Don Bosco vivo della sua vita eterna

Don Bosco vivo della sua vita eterna Don Bosco vivo della sua vita eterna torna alla Casa di Maria Ausiliatrice tra immenso popolo in preghiera I nostri Principi e le bandiere di tutto il mondo si inchinano alla sacra urna = Quattro ore di sfilata con cardinali, vescovi e imponenti colonne di giovani = Da Valsalice a Valdocco: grandioso concentramento, irresistibile commozione della folla Passa un Santo - ZI rito è compiuto. Il grande poverello è tornato alla sua Santa Casa: I1I3 donius mea; inde gloria mea. Il sonno di i:na notte del 1844 è oggi luminosa realtà; da quella Casa, dedicata a Maria, aiuto dei Cristiani, risplenderà per i secoli la gloria di Don Bosco. Lo abbiamo visto passare ieri questo 'Santo, tra cielo e terra, sulla marea umana, solo, in alto, sopra tutti, cullato quasi fra le preghiere e i canti, addormentato, dopo la lunga aspra giornata, nella serena pace di Dio. E lo abbiamo visto vivo della sua vita eterna, quale il popolo lo vedeva. Bastava guardare la folla. Gli sguar di di tutti erano a quell'urna che racchiude la spoglia mortale di un Uomo-, pallidi visi di donne in lacrime, severi vólti di uomini impietriti dalla preghiera mula, occhi luminosi di bimbi sorridenti, occhi stanchi di nonne sofferenti, e tutti protesi in intima comunione con lo spirilo vivente e operante di Colui che fino all'ultimo istante di sua vita terrena implorava: eia mitii animas. Che divino colloquio si è svolto ieri Uel luminoso cielo di Torino fra il 'Popolo e il suo Santo! Se ci fossero 'gli storici del sopranaturale dovrebbero segnare la giornata di ieri come una di quelle che Dio sceglie per convincere gli nomini dell'immortalità dell'anima. — « Date molto al poveri, se volete 'divenire ricchi » — diceva Don Bo'tco. Chi più ricco di lui, oggll 'Quale splendida aureola di anime esul■ tanti ver la gloria della sua Beatitudine! Abbiamo visto le bandiere di tutto il mondo, dalla francese all'americana, dalla egiziana alla cinese abbassarsi dinanzi alla salma del Beato,-abbiamo sentito cantare in tutte le favelle le laudi dell'umile prete piemontese; abbiamo visto e Principi e popolo in ginocchio presi dalla pia viva commozione, e abbiamo sentito- ancora una volta quanto dobbiamo essere orgogliosi di esser nati in questa Italia, terra Hi eroi e di santi, che tanta luce spirituale proletta sul mondo. Un faro di eternità si è acceso in Questa nostra Torino e la luce raggiunge le più lontane terre e gli uo. mìni più diversi, dovunque un figlio di Don Bosco soffrendo fame, sete,- fatiche, disprezzi porti la verità eterna in nome e sotto gli auspici del grande povero di Valdocco. E dò può essere motivo di legittima gioia per ogni cuore piemontese che nel suo Don Bosco ha sentito glorificare anche alcune delle virtù essenziali della sua stessa razza sobria e tenace. centoiniia pellegrini Gli ospiti, attesi e desiderati, hanno 'cominciato a giungere prima, dell alba, «versati in città a gruppetti, a comitive, a collegi dai treni, dalle itiramvie, dalle auto corriere provenienti da tutte le zone delle. Provincia. In quasi tutte le comitive eran sacerdoti sale: siani che facevan da guida, e curati di campagna, che accompagnavano 1 loro parrocchiani. C'erano pellegrini tìi tutte le età e di tutte le gradazioni sociali; predominava perù l'elemento contadinesco. Si vedevano vecchietti e vecchiette del contado, che non avevano forse mai veduto Torino, inai trarsi timidi e incerti per gli interminabili viali della metropoli, ove 6i echiarivano appena, alla luce violetta dell'alba, le chiome degli ippocastani. Ma i comitati salesiani, la milizia ferroviaria, i carabinieri e gli agenti di P. S. e municipali avevano a tutto provveduto e anche i meno pratici e 1 più inesperti trovavano facilmente, mercè i consigli e le indicazioni, 11 modo di orizzontarsi cod rapidità. La città invasa Il primo sale della mattina si può aire abbia trovato tutte le strade della periferia percorse dn colonne di pellegrini In marcia: pellegrini alla moderna, senza il caratteristico armamentario di quelli della tradizione, si notava soltanto qua e là qualche don na di campagna con l'inseparabile canestro, e qualche ragazza che in attesa della prima colazione, si teneva in esercizio sbocconcellando qualcuna di quelle grosse pagnotte nere, che formano oggetto d'invidia per la gente tìi città. Molti procedevano innanzi cantando sacri Inni d'esultanza e freschi ritornelli campestri, a cui s'accompagnava in alto la lieta cadenza delle campane a festa. La stazione di Porta Nuova aveva l'aspetto animalo delle circostanze straordinarie. 1 treni speciali, i bis e rinforzati hanno cominciato a giungere fin dalle cinque e mezza. Alcuni paeselli della linea di Modane hanno inviato folte rappresentanze. composte idi ■ centinaia di persone con musiche e bandiere. Animatissime di gente in arrivo sono state le stazioni di Porta Busa, Dora e Dora Valdocco. Molti pellegrini recavano flamine tricolori recanti nel rovescio l'immagine riel Beato. A Porta Nuova e n Porta Susii. pei- 11 timbro dei biglietti ferroviari, sono ò,iati disposti, sotto le tettoie spe¬ ciali tavolini con Impiegati appositamente addetti. A mezzogiorno — secondo le informazioni raccolte negli ambienti ferroviari — oltre 50.000 persone si ritiene siano entrate dai diversi scali in óittà, cosi suddivise: 25.000 a Porta. Nuova, 15.000 a Porta Susa e 10.0OU alla stazione Dora Valdocco. Altre 10 mila persone si calcola siano discese alle stazioni delle ferrovie secondarie e a quelle delle auto-corriere. Dei truni speciali, due provenivano da Genova e da Sampierdarena, uno da Savona, uno da Arona e Borgomanero. due da Novara, dxie da Milano, due da Casale Monferrato, uno da Acqui. Il più affollato era quello di Arona con 2000 passeggeri. Affollatissimo quello di Casale nel quale avevano preso posto 1700 pellegrini. Rigurgitanti erano i quattro convogli di Milano e Novara. I pellegrini del paese natio di Don Bosco, Castelnuovo d'Asti, erano giunti in speciali auto corriere. Trentadue autobus stracarichi sono giunti da Asti. Tutto questo straordinario movimento di viaggiatori e di treni è proceduto nell'ordine più perfetto e con precisione d'orario; ciò per merito delle disposizioni opportunamente prese e nel diligente lavoro preparatorio compiuto dalla Direzione Compartimentale delle Ferrovie, sotto la guida del grand'uff. ingegnere Edilio Elirenfreund, che personalmente ha organizzato e vigilato 1 servizi. Hanno collaborato coi funzionari ferroviari, recando loro validissimo aiu to, i militi della Milizia ferroviaria, che per tutta la giornata si sono ininterrottamente prodigati. Le colonne dei pellegrini che avanzavano dalla stazione verso la Basilica Maria Ausiliatrice si sono ammassato, durante la mattinata, in corso Valdocco dinanzi alla facciata della Basilica, dove, ad un altare appositamente eretto venivano celebrate Messe al1 aperto. Le Messe sono continuate ininterrottamente dall'alba sino a mezzogiorno, ora nella, quale 1 gruppi del pellegrini sono stati avviati dai vani addetti dei Comitati salesiani alle vane mense che erano state predisposte La veglia di Valsalice Le ultime ore di permanenza della salma ne la quiete del Collegio salesiano di Valsalice, sono trascorse nel pio e commosso raccoglimento del sacerdoti e dei chierici della Casa, 1 quali hanno voluto attestare al Beato tutta la loro muto adorazione ed anche un poco di intimo, nostalgico rammarico dell imminente suo allontanarsi, sebbene questo sentimento fosse attenuato dal pensiero della grandiosa apoteo si che si preparava. Sabato sera, alle 21,30, don Filippo Rinaldi, Rettore maggiore dei Salesiani, davanti all'urna racchiudente 1 resti mortali di Don Bosco, presenti i suoi cooperatori più intimi, augurò al Beato, invocandone il grande spirito, la buona notte, l'ultima di Valsalice, ricordando come quarantun anno innanzi, tra il pianto generale, egli fosse stato composto nella tohiba da cui ora usciva per 11 viaggio verso la Basilica che è il centro di irradiazione ai tutta la vastissima opera da lui iniziata. Quindi, a turno, la Salma è stata vigilata l'intera notte, nella chiesa al secondo piano dell'edificio, dai chierici del Collegio, che si sono susseguiti nel mesto ufficio a gruppi di una diecina per volta. Nella mattinata di ieri, alle sette, don Rinaldi officiò nel primo pontificale che riunì attorno a lui tutta la Casa, compreso un grandissimo numero di ex-allievi. La chiesa era rigurgitante. Alle 9, secondo pontificale, officiante il cardinale Hlond, primate di Polonia. A questa seconda funzione, che assunse un carattere solenne, fu ammesso anche il pubblico ed a stento tutti gli accorsi poterono trovare posto. Finiti i pontificali, la Salma è stata visitata dal cardinale Ascalesi, che era accompagnato dal direttore del Collegio, don Magnone, dal l'ispettore napoletano dott. don Persiani, oltreché dal suo segretario e dal maggiordomo. Il cardinale, con delicato e riverente pensiero, raccolse le rose sparse attorno all'urna e le distribuì ai fedeli più vicini, dopo avere sfiorato con esse la Salma. L episodio diffuse nel tempio un'onda di intensa commozione. Altri prelati si sono poi succeduti nella visita all'urna del Beato. A mezzogiorno le mense del Collegio sono state affollate da un numero eccezionale di convitati; fu invaso anche il teatrino e ciò per il numero straordinario di ex-allievi ed ospiti convenuti dalle più lontane città. E da questo momento comincia nella Pia Casa una nuova aflluenza, che au menta sempre più, inai'O a mano che si avvicina l'ora della traslazione d-jl ia Salma. Fino dalie 13 la poetica strada di Valsalice, ridivenuta temporaneamente silenziosa per il divieto di transito delle automobili, è percorsa da fitti gruppi di uomini, donne e ragazze, che s'incamminano verso la casa dove ancora riposa 11 Beato, con la illusione di potervi entrare. Le guardie municipali di servizio lungo la stra da e specia.infinte quelle poste all'in gresso lei Collegio, disilludono però i sopraggiunti, che si adattano ad attendere fuori o vanno a cercarsi altrove un posto migliore per assistere al passaggio del corteo. Nel vasto cortile interno, ombreggiato di platani, la folla, se cosi si può chiamare per il gran numero di Inter venuti, ha una caratteristica perfetta mente intonata al luogo: sacerdoti, chierici, suore degli ordini più svariati, e poi la moltitudine degli ex-allievi salesiani del Collegio e di altre Case, in mezzo alla quale tutte le età e tutte le condizioni sociali sono rappresentate. Nonostante il caldo, il movimento è intenso. Tutti 1 visi appaiono esultanti. Quella di oggi è una delle manifestazioni più imponenti di tutta la Cristianità. Molti, riuscendo a deludere la vigilanza degli incaricati, saliti ai piani superiori tentano di vedere la Salma; ma l'accesso alla chiesa è inesorabilmente precluso a tutti. Bisogna attendere che l'urna discenda. Tratto tratto, dai presenti si levano acclamazioni per l'arrivo dei prelati, le cui sedi offrono in sintesi tutto l'orbe terracqueo. Tra I primi a giungere sono il Vicario Apostolico di Mèndez e Guatemala, inons. Domingo Cornili, col suo segretario don Felice Bolla; mons. Olivarez, salesiano, vescovo di Sutri e Nepi nel Viterbese; mons. Maderle, arcivescovo di Madras, nelle Indie; mons. Tara, vescovo cileno; e poi il cardinale Hlond, e con molti altri insigni presuli, l'Arcivescovo di Torino, cardinale Gamba, particolarmente ossequiato da don Rinaldi, egli pure giunto poco prima, da don Giraudi, economo generale del Salesiani, da don Fascia, direttore degli studi e da tutti i sacerdoti del Collegio: il direttore don Magnone, il preside del Liceo don Cojazzi, il direttore degli rx-allievi don Rastello, don lonell', don Lussiana e don Zandonella, vediamo pure don Cimatti, capo della Missione del Giappone. La salma nel giardino Alle 14,35 don Rinaldi impartisce l'ordine di far discendere la sacra urna. L'onore spetta ad un gruppo di ex allievi, del 300 convenuti per la grande cerimonia. Dapprima sotto 11 porticato, davanti alla cella nella quale il corpo Ano a poco tempo addietro giaceva, fra le due celle che racchiudono le salme dei due successori di Don Bosco, Don Rua e Don Albera, è collocato il cofano, con i lati di cristallo e la base ed il coperchio in le- gno dorato, opera degli stipettai dl San Benigno. Gli ex allievi salgono poi alla chiesa-, sollevano l'urna di vetro poggiata su una base di legno, attraversano con essa il corridoio adiacente e passando per la cappelleria della vecchia- tomba, pervenuti al cofano vi fanno entrare le sacro spoglie senza rimuoverle dall'urna predetta; quindi suggellano il cofano col coperchio. 11 momento è d'una solennità impo nente. All'attimo di silenzio succeduto dopo la deposizione della salma nel cofano, sussegue lo scoppio d'un entusiasmo irrefrenabile. Le grida di: « viva », di « vittroia », di « banzat », salgono al cielo con tonalità potenti, ripetute a intervalli da migliata di bocche. Chierici, ex allievi e sacerdoti, intonano in coro l'inno « Don Bosco ritoma », composto dal professore don Rastello, e musicato dal maestro don Gregorio. L'inno è subito dopo ripreso dalle due Musiche « Cardinal Cagherò », interna ed esterna, dirette, l'una dal maestro Dogliani, l'altra dal maestro Franclone. La salma rimane esposta sotto l'atrio circa 10 minuti. Sul viso e sulle mani incrociate è stata sovrapposta la maschera di cera ma le fattezze del Beato risaltano In modo sorprendente. La folla si accal |ca per vedere: vi è fra essa perfino qualche garibaldino In camicia rossa accanto ad un gruppo di militi, ex allievi salesiani, in camicia nera: molti occhi di sacerdoti e di suore luccicano per la commozione. Poi l'Arcivescovo di Torino, attorniato dagli altri prelati, impartisce la benedizione. Si fa avanzare il carro-catafalco, che è costituito dallo « chassis » d'un'automobile di lusso ed è coperto d'un ricco drappo di velluto color granata scuro con alla base un cordone dorato e infissi in esso sei grossi anelli per parte, lateralmente, mentre la parte posteriore è delimitata da una sbarra trasversale di ottone. Il catafalco è lungo sei metri e largo all'incirca tre. Il cofano è sollevato a braccia e collocato sulla sommità. Nella parte lasciata libera tutt'intorno, gli ex allievi formano un'aiuola di fiori di tonalità pallido-rosa. Il catafalco, guidato da un meccanico invisibile, e che procederà spinto dalla parte posteriore, mentre 1 dodici anelli laterali saranno tenuti ancora da altrettanti ex allievi del Collegio, è subito attorniato da trenta carabinieri in alta tenuta con pennacchio rosso, comandati dal maresciallo Rossi, in scorta d'onore. E' pure presente, ma fuori servizio, con altri uff! Iciali, il capitano Miozzi.