Il dibattito al Reichstag sulle assicurazioni contro la disoccupazione

Il dibattito al Reichstag sulle assicurazioni contro la disoccupazione Il dibattito al Reichstag sulle assicurazioni contro la disoccupazione Berlino, 0 notte. Discutendosi al Iteichsteg il bilancio dell'Economia, U ministro Curtius ha pronunzialo un discorso che ha messo 1 dito su una plaga grave, anzi vi ha addirittura affondato i ferri, ravvivandola e rimettendo cosi per un momento sul primo piano una grossa questuine che dormicchia minacciosa mezza palpebra dietro l'appurciitemente tranquilla situazione politica governativa tedesca, ina che non potrà a meno, quanto prima, di risvegliarsi e probabiJmente di man il .uè utta la calma all'aria: intendiamo accennare ali a questione delle assicurazioni contro la disoccupazione I due lati della questione La questione ha — come abbiamo già avuto occasione di spiegare altra volta al lettori — due lati: uno finanziario e l'altro morale. Finanziariamente, questi sussidi di disoccupazione sono diventati così grossi e accessibili a cosi vaste-e numerose categorie di disoccupati e cosi elastica è diventata la disoccupazione dei disoccupati stessi, che si paga ormai troppo e che le ritenute sul solaTi non bastano più e in conseguenza è l'erario dello Stato che deve Intervenire. Moralmente, la questione non è meno grave, perchè questa della disoccupazione è diventata nelle classi operaie e anche in quella agricola, una specu lazi ore in grande, per cui si trova modo di fare passare per disoccupazione anche le normali Intermittenze proprie di alcuni lavori. Non v'è più, si può dire, famiglie di operai che non abbia trovato modo di godere quasi stabilmente qualche sussidio di di soccupazione per taluni del suol mem bri. Senza contare, poi, che il sussidio è tale che spesso conviene più agli operai M riposo Imbottito del relativo sussidio, con l'aggiunta in più di eventuali guadagni di qualche lavoro domestico Incontrollabile. Sulla eliminazione, ormai urgente, di questa piaga politica, non meno che sociale, sono tutti, si può dire, d'accordo; ma, come di solito accade, è sul come che si verificano le divergènze. E si sa che spesso il come diventa una cosa cosi grossa e provoca divergenze cosi profonde, che vanno a toccare 11 fondo delle cose. Cosi accade in questo caso. All'ingrosso si può dire che i partiti borghesi al Governo e per essi il mi.iistro dell'Economia, Curtius, pensano che non si possa risolvere tale problema se non affondando il ferro nella piaga, cioè riformando in pieno l'istituzione stessa delle assicurazioni di disoccupazione, eliminando, cioè, dai sussidi le categorie* che li godono per abuso, e togliere del tutto all'assicurazione stessa quell'aria e quella realtà di cuccagna che oggi essa presenta; mentre i social-demccratlcl, invece, non vogliono sentir per nulla parlare di riforma della cosa in sè e al più sarebbero di sposti, per alleviare le finanze dello Stato, ad aumentare le contribuzioni degli operai al fondo di disoccupazione, ma giammai riformare l'istituzione e soprattutto mai ridurre le categorie del gaudenti. I socialdemocratici hanno sottostato in questi ultimi tempi a troppi incro ciatori e a troppe proibizioni di pri mo maggio e simili cose borghesi per compromettere e forse del tutto rovinare la loro popolarità e il loro prestigio sulle masse, togliendo a queste ultime improvvisamente dai denti questa bella e grossa cuccagna che le assicurazioni della disoccupazione sono ormai diventate Ma gli altri non possono, per questa politica interna di partito, compro mettere la loro propria e con essa questa volta, lo finanze dello Stato. E di questa necessità e urgenza che si è fatto eco il ministro Curtius nel suo discorso odierno. Egli, dopo aver detto che rassicurazione sulla disoccupazione costituisce un indubbio grande progresso sociale ed economico,- ha constatato che però, dal suo troppo progredire, la legislazione, l'ammini strazione e le finanze dello Stato sono ormai troppo gravate e soprattutto quella che ne ha riportato il danno più grave è — ha detto — la moralità stessa del lavoro. Quindi ha cqsl proseguito : a Non può esservi dubbio che si debba venire a una riforma fondamentale, ma polche la cosa principale è che l'attuale cerchia di coloro che godono il diritto di assicurazione non può es sere lasciata intatta è qui che bisogna mettere il dito e sarebbe peggiorare e Ingrandire in avvenire lo scandalo e il male se facessimo consistere la ri forma In un aumento delle quote ». La rivolta socialdemocratica Come si vede, un punto di vista diametralmente opposto a quello della social-democrazia. Apriti cielol Tutta la compagine della impalcatura della coalizione ne è quasi scossa fino a tremare. Immediatamente 11 capo della frazione parlamentare del partito è stato Inviato dal ministro Curtius per renderlo edotto delle grftvi impressioni che le sue dichiarazioni hanno fatto in seno al partito. Al Relchstag 11 deputato soclaJl-democratlco Brandes ha oggi risposto al ministro aspramente ribattendo la sua tesi morate e finanziaria Insieme, e senza tanti discorsi ha chiaramente detto che il partito acconsente a ogni sistemazione per togliere all'erario dello Stato 11 gravame e a diminuire fino al possibile gli abusi, ma a una sola cosa assolutamente non può aderire, che cioè la cerchia delle categorie di coloro che attualmente godono di sussidi sia toccata o ristretta, Sulla questione, a ben fissarne 1 punti di dissidio Insuperabile, ritorna 11 Vorwaerts, il quale rimprovera Curtius , di avere col suo discorso osato di mettere avanti punti di vista suoi personali o al più del suo partito (il ministro Curtius è popultsta). in una questione sulla quale il Gabinetto ancora non ha preso posizione concreta Egli ha, dunque, tentato di forzare la mano al Gabinetto. U Governo — sostiene il Vorwaerts — col suo Impegno di risolvere , il problema, aveva inteso di accennare alla necessità di risolvere gli abusi, ma non mai di risolverli toccando la questione della cerchia di categorie di assicurati e ad esempio la questione degli operai di stagione. La social-democrazia, fin da ora. taglia corto a ogni illusione sulla possibilità che essa mal possa permettere la riduzione del numero di assicurati. La fraziono parlamentare del partito ha già chiaramente stabilito ciò in una apposita dichiarazione e il Congresso stesso di Magdeburgo ha approvato tale politica nel modo più esplicito. Questo punto di vista verrà tenuto fermo e da esso non si decamperà. E cosi il giornale conclude: « Se 1 partiti borghesi vogliono risolvere la questione con l'aumento del le quote operaie, allora essi non avranno che la scelta tra le seguenti mclel'acEriudriqdfedGnbtepritatetpgatomgseuvnrozagscriranbnsetospgddue eventualità : o la differenzi sàra qnumili pimi i mp77i rtpll'prarin nvwm SSS^i?,,«AS2?, iìLiJffi»^2^HJÌT^ I iaI ptaccl'dovranno sferrare la lotta contro la sociaJ-democrazIa nel campo della ri- ?}\™™&»** ^KMìfntUM m Mss^é^'éMr^ta^'ui^vi'J^Ife 2," Pda torcere ^ 51°. mesi forse fine ail'aùtunno se «1]9 cose D0D st inaspriranno prima id _ _ [qG. r. n

Persone citate: Brandes, Curtius

Luoghi citati: Berlino, Magdeburgo