La prima arringa di Parte Civile

La prima arringa di Parte Civile Il dissesto della Banca Andreis La prima arringa di Parte Civile (Tribunale Penale di Torino) La discussione ha avuto inizio ieri con la prima arringa di Parte Civile. Nell'interesse della massa l'allimentaT«« costituitasi Parte Civile a mezzo del curatore dott. Tiboldo, ha parlato l4vv. cornili. Maurizio Roccarino Con oratoria vigorosa ed efficace, il patrono di P. C. per il fallimento ha fatto una minuta disamina delle vicende Che portarono al crollo della banca Andreis, mettendo in risalto le responsabilità dei singoli imputati. Esordendo, l'avv. Roccarino rivolge va saluto al collegio ed al P. M. Un particolare, affettuoso saluto rivolge «Blindi all'avv. Bardanzellu, che ristabilitosi dopo la dolorosa disgrazia toccatagli, ha ripreso ora la sua attività • si trova presente, al banco della Ditesa, quale patrono dell'imputato Cornagiia. Intraprendendo la trattazione dalla causa, l'oratore premette che non prenderà conclusioni contro Giuseppe e Pietro Andreis, i due ottuage- Sari soci accomandatari della Banca, . k Otti presenza sul banco degli impuSau è stata motivo di pena per tutti. «EMI — dice l'avv. Roccarino — rap- Srasentano il passato onesto e serio ella Banca, e senza dubbio è grave, gravissima colpa vostra, o Gian Luigi Andreis, l'avere insozzato quelle venerande canizie ». JL/oratore ricorda come nell'archivio del disgraziato istituto bancario su trovata la scritta : « Qui si conservano le memorie di onesto lavoro della casa Andreis dal 1775... » Ma le oneste tradizioni della casa Andreis non sono sopravissute che in Giuseppe e Pietro Andreis. I loro successori hanno interrotto disinvoltamente quelle tradutioni. e si sono dati a sperperare il patrimonio dei loro avi e della clientela, travolgendo infine nel crollo anche coloro alla cui condotta integra ed onesta dovevano invece ispirarsi. L'avv. Roccarino tratteggia quindi la figura di Gian Luigi Andreis, quale è apparsa attraverso le deposizioni dei testi e le risultanze d'istruttoria, che misero in luce mille episodi lutti altamente significativi. Superbo, d'una supersla che rasentava l'insolenza talvolta, egli ha dato manifestamente la Prova della sua inettitudine ad amministrare l'azienda. Ma la sua inattitudine Si accompagnava alla malafede, ali intento ed al proposito doloso. Basterebbe a provarlo l'operazione da lui voluta ed effettuata deil'assorbimenSo di una azienda bacata e dissestata quale era la ditta Bianco De Cosimi e C. Senonchè si hanno altri elementi per provare che la condotta di G. L. Andreis era guidata dalla malafede e dal dolo. Mentre 1 due vecchi soci accomandatari possedevano ancora alla data del dissesto stabili e proprietà, Gian Luigi si era disfatto di tutto. Egli non lasciò per 1 creditori che un piccolo appezzamento di terreno del valore di 2000 lire. E" chiaro anche che G. L. Andreis pre parò la sua fuga. Egli ha contestato ciò, ma non si parte per Milano — osserva l'oratore — portando in tasca il passaporto per l'estero. L'avv. Roccarino chiama ridicolo il tentativo fatto per propugnare una diminuita imputabilità dell'accusato colla presentazione del certificato medico da cui apparirebbe che egli è infermo. Il certificato medico attesta che G. L. Andreis ha soffèrto di artrite. Orbene la capacità volitiva non ha alcun nesso con i fenomeni artritici. L'imputato è psichicamente normale. Passando a parlare di Angelo Andreis, l'oratore si chiede: Angelo era il succube di Gian Luigi? E il patrono contesta- che questa tesi possa es- gre sostenuta. Angelo fu sempre al meo di G. Luigi, in ogni tempo, anche quando la banca svolgeva le operazioni più rovinose. Alla vigilia dei dissesto, il 23 aprile. Angelo firmò i mandati per prelevare i denari dalle casse delle succursali. Egli era munito di una procura: una procura ampia, che gli permetteva di effettuare le operazioni più disparate, di eseguire le annotazioni sui libri e di svolgere il normale servizio di banca. Orbene, anche per Angelo Andreis, il normale servizio di banca era quello di spogliare la clientela. 11 processo ha rivelato tra i sistemi difensivi defili imputati quedlo che consiste nel palleggiarsi le responsabilità. Ma colla sua stessa difesa, Angelo dimostra Che è un'illusione per lui contar di respingere o di negare la parte preponderante che aveva nella gestione della banca. Quanto agli imputati minori, l'oratore soggiunge che il Bosio è la figure, più sinistra del processo. Egli tra di I principali, tradì coloro che ave vano in lui la maggiore fiducia. Que sto serpentello velenoso, che al dibattimento si è data un'aria trasogiiHta, deve essere colpito senza pietà come la sua condotta detestabile me rita. Esaminando infine l'attività svolta dagli altri imputati, Comaglia (il corriere latitante), Yerzetti, ecc., l'oratore dimostra che le accuse formulate contro dt loro sussistono e devono portare ad adeguine sanzioni. e 1 avv. Roccarino conclude : « In qn sto processo, signori giudici, side chiamati a svolgere un'opera di alta uncecrLfiiistizia. Quando un Paes» perde "la fiducia nel proprio commèrcio per-Ó3 la propria forza. Voi siete chiamati c-uindi ad un'opera eminentemente Patriottica: ristabilire la fede nel nostro commercio. L'avv. Roccarino, che hai parlato per tutta l'udienza antimeridiana ed ha ultimato la sua eloquente arringa solo nel pomeriggio, riceve molte congratulazioni. A venerdì il seguito della discussione.

Luoghi citati: Milano, Torino