MacDonald smentisce le sue affermazioni sulle minoranze

MacDonald smentisce le sue affermazioni sulle minoranze MacDonald smentisce le sue affermazioni sulle minoranze Nessun passo italiano a Londra - Aspri commenti e vivissime preoccupazioni in Francia: si chiede la solidarietà dell'Italia e o e . à a e o a r ; i e i Parigi, 17 notte. Il Sunday Times pubblicava ieri un articolo di MacDonald sulla questione delle minoranze in cui il Primo Ministro inglese diceva fra l'altro: * « La caduta completa di un Governo democratico.in Jugoslavia e la instaurazione ai suo posto di una dittatura, è l'ultimo avvertimento che l'Europa riceve. Se 11 problema delle minoranze non sarà regolato in uno spirito di mutuo rispetto e di concessioni reciproche, si produrranno gravi turbamenti. L'Italia persegue la stessa politica dei serbi. Essi possono comportarsi cosi per il momento, ma solo per il momento, senza turbare l'Europa. Il trattato di pace concede grandi masse tedesche e slave all'Italia, la quale cerca con tutti i mezzi repressivi in suo potere di italianizzare queste popolazioni ». L'articolo seguita a passare in rivista le popolazioni minoritarie includendo l'Alsazia e la Lorena nel novero dei problemi da esaminare. Per risolvere il problema delle minoranze MacDonald propone alcune revisioni da apportare ai Trattati di pace, chiedendo perciò che vengano [scartate le difficoltà tecniche contro le quali vanno ad urtare le petizioni minoritarie. Il Premier reclama che gli Stati accusati dalle loro minoranze siano costretti a difendersi pubblicamente a Ginevra. Questo articolo del Primo Ministro britannico, nonostante le scuse fornite in proposito per il tramite del Daily New* e della Presse Asso ciation, ha suscitato a Parigi un'emozione profonda. Che il ritorno al potere di MacDonald dovesse avere per la Francia conseguenze poco liete, nessuno ne dubitava, ma che le intenzioni del Premier dovessero assumere fin dal primo momento un aspetto cosi azzardato e avventuroso, nessuno lo avrebbe mai creduto. La voce venuta, non sappiamo con quale fondamento, da Londra secondo cui la locale rappresentanza diplomatica dell'Italia avrebbe lasciato prevedere prossima una risposta di Palazzo Chigi, è stata immediatamente raccolta dai principali giornali e messa in evidenza con vivo senso di attesa. L'Echo de Paris domanda quando il Governo francese seguirà l'esempio di quello di Roma. Per il momento l'autorevolissimo Tcmps, preferendo non compromettersi troppo presto, si astiene dal parlare dell'argomento scottante, per occuparsi, invece, nel suo editoriale estero dell'incontro Dawes-Mac Donald, che gli permette di esprimersi sul conto del Premier britannico in termini più sereni di quanto non facciano gli altri grandi organi parigini. Ma il Journal des Débats e l'Edio de Paris, sempre più sinceri e espliciti nella manifestazione del loro pensiero, dicono a MacDonald il fatto suo senza complimenti. Il violento attacco di Partiti»* « MacDonald — scrive Pertinax sul secondo di questi giornali — si esprime come Stresemann non ha ancora osato esprimersi, come Stresemann si esprimerà il giorno in cui le guarnigioni renane non gli imporranno più nè saggezza, nè ritegno. Egli ha fatto echeggiare la voce della rivincita tedesca. Il linguaggio è del tutto degno dell'uomo che nel 19141918 lavorò senza tregua contro la sua Patria e contro gli Alleati della sua Patria. 11 fatto rimarrà. Non è un tedesco, bensì un socialista inglese, che per primo avrà parlato dell'Alsazia-Lorena. I Trattati di Locamo, di cui l'Inghilterra è garante, sono costruiti sul principio delle frontiere occidentali intangibili. Ecco come gli uomini della seconda Internazionale, installatisi a Downìng Street, comprendono i testi del 1925! « Utile, salutare avvertimento all'indirizzo di coloro che ci dirigono I Per tutta la sua politica europea, che sarebbe ozioso enumerare particolareggiatamente, perchè essa costituisce da dieci anni a questa parte il fondo di tutte le declamazioni anti-francesi, MacDonald otterrà l'appoggio degli Stati Uniti? Con ogni suo sforzo, egli lo sollecita. Il generale Dawes, nuovo Ambasciatore del signor Hoover, non sbarcò a Southampton che venerdì. Il mepiddttgvppcPrimo Ministro britannico ha subito i i a preparato un incontro con lui nelle 48 ore. 11 suo obbiettivo? Non abbiamo su tale riguardo il minimo dubbio: ottenere ima adesione di principio al programma che egli intende far. prevalere nella prossima Conferenza internazionale. Noi speriamo che il signor Hoover. se verrà sollecitato di prenderne pine, avrà la saggezza di astenersi. Anche quando facevano la guerra, gli Stati Uniti hanno sempre dichiarato la loro, -volontà di non lin¬ a i o n l mischiarsi profondamente negli affari europei, di formare una categoria a parte, e anzi è per questa ragione che intendono ricuperare i loro crediti indipendentemente da quanto ricevono dai loro debitori. Atteggiamento contestabile dal punto di vista dell'equità. Ma gli Stati Uniti non potrebbero certamente più rimanervi fedeli e smentirebbero se stessi, se nel dibattito che incomincia intervenissero in modo troppo aperto ». E Gauvain aggiunge dal canto suo : « Un Ministro, anche se è un Primo Ministro, non sa ogni cosa. Egli non è tenuto a conoscere tutte le questioni che si presentano mentre ha la responsabilità del Governo. Ma durante questo tempo, egli deve, nè parlare, nè scrivere che su cose che conosce. Ora, si rimano stupiti leggendo l'articolo pubblicato ieri nel Sunday Ti mes, sotto il titolo: Minaccia all'Eu ropa. « Se MacDonald ha davvero l'intenzione di sostenere a Ginevra, nel mese di settembre, la tesi esposta ieri nel Sunday Times, egli porterà alla pace il colpo più pericoloso.che questa abbia ricevuto dal 1919 in poiI ». « .11 monde Intere sari lanelete nelle avventure » Quindi il Gauvain esamina le spiegazioni date dal Daily News e rileva la loro scarsa verosimiglianza o per lo meno il loro scarso valore, soprattutto dato il precedente dell'articolo di Chamberlain del 14 giugno che costituisce il vero punto di partenza della mossa macdonaldiana. « Secondo un'informazione del « Daily News » l'articolo « Menace to Europe » sarebbe stato consegnato da MacDonald al « Sunday Times » nel febbraio scorso e quel giornale lo avrebbe pubblicato ieri allo scopo di mettere il Primo Ministro nell'imbarazzo. Questa spiegazione è poco verosimile. Un grande giornale non conserva nei suol cassetti, durante cinque mesi, un articolo come quello di un personaggio dell'importanza di MacDonald. D'altra parte le idee espresse dal Primo Ministro non corrispondono che troppo a quelle manifestate in tante circostanze. L'11 febbraio nella « Morning Post » egli scriveva un articolo della stessa ispirazione, ma nel quale si asteneva, con maggiore prudenza, dal fare previsioni fantastiche. Egli vi mostrava però lo stesso sdegno per la diplomazia e per i diplomatici. « La più vuota di tutte le frasi — egli diceva — nella quale gli uomini tentano incorporare regole semplici all'uso di una vita complicata è la continuità della politica estera ». Certamente; MacDonald è libero di inaugurare una nuova politica estera e di mandare sottosopra quella di sir Austen Chamberlain. Tuttavia non può sfuggirgli, quale ministro responsabile, che se l'Inghilterra cambia di politica estera ogni due, tre o quattro anni, la sua autorità nel mondo sarà singolarmente compromessa anche nei paesi e presso gli uomini ai quali farà degli approcci. A Ginevra la politica britannica ha già mutato tre volte. Gli amici dell'Inghilterra, testimoni di questi cambiamenti, ne sono afflitti e cosi pure gli amici della pace. Noi abbiamo avuto parecchie volte l'occasione di dire che non teme vamo spiegazioni complete su quella che è chiamata la questione delle minoranze. Noi riteniamo, anzi, che le spiegazioni siano necessarie. Quelle che sir Austen Chamberlain dava nel « Times » di venerdì erano precise particolareggiate. Esse si riferivano utilmente ed opportunamente agli impegni assunti nel 1919 da Wilson e da Clemenceau, impegni assunti nei riguardi degli Stati successori e registrati o nei trattati od in precisi verbali. MacDonald sembra essersi irritato a questo ricordo e deve avere inviato subito la sua risposta per mezzo del « Sunday Times ». Ma egli ha scritto piuttosto come polemista che come ministro responsabile. Se egli pretende di fare il mondo ad immagine del Labour Party, durante il tempo che egli governerà e se impegna un dibattito pubblico sulle basi già fissate, il mondo intero verrà lanciato nelle avventure ». Andrea Chaumeix non è meno allarmato del Gauvain e iscrive anche egli sul Figaro: « Come Stresemann, MacDonald so gina un controllo permanente delle minoranze. Egli immagina l'Italia, la Jugoslavia, la Polonia, la Francia, e senza dubbio altri, obbligati a comparire a ogni istante davanti al tribunale di Ginevra in condizioni incompatibili con la sovranità . nazionale. sDnnpntsssspgvlqo sarebbe un mezzo sicuro per provo- è dunque inanimissi 8 o l a e ¬ eare i conflitti bile Ma si vede da questi vari passi delinearsi l'offensiva contro i trattati ». Italia e Franola E' certo che tale offensiva può essere considerata sotto vari aspetti e questi non si presentano in termini identici per tutti. Ad ogni modo, astenendoci dov'esprimervi quai- e a e . siasi giudizio sulle manovre di Mac Donald, dato che esse esorbitano dal nostro campo, ci pare impossibile non rilevare nei frangenti attuali, per quanto concerne la Francia, un nuovo esempio suggestivo della situazione singolare in cui questo Paese viene immancabilmente a trovarsi di fronte all'Italia ogni qualvolta sui suo cammino, ordinariamente facile e brillante, sorga una difficoltà seria. La Francia può ostentare quanto vuole di non volerne sapere di noi finché abbia il vento in poppa, ma per poco che una libecciata di malaugurio getti dello scompi glio nel sapiente governo delle sue vele, ecco l'amicizia, la collaborazione, la solidarietà, l'appoggio dell'Italia riapparire, ad un tratto e quasi miracolosamente, indispensabili. Checché si pretenda proclamare a Parigi, la posizione della Repubblica sulla piattaforma europea non è poi cosi incrollabile come sembra La caduta dei conservatori inglesi ha privato il Quai d'Orsay di un alleato prezioso, senza' avere pe*r nulla facilitato i suoi rapporti con la Wilhelmstrasse. I corrispondenti francesi telegra fano da Madrid il loro doloroso stupore per il mutato contegno di Stresemann verso Briand : ma la cosa non è tale che possa giustificare grandi meraviglie. La posizione del Ministero Poincaré è tutt'altro che rosea. Se con l'aiuto di MacDonald i tedeschi dovessero tirare domani in ballo sul serio, sfruttando l'autonomismo più vivo che mai, la questione alsaziana, la Francia sarebbe in un bel pasticcio. Non stentiamo a credere che in tale circostanza la solidarietà di Roma le appaia provvidenziale e desiderabile. Ma tutta la questione sta nel vedere se l'Italia, pure potendo, in determinati casi e su determinate questioni, avere un'opinione e degli interessi analoghi a quelli francesi, può essere disposta a recitare all'infinito di fronte alla Francia la parte dell'amico che si trascura quando non se ne ha bisogno e al quale si danno occhiate di passione quando il bisogno stringe. L'amicizia di un grande Paese, quale è l'Italia, non è di quelle che si possano togliere a prestito come s: piglia una tuba o una cravatta nera per andare ad un funerale. La politica dei giri di valzer è ormai un ricòrdo troppo lontano nel\e tradizioni della nostra politica perchè sia lecito permetterle di risuscitare a beneficio altrui. / C. P Le smentite Roma, 17 notte. Contrariamente alle voci diffuse all'estero in seguito al noto articolo del Premier britannico MacDonald sulle minoranze, risulta che l'Italia non ha fatto alcun passo presso il Foreign Office. Si apprende poi che l'Agenzia Reuter è stata autorizzata a smentire le affermazioni attribuite a MacDonald. S. E. Grandi è tornato a Roma Un colloquio ool Duce Roma, 17 notte. Ieri ha fatto ritorno a Roma, prove niente da Madrid, l'on. Grandi - i i - il quale ha riferito a S. E. il Capo del Governo circa il suo viaggio in Spagna (Stefani). »-*♦ I nazionali vittoriosi nella elezioni del Sud-Afrioa Città del Capo, 17 sera I risultati definitivi delle elezioni le gislative sud-africane danno ai nazio nali, di cui è capo Hertzog, la maggioranza di 8 seggi, di fronte a tutti gli altri partiti e ai partiti nazionali sta e laburista riuniti, la maggioranza di 26 seggi sul pratito sud-africano guidato da Smuts. (fl. S.) *•*"• Villa di Berlino saltata in aria per le seeppio di munizioni elandestino Berlino, 17 notte. Ad Hohenneuendorf, un quartiere di ville fuori di Berlino, stamattina una formidabile esplosione seguita da un incendio ha distrutto una villa. L'e splosione ha avuto luogo nel granaio dove era conservata una grande quantità di munizioni e di cartuccie dr> fucile. La .villa apparteneva ad un aviatore, Elpers, che vi abitava con la moglie e tre bambini. La polizia ha aperto una inchiesta. Pare che le munizioni fossero stnte colà deposi tate da un ex-inquilino membro rle^l » elmi- dì acciaio » che sloggiando ve le avrebbe lasciate. tmctuiqs