Come si fabbricavano le cambiali alla Banca Andreis

Come si fabbricavano le cambiali alla Banca Andreis Come si fabbricavano le cambiali alla Banca Andreis Le rivelazioni .di un ex impiegato L'udienza ha ìr.telo ancora con lSfilata di alcune parti lese. Il numero dei danneggiati nel dissesto Andreis è incalcolabile, ma non tutti i creditori 'danneggiali hanno veste e possibilità per portare al pubblico dibattimento l'eco delle disavventure toccate loro singolarmente. La legge fa obbligo di intervenire al di tatti mento solo ad una certa categoria di danneggiati (quelli ai cui danni si concretarono gii atti delittuosi contestati agli imputati): ad altri concede semplicemente la facoltà di intervenire. Ma se di questa facoltà la maggior parte non ha pensato neppure per un istante di valersi (tanto appaiono vane ed inutili le recriminazioni ed i lagni a dissesto avvenuto), taluni invece non rinunciano ad esercitare il diritto riconosciuto loro dalla legge. Essi scendono magari dai più lontani paesi per venire a ricordare ai giudici l'entità del danno singolarmente subito o le conseguenze che il crollo della banca ha avuto per loro. Ancora le trattative di Roma Sentinelle, in questa fase del dibattimento le deposizioni di queste parti lese non recano più nulla di nuovol'eco che esse lasciano nell'aula non è maggiore e diversa di quella lasciata dalle parti lese che hanno deposto all'Inizio del dibattimento. La loro sfilata è sollecita ed ai danneggiati succedono subito 1 testimoni. Alberto Gaino si Interessò insieme al sig. De Pedrini per ottenére ,dalla Banca d'Italia la revoca delle restrizioni stabilite per la banca Andreis. Per svolgere queste trattative gli fu anche conferita dalla Banca Andreis, il 18 agosto 1927, la procura generale. Ma riuscite senza alcun esito concreto le trattative, e profilandosi inevitabile il crollo, la prò cura gli fu revocata una settimana dopo. Presidente a G. L. Andreis: — In istruttoria lei ha detto che conosceva il Gaino solo per interposta personaperchè gli ha affidato la procura? n G. L. Andreis: — Perchè si diceva che la Banca d'Italia non avrebbe trattato che con persona munita di procura. Il teste aggiunge di non avere avuto alcuna somma in compenso dell'inte ressamento spiegato per la Banca, ma G. L. Andreis conferma di avere fatto rimettere al Do Pedrìni ed al teste, a titolo di compenso, la somma di 17 mila lire. Il comm. Achille Berry, durante una breve permanenza a Nizza Marittima, ebbe occasione di conoscere Dario Dentes, il levantino che si occupava per la vendita delle coperteIl Dentes — narra il teste — si dichiarava di essere l'emissario della Banca Andreis per l'estero ed aggiungeva che per conto di questa stava occupandosi per il collocamento duna somma vistosa: otto o dieci milioni. Su analoga circostanza depone 11 sig. Tabacchi, che conobbe il Dentes in un albergo di Nizza. E si presenta II cambista Giovanni De Cosimi, contitolare col barone Enrico Bianco, della ditta Bianco, De Cosime C, per il cui salvataggio la Banca Andreis profuse, secondo l'accusa, una somma che supera 1 tre milioni di lire. Egli spiega che la ditta sub! un grave contraccolpo in seguito al disastroso esito di. talune speculazioni borsistiche fatte dal barone Bianco, il quale operava largamente per proprio conto ma col nome della ditta. Quando la sijuaztone si rivelò insanabile, 11 BlanC(S8*ai1 ontano da Torino. Allarmato, 115teste colse da Gian Luigi Andreis, informandolo della fuga del figliastro e .della situazione della ditta, la cui posizione doveva inevitabilmente essere rassegnata al Sindacato di Borsa. — La posizione della ditta — prosegue il teste — fu rilevata dalla Banca Andreis. Ma questo avvenne dopo che G. L. Andreis ebbe esaminato la situazione conlabile apprestata dai ragionieri Segre e Torazza. Il rilievo della posizione avvenne quindi a ragion veduta, non per mera condiscendenza Il salvataggio della ditta Bianco è De Corsini P. M. — Prima del dissesto, la sua ditta aveva avuto rapporti colla Ban ca Andreis? — La Banca Andreis aveva fatto delle operazioni per il nostro tramite e ci era debitrice di 150 mila lire. P. M. — E lei sa quanto è costato all'Andreis il salvataggio della posizione della ditta Bianco e De Cosimi?— Ho letto sui giornali delle cifre, ma mi paiono esagerate. Le nostre perdite non- superavano il milione. P. M. : — Sembra invece che le cifre che lei ha letto siano vere. Dott. Tiboldo (curatore) : — Basta fare i conti. Un ragazzino delle elementari potrebbe farli. E' una vera truffa quella che è stata consumata in danno della Banca Andreis col farle rilevare la posizione della ditta Bianco.Avv. Farinelli e Vallauri (della difesa di G. L. Andreis) : — Siamo d'accordo col curatore. La Banca Andreis è stata truffata: lo riconosce anche chi non è mai stato indulgente verso il nostrQ difeso. — Ma gli è — osserva il P. M. ponendo fine all'Improvviso ed impreveduto dibattito — che io non mi trovo 'd'accordo con nessuno dei due: nò col curatore, nè colla difesa. Il sig. De Cosimi, alquanto rinfrancato da questa dichiarazione del P. M., lascia l'aula. Gli succede Francesco Tardy che per tre anni, sino al 30 giugno 1924, fu impiegato presso la Banca Andreis. Si dimise dall'impiego perchè era scarsamente rimunerato ed intendeva sistemarsi più convenientemente per potersi sposare. Pres.: — Nel periodo passato presso la Banca Andreis, lei ha firmato delle cambiali ? , , . , , . , ,4 — SI. Gian Luigi Andreis mi ha fatto mettere delle firme su delle cambiali • talvolta di girata, talvolta anche come emittente : a Presr: — Firmava col suo nome" o con quello di altri* — Alcune volte firmavo col mio nome; ma più spesso mi faceva firmare col nome di clienti della Banca. « Ricalcava le firme sul vetri » P. M. :" — Lei ha visto anche G. L. \ndreis m-ent.re era Intento a falsificare clelle firme, ricalcandole dall'originale sui vetri della finestra? — Si, l'ho visto mentre faceva delle operazioni di questo genere. 1*. M. : — Quando è avvenuto tutto questo ? Negli ultimi tempi in cui sono rimasto presso la Banca. Dott. Tiboldo al teste: — Ricorda di avere grattalo il libro cassa per sostituire delle registrazioni! Teste: — Non ricordo. Dott. Tiboldo: — Ma le registrazioni sono sue. P. M.: — Nella Banca Andreis arailavano un po' tutti: il teste 1 registri, gli altri il resto. Pres. : — Chi le ha ordinato di raschiare il registro per sostituire le registrazioni T — Credo Gian Luigi Andreis. La ragione delle raschiature la rivela il P. M. : si trattava delle registrazioni riguardanti le operazioni compiute con Darlo Dentes. Dapprima le registrazioni vennero eseguite col nome di questi : poi G. L. Andreis volle mascherarle sotto il nome di altri. Durante 11 tempo trascorso presso la Banca Andreis, il teste ebbe anche a vedere alcune delle cambiali false appartenenti a quello stok che fu poi trafugato e mandato a Parigi. Ma egli non ricorda se gli effetti fossero già compilati, a quell'epoca, nella loro interrita. P. M.: — Da chi riceveva gli ordini quando era in Banca T — Da G. L. Andreis. P. M. : — E quali funzioni aveva Angelo? Si dice da taluno che fosse 11 factotum nella Banca. — Angelo andava e veniva dagli stabilimenti. Quando era a Torino svolgeva la funzione del cassiere. P. M.: — Glie stipendio le era corrispostov — Per il primo anno ho prestato servizio gratuitamente: poi, per un anno ini furono 'corrisposte 75 lire al mese, quinai 1U0. NbkU ultimi mesi avevo uno stipendio ui òlio lire circa. P. M. : — Ed in questo prezzo era compreso anche il compenso per le tirine delle cambiali false? Avv. Farinelli., — Le firme non costavano niente. Un immutato ohe non ea taoere Interloquisce l'imputalo Bosio. Questo giovane lia la frenesia di iuterio quire. E lo fa sempre con un'opponunini e una utilità per la sua duesa, da meritarsi severi rabbuili dal suo patrono. A giudicarlo dal suo comportameli 10 durame il processo, non lo diresti imputato. Chi siede sulla panca degli imputili cerca di rimanere più che gii è possibile ili silenzio. Parla quanuo proprio vi è costretto, e studia ai con tenersi per non compromettersi. Bosio invece non ha preoocupuzioni; coglie ogni pretesto per far sentire la sua voce che egli ritiene forse armoniosa e sua dente quanto la sua musa. (Per chi co noscesse solo il rag. Bosio — direttore di banca e impiegato malversatore — diremo che al suo nome si sono visti in giro non solo del libretti di conto corrente passivo ma anche del libriccioli di poesie). Egli chiede di parlare e spiega: — Sono essere In grado di illuminare il Tribunale sullo stato d'animo degli impiegali della banca, perchè io sono entrato all'Andreis quando ne 6 uscito il Tardy. Posso dire dunque dell'astio del Tardy verso gli Andreis e dell'interesse fortissimo che aveva fi. L. Andreis a sorvegliare i rapporti di Tardy con me... Dai banchi della difesa si grida al Bosio: — Ma stia zitto... P. M. al teste: — Andando via lei ha raccontato al suo successore di aver fatto delle firme false? 11 teste si mostra impacciato e protesta di non ricordare. Il P. M. allora incalza: — Si dia atto a verbale di quanto ha detto il Bosio. On. Villabruna a Bosio: — Lei ottiene sempre dei successi molto brillanti... G. L. Andreis: — Il Tardy è un ragazzo ottimo. In banca ebbe un unico lórlo : quello di fare della politica troppo vivacemente. Egli era un mignolino e non sapeva astenersi dal proclamarlo. Quanto alle firme non è vero che abbia falsificata quelle degli altri : ha firmato sempre col suo nome. E se andò via dalla banca fu solo oper la questione dello stipendio. li teste dichiara ancora di non avere mai visto Angelo Andreis partecipare alla falsificazione di cambiali, e lascia 11 posto a Lieto Otello, un giovanotto che fu già alle dipendenze del commerciante Luigi Denti. Nel suo nome c'è per cosi dire contraddizioni in ter mini: questo dà luogo ad una fioritura di variazioni da parte dei patroni. L'avv. Roccarino esclama: — Poiché il cognome era troppo allegro l'hanno accompagnato con un nome tragico. E Lieto Otello — ma pia con animo da Otello che lieto — rende la sua deposizione. Dal febbraio al settembre 19Ì16 l'imputato Verzetti mediante l'uso di cambiali firmate dal teste e da altri aveva creato un conto fittizio che gii permise di ottenere illecitamente dalla banca Andreis circa 3(10 mila lire. Ora si discute su talune di quelle cambiali. Per lo sconto di due di esse, dell'importo complessivo di 20 mila lire, 11 teste dice di non avere avuto nulla dal Verzetti. Questi invece sostiene di avergli consegnato 3 o 4 mila lire. E le proteste di innocenza e di buona fed>'; del teste continuano. Il processo, dopo l'escussione di qualche altro teste, è rinviato a martedì.

Luoghi citati: Bosio, Nizza, Parigi, Roma, Torino