Ad Alba Julia, con Re Michele e la Regina Maria di Alfredo Signoretti

Ad Alba Julia, con Re Michele e la Regina Maria Ad Alba Julia, con Re Michele e la Regina Maria -(Dai nostro inviato) Alba Julia, maggio Bukarest è in festa da una settimana; bandiere al vento, riviste, cerimonie, colonne con festoni. Ma la celebrazione più importante è quella di Alba Julia. Il treno sale nella notte su per le pendici e poi attraverso i passi delle Alpi transilvaniche; tra i riflessi lunari vediamo profilarsi i fumaioli c le sonde della zona petrolifera di Ploesti e i freschi boschi di Sinaia; lungo la strada ferrata a qualche centinaio di metri l'uno dall'altro cantonieri e contadini agitano le fiaccole mentre sul punti più alti delle vallate sono accesi i fuochi di festa. Ma è solo ti mattino, un mattino nmirro e chiato, che giungiamo nell'ampia conca dove il Mures ingrossato dagli affluenti ha ormai un vasto letto e comincia ad essere navigabile scendendo verso il Tibisco; nel mezzo è Alba Julia, una cittadina con poche diecine di migliaia di abitanti ma sparsa colle sue casette basse sopra una grande' superfìcie. II re di sette anni Il nome, secondo quanto afferma lo storico Jorga, è.una traduzione umanistica dallo slavo e dal magiaro; qui vicino le legioni romane avrebbero avuto un loro caslrum; quivi 'entrò trionfnlmente Michele il Bravo dopo le sue vittorie, vincendo sotto il suo comando per un breveperiodo i principati di Moldavia, di Valacchia e la Transilvflnia. Ad Alba Julia il 18 novembre del 1918 fu convocata l'Assemblea Nazionale, .principale promotore l'attuale Presidente del Consiglio iManiu, che votò l'unione di lutti i rumeni e di tulli i paesi, che essi abitano colla Ru7nania. Al Alba Julia infine il 20 maggio 1910 Ferdinando I si fere incoronare Re di tutti i rumeni. Ricorrendo il decimo anniversario della incoronazione è ad Alba Julia che si è voluto ricordare colla massima solennità lo storico avvenimento. Lungo le strade, nel piazzale dove si svolgerà la rivista, sugli spalti ridile antiche mura della cittadella è il brulichio di una. folla pittoresca; prevalgono 1 contadini vestiti nei loro abituali costumi caratteristici:calzoni bianchi aderenti, vestina con merletti che si allunga a piacere, farsetto sgargiante nei ricami, una calo-Ulna in testa quasi senza falde; le donne hanno il capo coperto con un fazzoletto. Però anche le signore e le signorili.' borghesi o aristocratiche indossano nella loro maggioranza il costumi nazionale, naturalmente modemiizsato secondo le esigenze della moda, vesti corte e tramite all'aria e si i capelli tagliati restano spesso inavvertiti, il rosso delle labbra, il bistro degli occhi e le sopracciglia arcuate mostrano la finzione civettuola. Su questa visione foilkloristica maravigliosa, che ha per sfondo una campagna verdeggiante nel primo, troppo pigro rigoglio primaverile, la regalità esercita il suo fascino più suggestivo. Non abbiamo dinanzi il monarca a cavallo circondato da un brillante stalo maggiore; gli ufficiali non mancano, vi sono i rappresentanti degli eserciti alleati in guerra e fra essi eccelle la bella ed austera figura militare del nostro generalo Piola Caselli, ma la curiosità è tutta raccolta intorno a Michele I, il re di sett'anni. Un bel lmmbino coi calzoncini corti, portato pe>r mano dalla Principessa Madre, Elena di Grecia, ecco il Re che hanno i Rumeni dopo i clamorosi avvenimenti che portarono alla rinuncia del Principe Caro!! Le più diverse impressioni si muovono nella mente che ha il freddo senso della storia e salgono dall'anima che non può non avete dei palpiti domani verso una creatura che appena si schiude alla fanciullezza ed e già così avvolta nel giunco dal destino. Il piccolo saluta ogni tanto militarmente, portando la manina alla fronte; ha uno sguardo severo e dignitoso, uno sguardo a cui lo hanno abituato, ma. è uno sguardo precoce che non è il suo naturale; talvolta si distrae, ha voglia di muoversi e mentre un uomo con una limerà barba pronuncia un diffìcile discorso politico, per Ini incomprensibile, le sue labbra vanno atteggiandosi allo sbadiglio; attenta, pronta, con garbo la inanima lo richiama al senso della assoluta compostezza, indispensabile ad un sovrano, anche se esso ha sette anni e non pensa che ai iri in triciclo nel suo parco. Ma al suo fianco, oltre Elena di Grecia, è sempre la Regina Madre, Maria di Rumania; l'inesorabile rascorrer degli anni non è passato invano anebe^per questa Regina che è sempre circondata da una mitica eggenda di bellezza, ma è forse vero ciò che ossei-vava qualcuno che l'aveva conosciuta nel passato, che quel complesso di pregi e di doti che si compendiano nella parola di regalità vi avevano guadagnato: colle unghe vesti bianche, cinta la testa del velo tradizionale rumeno il suo ampio gesto di saluto dà al popolo una sensazione maggiore di cordialità del saluto militare spesso freddo e meccanico. Dietro sono i sovrani spodestati di Grecia, la Principessa Ileana che ha nel profilo, negli occhi e nelle folte soipiacciglia le linee forti della bellezza orientai-1 e il secondo-genito di Ferdinando, il Principe Reggente Nicola; poi vengono gii altri reagenti. Cosi il corteo regale entra nella chiesa di culto ortodosso, costruzione moderna ricca di ori e di immagini riproduzioni non troppo felici di stile bizantino; un coro (perchè nelle chiese ortodosse non esiste l'organo) intona a piene voci l'inno reale. Ha quindi inizio la funzione religiosa; i metropoliti coperti di paludamenti vistosi recitano cantando le formule delle preghiere; su tutti sovrasta la voce potente di un basso; spesso rispondono i cori : sembrerebbe veramente di assistere ad una scena goorlunowiana, so gli atteggiamenti ingenui del piccolo Re non attirassero continuamente l'attenzione e la curiosità del ristretto numero di invitati. Il secondo atto della celebrazione si svolge nella sala, dove dieci anni fa fu compiuto l'atto; Maniu fa la commemorazione Il carosello storico Ma la parte del programma che suscita l'entusiasmo popolare è la grandiosa sfilata; le varie regioni hanno inviate numerose rappresentanze, ciascuna nei propri costumi; dall'America sono giunti duemila delegati delle comunità rumene emigrate i cui vessilliferi portano oltre le bandiere dei propria distretti di origine una fitta selva di bandiere stellate della Repubblica degli Stati Uniti. Ammiratissimo è un gruppo di cavalieri che impennano i cavalli Irrequieti sparando in aria. Ln fantasmagoria di colori, di suoni, di danze ha il suo coronamento nel corteo storico che preparato accuratamente da artisti e riuscito una splendida rievocazione delle civiltà, dello armi e- degli episodi più noi ovoli attraverso cui è passato il popolo rumeno. Sfilano primi i guerrieri di Decennio, il barbaro re sconfitto dai Romani, l'illustrazione animata è stata fatta secondo gli immortali bassorilievi della Colonna Traiana di Roma. Il corteo del grande imperatore vien subito dopo: ecco il cavallo bianco, ecco i fasci littori, ecco le insegne nelle legioni clic all'alba del II secolo dopo Cristo irruppero dalle Porte di Ferro, risalirono le valli dolio Fin e dell'Oli e conquistato il paese vi lasciarono le impronte di una civiltà che non era destinata più a scomparire. Passano gli oscuri secoli dell'Alto Medio Evo e quindi appaiono i primi principi autonomi : Radu negro sceso dai monti ad occupar la Valae chia coi suoi sudditi chiamato da Sisto IV 1* « atleta di Cristo» e le sue greggi, Stefano il Grande che combattè aspramente contro i Turchi e Michela il Valoroso, l'eroe nazionale rumeno, che nella 'Manciuria ailz.1. l'ascia a forma di croco. E la croce alzano nei moti del 1704 Ho ria. Closka e Crisani che pagarono collo, vita il loro tentativo di ribellione. 11 carosello termina mentre cen tinaia di giovani donne danzano al ritmo della canzone dell'Unione che ricorda, l'elezione di Alessandro Cu za nel 1859 quale iprincipe della Moldavia e della Valacchia unificate. Colla stilati di reparti regolari dell'esercito le feste per la celebrazione f!::-l decimo anniversario dell'imita rumena sono finite. Nel tardo pomeriggio autorità c popolo convengono alla stazione per salutare i Reali e ]a Reggenza; improvvisa¬ mente Re Michele, evidentemente sfuggito alla sorveglianza della nutrice, si affaccia ad un finestrino; i generali rumeni e stranieri si irrigidiscono sull'attenti, ma egli non se ne dà per inteso e si mostra come impaziente per l'arrivo della nonna e della, mamma Un bacio materno lo ricompensa dell'attesa. « Viva Maniu, difensore dei contadini! » I contadini si addensano intorno ai vagoni e frequentemente lanciano i loro traiska, i loro evviva a Maniii difensore dei contadini. E quando vedono degli uomini in tuba e in ci lindro amano ripetere il grido con maggior forza, quasi un mònito. II maggio, ad Alba Julia, ricorda un altro anniversario: l'anno scorso si concentrarono quivi diecine di migliaia di contadini per iniziare la Marcia su Bukarest, come si disse allora, per compiere una semplice manifestazione di forza intimidatric'e, come si preferisce affermare oggi. Un giornalista che era presente cosi descrive la giornata del 7 maggio 192-8: » La grande ipiazza è inondata da una folla bianca e bruna, silenziosa, raccolta, colla testa nuda... Cinque tribune emergono coperte di foglie e di bandiere tricolori. Su ciascuna di esse sale un prete, brandendo un crocefisso: tre sono ortodossi, gli altri due inviati. Vicino al prete un delegato del partito tiene in mano un foglio di carta e, davanti alla croco tesa dall'ecclesiastico, legge a voce alta, scandendo le parole, la formula del giuramento. Ad ogni inciso egli si ferma e la folla ripete le parole sacre con una uniformità impressionante, come una enorme preghiera ». Da allora le cose sono cambiate radicalmente; Manin è già da parecchi mesi al potere e i contadini raccoltisi ad Alba Julia ritornano ai loro villaggi, non più a piedi con un passo rassignalo e tranquillo, ma in treno e cantando. La prima tappa, l'ascesa al Governo e stata compiuta; l'esperimento, interessante sotto tanti aspetti, è st?.o iniziato: con quali risultati? E soprattutto con quali possibilità? Alfredo Signoretti