Il ponte Mussolini sul fiume 0mbrone

Il ponte Mussolini sul fiume 0mbrone Il ponte Mussolini sul fiume 0mbrone solennemente inaugurato da 8. E. Turati IDuie discorsi del Segretario del Partito Grosseto, 24, mattino. Ieri mattitela è qui giunto il Segretario del Partito, S. E. Turati. Erano ad ossequiarlo alla stazione S. E. il Prefetto, gli on. Pierazzi e Aldi Mai, il Segretario Federale Vecchioni, il preside della Provincia, cav. Gaggioll, il podestà di Grosseto, Scaramucci, il console Amalfitano, comandante della 98.a Legione della Milizia, il colonnello Biancato, comandate del Distretto Militare, ed' altre personalità. S. E. Turati, accompagnato dalle autorità, si è diretto verso l'antico traghetto sul fiume Ombrone e, dopo aver raggiunto ad Alberto la nuova strada di raccordo della via Aurelia, è pervenuto al nuovo ponte Mussolini. 11 ponte che risolve il problema delle comu nicazioni stradali lungo la grande linea litoranea che da Roma si dirige verso l'alto Tirreno è di mole imponentissima: ha nove luci, è lungo 276 metri, largo 7,80. Il Segretario del Partito, che è stato saiutato da una impo nente ovazione dalle autorità e dalla folla Ivi convenuta, ha, tagliato il nastro tricolore all'imbocco del ponte, che ha poi percorso a piedi seguito dalle autorità. Una splendida rivista Terminata' la cerimonia inaugurale, S. E. il Segretario del Partito è montato, a cavallo e,,in mezzo ad un folto stuolo di cavalieri, ha passato in rassegna, tra continui applausi ed «alala» la Legione maremmana della Milizia, i Fasci, le Sezioni Combattenti e le Associazioni dei ventiquattro Comuni della Provincia, allineati su due fronti, lungo cinque chilometri di strada maestra. La cavalcata ha fatto quindi 11 suo ingresso a Grosseto accolta da una entusiastica dimostrazione della popolazione. Giunto a Palazzo Littorio il Segretario del Partito, accompagnato dall'on. Pierazzi, dal Segretario Federale e dai membri del Direttorio provinciale, ha visitato i locali della Federazione e della Tipografia fascista, esprimendo il suo vivo compiacimento per le grandi opere compiute dal fascismo maremmano. S. E. Turati ha poscia inaugurato la lapide che ricorda i caduti fascisti di Maremma e la lapide commemorativa del Plebiscito nazionale. Ricevuto dal conte Cartolari, vice-presidente della Federazione nazionale dei Sindacati agricoltori e dall'on. Aldo Mai, presidente della Federazione degli agricoltori. S. E. Turati è passato poi .nell'attiguo Palazzo delle Corporazioni, per la cerimonia inaugurale del palazzo stesso. Egli ha visitato i locali delle varie organizzazioni sindacali Ivi Istallate, ed ha avuto parole di alto encomio per la bene ideata e realizzata unificazione dei vari organi sindacali. Tornato a Palazzo Littorio dal portico centrale ha assistito allo sfllamento di tutte le forze fasciste della provincia, adunate a Grosseto per la circostanza. L'imponente rassegna cui hanno partecipato varie migliaia di persone, centinaia di bandiere e trenta mu- iSichi. è durata oltre un'ora.. I forti ran o ghi dei fascisti maremmani hanno sfilato con magnifico portamento acclamando al Duce, al Segretario del Partito ed a:l Fascismo. Alla fine della grandiosa rassegna ha avuto luogo al Palazzo della Provincia un ricevimento in onore del Segretario del Partito. Intanto la sottostante piazza Vittorio Emanuele si gremiva di fascisti e lavoratori, giunti dai niù lontani paesi della provincia, per portare al rappresentante del Duce l'espressione della loro devozione. S. E. Turati, chiamato a gran voce dal popolo fascista, si è presentato al balcone, ed ha pronunciato un discorso che, interrotto sovente da applausi, è stato alla fine salutato da una ovazione prolungata. La parola di Turati S. E. Turati ha detto: « Camerati della Maremma, 't Ogni domenica il popolo italiane si aduna nelle piazze per ripetere la sua promessa di devozione, l'espressio ne del suo ardore, il grido della sua fede: bandiere al vento, cuori accesi, volontà tesa verso l'avvenire. « Ma queste adunate possono e non possono avere un significato veramente profondo, possono e non possono concludere un bilancio di opere, pos sono e non possono aprire una nuova via per il domani. E' perciò che dietro le bandiere, io cerco l cuori, dietro l cortei le opere, dietro i canti un'espressione chiara e precisa di volontà. Ebbene, camerati della Maremma, lasciate che io vi dica che la vostra adunata ha valore, non perchè siete qui raccolti dinanzi a me, modesto rappresentante del Duce (applausi, grida di «Viva Mussolini!», poderosi alala), ma perchè in questa adunata è la consacrazione di un'opera di alto pregio Italico, romano e fascista. o 71 ponte che stamane abbiamo fiperto al traffico riafferma, di fronte a noi stessi, di fronte al mondo, di fronte a tutto un passato, e soprattutto di fronte all'avvenire, che, dopo secoli, osi abblema canuta ricostruir*, (a m a congiunzione di una grande arteria della vita e del traffico nazionale; abbiamo ricostruito quello che Roma a. veva compiuto e che l'oscurità, le lotte intestine, le debolezze e le viltà dell'Italia di ieri avevano distrutto. « Per questo noi siamo vivi.e viviamo, per questo noi andiamo cantando Incontro all'avvenire, perchè, suì>erat.e le beghe e soffocato il dissidio, abbia mo riafferrato gli attrezzi del lavoro e, mentre per tutto il mondo si ciancia, si discute, e si dissente, noi ci accontentiamo di essere modesti artieri, affaticati ma sereni, « Tra le infinite attività dell'uomo, tutte di valore e tutte sante, noi abbiamo scelta questa della fatica quotidiana, dura e paziente. Popolo dai mille carni, dal mille volti, dalle mille bandiere, vogliamo.essere un popolo di pazienti ricostruttori, senza più canti, più grida, ma con una fredda, tenace, disperala volontà italica e fascista (applausi). La easa del divenire « Camerati della Maremma, qualcosa d'altro abbiamo oggi inaugurato, che ha pure un suo profondo significalo. Nel cuore della città il fascismo di Maremma, cui l'amico e camerata fratèrno Pierazzi ha dato e dà non solo ardore di fede, ma sensibilità e comprensione delle sue funzioni di eccitatore,- di incitatore, di dirigente, ha inaugurato una casa che segna, che esprime la nostra passione di oggi, la Casa del Fascio che si collega alla Casa dei Sindacati; non di uno ma di tutti i sindacati, di tutte le espressioni del lavoro, del capitale, della tecnica e della mano d'opera. « Il grosso problema che travaglia lutti l popoli noi vogliamo definitivamente risolvere, non solo chiudendo entro le stesse pareti le espressioni diverse della vita quotidiana del Paese, ma pretendendo che tutte aveste forze non siano eccentriche, dissolventi, ma forze componenti delta slessa armonia economica del Paese. Per questo la casa è santa, veramente, perchè dal sangue dei camerati ha tratto ragione di unità, di cemento e di potenza, perchè, finalmente, dopo anni, dopo secoli, questa vecchia italia stanca, sfiduciata e scenica si ritrova e costruisce la casa del suo divenire, pietra su pietra, con dolore e con amore, con volontà e con fede, con speranza e con tormento. La luce della nuova civiltà « E dalla sua terra tormentata nella fatica del produrre, dalle sue miniere, dalle sue officine, dal suo mare solcato con nuovo cuore e nuovo ardore e con infinita potenza, dalle sue stesse case che sembrano fremere, dalle vecchie case che acquistano vita, armonia, luce e colore, dalle nuove case che sono espressione dì potenza, arida al cielo, grida a Dio, a Dio dell'Italia: Fa che tisi possiamo continuare nel nostro cammino, fa die armati del nostri attrezzi e delle nostre armi, noi possiamo riprendere le vie di Roma, di cui ricostruimmo i ponti per andare per le strade del mondo a riportare, dietro il Ducei la luce della nuova civiltà », (applausi). S. E. Turati è stato poi costretto ad affacciarsi più volte al balcone per rispondere alle continue aclamazioni della folla. La fervida mattinata fascista si è chiusa con la riunione, nel salone delle bandiere, del dirigenti fascisti della provincia. L'on. Pierazzi ha presentato al Segretario del Partito i camerati, ricordando il grande lavoro compiuto in otto anni di Segretariato Federale, in collaborazione silenziosa e tenace con i dirigenti stessi. Ha con eluso esprimendo la gratitudine del fascisti di Maremma per l'intervento di S. E. Turati ad una cerimonia che segna l'inizio della rinascita di una nobile terra, abbandonata da secoli, che tutto deve e dovrà all'amore paterno del Duce. Il Segretario'del Partito ha stretto con effusione la mano dell'oc. Pierazzo e poi ha parlato ai dirigenti fascisti, salutato da una calorosa salve di applausi. Egli rivòlge innanzitutto una lode al camerati dirigenti della Maremma per l'opera ohe essi hanno realizzato, e 11 incita a tenere vivo l'orgoglio di ciò che hanno compiuto, soprattutto per ammaestrare i giovani i quali, crescendo in una magnifica atmosfera di ardore,- devono ben comprendere che cosa sia la Rivoluzione Fascista. Lo spirito rivoluzionarlo « Coloro che hanno vissuto l'epopea della Rivoluzione — dice S. E. Turati — hanno il compito di non far morir lo spirito rivoluzionario il quale è una cosa fondamentale. Al vecchi fascisti può capitare d'incontrarsi cioè negli eroi della sesta e della undecima giornata, in coloro che la Rivoluzione non hanno fatto quando era tempo che vorrebberlo farla oggi: lo spirito rivoluzionario del fascismo non può e non deve essere deformate. Noi non vogliamo dar vita ad una associazione Ira reduci, ma vogliamo, mantener^ it. bicmpflldslnacrStudSsprFlsallfn r 1 ò r i e a i r a i i e o o ò n e . bero questo spirito, che è'un elemento indispensabile della traformazione S. E. Turati rileva poi la necessità che tutti gli italiani di oggi siano animati da una passione vi,va e profonda, per sopportare con forte animo i sacrifizi. Il Segretario del Partito ricorda l'atteggiamento di alcuni elementi delle classi dirigenti durante la battaglia della lira, rilevando come si manifestasse allora una specie di Quartarella finanziaria. Questi gementi volevano anteporre i loro interessi egoistici agli interessi dell'Intera Nazione. E ciò perchè essi non avevano una chiara concezione del loro dovere. « Ecco perchè io insisto — 'aggiunge S. E. Turati — sulla necessità assoluta, imprescindibile di dare al giovani un'educazione e un sentimento capaci di farli continuatori dell'idea fascista Si può discutere di tutto, ma sulle questioni fondamentali, sulle direttive principali, sulle colonne, in una parola, dell'edificio che la Rivoluzione Fascista ha costruito: non si deve mollare nemmeno di un millimetro. « La salvezza di un popolo può essere fatta di sofferenze che durano anni; bisogna essere* tenaci perchè noi lavoriamo non per il presente, ma per l'avvenire, non per noi ma per i nostri figli. Soprattutto occorre lottare per la nostra salvezza economica e, in economia, non ,vl sono parole magiche che servono.' La soluzione del problema non può determinarsi che nell'equilibrio e nell'armonia: Ed è questo equilibrio e questa armonia che noi dobbiamo raggiungere. tclunpndtundqrde_pnCdpsdpsficlsppmUnità spirituale e unità economica « La Rivoluzione Fascista va realizzando ciò che non era mal stato realizzato; l'unità spirituale degli italiani. Risognerà' anche realizzare Vunità economica. L'economia italiana è ancora a compartimenti stagni, è frazionata, divisa. Vi. sono forze talvolta antitetiche e talvolta disintegratrici. Gli esponenti delle varie forze economiche non hanno ancora raggiunto uno stato di perfezione fascista. Vi sono industriali, commercianti, agricoltori, operai che sentono più questa loro qualità che non la qualità di fascisti. Orbene, bisogna essere prima fascisti, solamente fascisti, e poi industriali, agricoltori, commercianti. « Questo è ciò che voi dovete fare intendere; questo è ciò che voi dovete spiegare a tutti, e principalmente ai giovani, per conservare intatto lo spirito della nostra rivoluzione. Non si possono e non si debbono ascoltare tutti coloro che pretendono di sapere indicare le vie per la salvezza dell'Italia. Per la fortuna degli italiani queste vie le segna, le indica e le precisa Benito Mussolini (applausi). Gli altri non debbono -che mettersi su questa strada e camminare,. La cosa non è difficile e non c'è del resto altro da fare. Chi si sente stanco, si pari da parte, si metta- sul bordo della strada e lasci che gli altri camminino. Perchè se qualcuno si ferma, non si può pretendere che tutti si arrestino. Ogni battaglia ha i sthi caduti e anche quella per la salvezza economica della nostra Patria ne avrà. Seppelliremo i caduti con tutti gli onori, e il grosso dell'esercito proseguirà nella sua marcia, perchè non c'è tempo da perdere: a Tutto il mondo — prosegue S. E. Turaitd — segue attentamente gli avvenimenti che si svolgono -in Italia. Molti considerano U nostro avvenimento come un pugno nell'occhio, come qualcosa di nuovo che viene a turbare una situazione di tranquilla digestione. Non postiamo preoccuparcene: Purtroppo la vecchia favola delle Nazioni assise ad uria mensa, della quale alla nostra Patria non toccavano che le briciole, ha risposto in passato alla realtà. Ora non più, o almeno non interamente. La povera Italia di un tempo domandava se c'era po sto a quella mensa: l'Italia fascista si asside con gli altri e difende l suol diritti >. L'oratore conalude col dire che se un giorno tale diritto venisse contestato, il popolo fascista saprebbe difenderlo. La chiusa del discorso del Segretario dal Partito suscita una interminabile ovazione, s. E. Turate è intervenuto infine ad una colazione offerta da S. E. ii Prefetto ed alle ore 14 è partito in automobile alla volta di Arezzo. +*+ Gli uffici del Senato Roma, 24 mattino, Si 6ono riuniti gli Uffici del Senato, i quali hanno esaminato numerosi di segni di legge, nominando per ciascuno 1 proprii commissari. Tra i disegni di legge esaminati wono quello concernente la concessione di alloggio ai maestri elementari; provvedimenti a favore delle località terremotate: proroga dei provvedimenti por la introduzione del frumento; tutela delle operaie e delle impiegate durante la gravidanza. e \& puerperitài