MacDonald è pronto ad assumere il potere

MacDonald è pronto ad assumere il potere MacDonald è pronto ad assumere il potere mentre i liberali consigliano a Baldwin una tattica temporeggiatrice Problemi concreti e pregiudizi ideologici Roma, 1. notte. L'oscillazione óYI pendolo a sinistra era, si potrebbe dire, nell'aria.. Non era però nelle previsioni che essa sarebbe stata cosi forte. Ancora una lieve spinta e il laburismo avrebbe potuto afferrare il potere,' disponendo di una maggioranza assoluta. I conservatori erano venuti Sempre perdendo terreno nelle elezioni suppletive, ma generalmente |Bi riteneva che avrebbero almeno (ottenuto una maggioranza relativa. OLa loro sconfìtta è stata grave, come 'è innegabile il successo laburista. MacDonald è sincero quando dichiara che non sperava in una cosi feplendida affermazione del suo partito. Le ragioni del risultato sono diverse: il naturale logoramento proIgressivo di un Governo che è pastaio attraverso cinque anni partijeedarmente difficili; la campagna (troppo prudente di Baldwin che non Indicava alcun nuovo orizzonte 'se Iion la continuazione di un'attività Idi ordinaria amministrazione; la |>reseatazione di 500 candidati liberali che in quasi tutti i collegi hanBio dato alla lotta una disposizione (triangolare con evidente svantaggio idei conservatori; la buona tattica (dei laburisti che non hanno sbandierato alcun principio socialistico, (attenendosi ad una piattaforma mojderata. Questa cause debbono essere Inquadrate noi problema che se non l'unico, è stato certamente quello che ha fornito la tonalità dell'ambiente; la disoccupazione. La crisi britannica ha molteplici aspetti; ma essi trovano la loro sintesi più gra Ve in quel milione e mezzo di disoccupati permanenti che sembrano quasi attestare un principio di de 'cadenza nell'organizzazione produttiva, l'iella compagine sociale, nelle stesse qualità di ardimento, di iniziativa, di tenacia che costituirono di segno della razza nella conquista dell'immenso impero. Alla massa avvilita dei Benza la Voro, i liberali hanno promesso un piano...mirabolante di riattamenti stradali, dovuto alla fervida immaginazione di Lloyd George; i laburisti hanno mostrato la possibilità di una migliore sistemazione di sussidi; i conservatori hanno indicato la via di un lentissimo risanamento, conseguenza di un miglioramento spontaneo della situazione generale. Forse questi ultimi sono più nella realtà, negando l'efficacia di riìnedi artificiosi. Ma è umano che i disoccupati ascoltassero più volentieri la voce che faceva sperare in fin loro maggior benessere, senza 'dispendio di energie, ù perciò prefetrisseiro dare il voto ai laburisti. Tut ita i regimi elettorali con suffragio •universale sono schiavi di questa (demagogia utilitaria. Ma, fatte queste considerazioni retrospettive che, in fondo, sono superate dai risultati, come si deve valutare l'avvenimento a cui, ad ogni modo, bisogna riconoscere una grande importanza, anche se gli ^viluppi positivi non saranno di vasto respiro? Il laburismo è definiti(vamente consacrato come uno dei Itìue partiti di governo, incuneatosi (terzo nella contesa secolare fra i Tories e i Wighs, esso in pochi decenni è riuscito ad eliminare quasi totalmente i rivali dal settore di sinistra, i liberali. I comizi del 1822, del '23 e del '2/*, succedutisi vertiginosamente in un'atmosfera anormale, turbata dalle conseguenze della guerra recente, potevano lasciar teospettare l'ipotesi che si trattasse di un fenomeno transitorio; lo stesso esperimento di governo, durato appena 8 mesi, non poteva essere elemento decisivo di giudizio. Oggi, qualsiasi dubbio sul diritto dei laburisti ad essere partito di governo (o di opposizione) è scomparso; la •efficienza della solidità del movimento è stata provata dai risultati elettorali, che sono venuti dopo uno sciopero generale con effetti disastrosi per la Nazione e per le stesse organizzazioni operaie sottoposte in seguito ad un più severo controllo legislativo. E' merito dell'elite mori p rat a del laburismo avere ri riffe r7-nto il romando del partito e4 delle trade-unions, e aver proceduto con calma all'opera difficile di raccogliere le fila. Ch'est! tre anni di lavoro silenzioso, dispersi i fumi di sogni utopistici e di rovesciamenti catastrofici, hanno servito ad affinare di più il senso realistico dei laburisti nel quadro delle necessità nazionali e Imperiali, nellR deferenza verso le tradizioni dinastiche e istituzionali. Da qui ad un'opera costruttiva di governo, ci corre molta strada, tanto più fhe l'ambizione di rinnovare la struttura sociale della Gran Rrettatma rpsta viva dietro le nrudenti Inflessioni di non urtare d.i fronte bruscamente la civiltà capitalistica: .Ti trte-i'ì-'ùo non potrebbe essere espressole dai fatti e forse apparterrebbe più che ai contemporanei, ella storia. Tanfo più che la prova del fuoco, cioè l'esercizio del potere per un periodo indispensabile per trarre le con"1:.::-^!, anale potreb¬ be essere quella d! una intera legi statura, e mollo problematica. 11 p ari ameni ari smn e fallito al suo scopo di chiarificare la situazione e ruPmaadctehvnpvnicfapsneEdrgaztsadmmpvnuddieviprilrsqpglsamvzcien i e i e i e : , a e r ¬ 1 o e rendere possibile la costituzione di un Governo abbastanza saldo nel Paese, che è stato la culla del sistema e dove esso, per la originaria aderenza agli interessi, ai bisogni e alle tradizioni nazionali, non è caduto nelle deformazioni dannose, corruttrici, disorganiche di tanti altri Stati. Ventidue milioni di elettori ed elettrici si sono recati alle urne e vi hanno deposto il voto, dì preferenza verso uomini esponenti di partiti bene individuali, ed il risultato complessivo è che l'Inghilterra non troverà nell'attuale Camera dei Comuni un governo capace dd affrontare i tremendi problemi che da un decennio agitano la sua vita in profondità. Le ipotesi di combinazioni a destra od a sinistra sono tutte precarie e la soluzione logica non sembra che risiedere in un nuovo non lontano appellò alle urne: le elezioni divengono fine a sè stesse. E' il sistema parlamentare che si dissolve. La critica del Fascismo ai regimi rappresentativi d.i quella entità vaga che è il cittadino rimane integra, anzi b rafforzata dall'esito delle elezioni del HO maggio, anche se, ripetiamo, il Fascismo, dottrina e prassi, aperto a tutti orli esperimenti ed a tutte le particolari necessità tradizionali dei vari Paesi, non abbia mai mirato a negare aprioristicamente ciò che il parlamentarismo può costituire nella storia e nella vita della Gran Bretagna. Sarà possibile il ritomo all'alternarsi di due partiti ben definiti che unici raccolgano, sintetizzandone le differenti correnti, le diverse classi del popolo inglese? E' un'ipotesi per il domani. Intanto l'Inghilterra è entrata in un periodo che è quasi di vacanza del potere, mentre anche iper essa sarebbe necessaria una direttiva ferma e precisa. L'altro lato che maggiormente ci interessa, quali italiani e fascisti, e la ripercussione delle elezioni nei rapporti internazionali. Se i laburisti saliranno al Governo anche per qualche tempo, l'orientamento della politica estera britannica potrà seguire direttive differenti dalle attuali, tenendo conto che sono in discussione questioni importantissime che attendono di essere risolte. Ricordiamo, infatti, che l'attività più notevole del primo Gabinetto laburista nel 102-i fu appunto quella internazionale, dove esso lasciò traccie non cancellate. L'accettazione del piano Dawes con la contemporanea èva euazione del bacino della Ruhr avvenne sotto la pressione cordiale dei laburisti. L'n'analoga soluzione po irebbe ripetersi con il piano Young e collo sgombro delle Provincie re nane? Vi è però una 'diversità non trascurabile. Il presidente del Consi gjio francese non è Herriot: è Poin care ed in Francia l'allarme è vivo per la vittoria laburista. L'atteggiamento di MacDonald quando fu premier, alcune sue non nascoste tendenze revisionistiche sui confini o rientali della Germania, le recenti dichiarazioni di Snowden sui debiti di guerra, sono motivi più che seri di preoccupazioni. I laburisti non farebbero una politica preconcetta contro la Francia, ma è certo che i fattori tedesco e russo avrebbero un più ampio rilievo nella sfera delle loro direttive. In sostanza, una politica più vasta di eouilibrio tra le forze continentali europee sareb be più rispondente alle tradizioni britanniche di una solidarietà entusiasta con la Francia, quale si è venuta dolineando specialmente nell'ultimo anno del governo conseTvatore. Sarebbe curioso che proprio i laburisti dovessero tornare ad un indirizzo secolare interrotto dai conservatori! A differenza di Parigi, In 'America si è soddisfatti dello scacco del partito di sir .Austin Chamberiain; il senatore Borah già prevede un accordo navale. In simile materia gli entusiasmi non devono essere esa gerati: l'Ammiragliato britannico saprà difendere quella che ritiene l'assoluta necessità di armamenti navali contro qualsiasi velleità di un pacifismo rinunciatario. In quanto alle relazioni tra l'In ghilterra e l'Italia, quali che siano le conseguenze ministeriali delle elezioni, possiamo osservare con la massima serenità la situazione. Siamo certi che MacDonald Primo Mi nistro avrà così acuto 11 senso di responsabilità che non si presterà mai alla benché minima manifesta zione di antifascismo. Abbiamo considerato con la maggiore obbiettività che non sembra essere la nota di altri scrittori di altri giornali stranieri il successo laburista, fedeli sempre al concetto fascista di non immischiarsi negli ar fari interni delle altre Nazioni, chiedendo naturalmente la reciprocità Del resto è opportuno rammentare che negli otto mesi di governo laburista nel 1924 palazzo Chigi ed il Foreign Office risolvettero le que stioni più spinose, residuo della guerra e del trattato di pace, dei due popoli. L'Italia e l'Inghilterra, le garanti di Locamo, hanno molto cammino da percorrere insieme, pur serbando intera la loro libertà di movimento e la loro individualità nazionale. I problemi intemazionali sono problemi concreti che quando son posti sul tappeto non possono e non devono prestarsi a pregiudizi ideologici. Di tale verità fu sempre consapevole verso l'Italia MacDonald, quando fu Primo Ministro di Gran Bretagna; non c'è alcuna ragione per crii "gli dovrebbe mutare una simile saggia linea di condotta, qualora dovesse ascendere per la seconda volta rilla più alfa carica I dell'Impero britannico. DdesQcannbriPagntgtctCtNrrissGtmgrdmstcsmp a e l a o r i à i o e i e i e r a Dimissioni immediate 0 presentazione alla Camera? Londra, 1. notte. L'orgasmo creato dai conteggi e dai risultati elettorali è trascorso, ed è ormai tornata quasi per intero, sinanco in borsa, la calma di prima. Questa si fonda sul giusto criterio che, almeno sino al lancio di un altro appello al Paese, non accadrà niente di nuovo e di speciale, tranne un cambiamento di etichetta sul bottiglione del Ministero ed una serie di armeggìi lloydgeorgiani in Parlamento. Il cosidetto arbitro 1 22 milioni di elettori che sono andati alle urne (quasi il 70 % degli iscritti) hanno capito che hanno fatto una frittata e non permettono né minacciano di interessarsi gran che agli armeggìi dell'iperbattuto partito liberale lloydgeorgiano, che sta arrogandosi il posto di arbitro della maggioranza nella nuova Camera, quantunque visibilmente si trovi tra l'incudine ed il martello. Neppure li stimano gravidi di interesse i leaders dei due partiti sul serio, Baldwin e MacDonald, i quali sono pronti a tutto, fuorché a lasciarsi tirare per il naso da Lloyd George, tanto più che di lui evidentemente non vuole più saperne nemmeno il Corpo elettorale. Ma gli organi dell'ex-premier spalancano e roteano gli occhi come alla vigilia del più affascinante spettacolo del mondo. Null'altro esiste più per loro se non il cosidetto arbitro della situazione parlamentare, l'Ulisside che ha condotto strenuamente alla strage -550 candidati e coi suoi 55 superstiti si dichiara in procinto di dettare legge ai 560 altri rappresentanti del popolo spediti a Westminster col semplicissimo mandato di ignorarlo. La quiete si estende ai « sancta sanctorum » dei tre « leaders » Baldwin, MacDonald e l'arbitro della maggioranza parlamentare « fra "incudine e il martello » come sopra. Baldwin è a Chequers solo e soletto, con sua moglie, la sua pipa e i suoi libri. E' forse uno dei protagonisti politici di oggi che nutra un rispetto innato, profondo e sincero della volontà popolare espressa attraverso le schede. Tale è la peculiarità del capo, inglese puro sangue, del conservatorismo britannico e nessun avversario gli nega questa privativa che è straordinariamente rara, soprattutto fra i cosidetti democratici. Egli, in tal modo, si sente rispettato da tutti e in ogni caso anzi perfino ben voluto ed è sereno, come la calma di mare. La sua teoria personale della volontà popolare è che questa può benissi mo cadere in errore per qualche tempo, ma non per tutto il tempo. Onde gli sembra sempre capace di ravvedersi e bisogna aver pazienza. L'importante, secondo lui, è di non truffarla. Se adesso le piacciono in misura sufficientemente costituzionale i laburisti, ebbene, se li prenda e se li goda. Più tardi li ributterà fuori. L'Inghilterra è sempre stata governata per turno dai vari partiti che l'hanno deliziata e afflitta. Non è mai cascata a terra per il turno di un partito affliggente e senza dubbio essa ne ha avuto parecchi, incluso il famoso partito irlandese. La serena attesa di Baldwin L'unico problema che induca Baldwin a meditare in solitudine fra gli olmi e le querce della villa di Chequers, è di procedura. I fatti sono fatti. Il paese ha consegnato circa 290 collegi al laburismo riservandone soltanto 260 ai conservatori e lasciandone incidentalmente cadere 57 nel bramoso grembo dei lloydgeorgiani e il resto dei 615 entro il taschino degli eccentrici che si denominano indipendenti (questi sono calcoli fondati sulle cifre di stasera, le quali includono tutti i collegi meno un'ultima diecina. In altri termini, il Paese ha piacere o almeno non ha dispiacere, che il Governo passi in mano ai laburisti. Quindi la procedura più semplice consisterebbe per Baldwin nelle dimissione ajambur battente, affinchè il Re abbia subito agio di rivolgersi a MacDonald per incaricarlo di formare il nuovo gabinetto;, La disgrazia è che Re Giorgio si^e purtroppo ammalato di nuovo. Fortuna è che la ricaduta non sia grave, ma si capisce che il Re potrebbe più facilmente superare il nuovo attacco se lo lasciassero quieto, senza disturbarlo, proprio in questi giorni, con pratiche di successione ministeriale, obbligandolo forse anche a nominare un consiglio di reggenza. Tra una settimana o due il Re potrà stare molto meglio e non avere più bisogno di quiete assoluta. Perciò Baldwin avrebbe praticamente deciso ieri sera di adottare una alternativa del tutto costituzionale alle dimissioni immediate, ossia la alternativa di rimpastare il suo Ministero e di presentarsi alla nuova Camera verso la fine di giugno con un programma di lavori che costituirebbe l'appiglio sul quale il Parlamento sarebbe in grado di rovesciare di colpo il Ministero sconfitto nelle elezioni. Questo cadrebbe subito se i lloydgeorgiani votassero insieme con i laburisti, oppure rimarrebbe in piedi qualora i lloydgeorgiani, al contrario, votassero per Baldwin. Naturalmente potrebbe anche accadere che di cosi incalcolabili uomini politici lungodistesi sopra innumerevoli tangenti, tra la destra e la sinistra, certi lloyd-georgeani votassero per il Governo e certi altri contro, come hanno sempre fatto. Ma Baldwin non avrebbe colpa dei lsclccpd0csiclnrugpfvmppLibttfgs o o a e e a a e o o a i i i loro pasticci e si regolerebbe di conseguenza. Certamente Baldwin non chiederebbe o farebbe chiedere nell'intervallo a Lloyd George quello che intenda di fare non soltanto perchè non lo può soffrire ma alt»esì perchè Lloyd George non è in grado di garantire che tutto il suo gruppo 0 anche l'ottanta per cento seguirà caso per caso i suoi comandi. Adesso non 6i è sicuri che la decisione iniziale di ieri sera — quantunque confermata stamane dal Daily Telegraph — debba essere effettuata. Il suo vizio è che essa piacerebbe moltissimo ai lloyd-georgeani ma niente affatto ai laburisti. Ai primi reca ampio margine di meditazione : sull'incrocio delle tangenti tra la destra e la sinistra è sorta per loro una situazione impreveduta. Con 511 candidati e con cateratte di soldi grondanti da ricchissimo forziere di parte, che Lloyd George colmò di fondi durante la guerra, essi nutrivano la certezza di potere impadronirsi, anche nellla peggiore delle ipotesi di un centinaio di collegi. Oggi non tengono che la metà del minimo in programma e la disciplina in gruppi di questo tipo è sempre in ragione inversa del numero. Lloyd George ha bisogno di un po' di tempo per provarsi a disciplinare in azioni compatte 1 sopravvissuti della sua infelicissima spedizione Per tutti questi motivi, riuscirebbe a Lloyd George graditissimo certamente che Baldwin non si dimettesse, ma tenesse duro il Governo, fino a ricondurio alla Camera il 25 giugno. 11 Manchester Guardian lo esorta sapientemente ad indugiare. L'altro ieri esso esigeva che il governo Baldwin scomnarisse in un baleno dalla faccia della terra. Oggi reclama che rimanga al potere per un altro mese. Il grazioso è che l'organo lloydgeoreiano del. Lancashire non nasconde, in pari tempo, il suo desiderio che ad onta di tante garanzie in contrarlo Lloyd George aiuti 1 laburisti a scalare 11 potere e ve li tenga, per cui Baldwin dovrebbe fare ostruzionismo ner un mesetto al fine di aiutare Lloyd George... ad aiutare i laburisti. Impazienze dei laburisti Senonchè questi ultimi, dal canto loro, non possono digerire neanche per idea queste quattro settimane di malinconica aspettativa e, fiutato il sangue, vogliono agguantare la barra del timone ni più presto possibile. Ai liberali lloydgeorgiani ed ai loro complicati disegni, MacDonald ed i suoi alzano le spalle. Il quotidiano laburista oggi avvertiva che MacDonald non ha affatto bisogno dell'aiuto del lloydgeorgiani; pensino i lloydgeorgiani ad aiutare pure chi vogliono, non riusciranno mai più ad aiutare sè stessi. Il guaio si è che per le loro manovre la volontà popolare ha conferito un esplicito sopravvento al laburismo sopra gli altri due partiti. I conservatori vengono espressamente ammoniti ad astenersi dai brutti scherzi. Rispettino o.lmeno loro la costituzione! Il governo Baldwin ha dunque il dovere di dimettersi subito. Esso non può ripetere la sua mossa del dicembre 1053, quando, benché battuto alle elezioni, si ripresentò alla Camera. Tn quell'occasione il partito conservatore aveva ottenuto 258 seggi contro 291 ai laburisti e 158 ai liberali, aveva quindi il diritto di riipresentarsi anche se sapeva in nntiripo che i liberali gli avrebbero votato contro, insieme col laburisti per farlo cadere e per dare Inozo ni Ministero MacDonald dell'anno 1921. Stavolta è un altro paio di maniche. Baldwin è emerso dalle elezioni con minor numero di seggi dei laburisti; deve andarsene immediatamente se no si schiera contro il responso delle urne. Ora, è bensì vero che computando insieme con i conservatori anche i liberali sotto la comune denominazione di antisocialisti, si ottiene una somma di seggi relativamente superiore al numero dei seggi laburisti, e si può giustificare in tal modo la ripetizione della procedura del 1923. Ma la moltitudine potrebbe non cogliere bene questa sottigliezza ed il partito conservatore potrebbe uscirne con la taccia di avere tirato con i denti la Costituzione per chiudere il varco al laburismo. Un'accusa estremamente incomoda, perchè abbastanza plausibile. E poi, tra i comprimari di Baldwin sembra prevalere la tendenza in favore delle dimissioni immediate. Sir Austin Chamberiain riteneva ieri sera conveniente schierarsi, in un pubblico discorso, contro questa procedura; ma la sua mossa serve soltanto a dimostrare che la tendenza suddetta è commentata. Le riflessioni di Baldwin durante il « week-end » verteranno sui quesiti suesposti. Poi, nei primi giorni della settimana ventura, egli riunirà i membri del suo Ministero in sede di gran consiglio conservatore. E allora sarà definitivamente deliberato il da farsi. Lloyd George, intanto, nella sua villa di Churt presso Londra, sta confabulando con 1 suoi aiutanti di campo : ma rifiuta, si può dire, ai giornalisti il più remoto barlume in merito ai proprii intendimenti. Dichiarazioni di MacDonald MacDonald, nella sua abitazione suburbana di Hampstead, ha con ferito alla sua volta con i caporioni del suo gruppo, Thomas, Henderson, Clynes, tutti moderatissimi uomini destinati ad entrare nel prossimo Ministero laburista; ed il leader, ri cevendo nel pomeriggio i giornali sti, ha dichiarato quanto segue: « Se io lo potrò impedire, 11 Paese ngplllUsndpdsan e non sarà disturbato da nuove elezioni generali per almeno un biennio. A me preme molto il tranquillo sviluppo della industrie e lo sviluppo della mentaliti, pacificai e della fiducia, tanto all'interno quanto all'estero, talché farò US* di tutta quanta l'influenza che posso esercitare per impedire l'attuarsi di nuove elezioni durante il periodo che dissi. Io ritengo, anzi, che .1 nuovo Parlamento dovrebbe durare anche di più; gli altri due partiti, nondimeno, devono guardarsi dall'interpretare questa mia dichiarazione come una certa disposizione ad adattarmi a mano vre poco eque. Desidero dire ben chta r ■ che non tollererò brutti scherzi; spetterà agli altri due partiti e non al partito laburista 11 decidere se debbanoesservi nuov» elezioni prima della scadenza dei prossimi due anni. Una sola cesa posso dire in questo momento. Io sono stato testimone del turbamenti inflitti alle industrie, alle finanze e allo sviluppo interno da elezioni non necessarie. Qualunque governo sia per rendei si responsabile della guida della politica nazionale, tanto all'interno quanto all'estero, in questi giorni dovrebbe avere la possibilità di sviluppare le proprie direttive con migliore agio di quel che venne accordato a me nel 1924, quando la mia .politica estera fu spezzata di colpo. E' chiarissimo che il Paese ha respinto il Governo attuale e la sola alternativa — ha terminato MacDonald — consiste in un governo laburista ». Quest' ultima frase significa evidentemente che anche MacDonald in' persona milita per le dimissioni immediate del Ministero. Quanto alla sua disposizione a venire a patti con Lloyd George si può escluderlo senz'altro. Come Baldwin, così MacDonald non intreccerà con l'ex-Premier baratti di alcuna risma. pMarcello Prati. ►*-♦ Un commento del «Popolo d'Italia» Milano, 1 notte. Il 'te Popolo d'Italia » di stamane pubblica un interessante articolo di commento sui risultati delle elezioni inglesi, dovuto alla penna del suo direttore, Arnaldo Mussolini. L'illustre articolista, esaminando la causa della sconfìtta subita dal Partito conservatore, ne trae motivo per osservazioni quanto mai pratiche e profonde. « Il Partito conservatore — scrive il direttore del « Popolo d'Italia — è stato battuto perchè si è rivelato privo di un qualsiasi programma che possa venire definito « sociale ». In pieno secolo ventesimo, e dopo la guerra, e dopo i Congressi internazionali di Washington e le riunioni di Ginevra, si devono ratificare le otto ore di lavoro e tutte quelle provvidenze che assistono e tutelano la grande massa dei lavoratori. La politica non è solo astrazione e combinazione di predominio. Vi 'sono problemi che interessano popoli e classi, e che le « élites » dei dirigenti devono tenere in somma cura Una forza dominante come ringhi! terra, che ha il comando sui mari e sui continenti, che si trova nella fortunata situazione di avere popoli che lavorano per la sua grandezza e per la sua ricchezza, ha lasciato incancrenirsi la piaga della disoccupazione, ed insoluta la questione delle miniere e dei minatori. « La proposta di creare una specie di magistratura paritetica, che risolvesse praticamente i grandi dissensi di interesse fra capitale e lavoro, non ha incontrato il favore della classe industriale inglese. « La sorte dei conservatori era già segnata dal giorno in cui il Prin cipe di Galles era sceeo fra le masse dei disoccupati e aveva visitato le miniere, ascoltato le lamentele dei minatori, e aperta una sottoscrizione in loro favore ». Quanto poi alla vittoria laburista, il dott. Arnaldo Mussolini non ritiene che essa possa avere pro-fonde ripercussioni... MacDonald, che apre il suo discorso rendendo omaggio al Re, non sarà sicuramente un sovvertitore. L'Inghilterra laburista allaccierà i rapporti con la Russia. Litvinoff, una emanazione sovietica nel mondo internazionale, ha bisogno di una rivincita. Nel 1920 egli non trovò un alloggio a Londra per la sua Missione, e fu messo al bando. Ora l'Inghilterra, se non vuole essere distanziata dall'America e dalla Germania, deve trovare un accordo ragionevole con la Russia. «L'Italia non ha niente da apprendere — soggiunge Arnaldo Mussolini — da questa vicenda. Il Fascismo ha già superato la legislazione sociale, che tanto angustia il laburismo inglese, e nei nostri rapporti internazionali, la nostra lealtà e chiarezza sono fuori di discussione ». L'» amicizia tradizionale» la formula nella quale si sono cristallizzati i nostri rapporti con l'Insrhilterra, non subirà deHe scosse per un semplice episodio di vita elettorale. Queste sono le conclusioni alle quali si può giungere dopo un esame spassionato della situazione a contatto con i problemi del giorno. Che se poi vogliamo innuadrn.re lo stato d'animo inglese nella nascente e quasi dominante forza americana, nei fermenti del Continente nero e nelle inquietudini orientali, noi dobbiamo concludere che l'episodio inglese rappresenta un altro elemento di debolezza per la vecchia Europa. « L'onore e la vita del nostro continente, sono affidate ormai ai popoli giovani e alle minoranze esasperate. E per quella parte che ci riguarda, l'Italia non abdicherà mai — forte della sua vita e saggezza millenarie — di fronte alla scuola e alla fortuna di nitri popoli, che non hanno certamente gli attribuii di nobiltà e di grandezza del nome e del la scuola di Roma ».