di avere scritta la famosa lettera. Riconosce l'esistenza di un debito di L. 70.000 verso i suoi creditori, ma contesta una qualsiasi ingerenza od obbligazione del dico nato al riguardo. La moglie di lui si recò nel 5110 negozio per farle una sce nata, colmandola d'ingiurie e qualifì candola amante del Giorgio Cuconato A sua volta il Lo Papa respinge e nemicamente l'accusa di aver stilato la lettera minatoria. Egli sostiene di aver sorpreso in via Riberi il Cuconato, una sera, durante un animato e compromettente colloquio colla Cibrario, in quel tempo ancora seco lui convivente. ., , Egli scacciò l'amica infedele e riferì il fatto alla moglie del Cuconato che chiese spiegazione al marito il quale accennò alla possibilità di un equivoco col fratello. La lettera che originò tanto scompi; glio è stata sottoposta a due periti calligrafi, le cui conclusioni sono diametralmente opposte. Infatti mentre il prof. Lino Ravagnan non esita act affermare che lo scritto è di pugno del Lo Papa, il prof. Gillo, Invece lo eSperdintanto il Lo Papa e la Cibrario sono stati rinviati a giudizio sotto la imputazione di tentata estorsione. l e Zuffa di giovinastri alle Basse di Stura Uno contro dieci Un grave fatto di sangue è avvenuto sere or sono in regione Basse di Stura, originato da una di quelle banali dispute che mettono l'un contro l'altro gli ubriachi. La zuffa si è conchiusa con il trasporto di un ferito all'ospedale e con l'arresto del feritore. La sera del 21 corrente, il muratore Umberto Ferro, di anni 29, abitante alle Basse di Stura n. 700, dopo avere passato in rassegna una serie di ospitali osterie, tornava allegro verso la sua abitazione, non immaginando quale brutta sorpresa lo attendeva a pochi passi di casa. La regione Basse di Stura, data la sua posizione in quasi aperta campagna, di sera, è deserta. Fu stupito perciò, il Ferro avvicinandosi alla casa di notare un gruppo di sei 0 sette giovanotti che pareva attendessero qualcuno, allo svolto di una stretta stradicciuola. Quelli, però, allorché si accorsero del sopraggiungere del Ferro, iniziarono volutamente una discussione, a voce alta, in modo da attrare l'attenzione del nuovo venuto Dovevano essere ubriachi, poiché le loro parole erano sconnesse e confuse. Il Ferro fu costretto a passare accanto al gruppo dei pseudo litiganti, 1 quali, appen.v lo videro a breve di stanza, incominciarono, per puro spi rito di prepotenza a insolentirlo. Egli rispose vivacemente, per nulla intimorito dall'atteggiamento dei suoi offensori, che ad un tratto lo circondarono minacciosi.. Avvenne, così, un vero e proprio match di boxe, senza guantoni e ring, ma primitivo e rude. Il Ferro, aitante e muscoloso, per quanto tormentao da una gragnuola di pugni, sostenne ccn audacia l'aspro assalto, parando colpi e nel contempo rispondendo alla pari. Logicamente, a lungo andare, la lotta si faceva impari e il muratore, dopo alcuni minuti, si trovò sopraffatto. Non disarmò, neppure allora, opponendo la più tenace difesa. Le grida e il rumore della tumultuosa partita aveva richiamato l'attenzione della moglie del Ferro, Rosa Marzano di anni 27, che, visto il proprio marito percosso senza misericordia, con gesto pieno di abnegazione, accorreva a prestargli mali forte. Ma " suo soccorso inviperiva maggiormente i giovinastri, parti dei quali tenevano a bada il Ferro, mentre gli altri si rivolgevano contro la Marzano, malmenandola sì da produrle contusioni varie giudicate guaribili in otto giorni. All'improvviso il muratore, riuscito a liberarsi dalla stretta degli avversari, rii corsa si portava in casa, afferrava un trincetto e ritornava sul luogo della zuffa. Un attimo e 11 Ferro si- avventava contro uno dei più hrulall percuotitori, l'operaio Pietro Gras sino rii Luigi, di anni 3ì. ria Riva Rossa, dimorante 1n via Valprato, 26, colpendolo con l'arma al costato sinistro. AllP grida di costui gli aggressori desistettero dalla lotta, porgendo aiuto al caduto, mentre il Ferro e la moglie, fuggivano in casa. Con una automobile 11 ferito fu trasportato all'Astanteria Martini, ove dopo le cure del caso, fu ricoverato con prognosi riservata. Fortunatamente egli è 1n via di guarigione. Dr-t fatto se n» interessava 11 cav. dottor Giudice, commissario rii P. S. della Madonna di Camnacrna. 11 anale provvedeva per 11 rintraccio del feritore ohe, appunto Ieri, è stato tratto in arresto In un cantiere ste«fidiMIE1Od««fM«nFvo—c—tpyIbmLT«nt—czpdhdzsItLtpn

Luoghi citati: Catania, Torino