Le ragioni delle dimissioni del secondo delegato tedesco

Le ragioni delle dimissioni del secondo delegato tedesco Le ragioni delle dimissioni del secondo delegato tedesco Berlino, 23 notte. Una comunicazione ufficiale proveniente dai circoli della delegazione tedesca di Parigi e trasmessa dagli uffici della Wilhelm strasse e da me telefonatavi iersera, categoricamente smen tiva la voce diffusa, e da taluni giornali raccolta, dell'imminente ritiro di un membro della delegazione stessa e precisamente del secondo delegato dottor Voegler. La smentita era iersera stessa riportate dai giornali che si erano fatteco della notizia ma che traevano l'occasione unicamente per confermare la loro primitiva affermazione. Questa mattina, infatti, tutti i giornali tedeschi recano la notizia ormaufficiale delle dimissioni di Voegler. Difficile situazione Il modo stesso in cui queste dimissioni si producono è una misura della difficile situazione di cui sono il segno. Malgrado ogni buona volontà di evitare la rottura ed il fallimento delle trattative, la situazione è tuttavia tale che la composizione, stessa della delegazione tedesca salta per aria. Il fatto è eh? Voegler ha sempre sostenuto l'impossibilità di superare 11 li mite già posto dalle primitive offertetedesche o tntt'ai più che un'offerta maggiore avrebbe potuto essere consentite soltanto a patto di certe riserve e di certe combinazioni. E' anche un fatto che iu sostanza non c'è e non c'è stato un vero e proprio dissidio tra lui e Schacht, il qual-j anch'egli ha sostenuto semprejl medesimo punto di vista ed in fondo tra i due non vi è differenza che di metodo. Bisogna, Intento, per ora registrare il fatto che il secondo delegato, appena appreso il contenuto della risposta degli Alleati alle riserve di Schacht e constatato che essa non apriva più neppure il minimo spiraglio alla speranza di un conveniente esito, ha senz'altro deciso di trarre le conseguenze proprie, circa l'Inutilità di continuare a trattare e si & dimesso. Si trovava a Dortmund da dove aveva annunziato che si rimetteva in viaggio per Parigi. All'ultimo momento prese invece il treno per Berlino, annunziando senz'altro, appena arrivato, questa mattina, la sua decisione di dimettersi. Di qui il comunicato di iersera della Wilhelmstrasss che di altro non peccava se non di essere prematuro di qualche ora sull'arrivo del dottor Voegler. Su queste dimissioni si scatena naturalmente qui lo scandalo ed i soliti complimenti tra la stampa di destra sostenitrice assolute della ferma condotte di intransigenza che per forza di cose ora viene impersonata in Voegler più che In Schacht e la stampa di sinistra, o per parlare più precisamente la stampa democratica e parlamentaristica che non ha mai smesso di sostenere la tesi che la delegazione condotte da Schacnt è troppo intransigente e che bisognava liquidarla affidandola invece a parlamentari ed a politici di più facile accontentatura e trattabilità. Ora a questa stampa non pare vero che la compagine stessa della tanto avversate delegazione di Schacht si cominci a scompaginare e la loro mania ^andalistica s! sfoga ora; si accusa Voegler (e il portavoce più violento delle accuse è certo Giorgio Bernhardt nella Vossische Zeitung) di avere ceduto alle imposizioni dell'alta industria pesante della Renania, la quale voleva mandare in aria le trattative. c Diserzione riprovevole » La Vossische Zeitung definisce queste dimissioni come una diserzione riprovevole. Si tratta, dice nientemeno, che di un'ingerenza nella politica tedesca di quegli stessi circoli che con intrighi internazionali e gli interessi guerrafondai ed armaioli hanno contribuito a provocare la guerra mondiale e che poi durante la guerra, con la richiesta dei bacini di Longwy e di Briey, nonché della zona carbonifera belga, hanno Impedito l'avvento di una ragionevole pace e che alla fine furono I ma» glori profittatori dell'Inflazione da loro stessi protetta e che con Inaudita leggerezza facilitarono ai francesi l'invasione della Ruhr ed, infine, colla resistenza passiva nella Ruhr stessa, depredarono il ceto medio tedesco degli ultimi resti della sua fortuna. Sono questi circoli — conclude il violento articolo del Bernhardt — che da allora in poi si sono oppòsti ad ogni acquetamento della situazione in Germania e col finanziamento del circoli estremi radicali di destra, sotto il pretesto di combattere il marxismo, con sempre nuove calunnie contro le istituzioni e gli uomini della democrazia credono di poter in questo modo raggiungere 1 loro Ideali ■ fascisti ». Non entriamo naturalmente, perchè non ci spetta, nel merito scottante delle questioni toccate da questo bollènte attacco, ma non può a meno di risaltare agli occhi il fatto e 11 metodo solito della mentalità democratica, la quale proprio mentre accusa speciali circoli di sabotare gli interessi nazionali, non si fa scrupolo, quasi non se ne accorgesse, di sabotare essa stessa una delegazione del Paese agente In confronto di avversario all'estero, pericolosamente indebolendola col metterla sotto sospetto. SI ritiene che 11 dottor Voegler sarà sostituito dal dottor Kastl. Il Berliner Tageblatt apprende all'ultima ora che si attende a Berlino un'altra volta il dottor Schacht, prima della chiusura della Conferenza di Parigi, n viaggio di Schacht non sarebbe tuttavia ancora formalmente deciso. Il giornale ricorda a questo proposito la cosiddetta clausola politica che fu contenuta (e tanto criticata) nel tanto discusso recente memoriale di Schacht e su questo punto il giornale richiama l'attenzione per spiegare 11 viaggio probabile del dottor Schacht alla capitele. ( C. P.

Persone citate: Bernhardt, Giorgio Bernhardt, Schacht