L'eruzione del Vesuvio

L'eruzione del Vesuvio L'eruzione del Vesuvio L'avanzata della lava verso Terziglio i i a i o a a o i i a o o l , i i ; i . l in Terzigno, 5 notte. L'alba si è levata ia un cielo coperto di densi vapori biancastri che stendono una nuvolaglia su tutto 11 versante del vulcano. Alba afosa e malinconica, risveglio fastidioso; nei bivacchi i soldati accampati per le vie del paese. Dopo l'estenuante, ininterrotta fatica per lo sgombro di Terzigno e di tutte le case rurali disseminate fra i fertilissimi poderi che circondano 11 paese, una parte degli uomini' di truppa, quelli che si trovavano quassù da ieri matina, ha avuto alcune ore di riposo. La cucina da campo ha distribuito gavette colme di minestrone, la paglia fresca ha offerto il sollievo di un sonno breve ma necessario. L'opera di soccorso non ha avuto attimi di sosta. Colonne di autocarri 80 autocarri del lo. centro, montati da fanti, militi e carabinieri, hanno percorso ininterrottamente le polvero se vie campestri rischiarate appena dai riverberi rossastri della lava, caricando suppellettili, sacchi di biancheria e persone. Casa per casa, cascinale per cascinale gli ufficiali addetti all'operazione di sgombro invitavano gli abitanti a lasciare le loro dimore e talvolta dovevano spiegare paziente opera di convinzione per indurre i più attaccati alla loro terra e ai loro beni a far portar via le masserizie. Casi per fortuna rari questi, giacché la gran parte della popolazione ha secondato con ammirevole rassegnazione l'opera generosa dei soccorritori. Nella sede del Comune hanno vegliato insieme all'ispettore governativo dei servizi speciali, gr. uff. Romano, il vice-prefetto conte Capialbi, cui è affidato il comando della zona in pericolo, il generale Baistrocchi, il segretario federale avv. Schiassi, il console Maresca col comandante la I49.a legione, il podestà di Terzigno, comm. Monti. Come è noto, la lava, che nella notte accennava ad arrestarsi, è stata improvvisamente accresciuta verso le 21 da nuove correnti scaturite dal cratere in seguito ad una fase violentissima di attività del concetto eruttivo. Torrenti di fuoco traboccati nella Valle d'Inferno si sono riversati al Vallone del Fico, sulla frazione di Pagani di Sopra, cho in breve è stata distrutta. Il fronte lavico ha assunto allora una ampiezza di 800 metri circa ed è cominciato a dilagare lentamente da una parte verso la frazione del Campielli, borgata di 40 o 50 case e dall'altra verso gli abitati di Avini e Pagani di Sotto.. Pareva che avesse subito una considerevole deviazione a levante, arrestandosi dalla parte che minacciava Avini e incuneandosi nell'alveo Campiteli! che si prolunga verso la stazione della Circumvesuviana di Terzigno, nel qual caso l'abitato di Terzigno stesso sarebbe stato Intaccato solo alla periferia con danni poco rilevanti, ma tale speranza nel corso della notte è andata delusa per l'avanzata della lava anche sull'altra estremità, cioè quella di Avini. .# I tronchi già carichi di fronde sembravano attendere rassegnati l'abbraccio mortale che li attirava e contorceva, e in un attimo per pochi minuti sembravano come enormi torce, poi rovinavano fra nembi di faville. Alternative d'ansia e di speranza La fiumana di macerie vulcaniche ha cosi raggiunto il serbatoio dell'acquedotto. Una assordante esplosione, una alta colonna di alberi che si innalzava, un friggere di acque, a contatto della massa infuocata. Cosi è venuta a mancare l'acqua; lo si prevedeva sin dal pomeriggio di ieri e le autorità avevano preso provvedimenti adeguati. Infatti già due autobotti erano state fatte venire da Napoli ed altri carri d'acqua si attendevano da Torre Annunziata. Si è potuto cosi procedere a larghe distribuzioni fra gli abitanti e le truppe, dimodoché la deficienza non è stata per nulla sentita. Nelle tarde ore della notte, un certo senso di sollievo si è diffuso nella popolazione, per il rallentamento subito dalla lava e il non rinnovato efflusso del cratere. Sebbene, fra le tre e le quattro, ripetuti boati avessero fndicato che l'attività interna del cono eruttivo non era spenta, si sperava che il fenomeno, avvenuto poche ore prima e che aveva rigonfiato la corrente di lava, non si sarebbe ripetuto. Viceversa, con il ridestarsi del giorno, l'ira del vulcano si è riaccesa. Alle 5 una vlolentiss'ma esplosione ha elevato sul cratere colonne altissime di materie incand-.scenti, che ricadono in iscorie lungo ■le pendici. In breve, il cielo è stato ottenebrato da' una cupa nuvolaglia densissima. Si ha l'impressione che una nuova, eruzione stia cominciando.II fenomeno fantasmagorico ed Impressionante intimorisce ed esalta ad un tempo. La caduta di lapilli nelle zone più vicine alila lava provoca l'immediato sbandamento del contadini, che si erano slnora ostinatamente trattenuti nelle località colpite, e li sospinge frettolosi verso l'interno del paese. Quelli che non hanno ancora voluto sgombrare le case, corrono a chiedere agli ufficiali ed al podestà 1 mezzi meccanici per portare via le suppellettili. Nella sede comunale funziona un improvvisato ufficio di soccorso affidato al segretario del Municipio. Ad esso fanno capo gli abitanti che hanno più urgente bisogno dell'aiuto dei soldati. Poco dopo la comparsa del conettoebmlcdsscFlscsPanmL eruttivo, al vertice del vulcano, trabocca dal cratere un torrente che fiammeggia stranamente e si precipita nela Valle dell'Inferno, esalando vapori che coprono completamente la.distesa delle precedenti lave. La massa Ignea scorre a mo' di torrente, avanza'a vista d'occhio e va ad ingrossare le correnti che già minacciano Terzigno. Fra un'ora, se la velocità del fronte avico non scema, il torrente sarà considerevolmente aumentato; cosi giudica l'ingegnere del Genio Civile Preioso addetto al Ministero del Lavori Pubblici, il quale ieri sera ha seguito attentamente l'avanzata della lava e ne ha studiato i successivi movimenti Il cerchio dì fuOOO Terzigno, alle 7 del mattino, è circondata dalla lava, ebe forma un semicerchio lungo circa un chilometro. Le estremità della corrente divergono: quella di sinistra; raggiungendo la contrada Campiteli!, si spinge verso la stazione della Circonvesuviana; e. più innanzi, verso la strada principale Terzigno-Ortaiaio. Qualora dovesse continuare l'avanzata, taglierebbe la linea ferroviaria e la strada in maniera che le comunicazioni fra i due paesi dovrebbero essere mantenute attraverso altre vie secondarie. L'altra estremità .minaccia Pagani di sotto e Avini, due borgate di un centinaio di case, poste in zona depressa, e sembra che possa raggiungerla ir giornata. Bisogna tenere conto però di una sporgenza che il fronte lavico presenta nel punto medio del semicerchio. E questo tentacolo che avanza con lentezza, ma più direttamente, sull'abitato di Terzigno. Esso ha invaso la vasca di bonifica. 1n contrada Sant'Antonio, e dopo avere demolito alcune case, sta per raggiungere la facciata anteriore della chiesa di Sant Antonio, dove si raccolgono i fedeli a impetrare dal Santo la salvezza per le loro terre e i loro beni. E' ammirevole la calma che la popolazione serba di fronte alla situazione, cosi, raccolta in preghiere ed opere di soc corso. Il comunicato dell'Osservatorio Napoli, b notte. Il Direttore dell'Osservatorio Vesu viano comunica dal cratere, 5 giugno, ore 13: « In compagnia del maresciallo Iaculo, comandante la stazione locale dei RR. CC. e da guide del Vesuvio, ho percorso i 3 chilometri del circuito del grande cratere, osservando attentamente in ogni quadrante. Dappertutto le lave di questa notte sono annerite, tranne dal cernette dell'orlo nordest, dove una larga fiumana. In gran parte coperta da scorie fluisce con moderata velocità, entrando e uscendo da lunghi funicoli, il che è segno di magra. Sul ciglio che scende alla Valle dell'Inferno non vi sono che due cascate: una più a levante, molto lenta, formata da blocchi oscuri, che percorre la valle fino alla griglia sopra Terzigno, un'altra a ponente, più viva, con velocità di circa due metri al minuto, larga una diecina di metri, scende diretta a ponente nell'Atrio del Cavallo, e precisamente nella zona della zolfatara, già in parte invasa. Le lave fluenti sono dunque in diminuzione, ma su tutte le pareti del cratere si notano le traccie dei poderosi rigurgiti di questa notte, mediante una fascia ancora incrostata dell'altezza da 3 a 5 metri, e dentro il conetto, che in parte si è già ricostituito, si osserva ancora 11 lago di lava in ebollizione, dal quale ei formano fontanelli di gas e scorie, come nel Kilanea delle isole Hawai. Dalla bocca del conetto, larga un centinaio di metri, scoppiano vigorose esplosioni tonanti, laceranti, fruscìanti, con abbondante e voluminoso materiale incandescente, che ricade a cento e più metri oltre la base del conetto stesso. Alle ore 10 si notò una tortissima esplosione secca, accompagnata da lampo vivissimo malgrado la luce diurna. All'esterno del cratere, dappertutto, e specialmente nei quadranti di mezzodì e di levante, il terreno è ricoperto da grossissimi brandelli di lave cadute, specialmente durante i parossismi di ieri sera e stamane, alcuni dei quali del peso di qualche tonnellata. Poco prima di mezzogiorno, la lava é stata alimentata da nuove cascate precipitate dalla Valle dell'Inferno. Il braccio di lava che aveva raggiunto la frazione di Pagani di sotto aveva formato due diramazioni. Una, agevolata dalla forte pendenza del terreno, scendeva alla velocità di quasi 300 metri all'ora, verso la contrada S. Antonio, dopo di avere distrutite alcune casette di Pagani di eotto; l'altra avanzava in contrada Campitelll, sul fianco destro di Terzigno, verso la strada ferrata. A questo punto è bene precisare che Terzigno non è stato toccato dalla lava. I due torrènti ignei hanno circuito il paese a semicerchio, costegggiandolo a notevole distanza. Cosicché, salvo una recrudescenza veramente straordinaria. Terzigno non avrebbe potuto essere lambito dal fuoco, nè, date le proporzioni del fuoco lavico, v'era pericolo dell'invasione del paese, anche se il torrente di lava si fosse notevolmente allargato. L'altro torrente di lava, quello in contrada Adini, scarsamente alimentato nel suo lento cammino, alle ore 14 di oggi si è completamente fermato- nella contrada Rione del Carmine. Nella mattinata, una greve pioggia di lapilli è caduta soltanto su S. Giuseppe Vesuviano e non su altri paesi, come veniva annunciato dai giornali di stamane.

Persone citate: Baistrocchi, Casi, Giuseppe Vesuviano, Iaculo, Maresca