Ma il teatro è un'altra cosa

Ma il teatro è un'altra cosaMa il teatro è un'altra cosa ro,comeutele novità profondamente interessanti, ha suscitato correnti di opinioni eccessive e contradditorie: eccesso di pessimismo e, se vogliamo, anche eccesso di ottimismo. L'ottimismo è eccessivo però solo sotto un certo aspetto; è giustificabilissimo pel rimanente. Gli ottimisti eccedono quando pensano che le realizzazioni ottenute fino ad oggi, o meglio le realizzazioni che abbiamo fino ad oggi potuto prendere in considerazione, siano perfette; hanno mille volte ragione quando, in base a ciò che già s'è fatto, pensano che. la trovata scientìfica possa aprire all' arte del cinematografo mirabili possibilità. In quanto ai pessimisti, hanno torto quando manifestano la propria delusione, e affermano che il problema artistico del cinematografo parlante non è stato ancora risolto. Quale problema artistico ? Non esistono problemi artistici intenzionali; i problemi arti stici nascono ad opera d'arte compiuta, e sono poi quello che dicesi comu nemente critica, ossia interpretazione e ragionamento di ciò che l'artista ha fatto. Prima dell'opera d'arte non Esistono problemi artistici, ma astrazioni e concetti che con l'arte non hanno nulla a che vedere. Non possiamo dunque parlare genericamente di un problema artistico del film sonoro dobbiamo semplicemente prendere nota che all'artista è offerto oggi un nuovo mezzo di espressione. Poiché la scoperta scientifica non può essere posta in dubbio, ed i tecnici sono concordi nel ritenere ch'essa avrà mirabili sviluppi (ad essere increduli in campo scientifico c'è, oggi, da passare per ingenui anziché per furbi), poiché dunque possiamo ritenere, con una certa approssimazione, che, tra non molto, il mezzo tecnico « film-sonoro » sarà in efficienza, cosi non ci rimane che attendere le realizzazioni artistiche cui esso potrà dar luogo, o ra gionare su quelle già avvenute. Nei fllms sonori presentati al pub blico italiano si sono avuti ottimi momenti di realizzazione sincronistica, ed altri momenti assai vaghi, incerti diciamo falliti. Da ciò molti furono indotti a teorizzare. Il dire che le sensazioni visive e auditive non sono nell'uomo sincrone, che vuol dire ? A questa astrazione di carattere scientifico chi ci pensa, nella vita T Si vede, si ascolta, si cerca di far presa sulla realtà con tutti i sensi avidi e mor denti, e non ci si ragiona su. Se, ora la provocazione diretta dal film sono ro al complesso della nostra sensibilità è ancora pungente, a volte dolo rosa, per la non sempre avvenuta fu sione dei vari elementi rivolti ad agi re su di noi, e se cosi siamo tratti a cercare ragioni fisiologiche e psichi che del nostro malessere, ciò non e sclude che quando i mezzi tecnici di questo nuovo modo di espressione ab biano raggiunto un'armonia adeguata alle nostre possibilità di percezione, tutti quelli che sono per ora problemi prettamente tecnico-scientifici cadano di per sé. Al progresso meccanico dell'invenzione possiamo, come già si è detto, credere senz' altro ; ed allora perchè dovremmo sin d'ora confonde re mezzi meccanici ed espressione artistica, ed ipotecare 11 futuro? Perchè, ad esempio, affermare che nlle immagini cinematografiche non so .no che fantasmi, e che, essendo i fan-1 tasmi per definizione silenziosi, in\fllm ha da essere muto? Perchè am- e o a e i a n n é n a n e , o o A , a a i a , i o è a e mettere la possibilità di un 'dramma mimico-fajitasmagorico che realizzi le visioni generate dalla musica sinfonica, e non quella di un tipo di spettacolo affatto imprevedibile, ma che qualche artista ci darà certamente un giorno, com'era imprevedibile il film muto che pure si è realizzato con quella potenza di emozione, di riflessi sensitivi e sociali, e infine di purezza poetica (non comune, ma preziosissima) che tutti sanno? Da che sono giustificate queste preventive limitazioni ? Se il meraviglioso strumento di espressione che è ti linguaggio umano ha raggiunto libertà e concretezze spirituali, impensate certo nelle prime età della vita animale, se pittura, musica, scoltura hanno trovato perfezionamenti tali nelle loro possibilità materiali e plastiche, da consentire ai vari artisti le più straordinarie realizzazioni tecnico-poetiche, perchè dovrem mo escludere simile evoluzione per il mezzo d'espressione ora offertoci ? Ci spaventa l'idea di meccanismo, di macchina, congiunta al film sonoro ? Si oppone forse che l'arte non è svi luppo meccanico, ma invenzione e creazione stilistica? Certo:• invenzione e creazione che trovano però la propria attuazione attraverso una sostanza qualunque: orbene, per noi è, in un certo senso, indifferente che questa sostanza sia cera, marmo, parola, 0 sia film sonoro. L'importante è che il film sonoro divenga cosi malleabile nelle mani dell'artista da permettere all'intuizione creatrice singolari e inconfondibili espressioni, e che in esse 10 spirito possa scendere, vivificatore.' 1 tecnici ci garantiscono, per l'avvenire, una completa autonomia espressiva dei film sonoro; in quanto all'espressione concreta, al passaggio cioè dalla meccanicità all'arte, sarà compito degli artisti il realizzarlo secondo le proprie visioni e il proprio istinto.- Ma molti equivoci nascono dalla consuetudine, presente, se pure inconscia, anche in chi teoricamente si dice liberato da tale pregiudizio, di istituire un impreciso parallelismo tra film e teatro. Scende in campo il film sonoro? ed ecco, lo spettro del melodramma affacciarsi. Si considera 11 film parlante? ed ecco venir fuori i nomi di Molière, di Shakespeare, di Goldoni. Di grazia, vorremo una volta tanto distinguere? Vorremo magari abbandonare non solo i confronti di carattere teatrale, ma addirittura i termini: arte, artistico, poesia, poetico ? Se ne riparlerà un giorno. Per ora parliamo semplicemente del fenomeno film: sarà più spicciativo, e saranno eliminate confusioni pericolose. Parlando del film — tout court — non escluderemo che anch'esso possa essere una manifestazione dello spirito — che diversamente non interesserebbe gran che — anzi lo definiremo una delle più tipiche, emozionanti, sorprendenti manifestazioni dello spirito contemporaneo; ma, considerandolo come un fenomeno a sé, elimineremo la possibilità di usare a sproposito una terminologia atta a trascinarci (se intesa nella sua mera esteriorità e non nella sua profonda dialettica) alle peggiori deformazioni, od a farci trascurare una sensazionale realtà solo perchè essa non entra bene, o cosi a noi pare, in certi schemi intellettualistici. Ma tutto ciò non è che ipotesi: i riferimenti sono necessari, ed è pure necessario servirsi dei metodi della critica d'arte se non vogliamo cadere nel generico. Modificheremo dunque quanto abbiamo scritto, cosi: le formule e gli schemi artistici siano usati con parsimonia, e tenendo sempre presente quel qualchecosa di diverso e indefinibile che non ha rapporti pre clsl e determinanti con altre espressioni d'arte, e che rende cosi caratteristico lo spettacolo cinematografico Delle quali caratteristiche cinematografiche la più impressionante è la concretezza realistica, la presa diretta sulla realtà. Certo la sensazione che si ritrae da un film è' singolarissima: essa penetra in voi con tutto il suo peso, voi la sentite aderire alle vostre fibre fisicamente, ed accompagnarvi poi con un ricordo che a volte è quasi greve. E' come se usciste da un'Immediata esperienza di vita, da un mostruoso possesso' fantastico e corporeo, come se le visioni labili e fuggevoli si fossero d'un tratto cristallizzate nel vostro organismo, latenti e lucidissime. Qui anzi potrebbe sorgere 1! dilemma estetico; tino a che punto quest'ordine di impressioni è pura materialità, urto sensitivo, e quando incomincia a trasfigurarsi e spiritualizzarsi; fino a che punto esso sia brutalità di fatti ed eventi, e quando si effonda in poetica commozione. Ma su ciò si potrà ritornare poi: ora è meglio accettare il fenomeno nella sua integrità, nella sua tnnggnat-1globalità, cosi ricca di cose e di sug ngestioni. m- Un mirabile esempio di tale concre tezzà lo abbiamo avuto, in questi gior ni, per l'appunto in un film sonoro: nel quale ci parve per una strana suggestione di scendere veramente alle origini della sensibilità; la vita vegetale, animale, la fragile solidità, delle isole, la densità del mare, Tom bra e la luce, i cieli, le foreste, le nuvole, le creature e le cose tutte vi avevano riacquistato un sapore primi tivo, ingenuo, essenziale, che non sapremmo definire altrimenti che come tangibile esistenza fisica. I lembi di paradiso terrestre che questo film identifica con i paesaggi prestigiosi trasparenti e profondi di Tahiti di ventano per noi una entità precisa un oggetto di conoscenza immedia ta e sensuale, qualcosa che ricono sciamo cosi vivo e vero come se ci destassimo Analmente da un incerto sogno. Questa partecipazione sensiti va allo spettacolo può divenire esal tante. E dallo schermo sgorgano i miti spontaneamente : noi li ritroviamo in tutta la loro originalità espressiva, e, vorremmo dire, documentaria. Documentaria di una realtà dalla quale ideologie, cultura, e spesso la stessa trasfigurazione artistica, ci allontanano inesorabilmente. Noi abbiamo visto la nascita dell'amore e l'apparizione della morte, Apollo che insegue Dafne, Ulisse naufrago su di una spiaggia deserta, naiadi e ninfe scherzose tra selve di fiori e lievi-natanti per acque chiare e virginee, noi abbiamo sentito le germinazioni della terra, e stormire i grandi alberi, e calare il sole e levarsi la tempesta, noi abbiamo provato l'ansietà del miracolo e scorte albe immemorabili sul mondo, non attraverso simboli astratti, ma in una diafana nettezza di cose sensibili che si lasciavano toccare e soppesare meravigliosamente. Ne abbiamo avuto in cuore il senso panico e trepido, la commozione dolce e luttuosa; natura colta da ogni lato, in ogni sua prospettiva, terrestre, subacquea, silvana. E 1 miti eterni, pur nella veste esotica, tra fanciulle della Polinesia e uomini violenti da angiporti tropicali, erano fatti subito evidenti, anzi più acerbi e patetici, immedesimati nella rivelazione naturalistica e nel nostro stupore; e la purità della visione era come un frutto acidulo all'aurora. Questo al quale ci riferiamo è un film sincronizzato : le musiche, i canti, le voci che lo accompagnano, se talvolta non sono perfettamente armonizzate, spesso suscitano la vibrazione sonora della rappresentazione visiva. E noi possiamo immaginare un altro film, molti altri fllms nei quali l'armonizzazione sia perfetta, nei quali Immagini e voci della natura si accordino stupendamente. Ebbene, che si teme da questa innovazione? Che si teme da questo nuovo concerto cui prenderanno parte gii elementi stessi? No, evidentemente non si tratta di inventare una seconda volta il teatro: gli spettacoli che un cinematografo può inscenare, e nei quali le razze, gli oceani, 1 continenti si avanzano come protagonisti, è qualcosa di ben diverso dal teatro: il quale, è bene ricordarlo ancora e sempre, è concluso e perfetto in un'arte ben definita, inimitabile, suprema, l'arte della parola che sceglie ritmi e saggezza dalla caotica realtà del mondo. F. Bernardelli. zgsmrpvadnvslddclspallscsèadnvdsmslvltitrqersvsd

Persone citate: Bernardelli, Goldoni, Shakespeare