L'incessante tributo di venerazione al Beato nella seconda giornata del Triduo

L'incessante tributo di venerazione al Beato nella seconda giornata del Triduo L'incessante tributo di venerazione al Beato nella seconda giornata del Triduo L'affluenza del pubblico anche ieri stato enorme. La stessa devozione fiduciosa, le stesse preghiere ardenti, i medesimi trasporti di fede hanno caratterizzato il pio pellegrinaggio all'urna sacra, ohe dura ormai da due giorni. Anchì ieri è stato necessario arginare l'entrata e l'uscita dalla Basilica come il giorno prima. Cosi nell'interno, anche ieri, un gruppo dì sacerdoti e di chierici hanno disciplinato la folla, nell'adempimento del suo desiderio di riportare qualcosa che fosse stato molto vicino a Don Bosco. Le scene pietose non acceitnaaio a diminuire. Non c'è mamma che abbia un figliuolo dolorante, che non vada da Don Bosco a chiederne la guarigione come non c'è afflitto che non ricorra all'altare del Beato per ottenerne il taumaturgico aiuio. 11 triduo solenne ha chiuso la seconda giornata. Le camere di Don Bosco Al mattino S. E. il Cardinale Alesfcio Ascelesi ha celebrato una messa letta, prestissimo. Alle ore 111 ha pon lineato S. E. il card. Augusto Hlond, primate di Polonia con assistenza di Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Preiati, radunati a Torino per la celebrazione del novelio Beato. Alla sera, 6. E. il Card. Nasalii Rocca ha tenuto il disc-orso esaltaiivo, dopo i vespn pontificali, seguito dilla Trina Benedizione, impartita dal Card. Ascalesi. Per tutta la giornata di ieri, oltre the all'urna un continuo pellegrinaggio di folla in preghiera ha visitato quelle che alla città Salesiana vengono chiamate le « Camere di Don Bosco « le quattro stanzette da Lui abitate negli ultimi tempi di sua vita ed pggi mutate in luoghi sacri. Anche le due chiese che segnano le (tappe storiche della ascensione prodigiosa delle opere di Don Bosco furono continuamente meta di fedeli orantì. Quando lo cerimonie celebrative dello beatificazione di Don Bosco saranno finite alla Casa Madre di Torino, tutte le Case salesiane del mondo inizieranno dei festeggiamenti di carattere locale che si protrarranno nel tempo, secondo l'indole e il cai altere della Casa, fino alla line dell'anno in corso. Quindi, anche nelle più lontane missioni dell'Asia e dell'Australia come nei grandi educatori americani il piccolo sacerdote piemontese, verrà venerato con amore filiale. Come l'Istituto salesiano di Cumiana più particolarmente e dedicato ai giovani agricoltori missionari, ed i vari istituti della. Crocetta e di Valsalite ai giovani chierici missionari, cosi, come è già stato annunciato, presto sorgerà a Tornio un nuovo istituì o Salesiano « Conti Rebaudengo » nel quale vengono formati i « capì d'arte » per le missioni. Vi saranno quindi laboratori-scuole per tutte le branche di artigianato S. E. il- cardinale Giuseppe Gamba, nel pomeriggio di domani benedirà e porrà la prima pietra della nuova casa alla presenza di autirità civili c religiose. Padre Vincenzo Cimatti, superiore della Missione salesiana giapponese di Miyazaki, -terrà il discorso inaugurale. Prima e dopo la cerimonia verrà eseguita musica di Pagella, di Magri, di Eusebietti e di Blanc. Ieri mattina, i Cardinali, eccetto gli officianti e il Prelaio spagnolo, partito fin da lunedi per il ritorno con il suo pellegrinaggio, si sono recati ai Becchi per visitare la casa di Don Bosco ed hanno fatio ritorno a Valdocco prima di mezzogiorno. Questa mattina, poi. oltre una cinquantina di Ispettori delle Case Salesiane di tutte le nazionalità, saranno ricevuti agli Stabilimenti Fiat. Le avventure di un vescovo nel « Matto Grosso » Monsignor Couturon è il vescovo de £li indiani del Matto Grosso, ossia è il'Amministratore Apostolico delia Hre la tura del Registro de l'Araguaya. Or dinato prete nel 1912, a Cuyaba, capi tale dello Stato di Matto-Grosso, cominciò nello stesso anno la sua vita missionaria con un pericoloso e durissimo viaggio attraverso la grande foresta sconosciuta, la « Matta Vir gen «, durato oltre tre mesi, viaggio ir d'apostolalo e d'esplorazione. I padri salesiani della Missione del Matto .Grosso, infatti, sono insieme apostoli »? esploratori. Viaggiano sul mulo e a piedi, per settimane e mesi interi, a visitare i villaggi degli indiani nello regioni conoscimi1 e nelie foreste vergini, per portare fin dove è possibile la buona novella. E la Missione salesiana è sconfinata: si estende per trecentomila chilometri quadrati sulle regioni note e per altrettanto sulle ignote! .Nel 1902 ferveva una lotta feroce tra irli Indii Borciro e i meticci. I primi difendevano i loro boschi e le loro montagne come avrebbero difeso !a loro vita; i secondi, violenti e cru¬ dlMlrfrcmsApsntptct1tddsvntcsqcrddvitzSctaaidssdldanbvgzrcemrcgvgla deli, per ingordigia di guadagno volevano soggiogarli al proprio dominio. Mentre in circostanze orribili ferveva la lotta, dalla Divina Provvidenza furono inviati i Agli di Don Bosco per far ritornare la pace tra i contendenti. Ma gli indii opposero una Serissima resistenza ai Padri giunti a contatto con loro, dopo quaranta giorni di marcie continue, e di vita di tenda, sotto condizioni atmosferiche avverse. Anzi una spedizione di loro fu inviata per uccidere i. bianchi stranieri invasori. Ma la dólce carità dei Missio nari ebbe la virtù di renderli mansue- ti e, dopo ventidue anni di fatiche a-,postoliclie, oggi la Missione del « Mat-|to Grosso » conta dodici casi e otto collegi. Non sempre il lavoro fu inin terrena. La rivoluzione brasiliana del 1924-2« che aveva per scopo di soppiantare il governo civile e istituire una dittatura militare, distrusse con danno di oltre due milioni di lire l'Opera salesiana. 1 saccheggi compiuti dai rivoluzionari vinti dalle truppe governative e datisi al banditismo furono terribili e senza fine, di modo che ancor ora si lavora per ricostruire. Le tribù che vivono sotto la giurisdizione dei Salesiani sono undici; ma quelle largamente cristiane, non sono che due. Una tribù montanara, 1 Bororo, gli indii dei boschi, e le tribù dei Fiumi, i Coraja. Tribù nomadi indomite e flerissime. le montanare, che viveva di caccia e di guerra e che oggi i salesiani hanno condotto all'agricoltura, facendo nascere nei cuori rozzi degli indigeni l'amore della terra. Sono sorti a poco a poco i villaggi con i loro capi, obbediti non gin per timore ma per profonda riverenza. E a capo tribù fu consacrato da qualche anno un salesiano. Don Colhacchini. il « Capitano Grande. » chp npi giorni delle adunate riveste le fantasiose insegne del comando e della legge. E se pure Ira questi la donna è considerala all'lncirea come una schiava, l'islinto sociale è cosi forte che, quan- do la sera il capo villaggio chiama Ua giornaliero rapporto i suoi animi nistrati perché sia reso conto e del bene e del male compiuto, chi è trovato in colpa viene espulso dal villaggio per un tempo definito, in espiazione: ed è costretto, per vivere a ricorrere ai fnitti naturali della terra, che non troverà aiuti o soccorsi da alcuno. La vita sulle imbarcazioni La Tribù dei Fiumi, invece, più gentile di costumi, più intelligente, più espansiva e gioviale, se pure più debole fisicamente, vive completamenip sulle acque del Araguaya. Non ha villaggi, non ha capanne. Sulle sue linbarcazioni emigra continuamente. A gruppi da cinquanta a duecento i nomadi si fermano, anche per mesi, ed ascoltano la buona novella mentre 1 piccoli imparano dai missionari a leggere, scrivere e 1ar di conto. Imparano infatti a contare fino a mille, cosa a cui non giungono certamente gli adulti. Per quest'uHimi, dopo il numero venti, c'è l'infinito. E anche per giungere a venti il lavoro non è poco. Sulle dita delle mani contano fino a dieci. Poi si fermano, e pensano a lungo prima di proseguire. Quindi alzano un piede, e sulle sue dita giungono fino a quindici: e poiché l'altro piede non può servire alla bisogna, imprimono i segni di una mano sulla sabbia fine e giungono al venti. Ogni numero superiore viene da loro indicato con il trascorrere delle mani sui capelli, mpntre con la bocca imitano un lieve fruscio, quasi ad indicare che il mimerò è uguale a quello dei capelli-dei capo. Cosi come 1! succedersi del tempo vien dato dai fenomeni naturali. Il missionario parte e dà loro nppuniampnto al medesimo luogo quando l'albero sia in flore, o quando l'acqua del fiume abbia raggiunto un certo limite della riva. La tribù più feroce Ma c'è una terza tribù, la più feroce, che pure guarda al missionario come all'unica creatura ohe possa concedere un po' di quiete a tante anime tormentate. Ed è quella dei cercatori di diamanti. Su per i monti, particolarmente numerosi nel centro della Prelatura: sulle rive del fiume Garca. affluente dell'Araguaya essi vivono una vita selvaggia di odio, di corruzione e di violenze, alla ricerca di una ricchezza che non può venire ammassata mai, perdio continuamente riversata nei centri di ritrovo dove ogni vizio ha il suo tempio. E il missionario passa, benefico e paziente, tra questi, die quasi sempre sono i rifiuti della civiltà europea e gli altri che alla civiltà appena si affacciano, incurante dei pericoli che gli uomini e la natura ad ogni passo fanno sorgere, fìsso solamente alla sua alta missione cristiana.

Luoghi citati: Asia, Australia, Cumiana, Polonia, Torino