Il dibattito alla Camera francese sui sanguinosi fatti del Marocco

Il dibattito alla Camera francese sui sanguinosi fatti del Marocco Il dibattito alla Camera francese sui sanguinosi fatti del Marocco La guarnigione di Alt Jacob ancora assediata - Reparti in marcia per liberarla -- Un italiano della Legione Straniera fra i morti Gravi timori e apprensioni in Francia Parigi, 14 notte. Secondo le notizie odierne, pure essendo da registrare un certo miglioramento della situazione nell'Atlante, il posto di Ait-Yacub non ha ancor potuto essere liberato. La guarnigione, forte di 300 uomini, dispone di due soli cannoni, ma ha viveri e munizioni in abbondanza di guisa che si ha fiducia che il generale Freydenberg, comandante la regione, possa valersi dei rinforzi ricevuti e giungere a salvarla prima che si abbiano a deplorare nuove perdite gravi. Fra i caduti nel combattimento dei giorni scorsi oltre al maggiore Emmanuel, che comandava la colonna uscita dal forte e di altri due ufficiali, sarebbe da annoverare un italiano, tale Pasini, sergente della legione straniera. Interpellanze alla Camera In fine di seduta una breve discussione si è svolta oggi In proposito alla Camera, dove il deputato Daladier a nome del gruppo radicale-socialista e Renartele], Nouelle e Rivière a nome d^l socialisti, avevano presentato due interpellanze al Ministro della Guerra. Painleve propose di rimandare la discussione delle interpellanze, al Si-giugno. Prese la parola il comunista Cachin per fare la classica carica a fondo contro le spedizioni coloniali e per chiedere 11 rimpatrio di urgenza delle truppe metropolitane e algerine distaccate in Marocco, deplorando che la regione meridionale del protettorato sia da parecchi mesi teatro di una intensiva preparazione di operazioni militarti. Il socialista Nouelle chiese al Ministro se la Francia abbia o no sul serio l'intenzione di conquistare il Tafllalet, l'opinione pubblica avendo il diritto di sapere se verranno chiesti nuovi sacrifìci di vite per av venture coloniali. Il radicale Daladier si disse dlspo sto di accettare la data del 21 giugno par la discussione delle interpellanze, ma a patto però èhe Painleve mani testi fin da ora la intenzione di porre termine ad ogni progetto di nuove spe dizioni marocchine. Secondo l'oratore è ingiusto rendere responsabili 1 subordinati degli errori dei capi e bisogna mettere in chiaro se le truppe francesi in Marocco sono, co-me qualcuno pretende, a disposizione del Residente generale. • Lyautey e Steeg — dice — avevano messo in guardia il Governo contro l'inizio di un piano di penetrazione nel massiccio dell'Atlante. Per mettere la mano sui giacimenti minerari del Tafllalet si è commessa una folle imprudenza che provocherà la rivolta In massa di migliaia di dissidenti e ci spingerà ad operazioni in Brande stile. Ho dunque il diritto di affermare che all'infuori del Governo, degli ufficiali hanno preso l'iniziativa dei combattimenti che hanno avuto luogo. Se non si mette un termine a questa politica ci avvieremo ad una serie di avventure sanguinose e nefaste per 11 pase». Le asslenrazionl di Painleve Renaudel si unisce al collega per chiedere al Governo di fornire subito qualche informazione rassicurante e sincera, e allora Painleve sale alla tribuna per dire: Mai il Governo ha incoraggiato nè permesso, nè consigliato operazioni di conquista o di avventure. La politica del Governo è una politica di penetrazione pacifica. Costruire delle strade e delle ferrovie, ecco la sua politica. Il Governo vuole recare alla Camera le informazioni più rigorosamente controllate. Prima di venerdì prossimo io direttive del Governo saranno rinnovate e ribadite. Se delle responsabilità sono in causa, avranno la sanzione che meritano ». • Dopo queste dichiarazioni la Camera votò per alzata di mano il rinvio della discussione "a venerdì prossimo. Pel momento non c'è dunque, altro che attendere gli ulteriori dispacci sulle operazioni impegnate per liberare AitYacub. Sull'Ecno de Paris, Marcel Hutln confessa tuttavia di non essere esente da ogni preoccupazione circa la politica attualmente seguita dal Governo al Marocco. Contemplando l'insieme delle vicende di questi ultimi tre anni il giornalista scrive: Un tragico bllanolo « Sarebbe vano'dissimulare che la situazione lungi del migliorarsi è andata aggravandosi. In qu«sla regione, detta de! confini sud-algero-mnrocchinl, zona considerata tuttora come pacifl catti, vi sono stati nel 1928 cinquanta scontri che si sono conclusi con un to tale di 164 morti e 61 feriti, oioe un aumento di perdite umane di più del terzo dell'anno precedente. Le affermazioni ottimìstiche del signor Steeg si sono sempre studiate di dissimulare la f' a l verità su questo punto. E' stato necessario l'assassinio del generale Già vene, comandante del territorio maroc chino-algerino di Ain Sefra, per rivelare al pubblico francese la gravità crescente dell'attività dei dissidenti ed indurre la riunione a Colomb Bechard dai due governatori, signori Bordes e Steeg, riunione presieduta e rimarchevolmente preparata dal Marescial 10 Franchet d'Esperey. La conferenza dei due governatori è stata utile, perchè ha messo fine all'assurdità della separazione delle zone, che toglieva alle truppe di Algeria il diritto di inseguimento sul territorio marocchino. Essa ha prescritto lo stabilimento di un certo numero di « piste » attraverso la t hamada » (pianoro di pie tre e di roccia); l'applicazione di mezzi meccanici, come auto-mitragliatrici corazzate: lo stabilimento di una rete di radiotelegrafia sviluppatissima. In fine, ha emesso un voto favorevole al prolungamento della ferrovia da Colomb Bechard in Algeria sino a Bu Deniiib ed a lied Ziz, nel Marocco. E' sventuratamente evidente che queste disposizioni, per la maggior parte in via di esecuzione, non hanno potuto avere ancora tutta la loro efficacia. La più importante, lo stabilimento di ferrovie, non ha potuto ancora essere condotta a termine. Ma la tragedia di Alt Yacub deve essere esaminata da un punto di visto assai più gene rale. Essa è d'altra parte, per se stessa, limitata nelle sue conseguenze, perchè si è svolta in una regione poco popolata, dove nulla di paragonabile al grande sollevamento del Riff è da temere ». • E' il problema della pacificazione del Marocco che ancora una volta attira l'attenzione. In verità, dopo la partenza del maresciallo Lyautey, la Francia, non avanzando nel Marocco, si ripiega. Il passaggio del signor Steeg è stato nefasto. Caratterizzato da qualche sottomissione, tra cui quella degli Ida Ou Tanan — che di fatto erano acquisiti prima di lui — 11 suo governatorato di immobilità ha incoraggiato e rianimato la dissidenza. Steeg non ha mai osato domandare al Parlamento le risorse necessarie per un'azione militare, e quando è partito — o, piuttosto, quando è fuggito — si scorgeva già lo scacco totale della sua politica, poiché le difficoltà al Marocco si accumulavano. Oggi i suoi errori si pagano coi sangue dei soldati. Occorre intraprendere campagne in regola o prendere in esome operazioni sanguinose? Niente affatto. Ma l'impiego delle « piccole dosi » conduce sempre a perdite gravose, di gran lunga superiori a quelle dei granai effettivi che impressionano le popolazioni e facilitano le soluzioni politiche. « La pacificazione del Marocco è, dunque, essenzialmente un problema di denaro; è un problema di denaro che non si pnò rinviare indefinitivamente. Ogni volta, ad esempio, che una occupazione coloniale abbia dovuto arrestarsi prima del suo completo sviluppo lasciando sussistere delle zone di anarchia nelle vicinanze delle regioni pacificate, i marescialli Francois D'Esperey e Lyautey, il grande Mangin e il generale Gouraud hanno sempre protostato. I nostri ne hanno fatto esperienza quando vollero limitare alla costa la conquista algerina. Difatti l'Algeria non ha conosciuto la pace se non quando la bandiera francese raggiunse la I zona desertica del Sahara ». Il principio della seduta di oggi era stato occupato dalla discussione delle prime interpellanze presentate mesi or sono m | seguilo alie noie rivelazioni di Andrea Gids, di Alberto Londres e da Roberto Poulaine. Il deputato Nouvelle aveva energicamente criticato la costruzione della ferrovia Brazzaville-Oceano ed 11 reclutamento forzato della mano d'opera indigena. Maginot aveva risposto brevemente che in seguito alle istruzioni impartite do po il suo recente viaggio in quelle re gioni lo stato di cose lamentato non tarderà a migliorare. Le interpellanze sulla materia continueranno. C. P.