La contessa Vialardi di Villanova caduta nelle reti d'un abile malfattore

La contessa Vialardi di Villanova caduta nelle reti d'un abile malfattore La contessa Vialardi di Villanova caduta nelle reti d'un abile malfattore In una brutta avventura si è trovata coinvolta una distinta gentildonna torinese, la contessa Eugenia Vialardi di Villanova ved. Gaspardino, abitante in via Saluzzo 33, caduta nelle reti di un vecchio e consumato furfante. La contessa Vialardi che prima risiedeva nelle vicinanze di Torino, in tino dei proprii feudi, avendo risolto di venire a prendere con la figlia sta bile, dimora nella nostra città, pensò di alienare i suoi immobili, investendo il denaro ricavato in titoli di Stato. Giunta a Torino, si presentò subito il problema più grave: la ricerca del l'alloggio. E' vero che la sua fami glia si riduceva infine a due persone appeena e quindi non le occorreva un appartamento di parecchie camere. Ma appunto per questo motivo, il trovare l'ambiente adatto, si presentava particolarmente difficile. Il signor Pio La contessa si era rivolta a persone conoscenti ed anche presso le solite agenzie commerciali. Una matina la figlia della Vialardi ebbe occasione d'imbattersi in un certo signor Pio Martelli, oriundo romano, d'anni 48, ch'essa aveva già precedentemente incontrato, quando costui occupava una Vilna a Druent. Il Martelli si dimostrò felicissimo di vedere la Gaspardino, profondendosi in bichini e complimenti. — Contessina, disponga di me. Per ragioni della mia azienda io ho continuo contatto con un mucchio di persone. D'altronde sono padrone di casa anch'io e perciò ascriverei ad altissimo onore, l'annoverare lei e la sua signora mamma, tra i miei inquilini. Loro non debbono quindi più preoccuparsi; ci penso io. Vede, il caso ci ha messi sulla stessa strada e sarei oltremodo lieto di dimostrarmi utile in qualche modo. Non c'è che dire, ma il Martelli aveva la vernice del perfetto gentiluomo. Parlatore garbato, fine, distinto, accattivante, quando la figliola ne parlò alla madre, divenne l'ancora di salvezza, l'uomo mandato dalla Provvidenza, a togliere le due povere donne dagl'imbarazzi. Il Martelli si recò più volte a far visita alla contessa Eugenia Vialardi. Aveva la precauzione di giungere sempre in automobile, vestito Impeccabilmente all'ultima moda, con un fascio di rose che porgeva alla signora entrando dopo averle baciata ia mano. — Dunque signor Martelli novità per il nostro alloggio? Scusi, vero, la mia insistenza... — Ma s'immagini, contessa, il piacere sarà mio quando le potrò dire una parola definitiva al riguardo. Per ora occorre pazientare. La villa della Madonna del Pilone è mia, ma la occupa però mio padre. Nella casa di via dei Romani 23. altro stabile di mia proprietà dovrebbe farsi libero un appartamentino, proprio adatto per loro... Presto, presto le cose si sistemeranno nel modo migliore. — In lei abbiamo davvero trovato un sincero e caro amico — soleva esclamare la contessina, avvolgendo in uno sguardo di profonda riconoscenza c il buon signor Martelli •, La contessa trova alloggio Finalmente l'alloggio di via dei Romani 33 fu libero e il Martelli avverti la contessa Vialardi pregandola di versargli alcune migliala di lire per l'impegno. La povera signora completamente conquisa dalle arti abbindolatrici dell'intraprendente romano gii corrispose senz'altro la somma pretesa. Ma purtroppo era quello il primo assaggio del Martelli: visti allentati i cordoni della borsa, non avrebbe atteso molto per tentare un secqndo salasso. Infatti egli propose alla contessa Vialardi di aprirgli un conto corrente onde sovvenzionare la sua azienda la quale si trovava nel periodo di massimo sviluppo e perciò necessitava assolutamente di denaro circolante. Naturalmente prometteva guadagni lucrosissimi, utili fantastici. — Contessa, lei non deve esitare un minuto ad accettare la mia proposta. Ora ci conosciamo da molto tempo, ella sa che persona io sono. I' I miei stabili sono pronti ad offrirle tutte le garanzie possibili ed immaginabili. I denari debbono fruttare, e soltanto il commercio è in grado di centuplicare le somme investite neg+i affari. Senza contare che, ove lei creda, sua figlia può impiegarsi nella mia azienda, percepire un ottimo stipendio, partecipare aglt utili. , La contessa Vialardi, malgrado la grande fiducia riposta nell'amico Martelli, non si convinse tanto presto a seguirlo sul campo dell'iniziativa commerciale. Chiese del tempo per pensarci sopra nrlma dì prendere una risoluzione. Intanto sopraggiunse la stagione estiva e la Vialardi, accompagnata dalla figlia, si recò nelle valli di Lanzo in villeggiatura. Durante il soggiorno in montagna, una sera, si vide arrivare il Martelli in preda alla più viva agitazione. — Signora contessa, debbo parlarle di cose gravi ed urgenti. Io ho assolutamente bisogno delle cinquantamila Ure ch'ella promise di concedermi per l'azienda. La Vialardi non nascose ir suo stupore di fronte alla pretesa del Martelli polche essa si era quasi completamente dimenticata dei discorsi fatti il mese prima. Della cosa avevano parlato, si, ma cosi, vagamente e nulla di preciso era stato concluso. Ora poi la contessa si dimostrava recisamente contraria a qualsiasi sovvenzione in favore del Martelli. SO mila lire senza ricevuta Questi però montò su tutte le furie, disse che aveva fatto affidamento su di lei, che esisteva un vero e proprio impegno da parte della contessa di versargli le 50.000 lire, che in caso di rifiuto egld avrebbe ritenuta la signora responsabile di tutti i danni derivatigli da tale inadempienza. Assai impressionata dal contegno eccitato del Martelli, la contessa Vialardi si portò con lui a Torino e gli consegnò le cinquantamila lire, senza nemmeno esigere un segno di ricevuta! Egli però aveva assicurato di garantire la somma mutuatagli con ipoteca sulla casa di sua proprietà e tale istruzione era già stata impartita al notaio. Successivamente incominciò a diradare le visite, non facendosi quindi più vedere dalla Vialardi. La contessa s'informò presso il notaio indicatole dal Martelli e d'un lampo capi in che trappola era disgraziatamente caduta. Il notaio nulla sapeva dell'ipoteca a favore della contessa: le cinquantamila lire erano servite come caparra per l'acquisto di uno stabile. L'azienda del Martelli versava in istato di dissesto, la casa di via Romani 33 non era più di sua proprietà, la villa della Madonna del Pilone apparteneva al padre 11 Riusciti vani i tentativi per riavere il proprio denaro la contessa Vialardi sporse denuncia alla Procura del Re contro il Martelli. Fu spiccato 11 mandato di cattura ma tuttora egli rimane latitante. Il Martelli dovrà rispondere di truffa per 11 qua! reato è stato rinviato a giudizio. d

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