Nella gloria della sua Basilica

Nella gloria della sua Basilica Nella gloria della sua Basilica In questa Basilica edificata e consacrata da Don Bosco il 9 giugno del 1SC8 il fondatore dei Salesiani ritorna coli'aureola di Beato, dopo sessantanni precisi: il 9 giugno 1929! Coincidenza di date non cercata, non voluta, ma clie fa anch'essa pensare all'influenza divina che guidò in vita tutto le azioni del vivo sacerdote e che dopo morte lo assiste ancora e sempre. Anche i fedeli che quotidianamente in questa chiesa assistono alle divine funzioni, oggi non la riconoscono più, cosi abbellita, ornata di ricchissimi drappi. Per ricevere degnamente la salma, del fondatore beatificato nella Basilica di San Pietro in Roma, la mori osta Basilica di Maria Ausiliatrice si è trasformata. Le colonne, le due tribune innalzate di fianco alle arcate laterali, oltre le quali stanno gli altari di San Pietro e San Giuseppe, e la balaustra del copti, sono tutte addobbate, fasciato, mascherate, con lo stesso damasco fremisi a fiorami d'argento con -Talloni dorati. Anche i banchi allineati lungo la navata fin presso ni presbiterio sono coperti con lo stesso damasco rosso. Ma la decorazione ha raggiunto un effello veramente suggestivo davonlii l'aitar maggiore. Sulla centina del primo arco fotto un trofeo di gigli di argento spiccano su un velluto di un rosso cupo le iniziaii Joannis Bosco che una grande B dorata (Beato) Intreccia e Sega indissolubilmente. Da questo stemma i damaschi si dipartono e scendono fino a oollegarsi in basso alle colonne avanzate dell'arcata, a guisa di due gigantesche eli ripiegate. Il velo argenteo, frammisto alle 6ete ed al velDuti, ed i larghi galloni dorati che lo delimitano, danno a questa decorazoine un senso di leggerezza, di etereo, che fa pensare alle variopinte ali delle libellule. Al centro, una breve cortina a tre riprese e di un rosso più scuro, sul quale brillano ricami d'argento, completa questo — che. con termine profano, potrebbe venir -chiamato il boccascena oltre il quale dietro l'altare maggiore, una decorazione in damasco pure rosso circonda « là Gloria », la gigantesca tela sulla quale spicca la venerata immagine di pon Bosco, la si essa che fu esposta in San Pietro H giorno della beatificazione. Anche dal centro delle due arcate delle cappelle di S. Pietro e S. Giuseppe si dipartono i panneggi di damasco . e broccato che armonizzano con la decorazione dell'aitar maggiore. La nota dominante è sempre U rosso, ma le diverse gradazioni dello stesso colore, sul quale l'oro e l'argento, armonizzano, crea una varietà di sfumature di bell'effetto pittorico. Due altre grandi tele, anch'esse provenienti da Rome, e rappresentanti i due miracoli compiuti dal Bealo Don Bosco, pendono dalle pareti di fianco all'aitar maggiore, circondate da lampade. Il tempio di solito avvolto in una suggestiva penombra, è oggi un trion fo di luce. Dalle lampade pensili che scendono dal cornicione, oltre il quale si Innalza la cupola, si dipartono fiammelle luminose. Ve ne sono di azzurrine e fosforescenti come lucciole altre brillanti e lendenti al giallo. Quelle più in alto, più lontane, ap paiono velate e palpitanti come le stelle del firmamento. Tutt'attorno al l'immagine del Beato sta una fitta costellazióne di gemme luminose, ma l'oro trionfa sull'altar maggiore. Sul ceri, disegnanti un motivo ornamentale, ni lati del ricchissimo ciborio sembra siano state deposte delle gocciole d'oro. Dall'alto delle finestre, che circondano l'alta cupola scendono larghe strisce di luce ed accendere riflessi di incendio sui parati di damasco e di velluto, e a rendere ancor più vivo l'oro delle decorazioni e fin sul pavimento, la luce, che filtra dai vetri istoriati, disegna una screziatura di jolori. A rendere più suggestiva la decorazione del tempio due potenti ri tlettori. mascherati dalla balaustra del presbiterio lanciano sull'immagine di Don Bosco fasci di luce di un azzurro violaceo. Volgendo le 6paWe all'aitar maggio re si nota sul coro una strana ani mazione: sono i duecento cantori che vi prendono posto, al disopra di essi le argentee canne dell'organo si lanciano verso la volta, e ai di sotto si apre, sulla piazza luminosa, la por ta principale del tempio. Fasto e solennità L'atmosfera suggestiva che si respl ra nella chiesa si fa sempre più intensa, di mano in mano che u pop larda giungono fedeli di eccezione. Primi i cavalieri del Santo Sepolcro, nelle loro belle e bianche divise suUe quali e guarniture in velluto nero damascato d'oro e le ricche decorazioni hanno us grande risalto. Le feluche nere ornate di bianche piume di struzzo, le spade e gli speroni dorati ed U candido e fluttuante mantello completano la pittoresca divisa dei cavalieri Gerosolomitani, capeggiali dal conte Vittorio Prunas i'oiu. in assenza del Bali grand uff. De Sanetis, e fra 1 quali si trovano i Ball: marchese Persichet. ti Ugolini, del capitolo Romano e nipote del Sommo Pontefice; il marchese De Ferrari del Capitolo delle tre Venezie, il cav. di Gran Croce Camblaghi del Capitolo della Lombardia ed 11 corani. Rusticani a cui fu affidata la rappresentanza del capitolo di Catalina. In contrasto con questo candido gruppo stanno le rosse divise dei Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta. Tutti prendono posto a sinistra della balaustra che delimita il presbitero. Di fronte a loro si collocano i gentiluomini delle Corti dei Principi Sabaudi risiedenti a Torino, fra i quail si nota 11 conte Fossati Raynerl in grande uniforme. Nelle poltrone vicine le Dame di Corte e di Palazzo, tutte in nero, col capo coperto da fitti pizzi gure nari, segnano una zona d'omra In quella tavolozza dai colori vivaci. Quasi ad isolarla, un gruppo di generali con le brillanti divise si colloca nel banchi vicini. Sono: li comandante d'Armata gen. conte. Petltti di Roreto. il comandante di Corpo d'Armata gen. Mombelli, il comandante la Divisione gen Monteflnale, Il pen. i Sasso, comandante l'Accademia Militare, il gen. Pintor, comandante la Scuola di Guerra, il gen. Da Pozzo, comandante dei Carabinieri e il gen. Scandolara comandante la prima Zona della Milizia. Giungono S. E. il Prefetto Maggionl, il podestà conte Paolo Thaon di Revel, il segretario Federale Bianchi Mina, accompagnato dall'Ispettore avv. Boelti e dal comandante Parenti, segretario federale di Aosta e dal dott. Pellegrini. Dalla porta principale del tempio si vede sulla piazza continuare la sfilata del corteo fra il suono delle musiche e lo sventolare dei labari e delle bandiere, meni re sempre nuove personalità civili ed ecclesiastiche che si staccano dal corteo vengono a popolare la chiesa. In breve questa è gremita: sacerdoti in cotta bianca, arcivescovi e vescovi con la mitra in capo e il pastorale in mano, avvolti nel ricchi piviali, che i caudatari sorreggono, prelati vestiti di preziose pianete, o in cappa magna, canonici in rocchetto rosso, parroci in rocchetto violaceo invadono tutto lo spiazzo rimasto libero nel centro del tempio e si dispongono su due file per fare ala al corteo. Sulle due tribune sono saliti i cooperatori e le cooperatrici dell'Opera Salesiana, a gremirle fino all'inverosimile. Il quadro che presenta la chiesa, nella quale si affittisce una folla cosi densa di colore, è talmente suggestivo che S. A. R. il Principe di Piemonte, che a fianco della Duchessa di Pistoia fa il suo ingresso dalla sacrestia, si ferma un momento ad ammirarlo. Guidato dal parroco di Maria Ausiliatrice, don Borgatello e dal prof, don Cane, il Principe Umberto seguito dal Duca di Genova, dai Duchi di Bergamo, Pistoia e Udine, dalla Principessa Maria Adelaide e dalla Prlnci pessa Jolanda a lato del consorte conile Calvi, si avvia al presbiterio. Quando il Principesco corteo passa dinanzi ai Cavalieri del Santo Sepolcro ed a quelli dell'Ordine di Malta tutti salutano con la spada sguainata. Il Principe di Piemonte'è accompagnato dal suo primo aiutante di campo gen. Clèrici e dai suoi ufficiali d'ordinanza. Le poltrone pei principi e le pri neiIlo" pesse sono collocate nel presbiterio jn « Corrai evangeli »: quelle per i sei cardinali in «Comu epistolae», in mezzo sta il basamento coperto di velluto rosso damascato, che attende l'urna del Beato. La chiesa s1 riempie sempre più: in un angolo si radunano le suore di Maria Ausiliatrice, altre monache dalla bianca cuffia, frati in bianco saio, o in tonache scure, chierici in cotta candida si infiltrano dovunque. Di tratto in tratto la folla si apre reverente per dare il passo ad un cardinale. Ad uno ad uno I porporati in zucchetto, assistiti da prelati vanno ad inginocchiarsi all'aitar maggiore e dopo essersi raccolti in preghiere si rialzano, salutano i Principi, poi raggiùngono le loro poltrone. Ultimo a giungere è S. E. Il Cardinale Gamba, il quale appare in ispe.cial modo commosso. Una funzione indimenticabile Uno scampanare gioioso scende dal campanile di Maria Ausiliatrice ■ e per la vasta navata e fin sulla cupola si spandono le onde sonore, in tono più sommesso, perchè lontano, risponde il concerto dei bronzi delle altre chiese cittadine. Il canto: « Don Bosco ritorna... » intonato dalle mille e mille voci dei partecipanti al corteo si è fatto più travolgente e per la porta della Basilica invade tutta la chiesa. Applausi dapprima, appena distinti, aumentano man mano di intensità, si fanno travolgenti, scroscianti poi d'un tratto, come se una folata di vento avesse spazzato via quella bufera subentra il silenzio. Un silenzio solenne come per l'aspettativa di qualche cosa di miracoloso. Tutti gli sguardi sono rivolti alla porta che si apre sulla piazza luminosa. Ad un tratto essa appare in parte ostruite da un oggetto che visto controluce non è subito possibile identificare. Ma poco dopo tutti ravvisano l'urna, la sacra urna nella quale è racchiusa la salma di Don Bosco. Essa procede lentamente, a sbalzi, come se si movesse per forza propria sopra quel mare di teste che dal presbiterio va giù fin alla porta della Basilica. Sembra una nave sul maroii. Gli ex allievi che la portano non si vedono perchè sommersi nella folla. I fedeli si inchinano al passaggio, le mani si affrettano nel segno della croce, gli occhi, umidi di lacrime, si affissano sull'immagine del Beato il cui puro profilo si scorge attraverso il terso cristallo. L'urna procede sempre. Dal fondo della chiesa sì dipartono battimani ed in breve uno scrosciare fragoroso di applausi saluta Don Bosco che torna alla chiesa da lui edificata e accompagna la salma nel breve tragitto che ancora la separa dal pie distailo per lui preparato in presbiterio, di fronte all'altare maggiore sfol gorante di luce. Ma dall'alto del coro scendono unitamente alle suggestive armonie dell'organo le voci dei duecento allievi della « Schala cantorum salesiana ». L'« Iste conflssor » del maestro Pagella, canta la gloria del Beato. L'urna è /posata in presbiterio. Il Principe di Piemonte e il Duca di Genova, gli altri Principi e Principesse si inginocchiano reverenti. I cardinali sono tutti genuflessi. In presbiterio anche il Rettore generale dei Salesiani Don Rinaldi, il can. Don Ricaldone e altri Prelati del Capitolo salesiano sono inginocchiati sulla gradinata dell'altare. S. E. il Cardinale Gamba riveste l paludamenti pontificali e assistito da due canonici si avvicina al tabernacolo dal quale trae il Sacro ciborio. Azzurre nuvole d'incenso si innalzano dal turiboli "che 1 sacerdoti agitano e vanno a confondersi con quelle che l'artista ha dipinto «1 piedi del Beato sulla « Gloria » che domina l'aitar maggiore. La benedizione Uno squillo di tromba al quale risponde l'argenteo tintinnare di un campanello. Il Cardinale in cospett • dell'urna alza U ciborio in un gesto ieratico Ispirato e bepedlce Principi. autorità, personalità, clero e tutti 1 fedeli. Lo squillo di tromba si ripete una, due volte, sposandosi al tintinnar dal campanello, (poi termina nell'attenti. Tutti si rialzano: il Cardinale intona il « responsorio » al quale i fedeli fan coro, ipoi dall'organo si diparte un sacro motivo che i cantori sviluppano. In questo stesso momento fuori, sulla piazza della Maria Ausiliatrice ed In Corso Regina Margherita, altri Cardinali impartiscono ai fedeli la benedizione solenne. A cerimonia ultimata il Principe di Piemonte si avvicina piamente all'urna coi Principi, i cardinali e gli altri prelati che si trovano nel presbiterio. Umberto di Savoia, il Duca di Genova e gli altri Principi vengono ossequiati dai superiori dei salesiani e dai Cardinali, prima di lasciare la chiesa. Nel cortile dell'Oratorio Salesiano aU tendono le automobili dei Principi che partono fra gli applausi di sacerdoti e di allievi. Poco dopo anche le Autorità lasciano in automobile l'Istituto Salesiano allontanandosi dalla porta dt via Sassari. La basilica illuminata I fedeli Invece che lasciano la chiosa provano la sorpresa di trovare Ma ria Ausiliatrice tutta illuminata. Migliata e migliaia di lampadine multicolori disegnano l'architettura del tempio e ne contornano la cupola, rendendola fosforescente. La cerimonia è terminata tanto tardi da permettere che essa venisse coronata con l'illuminazione del tempio. Tutte le case che limitano la piazza e che appartengono all'Opera Salesiana, erano anch'esse illuminate artisticamente ed in mezzo la statua del Beato modellata dal Oellini, aveva anch'essa la sua gloria di luce fornitagli da due riflettori. Lampadine rosse fiorivano intanto nel giardinetto che fa da tappeto al monumento di Don Bosco. . Nella Basilica, durante la commovente funzione si trovava la .nipote del Beato: Suor Eulalia Bosco. Fra 11 gruppo delle Dame, che presero posto a destra del presbiterio si trovava pure S. E. la contessa De Vecew di Val Cismon. prima Ambasciatrice d'Italia presso la Santa Sede, e alta dignitaria del S O. M. del Santo Sepolcro. Essa giunse alla Basilica accompagnata dal Cavalieri del Santo Sepolcro conte di Villafranca e prof. Giulio Fenoglio. e venne ossequiata dal Superiori della Società Salesiana. La serata Le partenze del pellegrini La serata della grande giornata salesiana è stata animatissima. A gruppi, i pellegrini giunti a Torino, cominciarono, fin dalle prime ore della sera ad affollare le tre stazioni da cui partivano i numerosi treni speciali, per riportarsi ai diversi luoghi di provenienza. Le strade della città erano attraversale dagli autobus ohe1* ripartivano, specialmente verso il confine lombardo, recando comitive numerose, in gran parte di Ordini religiosi, particolarmente femminili. Per tutta la serata è echeggiato ancora ti insistentemente l'« Inno a Don Bosco». Le partenze doi pellegrini sono av venute in un primo tempo con I treni ordinari in partenza dalle ore 19 alle 20. Il grosso delle comitive è ripartito dalle 22 di ieri all'una di stamane. In queste tre ore sono stati istradati, sotto la diretta sorveglianza del capo Compartimento, ing. grand'uff. Ehrenfreund. ben ventiquattro treni, di cut diciassette speciali. In tal modo hanno fatto ritorno 30.000 pellegrini, che, sommati a quelli partiti precedentemente, costituiscono la quasi totalità dei fedeli giunti in mattinata per II corteo. Questo eccezionale servizio ferroviario si è svolto regolarmente senza dar luogo ad alcun incidente. La città, nella notte, si è accesa di una grandiosa luminaria in onore del novello Beato. I quartieri popolari specie quelli prossimi alla Basilica di Maria Ausiliatrice, sono andati a gara nell'illnminare finestre *i balconi, ancora addobbati di drappi e di velluti multicolori. Corso Regina Mareherila era tutta una fiamma accesa di amore devoto verso il Reato tanto caro al cuore del poholo. D'intorno, per un raggio amplissimo, fin verso la Madonna di Campagna e la Barriera ni Milano, anche la finestra dell'operato Jiù umile ha avuto 1 suoi scarsi e moestl lumicini che significava/nò una fede non certo minore di chi aveva potuto disporre di una sfarzosa illuminazione elettrica. Palazzo Reale, Palazzo Madama e II Palazzo del Governo hanno sfavillato fino a sera inoltrata di centinaia di lumi, la cui armonia nlurlcroma fu ammirata da una grande folla. I fuochi allo Stadium Allo Stadium, nella serata, ha avuto luogo l'annunciato spettacolo pirotecnico, al quale ha partecipato una folla veramente eccezionale. Particolarmente applaudita è stata la riproduzione della Basilica di Maria Ausiliatrice. Nel centro dell'arena era stato eretto un castello ad armature di legno. Mediante un gioco di razzi, girandole ecc. si profilava la facciata della Basilica dalla cui porta centrale, aperta, appariva l'immagine del Beato Giovanni Bosco. Furono pure ammirate la Cascata del Niagara e la figurazione di un combattimento. Gì ri ine perfetto li servizio di ordine pubblico, organizzato sino nei più minuti parti colati, si è svolto in un modo perfetto. S. E. 11 Prefetto, con il 6uo Capo di Gabinetto, è rimasto — come abbiamo detto — al suo tavolo di lavoro, per seguire tutto lo svolgimento della grande giornata. TI Ouestore De Roma, con tutti 1 funzionari, diresse 1 servizi coadiuvato dal generale Da Pozzo dell'Arma dei Carabinieri, dalla Milìzia e da reparti rli truppa, l'i giornata è trascorsa tranquilla, tanto che non venne segnalato alcun incidente degno di noie.