La Clinica delle malattie professionali

La Clinica delle malattie professionali La Clinica delle malattie professionali pNell'ultima seduta della Facoltà medica è stata deliberata all'unanimità la costituzione di una Cattedra di Clinica delle malattie professionali presso la nostra Università ed è stato indicato quale insegnante il prof. Gustavo Quarelli, medico primario dell'Ospedale Maggiore di S. Giovanni, Socio dell'Accademia di Medicina. Con l'importante deliberazione presa la Facoltà medica della R. Università di Torino ha acquistato una nuova benemerenza non solo per lo sviluppo del movimento scientifico della medicina, ma anche nel campo sociale e di fronte al Governo fascista, di cui è venuto a dimostrare come intenda e sappia secondare le mirabili provvidenze per i lavoratori. Ha inoltre evitato alla nostra città, centro ormai industriale per eccellenza, la macchia di ricorrere ad altri Atenei per la formazione dei medici da adibirsi nelle sue industrie. Se le nostre osservazioni, avvalorate dagli ordini del giorno di severi consessi di medicina dei lavoro, nazionali ed internazionali, avevano già da tempo chiarita l'opportunità della creazione di nuovi istituti universitari per lo studio e la cura delle malattie professionali, la recente emanazione della legge sull'assicurazione obbligatoria contro tali morbi era venuta a dimostrarne la necessità assoluta. Or non è più di due mesi, in occasione del Congresso di Lione, scrivevamo: « E' pure risultato che le Facoltà mediche universitarie debbono sentire interessi nuovi ed aprire i loro chiusi recinti alle correnti moderne, n vecctiio tipo degli insegnamenti va ritoccato ». Sia dunque lecito a noi dare rilievo all'illuminata decisione della nostra Facoltà di medicina, che ancora una volta ha mostrato di sapere seguire non solo le vie della scienza ma di voler agevolare la valorizzazio ne di essa, mettendola al servizio del la pratica quotidiana. In Italia avevamo fln'ora molti medici infortunistì. fors'anche troppi, ma scarsi erano gli specializzati nella patologia medica del lavoro. Eppure l'Italia (quante volte l'abbiamo detto...) è la patria di Bernardino Ramazzlni; eppure anche attualmente in Italia fioriscono molti e dotti studi di medicina del lavoro! Lode a quel pochi medici volonterosi che mantengono alta la tradizione ramazzinlana; ma se essi sono sufficienti per il primato delle « qualità » tra poco tempo non basteranno naturalmente — per numero — neanche Mia sola applicazione della legge tull'assicurazione contro le malattie jprofessionall. Questa — come si sa — tra l'altro fa obbligo ai medici della denuncia dei ■fari casi di malattie del lavoro. Ma 'tome sarebbe mai possibile punire un dedico che omettesse una denuncia per non avere riconosciuto la « natura professionale » della malattia, Quando non gli fosse stata impartita .ina. adeguata istruzione sulla patolo ?ia del lavoro? E sarebbe decoroso the si verificasse d'altronde anche in Italia quello che è accaduto in In ghilterra nei primi due anni di appli razione di una legge consimile, quando alcune migliaia di certificati me tìici vennero respinti perchè errati ? Fin'ora i casi di malattie del lavoro venivano illustrati alla nostra Clinica medica generale commisti agli altri casi di malattie comuni, di mano In mano che ne venivano ricoverati. L'illustre prof. Ferdinando Micheli non perdette anzi mai occasione per rilevare l'importanza del fattore « professione » nel determinismo di particolari tecnopatie; ma ora è stato proprio il chiarissimo maestro che ha riconosciuta la necessità di addivenire ad un insegnamento separato della clinica delle malattie professionali per l'importanza che il loro studio particolare è venuto ad assumere specialmente in quest'era di grande attività industriale, in cui mezzi sempre nuovi, fisici o chimici, introdotti in speciali lavorazioni possono divenire fonte di processi morbosi per il lavoratore. Il riconoscimento di un clinico cosi eminente è stato la migliore conferma alla tesi sostenuta che, come a Milano con Devoto a Napoli con Ca stellino, anche a Torino dovesse sorgere una Clinica del lavoro. La scelta dal docente qui è caduta sul nome del prof. Gustavo Quarelli e non poteva essere altrimenti. Discepolo ed aiuto dei proff. Bozzolo e Micheli nel la Clinica medica generale, primario di medicina dell'Ospedale Maggiore reca nel suo vasto corredo scientifico nella patologia medica anche una collana importante di studi sulle malattie professionali. Dalle sue ricerche 6Ugli avvelenamenti da nitroglicerina a quelle più recenti ed originali sulle Intossicazioni da solfuro di carbonio il prof. Quarelli ha difatti al suo atti vo un buon numero di pregevoli in dagini nella patologia del lavoro. Il valore con cui ha fln'ora diretta la « Sezione per le malattie prof esclonali », sovvenzionata dalla Città di Torino ed organizzata dalla beneme rita Amministrazione dell'Ospedale Ban Giovanni nella sede di San Vito, ove per sua iniziativa è stato pure al lestito un magnifico e ben dotato Mu seo di medicina del lavoro, dovuto alla munificenza di un illuminato industriale, è arra sicura che nella nuova branca di studio i laureandi in medicina saranno istruiti conformemente alle necessità pratiche della loro futura carriera. Pertanto non saranno frustrati gli alti intendimenti con i quali è stata Istituita la nuova Cattedra da parte della-nostra austera Facoltà di medicina, presieduta dall'illustre prof. Arnaldo Maggiora-Vergano, il quale da tempo anche in tal senso seconda le direttive del Governo nazionale, promovendo speciali conferenze di igiene ed ordinamento umano del lavoro all'Istituto di Perfezionamento in igiene da lui tanto autorevolmente direttoA. 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Persone citate: Arnaldo Maggiora-vergano, Bernardino Ramazzlni, Devoto, Discepolo, Ferdinando Micheli, Micheli, Quarelli

Luoghi citati: Italia, Milano, Napoli, Torino