La danzatrice dalla tiara d'oro

La danzatrice dalla tiara d'oro L'Orfeo maledetto Un pomeriggio di domenica si eseguiva musica di Bruno Barilii alil'Augusteo, era" come se" cento cardipali si dessero convegno per rendere pmaggio a Lucifero. Barilii, soltanto lui non era disinvolto e calmo in tutta la città occu- Eita dal languore primaverile, solo arilU non si dava requie, percorrendo chilometri quadrati sotto le mura di Roma. Intorno all'inquieto musico regnava la pace arcana dei crepuscoli famosi che vanno dal Cianicolo a Valle Giulia, gli uomini, le donne e i bambini andavano lemme lemme con gli occhi semichiusi da! bromuro maggiolino e la memoria dolcemente labile, i sensi pacati da della follìa girando il mondo da globtrotter e minacciando a mano armata innumerevoli rivali, per lei diminuendo spaventosamente di peso fino a farsi una faccia di scarno cane da caccia e diventando innocuo nei riguardi della creazione. Consumato varcò la soglia del municipio e della parrocchia; e idrofobo di amore intraprese con la creatura del suo soglio un tempestoso viaggio di no/.ze che si conc-liiuse con la origine di una perigliosa bambina. Ma guai all'uomo che del primo amore vuol farne a qualunque costo materia di abbracci e di baci quando il fato noi vuole, allo; a la maledizione dal ciclo, si precipita come ima te una stanchezza paradisiaca, la vistai gola sulla capoccia degli innamorati lievemente offuscata dal fumo delle le non si fa aspettare a lungo il dì sigarette, e la borghesia affidava sen- in cui il maschio e la femina che za rimpianto i suoi portafogli ai vet- pazzamente si agognano son condan turini e ai camerieri. I profumi delle strado romane, partendosi da via Condotti, ove si danno appuntamento, affluiscono a nati a percorrere terre straniere e ad attraversare mari infidi lontani l'uno dall'altra. Ed ecco l'intervento di quell'arcangelo bardato in oro tutto galoppo verso il portone del- zecchino con spada di fuoco alla del'Augusteo e invadono la grande sa- etra, cocciuto e senza misericordia, la dei concerti per far parere più belle le signore che si son recato in vettura ad applaudire Barilii. A un datd punto un giovanotto, sollevatosi sovra un podio, leva la sua bacchetta magica, e fanno apparizione quattro briganti di Scntàri, i quali, che l'uscio della donna amata non molla per vietarne l'ingresso all'Orfeo Maledetto. Invano Barilii la cerca da Parisi a Belgrado, cento volte la ritrova cento volte la smarrisce perchè così vuolo il destino degli amanti maledetti, ed egli si acconten- non smettendo di fumare, spiegano ita di vedere nel sogno la prodigiosa da un capo all'altro dell'aula un fi- fanciulla sua Milena che veloce come Biasimo tappeto albanese lungo e lar- una spiga cresce lontana dagli occhi go cento metri precisi. Mostrarlo al- del padre infelice. Questa figlia figul'elegante pubblico e nasconderlo ni va nel cartellone <t'i tutti i più graneoffitta è tutt'uno. di Ojiì-ra del mondo, come dramma E' la vena del Maestro visione di jlirico che non ha precedenti nel do un attimo, scrno fugace e bello Troppo poco dura il bagliore fiabesco. La sala radiosa e leggendaria ritorna quella che era prima: il cuore? dei mediocri. Barilii. con un minuto del suo lirismo ne aveva fatio un giardino d'Armida. Gli applausi fragorosi non sorprendono il musicista tra le sue fanatiche ammiratrici, poiché lo spietato lucifero non ò potuto entrare iall'Augusteo, di dove un arcangelo bardato in oro zecchino e porpora .con spadone fiammeggiante alla destra lo ha scacciato in malo modo, (apostrofandolo: — Via di qua, Ortfeo Maledetto, rimani sulla strada motte e dì, faccia pioggia o bel tempo! Barilii ormai non si meraviglia più della presenza del messo divino allo porte del sito presente e del suo avvenire, si lascia sbattere i battenti in faccia e ritorna sui suoi passi. Lo stesso cavaliere che interpreta il castigo celeste sul capo crinuto del peccatore giunge un minuto prima assiduamente allo sportello delle banche perchè l'assegno non venga pagato, nei ristoranti per sconvolgere la mente dei cuochi, negli alberghi per occupare tutte le camere, nei treni per spostarli dal binario, nei teatri per dare pessimi spettacoli, nei calìe per paralizzare i camerieri, nelle strado e nelle piazze per gettarvi ondate di caldo o di freddo, scirocco o gelo a piene mani: allo scopo di rendere impossibile la vita a Bruno Barilii, soltanto a lui, e ci riesce benissimo ma non può una cosa sola fiaccare, la volontà di potenza creatrice che nell'Orfeo Maledetto c soprannaturale. E' sufficiente una piccola distrazione dell'arcangelo perche Barilii dia anima e corpo a un'opera lirioa insuperabile. Ma gli anni passano e lo scrittore, marcia, sibbene faticosamente, verso la cinquantina. Seduto ad un tavolo d'ATagno, con un'aria da signore della Morgue, sfinito, nauseato, chiede un tè senza aprir bocca, con un impercettibile battito di ciglia, e biscotti della marca più leggera con un lieve sospiro; accusando la totale mancanza di tutte le forze fisiche e morali conclude che si sente ancora un giovinastro di quelli che ne preparano una gro?sa. Uno, due tre giorni lo si incontrerà ancora per le strade, sempre in cammino, il capo adagiato sulla spalla, sinistra e la cartella degli appunti sotto il braccio, la cartella che dimentica da Babington o da Latour per portarsi via, distratto, la stecca di legno col Figaro. Barilii addirittura si getta sui divani come dall'alto di un ponte, sempre per morire, da parecchi anni egli non fa che morire, la sua volontà ^ questa o almeno' la voce calda e pa stesa della sua esasperazione che appena si trova con le spalle al muro gli detta una pagina sublime. Poi si rialza e riprende a camminare sette volte al giorno compiendo il giro di Poma, sette volte al giorno andando a dormire per non chiudere occhio. Ovunque si trova c'e l'arcangelo dallo spadone di fuoco che lo ricaccia sul lastrico, non lo fa star bene in tutte le parti del mondo, lo fa di gerir male, vestir peggio e litigar,con tutti i parrucchieri dei centro. *■** Ma Bruno Barilii ebbe una infanzia felice in Parma, sua patria melodiosa, e fu bellissimo fanciullo dal sorriso di miele e dai boccoli bruti sulle spalle di ginnasta e prometteva con il suo genio i capolavori che poi ha dato a pezzettini e a brandelli, prometteva, studiava e sorrideva alla giovinezza che gli veniva incontro con tutti gli incantesimi della Valle Padana, e non si sentiva affatto malandrino e verdiano come i più sanguigni parmigiani si credono, era un angiolo e tale egli rimare fino al dì in cui si ammalò del primo amore Il primo amore orienta gli uomini nella via del bene e del male, è l'in dice teso verso l'avvenire, se esso è un primo amore senza ostacoli e sudori freddi beato vivrà chi lo ha vis suro, se, viceversa, disgraziato, un cammino spinoso indicherà a chi lo ba sofferto. Barilii si innamorò d una creatura detata di Rccezionnle intelligenza e per essa toccò l'orlo Il cane che ha guidato il cieco da Berlino a Vienna Vienna, 17, mattino. E' arrivato a piedi da Berlino, guidato dal bravo e fedele cane Remo, il cieco di guerra Willy Haoger che, grazie alle urne di una clirfica locale, spera di potere riacquistare la vista. Willy Haegpr divenne cieco nel 1918 in seguito ad una ferita alla testa buscatasi sul fronte russo. La clinica viennese Eiselsberg l'operò cosi bene che egli tornò n vederci. Fin dal 1922 egli si guadagnò la vita lavorando tuia e là e facendo poi il lottatore professionista. Una caduta avvenuta a Berlino lo rese nuovamente cieco, l.o Stato si e rifiutalo di .tornare a corrispondergli la pensione come invalido, affermando che non si tratta più dell'accecamento prodottosi in guerra. Senza un soldo in tasca, Willy se ne è venuto pedestremente a Vienna nella lusinga che la clinica suindicata possa ripetere il miracolo di sette anni fa. Da Berlino a Vienna, Remo ha guidato benissimo il suo padrone fermandosi solo ai hi vii dove il padrone, informatosi sulla strada nella località toccata precedentemente, si affrettava llora a dirgli se dovesse andare a de¬ stra o a sinistra. Ma se, per caso, il cieco effettivamente si smarriva, bastava che gridasse al cane: * Remo cerca la via », perche R.-mo lo riconducesse subito sulla strada principale Intanto, a proposito dell'assistenza ai reduci di guerra, giusto ieri ii Tribunale di Vienna ha dovuto condannare a due anni di carcere doto certo WeisSgraiu' ricoveralo in ùncrspeuiale sanatorio, responsabile di numerose truffe. Il Weissgram ha beneficiato delle circostanze attenuanti, avendo descritto di quale strana assistenza venissero fatti oggetto lui e,1 suoi colleglli. Gli Infermieri si associavano ad essi nel bere vini e liquori, oltiremodo nocivi a chi abbia riportato ferite alla testa. Inoltre i ricoverati potevano rimanere fuori del sanatorio intére nòtti; magari in lieta compagnia. Dei testimoni hanno deposto di avere visto nelle sale del sanatorio bottiglie di vino e birra, che i ricoverati vuotavano insieme al personale. Tornando alle speran/p di guarigione nutrite da Willy Hacger, è nroha«bile che, in seguito alla caduta capitatagli a Berlino, caduta che provocò il suo secondo accecamento, una placca di nrgento applicatagli al cuoio capelluto, schiacciatasi un po' per effetto della caduta, prema sui nervi visisi togliendo loro ogni sensibilità. La bellissima congiurata |[a j}8at.fÌCaZÌ0Ì.e libi V808iaijile che voleva uccidere Remai pascià Vienna, ir, mattino. Kadri Hanum, ventitreenne. vesti!;\ con molto gusto e coi capelli tagliai, alla parigina, è di una bellezza e gra zia tali che i giudici di Costantinopoli — dice il corr;?r>nntiente del Nuum Wiener Journal — debbono stentare a Claudio De La Colombière Roma, 17, mattino. (G. C). La beatiitìcaziorte del Venera¬ li'!'.- Claudio La Colombière delta Compagnia cid Gesù, apostolo dilla devozione dei ìiajxa Cuoce, ti è svolta ieri neUila Basilica vaticana con granii': solennità e. concorso di fedeli, spe- crederla quando si riconosce ispiran-i-lv-/!!(;1 ponMM.iffgj0 quando il Santo Padre ù scaso a venerare il nuovo Bea- c^ di una congiura politica, mirante a sopprimere Kemal Pascià. Se si premette che Kadri Haimtn fu sempre fervente fautrice delle riforme iniziate da Gazi bisogna veramente ammettere che un certo giorno quelle riforme le siano apparse poco radicali o non bisogna invece prestar fede a coloro 1 cnialì insinuano che la virile e bellissima ragazza innamorata alla follia di Kemal Pascià (come ne sono del resto innamorate tante altre donne turche) abbia voluto vendicarsi aelressere stata respinta? La giovali" donna fa l'impressione di una fanatico, non cerca di difendersi e rischia tranquillamente di farsi impiccare dopo essere rinchiusa e cucita in un sacco. E' tuttavia opinione generale cne K"mal Pascià non vorrà affidarla ai boia. La danzatrice dalla tiara d'oro rato Ottocento e colloca il genitore al fianco dei più alti cigni italiani, ma è un capolavoro impossibile da eseguire se lo spartito ù stato vergato sui muri degli alberghi, sul lastricato, sulle sponde, dei fiumi c dei mari, negli espedali militari e nelle gole balcaniche, ovunque c'è stato posto per l'eroismo, il dolore e l'amore del genio appassionato. Perchè dal dì in cui Bruno Barilii diede l'addio per espiare il peccato del primo amore si iniziò la maratona verso le frontiere: a forza di camminare si fece mercenario ora di una armata ora di un'orda irregolare, ovunque cercando le gesta che lo avrebbero potuto rendere degno della grande felicità spezzata in sul nascere dal Signore, così divenne da innocente fanciullo e piumato usignolo un ispido sanguinario che la notte si abbatto stanco, rosso, putrido, pesante di monete d'oro alla cintura di cuoio nel fango delle paludi d'Albania. Ritornato in Italia il pirata di terra e di mare consuma le refurtive nelle cure delle febbri malariche e di altri'mali acquisiti a bordo e sui treni, e sou tutte conseguenze del primo amore come di una malattia capitale hanno origino cento altri malanni; ma Barilii non sa la causa della sua irrequietezza, non pensa che è proprio la bimba Milena che snidandolo dal pacifico rifugio di Villa Storflen, quale levriero lo sguinzaglia per il mondo, e non comprende che la gioia che cerca disperatamente ovunque e una sola: la sua creatura, con lei e senza di lei non può vivere che tristemente e non può creare altro all'infuori del pianto sordo e impercettibile. Ecco perchè l'Orfeo Maledetto non è mai contento e quando egli crede di cantare selvagge musiche levantine in Piazza di San Silvestro e con esse di riscuotere l'ammirazione dei passanti non è che un rauco accento di dolore prolungato che egli caccia dalla gola arsa di belva ferita a morte, e quando egli dilania con i suoi ardigli eli scrittore uomini e cose non ìalvngità ma stanchezza smaniosa per la solitudine che lo circonda nel cuore di Roma, ma egli non ha nulla di profondamente intaccato riti suo duro organismo e sarebbe potente come un sultano se fosse legato agli affetti di un piccolo nido. *** Ora i suoi occhi verdi sono due fialette vuote e trasparenti, il suo sangue compie giri capricciosi fermandosi ai piedi, il suo fosforo si incaglia nei reni lasciandone privo il cervello e una sottile malinconia gli rende noioso perfino il caffè Aragno ove l'arcangelo bardato in oro zecchino e con spada fiammeggiante alla destra non si permette di entrare. Antonio Ansante La moglie del ministro di Francia a Vienna si laurea in filosofia Vienna, ' 17, mattino. La contessa Ganze!, moglie del Ministro ili Francia a Vienna, Ieri ha preso la laurea in filosofia. Agli esami assisteva anche il marito che, all'arrivo all'Università, fu salutato dal lìet lore, prof. Irnritzer. Per poco, la stu dentesca non ha provocato il rinvio delle prove, essendo attualmente l'Uni versila turbata da agitazioni antisemite le quali oggi, ad esemplo, l'hanno latta rimanere chiusa. All'ombra della ghigliottina Parigi n, mattino. Si ha da New Yorlt che l'assassino bigamo Campell, soprannominato «La torcia», che il 23 febbraio ultimo scor so uccise sulla strada In moglie illegittima e ne bruciò il cadavere, dopo averlo cosparso di petrolio in modo da renderlo irriconoscibile, è stato condannato a morte non essendogli slata accordata alcuna circostanza attenuante. Egli sarà giustiziato tra un mese. All'annunzio del verdetto l'assassino, che a stia difesa aveva affermato eli essere morfinomane e di non ricordare mai quanto compiva nel momenti di delirio, cadde svenuto mentru la propria legittima uvojflie lanciava .iri¬ da di dolore, «forzandosi invano di ; t Perchè Soemha, fanciulla d'amore e di tragedia, sia risuscitata oggi dal fondo della mia memoria non saprei dire con esattezza. Gli uomini che hanno come me le ciglia arrossate dal sale di tutti gli oceani e nel cuore la stanchezza invincibile delle esperienze di ciò che di sublime e di abbietto è nel destino di ogni razza, sono soggetti a sentirsi presi da questi stati d'animo apparentemente inispiegabili: un rinnovamento di profonda commozione per qualche cosa o per qualcuno sorpresi lungo un cammino lontano e che furono, per lui, o meglio parvero, immagini condannate al compitilo oblio. Soemha era una ballerina quattordicenne, malese, dell'isola di Bali, la gemma dell'lnsulindia che si estolle dal mare indicibile di fascino e terribile di catastrofi telluriche, ad oriente di Giava. Credo di essere stato uno dei primi scrittori europei, cortamente il primo d'Italia, a cercar di tradurre l'impareggiabile bellezza di Bali. Se vi sono riuscito non so. Ricordo però di aver trascurato Soemha che pure riassumeva nella sua persona l'attrazione 3 ii mistero della sua terra. I motivi di questa negligenza furono molti, non vale tuttavia che ne ac cenni. Dirò solo che dall'epoca che visilni Bali e vi soggiornai, sono passali tre anni e in questo tempo, ogni volta che il massimo vulcano lampeggiante dell'isola (l'Agoeng di 3000 metri d'altezza, che nell'estate del 1926 era In paurosa eruzione) mi ritorna negli occhi, ogni volta che un oggetto, un'immagine, un ricordo, portati dall'isola lncantatrice, mi cade sotto lo sguardo e soprattutto quando sento l'animo serrarsi all'idea dell'incommensurabile vanità di riuscire a riprodurre con le parole il carattere trascendentale di Bali, realizzazione dell'Eden; Soemba risorge per suggerirmi: « Parla di me, poiché invero io sono quel che tu cerchi! ». Eh si! Parlare di Soemba! Ora mi accorgo che essa è la nostalgia e forse il dolore che mi assilla di essere approdato alla sua terra senza aver saputo celebrarla con accenti degni dell'unicità del suo splendore e della sua perenne tragedia. Chi è afflitto dal male del nomadi mi comprenderà. Chi è ammalato dell'incurabile sensibilità per la difficoltà e spesso per l'impossibilità di trasfondere negli altri le proprie eccezionali commozioni, non troverà queste mie parole vanamente orgogliose. Il Sacrificio Soemba dunque era una danzatrice addétta con altre coetanee ad un tempietto bramanico nel cuore di Bali. Quando dal tempietto si toglievano 1 simulacri degli iddìi per trasportarli sulle sedie di Siva scolpite nelle roccie dei torrenti, Soemba e le sue compagne ballavano sotto gli alberi le danze rigide, antiche di millenni), riprodotte dai misteriosi bassorilievi dì Ang Kor lontanissima, al di là del mare... Ma non è possibile comprendere Soemba senza ambientarla, senza dire almeno che l'isola è la sola dell'immenso arcipelago della Sonda rimasta devota al culto di Siva, mentre Giava, Sumatra, Borneo, Celebes, sono musulmane.- L'essenza della bellezza religiosa di Bali che <> forse 11 luogo del mondo dove gli iddìi sia pur « falsi e bugiardi « per noi, sono più intensamente adorati, ha la sua sede nella grande catena montana longitudinale che l'attraversa e che culmina nel vulcano Agoeng. Gli uomini vivono radi nella montagna, si avvicinano con circospezione alle foreste, dimore di Siva, preferiscono vivere nelle valli. E gli uomini a Bali, stabilendo sulla terra i segni del lavoro, hanno realizzato un assieme che ha veramente del divino. Intagliarono i contrafforti che separano le valli di grandi scalee, di terrazze, di risaie, ottenute lavorando la terra non con degli strumenti ma unicamente con le mani. Risultato impreveduto: migliaia di pezzi di cielo discesi sulla terra. Bali ha due firmamenti, quello dell'empireo e l'altro degli specchi li quidi delle risaie. Ho detto che Bali è bramanlea. Ma la bellezza dell'isola, il dolce clima appena lontano dalla costa, e l'indole degli abitanti, hanno liberato la dedi zione degli isolani alla Trimurti, dai terrori propri al triste sub continente dell'Indo e del Gange, trasformandola in una religione di gioia, in un peren ne tributo di gratitudine agli dei, in un paganesimo che non si stanca di elevare osanna al Creatore di tanta magnificenza. Bali è letteralmente co pei'ta di templi: nei villaggi, net campi, lungo le strade, sui limiti delle lave dell'Agoeng, sulle rive del mare nel profondo delle foreste, -sulla vetta dei monti Templi raramente vasti che traducono l'intimità dei viventi con gli dei. il bisogno che 1 primi sentono di consultarli di continuo, il desiderio di onorarli incessantemente. Sono tutti cintati da muri con portali altissimi e stretti, tormentati di decorazioni scolpite nella pietra, di stile mezzo cinese e mezzo'indù e costituiscono in meta di processioni femminili senza fine, dirette a deporre nei recinti dinanzi ai tabernacoli che paiono grandi alveari, offerte di fiori, di frutti, di riso. Nelle processioni tutte le donne sono giovani e vanno Ignude sino alla cintura con i fianchi stretti da smaglianti batik Sul capo di ciascuna posa un altissimo cesto cilindrico alla sommità de! filini* -un l'offerta. E cosi queste zlone folle di esuberanza, sullo sfondo delle cascate iridescenti, delle scalee delle risaie, dell'Agoeng fumante, circondate da un'atmosfera di perenne paganesimo, poiché oltre ai templi che non si contano, tutte le grotte e le caverne naturali sono sacre, assieme alle miriadi di pipistrelli e di vampiri che vi si rifugiano durante il giorno e sacri pure vengono considerati i boschi con le scimmie che accorrono ai richiami dei fanciulli e sacri gli interni d'ogni casa, dove le donne tessono ai telai con i fiori nei capelli e gli uomini scolpiscono nel legno statuette misteriose o bulinano l'argento di vasellami mirabili o allegano alla lotta i loro galli da combattimento. " E intanto la terra fertilissima dà tre raccolti nell'anno e gli uomini sembrano ignorare le intolleranze e le violenze, benché abbiano difeso sino all'estremo l'indipendenza dalla loro isola dal dominio olandese divenuto oggi tanto mite da parere inesistente. Ccstuml d'una dolcezza e d'una liberta superlative, bontà verso gli animali immensa: l'isola è piena di artistiche fontane per i pubblici lavacri del popolo, divise a scompartimenti per le doccio degli uomini, delle donne, degli animali. 1 cavallucci poney e 1 piccoli buoi gibbosi. E anche le fiere come « il signor tigre » che abita nella foresta e 1 cinghiali devastatori di risaie e gli uccelli divoratori di spighe, invece di venir perseguitati, sono tenuti lontani con i sistemi più ingegnosi, disseminando la campagna di arpe eolie che suonano al vento o collocando sulle tenui dighe degli intona-rumori, che il fluire delle acque dalle terrazze superiori alle inferiori mette in movimento automatico. accorrere in suo aiuto. femminili procedono nella luce Candidatura per Holliwood - In questo ambiente conobbi Soemba. Un giovane americano che dimorava' nell'isola per l'unico motivo che non sapeva partirsene soggiogato dal suo splendore e dalla profusione della grazia muliebre che lo popolava me la fece avvicinare. La presentazione avvenne nella casa dPlla fanciulla alla presenza dei famigliari cerimoniosi ed ospitali ma assai compresi dei pregi artistici della ragazza che «valeva» duemila fiorini almeno, somma che rappresentava il prezzo della sua dote, cioè quanto il giovane che aspirava a sposarla avrebbe dovuto corrisponderle. L'esperta danzatrice era infatti in procinto di chiudere la sua carriera di ballerina sacra entrando nella categoria delle fanciulle maritabili e questo perchè le danze ballnesi hanno significato ed espressioni unicamente mistici che il raggiungimento della pubertà nelle fanciullo pare debba compromettere. A Soemba, che stava per compiere i quattordici anni, non rimaneva che qualche giorno di regno, anzi era stato deciso che l'ultima sua danza, almeno pubblica, sarebbe stata celebrata in occasione della cremazione di un principe della famiglia regnante un tempo sull'isola. Queste cerimonie non hanno a Bali nulla di triste, avvenendo a due anni di distanza dalla morte e dando luogo a feste sfarzose ed interminabili che consacrano la liberazione definitiva dello spirito dalla materia. Trovai Soemha d'una bellezza delicata e veramente eccezionale. La precocità della razza la faceva già donna malgrado la giovanissima età. Un piccolo corpo nervoso e ben modellato, delle braccia ammirevoli, una massa di capelli lisci, foltissimi e permanentemente infiorati, un viso regolare che ricordava le affinità dei malesi di Bali con i giapponesi, una bella fronte diritta e pura, due occhi appena obliqui pien1 di misteriose promesse, una vivacità d'indole seducentissima... L'americano mi confessò di esser profondamente sedotto di Soemba. se non innamorato, aggiungendomi che le prediceva una carriera cinematografica mondiale come eroina di fllms esotiche del Pacifico tropicale Aspetto — concluse — la sua uscita dalla condizione di ballerina sacra per proporre ai suoi genitori di con ciurla ad Hollywood... Su questo argomento Soemba non si pronunciava bfnehè sembrasse abba stanza presa del suo americano. Dopo averci mostrato la magnifica tiara d'o ro che si sarebbe posta sul capo nella danza della cremazione e I damaschi nei quali avrebbe avvolto la persona flessuosa, c'indicò, nel cortile della sua casa un'altissima pertica, sulla sommità della quale si dondolava al vento una gabbia contenente un uccellino canoro. E ri spiogci fra mille moine che il suo destino era intimamente collegato alla cura che essa avrebbe avuto dell'uccellino Temeva di averlo trascurato e che per questo lo spirito maligno di Ganese si sarebbe rivolto contro di essa. L'ultima danza Dopo qualche giorno ebbi modo di apprezzare Soemba come sacerdotessa nella sua ultima manifestazione pubblica. Era completamente trasfigurata. La tiara d'oro e i damaschi la facevano sembrare qualche cosa di molto lontano e soprattutto d'Inesplicabile per noi. Nulla vi era più in lei di desiderabile come fanciulla di gioia. Al sunno del «gamelang», la grande orchestra di strumenti di bronzo posati su casse armoniche di bambù. Soemba sbarrando gli occhi e contorcendo nervosamente soprattutto le mani e rimanendo per intere mezz'ore piegata sul"le ginocchia, aveva tra dolio con l'.iu kriss, la spada dal ferro meteorico, dinanzi ad un popolo immenso, alla Iti ce degli altissimi roghi crematori!, 1 mistero della vita e della morte, del dolore e del piacere, l'ebbrezza delio spirito del trapassato trasvolante in cielo con i nembi rossi del fumo del legni resinosi della foresta, nonché la fatalità della decisione degli iddii. L'americano la raccolse quasi svenuta da terra dov'essa s'era abbandonata nell'orgia dei banchetti che avevan seguito la cremazione.. La sollevò fra le sue braccia, la chiamò con nomi assai dolci e siccome s'era messo in regola con la famiglia acquistando, secondo l'uso indigeno, il diritto di poterla considerare sua moglie, cioè pagando i duemila fiorini, la condusse in un asilo che s'era fatto costruire nel cuore di Bali, dinanzi alle foreste vergini popolate di cervi, di tapiri, di tigri; in vista dello specchio azzurro d'un lago e del lumante Agoeng. Era una delle plaghe più amene ed ubertose dell'isola. Vi vivevano molte migliaia di indigeni in villaggi cintati da artistiche mura, lindi, ombrosi, allietati da acque correnti, circondati da poggi coperti dalle luminose scalee delle risaie. Tutto il popolo delle convalli sapeva che la bella Soemba, la ex ballerina sacra, diventata la sposa dello straniero, bpvcva con lui alla coppa d'amore nell'asilo dinanzi al lago. E se ne ricordò quando, a pochi giorni dall'arrivo della coppia, l'Ag')>"ig, improvvisamente, dopo aver fatto sussultare spaventosamente ]a terra, si mise a vomitare da.un certo numero di voragini ardenti, lava nelle valli, bruciando i villaggi, sommergendo i campi e le colline intagliate dai gradini delle risaie, specchi del cielo, distendendo sulla terra ubertosa 11 man to granitico della nera lava. Fuggirono gli abitanti e s'adunaro no in massa sulle rive del lago attorno all'asilo degli sposi. L'americano avrebbe voluto allontanarsi con Soem ba, prolungare la felicità del suo amo re in un altro punto dell'isola, ma la fanciulla lo trattenne. Ed egli non sep pe vincere il fascino di starle vicino dinanzi alle furie del vulcano, mentre il popolo con altissime grida piangeva la perdita della sua terra divorata da fiume di fuoco, dall'ira di Siva implacabile, che pareva non voler riconoscere ti potere del suoi simulacri posti di fronte alla lava per arrestarla. L'isola pagana Siva bruciava 1 suoi simulacri e rifiutava di ciuciarsi alle offerte e alle preghiere degli uomini, sino a che Soemba fu sollecitata ad intervenire. Il popolo domandò ch'essa rivestisse il suo abito di broccato, rimettesse la tiara d'oro sui capelli corvini' e al suono del gamelang (la musica degli strumenti rumorosi echeggiava senza tregua di giorno e di notte nell'acre atmosfera dell'eruzione) impetrasse con la danza dagli dei la fine del flagello. E Soemba ubbidì al popolo e l'americano che sognava per lai i trionfi di Hollywood attraverso i paradisi oceanici della Polinesia, non seppe impedirlo. Vano fu il suo tentativo di gridare al popolo che Soemba era la sua sposa, che la sua .missione di sacerdotessa era finita: Soemba lo respinse e seguendo docilmente i voleri della sua gente, avanzò nella notte con i tnusicii i brevissima distanza dalla lava fumante. Il popolo vide la sua esile persona piegata sulle ginocchia spiccare sull'orizzonte di fuoco, sino a scomparire abbattuta dal calore e dall'asfissia, mentre il rumoroso gamelang taceva improvvisamente per la fuga dei suonatori. Alle prime luci dell'aurora l'eruzione si arrestava definitivamente, il corpo bruciacchiato ed irriconoscibile della bella Soemba fu ritrovato a diaci metri dalla lava ancor molle e scottante. La tiara d'oro s'era fusa sul viso della fanciulla. Essa rimase nella memoria del popolo come unti preziosa offerta fatta a Siva e che il dio aveva gradito, placandosi. Arci. to. Vi assislevano tutte le numerose rappresentanze italiane e stroniwe dell'Apostolato e della Preghiera. Nella tribuna delJa postulazione erano la miracolata Maria Luisa Perlo, con il fratello canonico, i parenti del Beat", padre De siirdun, e la marchesa Augusta De Farges, e poi mons. Uargand, ai'cipn té di l'a.rail-I.e-Motiinl, il parroco di San Sinfosiano D'Aiizan, patria dei Beato. Numerosissime le rappresentanze detto Compagnia di Gesù con ii generale padre Ledochowski, gli assistenti, il delegalo generale dell'Apostolato e della Preghiera, padre Kea, con i direttori dell'Apostolato .• del « Messaggèro del ^acro Cito ro , di quasi tutte le Nazioni ira cui ■ I d M'erto re per la Francia, padre Parrà, a il direttore per l'Italia, padre Aloisi Masetto. Nel pomeriggio il Ponleflce è sceso in San Pietro, salutato da. imponenti acclamazioni. La cerimonia del mattino è stata compiuta da mons. Rossi, canònico della Basilica vaticana! queliti dftl pomeriggio da mons. ChaSsaghou. AI termine doliti cerimonia il pn Posilo generale delia compagnia di Gestì, con it postillatore genernile e i vescovi francesi, hanno presentato al Papa le consuete offerti-. Grano presentii diciassette Cardinali. 11 Corpo diplomatico era al completo. Affollate le tribune del patriziato e della nobiltà romana. Terminata la funzione, si è sviluppato un piccolo principio d'incendio nell'armatura della cattedra, subito domato dalle guardie del fuoco o 'lai gendarmi pontifici. Le numerose rappresentanze intervenute a Roma 1n questa occasione, sono ne ricevute in solenne udienza dal Santo Padre, presentate dal proposto .'onorale della Compagnia ili Gesù, patre Lennd. Tutte le Nazioni e tutte le lingue si può diro fossero rappresentale, come l'Apostolato della Preghiera con la rappresentanza dei direttori del Messaggero iti Sacro Cuore di Gesù », clic si st-impa in ben cinquanta lingue. Oltre allo numerose rappresentanze dell'Apostolato della Proghiera li Roma e d'Italia, vi erano quelle deila Francia, della Germania, degli stati Uniti d'America, dell'Inghilterra, dell'Olanda, dell'Argentina, della Polonia, lei Reigio, de] Messico, della Spagna, del Canada, ili Malta, del Cile. Con il padre generale della Compagnia di Gesù era tutta la curia generalizia con sterfti' generali dell'Italia, della Francia, delia Germania, dell'Inghilterra e degli Stati Uniti. La numerosa rappresentanza si componeva di circa tremila persone. Il gruppo tedesco, con alla testa mons. Baird, ora schierato noi Museo lapidario, e il Papa rivolse ad esso hrevi parole in tedesco, compiacendosi che in Germania l'onera dell'Apostolato della Preghiera fosse così sviluppata. Nella sala Ducale e Regia e nell'aula cibile Benedizioni si trovavano schierate tutte le altre rappresentanze. Nella stila dei Paramenti erano i vescovi, i prelati, i superiori della Compagnia di Gesù e tutti gli altri Padri tlirigonti. Notavansi pure numerose bandiere ed un gruppo di donne polacche nei loro caratteristici costumi. Terminato il lungo baciamano, il Papa si è assiso in trono, nell'aula delle Benedizioni, ed ha ascoltato un indirizzo di devozione e di omaggio detto dallo stesso padre Ledochowski. Il Santo Padta ha pronunziato quindi iin.,breve discorso: Ho detto che al vedile gli intervenuti gli era venuto desiderio di parlare, come gli Apostoli, mille lingue, por farsi intendere da tutti, ma sarà poi cura dei loro pastori di tradurre la parola del Padre affinchè giunga al Cuore di Gesù. Era quella — disse il Santo Pa dre — una dello udienze più belle an che a causa delle circostanze che l'avevano accompagnata quale la varie là delle provenienze. Vi si facevano più che mai seulire quella paternità universale di cui la Divina Provvidenza Io il Congresso delie Biblioteche La Mostra a Palazzo Margherita Gli « Amici dei Libro » Roma, 17, mattino. Ieri mattino, alle ore 11,30. è stata inaugurata la Mostra storica bibliograflca.romana i^-- palazzo Margherita. Allo' <erimoni.'i sono intervenuti: S E Leicht, il Presi/lente del Comitato' organizzatore del Congresso Internazionale delle Biblioteche e di Bibliografia, son. appicco, il Segretario Fede itile dell'Urbe, avv. Vecchinl, il Segretario Generale prof. Fago, il vice-presldento prof. Salvognini, deputati, personalità e. congressisti. S. E. Leicht ha. visitato lo vario salo della Mostra dove sono esposti antichi codici dei classici Romanti, i codici e lo edizioni quattrocentesche di Dante, Boccaccio. Petrarca, e quindi le Calcografie di Roma nel Risorgimento e attraverso 1 secoli. In una sala del palazzo dei Filippini si .sono poi riuniti numerosissimi congressisti, partecipanti al Congresso delle Biblioteche, allo scopo di costituire l'auspicata associazione : «Amici del Libro ». Tra i convenuti notn.nsii i maggiori bibliotecari d'Italia, editori e quanti si interessano del libro. Dopo parole, di saluto del senatoro Cipircn, ii comm. Snlvagnini, direttore generalo delle biblioteche, saluta i bibliotecari Italiani che si compiace di vedere raccolti tanto numerosi e che partaci pano al primo Congresso che riunisce gli uomini più autorevoli della bibliografia mondiale. Rileva l'importanza del Congresso caratterizzato soprattutto dall'intervento del Capo del Governo che ha voluto consacrare, con la sua alta parola, lutto il valore dei problemi vastissimi interessanti le biblioteche, strumenti efficacissimi di cultura e di progresso civile. Egli propone che l'Assemblea nomini una Commissione di studio allo scopo di portare le sue conclusioni pratiche nella seduta di chiusura del Congresso. Dopo una interessante discussione viene nominata la Commissione di studio che risulla composta dei signori: on. Aldo Lusignoli, presidente; on. Ciiirlantini, Bonazzi, Fava, Mozza, Sorbolli, (inoli, Chiesa, Calabbi, Bertieri, Armandl, Aldo Oliki. De Martinis, Fago. I partecipanti al Congresso, intervenuti qui da ogni parie del mondo, hanno voluto rendere omaggio al Milita Ignoto. Raccoltisi in gran numero in Piazza Venezia, con alia testa 11 Presidente del Congresso, sen. Cipicco, il dottor Collina, presidente del Comitato Internazionale dei bibliotecari, S. E. Depretis in rappresentanza del Governatore di Roma, i componenti il Comitato ordinatore ed i congressisti si sono recati in colonna sull'Altare della Patria, deponendovi una splendida corona di alloro con bacche dorate. I convenuti, dopo aver osservato il minuto di raccoglimento, hanno sfilato dinnanzi alla tomba salutando romanamente. In udienza dal Re Roma, 17, mattino. S. M. il Re si è degnato di ricevere al Quirinale i delegati ufficiali componenti il Comitato internazionale, 1 presidenti delle sezioni del Congresso e i membri del Comitato esecutivo Italiano per il primo Congrosso mondiale delle biblioteche e di bibliografia. La bella Simon non è gelosa di « Miss Universo » Budapest 17 mattino! A Galveston gli americani hanno proclamato l'austriaca Lisi Goldarbelter «Miss Universo». Ma questa è una cosa che non fa dolore alla bella ungherese Simon, che a Parigi fu proclamata «Miss Europa». Proprio mentre l signori deputati discutevano sui bilancio, ieri la venusta magiara fece la sua apparizione dalla tribuna della Camera e distrasse l'oratore. Tutti si dedicarono subito e unicamente a lei. E la bella Simon ti?, approfittò per dichiarare poi al giornalisti che le decisioni di Galves- » ton non hanno nessuna Importanza, A Galveston, in fondo, sono andate le slesse concorrenti di parigi, ma la vincitrice non ha affatto vista la necessità di sottoporre a una ratifica transoceanica il verdetto pronunziato dai giudici di bellezza sulle rive della aveva investito. I presenti | Senna. A Galveston il concorso di bellezza è annualmente indetto solo allo scopo di scoprire nuove stelle cinematografiche. Alla cinematografia però «Miss Europa» non ci pensa affatto. Ella pensa invece di recarsi a Deauville, dove pure si dovrà eleggere una « Miss Universo ». Ella ha molto galantemente ammesso infine che l'austriaca Goldarbeiter è una grazlosissima fanciulla, il che non togUe però, a suo parere, che la decisione di-Galveston sia senza valore. « venivano al richiamo del Sacro Cuore di Gesù a ringraziarlo ed a rinnovargli la fedeltà in nome del grande servo suo, il Beato De La Colombière. Il Papa si diffondeva quindi ad Illustrare i dna concetti fondamentali contenuti nelle parole: Apostolato e Preghiera, affermando che due forme di preghiera sono particolarmente preziose: il lavoro e la sofferenza. Chiuse benedicendo. Il labaro della sezione genovese dell'Associazione bersaglieri Genova 17. mattino. Al Politeama Genovese è stato inauritiralo il labaro della Sezione di Genova dell'Associazione bersaglieri, che si intitola al -ionie di Gustavo Fara. Era presente ii presidente generale dell'Associazione bersaglieri, on. Alessandro Melchìorri, Il anale ha pronunziato un lungo ed applaudito discorso. SI e poi proceduto alla benedizione del labaro, del quale è stata madrina donna Nuccio: Melchìorri. La benedizione e siala impartita dal cappellano dei bersaglieri Edoardo Guardi. Dopo la cerimonia si 6 formato un lungo corteo, che ha accompagnato il nuovo labaro allajsede dei combattenti in piazza De Ferrari. Alle 13 i bersaglieri genovesi hanno offerto al loro presidente generale un rancio d'onore. inaugurazione de! labaro dei Balilla astigiani Asti, 17. mattino. Si è svolta Ieri noi pomeriggio la cerimonia solenne (lolla Inaugurazione del laLaro ilei Pallila astigiani; Hanno ureseli zialo alla cerimonia, svoltai! nei Ulanllnl Pubblici, tutte le ancorila e notabilità nei Coimuio ecl una Colla di persone, ila inipartito la benedizione al labaro 11 reverendo don Cavallotto, parroco di San Pieno, che ba pronunziato hrevi parete. TEATRI l'Oro del Reno ai « Campi Eliti » col teatro di Bayreutb r. • , n- Par'g'i 17 mattino. Oggi, al Teatro dei « Campi Elisi > ha avuto luogo la prova generale dell'» uro del Hono », pruda delle quattro oliere della tetralogia wagneriana che il teairo di Bayreuth è venuto a dare a Parigi. L'orchestra era diretta da Franz von Hoesslin. Applaudltissimi furono il tenore Kirchoff, nella parte di l.oge, e le signore Onegin e Klose, rispettivamente nelle parti di Fricka e di Erda. Il ciclo continuerà domani con le « Wafkirie », lunedì col « Sigfrido a e mercoledì col • Crepuscolo degli Dei ». ALL'ALFIERI questa sera la Compa. gnia Lombardo ricomincia le repliche di « Mugika ». Il monumento a Cimarosa Napoli, 17 mattino. Ieri ad Anversa, alla presenza delle autorità locali e di molte personalità' giunte da Napoli, è stato inaugurato il monumento a Domenico Cimarosa. oratore è stato l'ori. Giacomo Acerbo, il quale ha rievocato, in una mirablla sintesi, le vinù dell'immortale musicista. sfolgorante dell'isola, fra una vegeta-1 silio del suo piccolo ventaglio e de! aaaisafl—i 6 e 8 cilindri in linea L'AUTOMOBILE AMERICANA CREATA PER LE STRADE E LE ESIGENZE EUROPEE perchè: ha un cambio a & marcie avanti silenziose delie quali 2 ad aita velocità* HA UNA RIPRESA IRRSSISTIBILE HA LE RUOTE INTERAMENTE INTERCAMBIABILI HA I FRENI IDRAULICI INTEHM AD ESPA;»S!0.\E HA LO STERTO REGOLABILE A R.1PPOH ■) NORMALE HA UNA PERFETTA TENUTA DI STRADA Cambio usuale Pochi denti in presa, irrazionali-.? c*i lubrincazioiia. Rumorosità di marcia. Forto usura dogli inurananai Cambio GRAHAM-PAIGE A parità di rapporto triplo numero di dead in presa. Civsc^ucnte eli— mina-iono del rumori. Sforzo maggiormente ripartito. Lubrificazione direttamente propcriiunnlo ella velocità facilitato dalla forza centrifuga AGENZIA GENERALE PER L'ITALIA: Via Borgonuovo, 14 - MILANO - Telef. 66-9S3 « Servizio GRAMAftl-PÀIGE » - via Cherubini 6 - MILANO - Telef. 42419 PIEMONTE: lì. Perniili, Torino, Via Lagrange, 8 - Telef. 47897 e 40007 — LO\lR.vnniA- rnntn f vt-m,„i n. Modrone. Milano. Via Cherubini, fi - Telef. !•■.-,|J _ l'i ISCANA: A. IJ;111chl»rI {• 'rèn • I';-'i^'*'i l'i■ ciy^Tp eono 939»- THE VENEZIE: A. Montini: Verona. Corso Vittorio EmmE 31 ^! LÌGI RIA? A. lo cVnhani . ai-.-, i.eiio.n. Vm Petrarca, a ■ lelef. 53451 — SAVONA: Rertarelll & Scotto* ■ RMI11V v .i ... li. •-' l'eler. 1764 - LAZIO. S.I.V.A., lioin.i. Via Paolo Merci' Via N'osai * c 15 Tttlef. Ib