I pozzi della Rumenia

I pozzi della Rumenia I pozzi della Rumenia impolitica industriale di Manto (Da{ no $ tra inviato) BUKAREST, giugno. L'attuale crisi economica rumena ha la sua origine prima nella depressione agricola e culmina nelle incertezze del bilancio finanziario e del credito monetario, ma anche la produzione industriale vi partecipa con rapporti di stretta-interdipendenza. Il suolo rumeno è ricchissimo; la terra è feconda con una straordinaria generosità; ma altrettanto ricco è il sottosuolo. Ai pozzi petroliferi si 6 aggiunto nel dopoguerra il prodigioso giis metano, le riserve di entrambi sono proporzionatamente alle possibilità attuali inesauribili: basti pensare che la superficie dei campi sfruttati è appena di 500 ettari, mentre ingegneri specialisti stimano che 1 terreni petroliferi rumeni si estendono per 150 mila ettari. Carbnn fossile, ferro, zinco, oro, argento fanno corona alle due principali ricchezze minerarie. L'assurdo programma dai fratelli Brattanti I progressi degli ultimi decenni, specie nell'estrazione del petrolio, sono stati notevolissimi; ma con ciò non si può affatto affermare che esista un'organizzazione adeguata non solo alle possibilità future, ma anche a quelle presenti. Una concezione, economicamente errata e di cui furono paladini 1 fratelli Brntianu, ha presieduto ad un'opera legislativa i cui effetti dannosi si riflettono nella situazione economica, monetaria della Rumania. La formula a La Rumatila farà da sè » fu dai citati capi del partito liberale applicata scrupolosamente nel campo delle inii ziative industriali e commerciali, non solo tutto il sottosuolo fu nazionalizzato ma lo sfruttamento doveva essere assicurato in una proporzione nettamente superiore, il 60 %, ai capitale e al tecnicismo rumeno. Le preoccupazioni di salvaguardia della indipendenza economica della nazione potevano a prima vista apparire legittime e nobili, nella realtà si dava un colpo di grazia all'avvenire industriale delia Rumania. Il capitale indigeno è insignificante ; se è indiscutibile che le risorse naturali sono enormi, non si può avere nulla dal nulla, tanto più che bisogna lottare con avversari di capacità illimitate. Così si arrivava a delle finzioni; quando si formava una nuova società o un'altra aumentava il suo capitale, non è da credere che la proporzione 60 e 40 per cento venisse rispettata nella realtà; il capitale era tutto straniero e si serviva di prestanomi rumeni. Ma era una finzione che presentava dei rischi, oltre che delle maggiori spese e una posizione moralmente umiliante per i capitalisti stranieri: di qui una rarefazione continua dell'iniziativa straniera che, ripetiamo, non poteva essere sostituita nemmeno parzialmente da imprese indigene. Queste critiche sono talmente evidenti che non pos sona essere davvero addebitate a un nostro senso di minore imparzialità; perfino degli scrittori ortodossi: francesi che non hanno mal negato la loro simpatia ai liberali e à Vintila Bratianu non hanno potuto esimersi dall'elevare su que sto indirizzo delle osservazioni du bitative. Mutamento di rotta I nazlonal-contadlni durante la loro opposizione avevano preso di mira tutto questo complesso legislativo di controllo, anzi se ne avevano fatta un'arma per accusare i liberali di corruzione, formandosi una clientela mediante la concessio< ne di privilegi economici. Saliti al potere non hanno rinnegato la loro campagna; hanno preso come direttiva quella che uno dei loro capi aveva già indicato : « La Rumania per il momento non può svilupparsi che facendo appello alla tecnica e al capitale straniero'. Lo Stato resta sempre padrone di moderare questo intervento e di sai Traguardare l'indipendenza economica der-pa-ese. motto di Vintila Bratianu fare da noi, ne sotitulrei un altro fare ver noi. E sono susseguiti rapidi i prov vedimenti legislativi: la nuova legge sulle miniere e quella sulla commercializzazione hanno tolto di mez zo la bardatura protezionista e limi tatrice delle precedenti leggi. Qua! che controllo rimane, ma esso non è eccessivo; lo Stato si è riservato il diritto ad una parte delle conces sioni per poter resistere un poco ad eventuali pressioni trustistiche. II malato ha ricevuto la sua dose di medicina, ma non può considerarsi guarito di botto; 1 miracoli non si compiono, specie in economia. Quando delle correnti di investirne^ ti hanno preso altre vie è difficile farle ritornare sul vecchio cammino; la diffidenza sussiste e si vo glion delle garanzie. Quale sarebbe la migliore garanzia nel caso attuale? La sicurezza che domani un nuovo Governo non dovesse modificare la legislazione sulle Imprese straniere, Perciò un Intelligente giornalista rumeno, oggi segretario generale del Ministero degli Esteri, il signor Gaffencu, definiva l'attuale periodo come un periodo di convalescenza. I capitalisti stranieri si rivolgono preferibilmente alle forniture o ai lavori statali; non hanno coraggio a tentare delle iniziative private; non si Tnuovono ancora con quella facilità ed elasticità che sarebbe consona alle nuove disposizioni legislative. Cosi fatalmente si ritorna al pun to di partenza, la necessità di una certa stabilità politica, Quando si hanno dinanzi opere e programmi a largo respiro non ci si può permette re il lusso di mutare indirizzo, spez 'zando con disinvoltura del legami coll'estero. Tuttavia sembra notarsi un risveglio di curiosità, se non di attività, a tutti è noto quanto la Rumania è ricca e lo sguardo è vigile se db mani dovesse cominciare una gara nella valorizzazione di quel paese. Da varie parti si parla con insistenza di una discesa di tecnici e di capi tali germanici, o affidati ai tedeschi. La previsione è tutt'altro che illogica data la situazione dell'indù stria germanica che s! prepara ad una vasta offensiva sui mercati stranieri, data la conoscenza acquisita fin dall'anteguerra del mercato ru meno. Un'Iniziativa Italiana L'Italia non potrà essere assente Noi attendiamo ancora la stipulazione di un Trattato di commercio; il totogi aazamudapnsfsdtrldpgftnttdgmlct£tarfoU,non"enrdiretto"esclusiva- 0 , , ò n i , o a i mente verso di noi; ma ora sembra che finalmente si sia arrivati alla fase conclusiva, cerne del resto ci assicurò nella sua intervista 11 ministro Miliuluclic. Se non urriumo il primo Trattato regolare di commercio sarà firmato proprio coll'Italia. In quanto all'esportazione di petrolio nemmeno in Italia essa è notevole; ma è un flusso regolato dagli intermediari. Sono le grandi Società petrolifere mondiali che controllano 11 petrolio rumeno, che gli assegnano le zone di consumo tenendo conto delle spese di trasporto. E' quindi un traffico che non dipende nè dalla nostra volontà nè da quella rumena: potrebbe essere interrotto sol che alla Standard o alla Shell convenisse rifornirci da altri mercati di produzione. _ Tuttavia vi ò una impresa in cui l'iniziativa è italiana; lo sfruttamento di due perimetri di cento ettari ciascuno nel bacino di Prahova. La concessione rimonta al 1920, ma solo dall'estate scorsa fu possibile di sistemare le pratiche necessarie per l'inizio dei lavori. I terreni sono indicati dai competenti fra l migliori di tutta la Rumania; ma solo In un palo di anni si potrà stimare con approssimazione il valore della concessione. E forse tra 15 anni potranno esservi installati un centinaio di pozzi. Un illustre ingegnere conversando sull'argomento, mi portò l'esempio .del pozzo n. 7 in Persia che per 18 anni consecutivi produsse cento vagoni al giorno e fu ■distrutto non per esaurimento ma per i pericoli della consunzione del tubo. L'augurio è che i pozzi della concessione di Prahova possano rassomigliargli. Alfredo Sìgnoretti. sBCSmbmpllslrtipdIgca2gtce

Persone citate: Alfredo Sìgnoretti

Luoghi citati: Bukarest, Italia, Persia, Rumenia