La requisitoria e le richieste del P. M. per il dissesto della Banca Andreis

La requisitoria e le richieste del P. M. per il dissesto della Banca Andreis La requisitoria e le richieste del P. M. per il dissesto della Banca Andreis (Tribunale Penale di Torino) L'aula era gremita ieri -per la ripresa del processo Andreis: stipata la tribuna pubblica e occupali tulli gli spazi dell'aula da una folla di avvocati; richiamati dall'annuncio che il valoroso rappresentante del P. M., il Procuratore del Re aggiunto comm. Giuseppe De Majo, avrebbe pronunciato la sua requisitoria. « C'era una volta... » Tra la deferente attenzione di tutti, il comm. De Majo prende a parlare tostochè il presidente dichiara aperta l'udienza. Con oratoria lucida e persuasiva, e attraverso un tessuto di argomentazioni esposte nella forma più impeccabile ed efficace, il rappresentante dell'accusa ripercorre la vicenda del disgraziato istituto bancario, offrendo il quadro generale delle conseguenze recate dal colossale dissesto e soffermandosi a considerare ed a fissare le responsabilità dei singoli imputati. Dopo aver porto un saluto al Tribunale ed al collegio dei difensori e dopo aver espresso il compiacimento comune nel vederi l'avv. Bardanzellu ritornato alle battaglie forensi, l'oratore con tono sottilmente ma amaramente ironico, soggiunge : « C'era una volta... ». Sì, proprio come una fiaba. La vicenda della banca Andreis richiama alla mente le fiabe che ci venivano raccontate nella nostra tenera infanzia. In quelle nab-! c'era infatti la giustizia conculcata; poi veniva un intervento magico e l'epilogo non mancava dì essere lieto perchè le vittime, dopo di aver pianto e dopo di aver sofferto, tornavano felici Ma purtroppo questa volta la fiaba è molto triste poiché nessuno renderà mai felici e contenti coloro che nella banca Andreis hanno deposto il frutto di molte, lunghe e pazienti fatiche. — Costoro — prosegue l'oratore — sono in gran parte dei poveri contadini: nei nostri tempi è usuale la frase molto frequentemente ripetuta che i contadini hanno il portafoglio gonfio, Ma 1 poveri contadini delle nostre campagne sono siati molto disgraziati perchè — lo so ppr esperienza — hanno incontrato nella loro via molte banche Andreis... Ma in sostanza, anche se l'epilogo è assai più triste di quello della nostra fiaba della nostra prima etft, la storia della banca Anrlrpis ci richiama molto a quella fiaba. C'era una piccola banca, di tipo, di struttura fa miliare : amministrata saviamente da poca e brava gente. Coloro che la ge stivano si accontentavano di svolgere onesti e limitati commerci e di ricavare modici guadagni. La tradizione della banca Andreis era ottima: la riputazione che essa era venuta conquistando illimitata, il credito vastissimo, la fama straordinaria. E la banca Andreis andò avanti su questi regoli fino al 1913; da quell'epoca in poi, i criteri che presiedevano alla gestione dell'istituto si capovolsero. Attraverso la rievocazione di numerosi episodi, il P. M. afferma che il trapasso dall'onesta e retta amministrazione di un tempo a quella rovinosa e speculatrice che condusse al dissesto dell'istituto, avvenne per opera di Gian Luigi Andreis e dei suol complici. E qui l'oratore si sofferma a considerare la figura e l'attività del protagonista di questo colossale crak bancario. Gian Luigi Andreis ha la pretesa dì essere un banchiere. Ma in effetto la sua abilità e le sue capacità consistevano solo nel violare spnvaldamente le barriere del Codice Penale. Per lui non puft essere invocata alcuna attenuante. La sua responsabilità è intera, assoluta. Gli stessi periti han negato che Gian LulRi possa essere ritenuto comunque, parzialmente responsabile. Egli 6 un uomo che non ha scrupoli e manca di sentimenti morali 1 «Un documento mostruoso» Al dibattimento ha cercato dì presentarsi sotto l'aspetto del buon uomo, nngendoì-di apparire sincero. Ma egli ha taciuto quando avrebbe dovuto parlare ed ha parlato quando avrebbe dovuto tacere. Le sue responsabilità sussistono integralmente, in rapporto a tutti 1 capi di imputazione che gli furono elevati. E tali gravi responsabilità sì spiegano soltanto con la completa adesione eh? la sua mentalità aveva per il delitto: per Gian Luigi il delitto rappresenta un'abitudine fatta e sicura, per cui egli falsifica le firme sulle cambiali anche dinanzi a persone che vedono ed osservano. Ned crollo GiaTi Luigi Andreis hà coinvolto parenti, amici ed i vecchi zìi. Ma dove sono andati a finire 1 trenta milioni che rappresentano l'impressionante sbilancio di questo dissesto? E' questo, secondo l'oratore, uno dei tanti, ma certo il maggiore, punti oscuri della causa. E proseguendo nella coloritura della figura del princl pale imputato, li comm. De Majo di ce che è' in atti un documento ino struoso, il quale basta da solo a caratterizzare la p&rsonaiUà di Gian Luigi Andreis. E' il lestamente che egli redasse prima di fuggire. Leggendo quel che Gian Luigi Andreis scrisse in quell'occasione, anche il cuor meno tenero ne soffre; l'animo di chiunque si riempie d'indignazione. L'Andreis ha osato scrivere: « Scrivo questo perchè sia vergogna dì chi mi ha dato la vita e torni ad orrore di chi ho sposato. — Ma durante la vostra detenzione — esclama l'oratore rivolgendosi a Gian Luigi Andreis con un tono di alta e commossa umanità che suscita infine manifestazioni di consenso nelIL'udiktorio — soltanto la madre, la donna che voi avete maledetto ed alla quale non avete mai chiesto perdono, è stata la vera, la sola vostra consolatrice I Passando a parlare di Angelo Andreis, il comm. De Majo afferma che la sua figura è ambigua e strana. I tosti die sono venuti a deporre per lui risentono della stessa dubbiezza della sua figura. Taluni affermano che Angelo Andreis era l'affer eyo di Gian Luigi, altri sostengono che egli era un semplice impiegato della bah ca. Ma in effetto è da ritenere che Angelo conoscesse quanto si svolgeva nell'ambito dell'azienda dì cui era procuratore, se timi proprio un correo ili Gian Luigi, in mila In serie di operazioni deilittuo.se che coronarono per cosi dire il crollo della bau cu. Angelo Andreis rie fu il complice Tanto più questo va affermalo in rap* porto alla falsificazione degli effetti cambiari. Analizzando il fenomeno delle lialsiflcazioni cambiarie, che alla banca Andreis assunse aspetti e proporzioni sbalorditive, il P. M. afferma die la banca era diventala negli ultimi anni, una « fabbrica a vapore » di cambiali false. Ma il fenomeno non era segreto per alcuno. Gian Luigi non lo celava, Angelo ne era partecipe e perciò la responsabilità di costui in tatle reato deve essere affermata. Le colpe degli impiegati Prendendo in esame la posizione singola degli altri imputati, che erano quasi tutti impiegati della banca, il comm. De Majo dichiara di dovere dissentire dalle Parti Civili nella valutazione che è stata fatta della responsabilità degli impiegati. Senza dubbio gii impiegati non potevano opporsi agli crai ni che erano loro impartiti. Essi non etrano che ruote di grandi macchinari che giravano nel senso in cui venivano fatti azionare. Ma per questo appunto e maggiormente grave ia colpa di Gian Luigi. Egli è stato anche un corruttore di giovani. Assunse nella banca giovani inesperti e li iniziò al delitto, rendendoli partecipi — seppure talvolta inconsapevoli — delle sue malefatte e delle sue frodi. Sugli altri grandeg già, dal punto di vista della responsabilità, la figura di Luigi Bosio, que sto poeta moderno — esclama con sarcasmo il P.« M. — questo poeta che guadagnava 70 mila lire all'annoi Ma ['euritmia egli applicava solo alla poesia: per le cifre nou conosceva leggi, regole di sorta. Esaminando l'alitai vita degli altri imputati, il comin. De Majo osserva che senza dubbio il Verzotti fu spinto a speculare in borsa dal Bosio e dal Cima. Per taluni dei reati loro ascrìtti la responsabilità è manifesta. Restano infine i due vecchi soci accomandatari deiWa banca: Giuseppe e Pietro Andreas, coloro che ressero la banca sino all'entrata di Gian Luigi. Essi so no incolpati di bancarotta semplice. — E' doloroso — dice il P. M. — ma anche per essi il Tribunale dovrà emanare una sentenza in cui affermi la responsabilità. — E dopo avere ampia mente lumeggiato le sue affermazioni e le sue conclusioni, il comm. De Majo conclude : » Vi sono trenta milioni sfu mati. Si è avuta nella Banca Andreis una catena ininterrotta di delitti, du rata per più di nove anni. E' srata violala la fiducia, sono slati ingannati gli amici, i parenti. Signori giudici, dovete punire con severità perchè la punizione dev'essere un esempio. Oggi, su 100 fallimenti, 99 sono fraudolenti; constatazione dolorosa questa, ma che ci rivela come oggi non 6i agisca più onestamente: Dio unico è l'oro. Nell'opera di Gian Luigi Andreis vediamo co me vi sia una corsa sfrenata e rovinosa verso il delitto: nella sua attività si riscontrano tutte le ipotesi frodolente fallimentari. Quest'uomo, che con tanta pervicacia ha rovinato diecine, centinaia di famiglie, dev'essere punito. Parete opera santa irrogando una pena severa. Le richieste Ed il rappresentante formula queste richieste: Gian Luigi Andreis: 18 anni di reclusione, 4800 lire di multa e 2 anni di vigilanza della P. S.; Angelo Andreis: 5 anni e 3 mesi di reclusione per concorso in falsi cambiari e distruzione di attivo, assoluzione per non prò vata reità dall'accusa di correità nel-i l'appropriazione dei titoli; Dosio: 2 an- Kni e 6 mesi di rpclnisionfl nw annrn- *tensori ni e 6 mesi di reclusione per appropriazione indebita; assolutoria per non provata reità dall'accusa di concorso nell'appropriazione dei titoli; Cornaglia: 4 anni e 2 mesi di reclusione; Verzetti ; 10 mesi e mezzo di reclusione per truffa, assolutoria per inesistenza di reato dall'accusa di falso; Bosso e Cima: 7 mesi di reclusione per correità In truffa; Giuseppe e Pietro Andreis : anno di detenzione per bancarotta semplice, con il beneficio della condizionale trattandosi di persona di età superiore agli anni 70. Il comm. De Majo che ha parlato quasi per l'Intera giornata, brillantemente, efficacemente, lumeggiando 1 fatti con criteri di realistica umanità e svolgendo le questioni di diritto con alta dottrina, è vivamente complimentato. Le ragioni di Darlo Dentea Nell'interesse di Dario Dentes, costituitosi Parte Civile contro Gian Luigi ed Angelo Andreis per la falsificazione di effetti cambiari, ha parlato l'avvocato gr. uff. Carlo Barberis-Migllarini, il quale ha presentato e lumeggiato le proprie conclusioni tendenti ad ottenere la condanna dei due Imputati per il reato di falso in cambiali. Nel trattaie l'episodio della causa che ha consentito la costituzione di P. C: del suo cliente, prende lo spunto da quanto ebbe a dire a] dibattimento Angelo Andreis e dalle osservazioni fatte dal curatore e dal difensore dell'Angelo nonché dalle considerazioni fatte poco prima dal P M. per dimostrare che quanto si volle sostenere contro il Dentes è destituito di ogni credibilità. A tal fine egli Invoca la ricca documentario ne, già presentata in atti prima della sentenza del giudice istruttore. — Non cerio — sostiene l'avv. Barberls — complicità nell'affondamento de.' famoso vapore che portava le coperte, in quanto è certo che il Dentes stesso seppe solo all'ultimo momento su che vapore queste dovevano essere caricate essendosi In precedenza fissato un altro piroscafo. Non convenienza nel far perdere le coperte perchè le medesime, pagate 40 lire l'una, erano state vendute ad una grande ditta di Costantinopoli per 80 lire. L'oratore dimostra poi come il Dentes avendo in tutta Europa grandissime relazioni, abbia potuto giovare alla Banca Andreis nelle varie missioni avute 6enza ricorrere a reati dì sorta. Venendo all'incontro avvenuto a Marsiglia fra il Dentes, l'Angelo Andreis e il Bianco dimostra che questo era necessario all'Angelo Andreis perchè 11 nentes aveva in mano la confessione scritta delle falsità fatte di comune accordo fra i due cugini. Dimostra infine che il Dentes tanto poco aveva da nascondere del suo operato, che denunciò ogni cosa al Commissariato della Polizia francese. Per qur-slc ragioni l'avv. Barberls conclude perchè da un lato si ricòno- tea la correttezza dell'operato del D6n- ►•s e dall'altro s'accolgano le conclu- spioni di condanna degli Andreis Oggi seguiranno le arringhe del di¬

Luoghi citati: Costantinopoli, Europa, Marsiglia, Torino