Le leggi della conciliazione al Senato

Le leggi della conciliazione al Senato Le leggi della conciliazione al Senato R Presidente FEDERZON1 apre la seduta alle ore 16. Assistono ancne io LL. AA. BR. il Duca delle Puglie e il Duca di Pistola. Vengono concessi alcuni congedi, indi BOSELLI presenta la relazione della Commissione speciale sui tre disegni di legge In discussione, riguardanti il trattato lateranense, le disposizioni del concordato e quelle sugli Enti ecclesiastici. Il PRESIDENTE comunica che il sen. GTandi, essendo stato nominato vice-presidente della Commissione di Finanza e relatore del bilancio per la guerra, ha presentato le dimissioni da membro della «commissione per le petizioni. In una prossima seduta il Senato procederà alla votazione per la sua sostituzione nella commissione stessa. Quindi si alza, mentre tanno altrettanto i senatori ed i ministri, e commemora i defunti senatori Lanciani, De Novellis e Preda. MUSSOLINI, a nome del Governo, si associa. Ha luogo 11 giuramento del nuovi senatori Antona Traversi, Arrivabene Valenti Gonzaga, Guidi di Volterra, Scavonetti, Suardo e Valle. MOSCONI, ministro delle Finanze, presenta lo stato di previsione della spesa del Ministero per gli Affari Esteri per l'esercizio finanziario l.o luglio 1929-30 giugno 1930. MUSSOLINI presenta il disegno di legge per le modifiche alle vigenti disposizioni relative alla vigilanza governativa sui films cinematografici. Il PRESIDENTE comunica i vari! disegni di legge che sono stati trasmessi dal Presidente della Camera elei Deputati. SI inizia la discussione del disegno di legge per l'esecuzione del trattato, dei quattro allegati annessi e del concordato tra la S. Sede e l'Italia. Il PRESIDENTE chiede al Governo che tale discussione sia unica anche in riguardo ai disegni di legge sulle disposizioni per l'applicazione del concordato nella parte relativa al matrimonio, e sulle disposizioni sugli enti ecclesiastici e sulle amministrazioni civili dei patrimoni destinati a fine di culto; e ciò perchè unica è la relazione sui tre disegni di legge MUSSOLINI consente, e si apre cosi la discussione generale. SODERIN1 accenna ai tentativi di conciliazione iniziati da padre Tosti in unione con altri eminenti prelati, e alla speranza di Cavour di giungere alla conciliazione dal 1850 al 1861, e ricorda come il principe cancelliere sfruttasse ogni minimo atto di anticlericalismo, non solo perchè temeva che un ravvicinamento alla S. Sede avrebbe giovato all'unità e alla indipendenza dell'Italia, ma perchè sosteneva che avrebbe corso pericolo la stessa Chiesa cattolica. Il Nunzio a Vienna faceva continuamente intravvedere a Pio IX il pericolo di uno scisma da parte dell'Austria, né valsero le iniormazioni opposte che al Pontefice giungevano da Monaco. Dopo la morte del Cavour si formarono due tendenze. Tutt'e due avevano di mira l'integrità del paese, ma mentre l'una era favorevole alla religione cattolica, l'altra Invece voleva giungere alla sua distruzione. Pio IX prima e Leone XIII poi furono sempre turbati da quella lotta continua contro il cattoliclsmo. che in Roma porto a togliere la croce dal Campidoglio o giunse fino alla fondazione del circolo « Giordano Bruno ». Quello poi che sommamente doleva ai pontefici era che fossero lasciate prive di titolari un gran numero di Diocesi. Pio IX, peT mezzo di Don Bosco tentò di trattare col ministro Lanza, che si dimostrò favorevole, ma la sua opera fu arrestata dalla parte anticlericale, e memorabile fu la lotta che si svolse sotto Lepne XIII contro 11 patriarcato di Venezia. li discorso dì Mussolini nel '21 Parve per lungo tempo che la soluzione non sarebbe stata possibile. Senonché, improvvisamente, nel Parlamento italiano, il 21 giugno 1921, un deputato, Mussolini solleva in uu discorso importante la questione del rapporti col Vaticano. Soprattutto ver auello che riguarda il secondamento ella politica vaticana in Palestina, Mussolini usci in espressioni di cui cito il testo : « Artemio qui che la tradizione latina e imperiale di Roma oggi è rappresentata dal cattolicesimo. Se, come diceva Mommsen 25 o 30 anni fa, non si resta a Roma senza un'idea universale, io penso ed affermo che oggi questa idea universa13 esiste a Roma: è quella che si irradia dal Vaticano ». « Il Papa — continua l'oratore — ebbe fede, credette, ed ebbe ragione. 11 programma che spiegò Mussolini fu rispondente alle affermazioni che aveva fatte .La fortuna ha voluto che il Duce si incontrasse con un Papa quale è Pio XI, ma la fortuna anche ha Roma, 23 notte, voluto che tanto l'uno quanto l'altro'avessero dei valenti collaboratori. L'uno nel Card. Gasparri, l'altro r.el ministro Rocco. Non voglio dimenticare neppure chi si dette a lavorare in tal senso, e che poi è morto: il Barone; come non voglio dimenticare neanche il Pacelli ». L'oratore conchiude affermando che il regno di Vittorio Emanuele ni passerà alla storia con gloria straordinaria, non solo per la partecipazione avuta nella conquista dei sacri confini della patria nostra, ma anche per avere, contribuito a liberare le anime ltaJk|rie da quell'lncubo che impediva Cl ! ili raggi un gimento dì quella com1 pietà potenza della Patria, che tutti debbono desiderare, e che egli spera si potrà vedere sempre meglio raggiunta [approvazioni, applausi). DI ROVASENDA ricorda i tempi non tanro lontani della mania anticìericar le, e cita il discorso sindacale pronunciato in Roma stessa, nel quale si offendeva la Maestà pontificale, senza alcuna protesta governativa; cosicché quando il Capo del Governo, nel primo suo discorso proclamativo davanti al Parlamento, accennò agli speciali riguardi che meritava la religione dominante, cioè il cattollcismo, tale frase parve quasi un aforisma in un documento governativo. Ma se recò meraviglia in alcuni, in molti recò vi» o compiacimento, in quei molti che sempre avevano deplorato, pur appartenendo al partito liberale, che, sia nella legislazione sia nella condotta politica, si fosse dopo 11 '70 troppo sovente fatto astrazione dal profondo sentimento cattolico del popolo italiano. La frase significativa dell'on. Mussolini, in quanto Capo di Governo, fu la rivelazione di un proposito che poi, gradatamente coltivato col rinvigorimento dei valori spirituali, portò ad un risultato che stupì il mondo intero, a quella conciliazione del papato ohe era stato il sogno del conte di Cavour, e che venne ottenuta senza intromissioni, ?aranzie o sanzioni di potenze estere. Benissimo). La legge delle Guarentigie di cut non si può disconoscere 11 valore in rapporto ai tempi in cui venne elaborata non poteva però portare un definitivo rimedio alla situazione grave e delicata. La tesi dell'intangibilità di quella legge era andata sostenendosi o per spinto anticlericale o per la comoda concezione di uno stato che si rimette al tempo, con assenteismo dalle questioni che non feriscono in pieno la compagine dello Stato nel senso stretto della parola. Conclusione del Risorgimento I veri statisti non condividevano l'idea della intangibilità, ma i loro monchi tentativi di conciliazione dovevano riuscii e infruttuosi, perchè non erano dotati di quella capacità di azione, che per gli eventi degli ultimi anni rimase intera all'uomo nuovo, che con la firma dei patti del Laterano completò il Bisorgimento. e rese un immenso servizio al paese pel presente e pel futuro. {Applausi) I commenti della stampa estera sul grande avvenimento furono, naturalmente, in parte benevoli in parte ambigui. Tra i commentatori benevoli fu l'accademico di Francia Gabriele Hanotaux, che si espresse in termini molto simpatici e lusinghieri per l'Italia, in contrapposto ad altri commentatori suoi connazionali, che tentarono di far credere che l'Italia aveva sentimenti imperialistici e bellicosi. Se vi è nazione che dovrebbe invece riconoscerà le intenzioni pacifiche dell'Italia questa è la Francia, la quale non dovrebbe dimenticare che per amore della pace europea l'Italia si è unita all'Inghilterra per garantirle la sicurezza sul Reno. Del resto, lo stesso trattato lateranense è prova di sentimenti pacifici, per 1- vincoli che cogli articoli 12 e 19, l'Italia assume per l'integrale rispetto delle norme di .diritto ■internazionale di fronte ai rappresentanti delle Potenze estere accreditate presso il Pontefice, sovrano non più teorico ma effettivo, con tutte le conseguenze che ne derivano senza limiti di sorta. Le singole disposizioni del concordato sono sufficientemente giustificate ed illustrate dall» due dotte relazioni ministeriali: l'una dpll'on. Boselli, l'altra il cui nome è ormai legato ai più celebri avvenimenti parlamentari. (Applausi). L'oratore dice che occorre traJasciare eventuali dissensi su questioni di dettaglio. (Approvazioni). Bammenta come nel 1873 Bonghi dichiarava, già a quell'epoca, che un partito, il anale senza abbandonare i diritti della nazione, avesse data una conciliazione, vera e durevole, sarebbe divenuto incrollabile. Conclude dicendo che voterà i patti lateranensi senza riserva e sottintesi, elevando il pensiero al Pontefice e al Re. [Vivi applausi). L'infondatezza di corte mormoraiioai CORNAGGIA afferma di essere tra coloro che per un lunghissimo periodo di anni credettero possibile e desiderarono ardentemente la conciliazione tra 10 Stato e la Chiesa. La grande guerra che ha fuso insieme gli animi degli italiani in un immane sforzo, e l'opera successiva del Fascismo, che fino dai suoi primi trionfi ha smentito la noncuranza dello Stato liberale verso la Chiesa, hanno taciLltato la via agli accordi e agli odiami disegni legge destinati a ratificare il felice evento della conciliazione. L'oratore darà con gioia 11 suo voto traendo lieti, presagi per la religione e per la Patria. [Applausi). BÈVIONE, premessa la sua approvazione incondizionata e senza riserva al patti del Laterano. esamina le conseguenze presumibili dei patti nel rapporti tra l'Italia e la Santa Sede. Vi è chi ha sentenziato che la Santa Sede è condannati a perdere la sua libertà di indipendenza, specialmente nelle relazioni internazionali, e vi è chi ha deciso invece eh- lo Stato italiano deve diventare mancipio della Chiesa, trasformandosi in Stato confessionale, in Stato clericale. Non crede che siffatti pericoli siano da temersi, ed 6 anzi convinto che la convivenza in Roma delle due. potestà po'rà svolgersi in buona e durevole armonia. Il pericolo dell'Infeudamento della Chipsa all'Italia è stato denunciato all'estero, specialmente in Francia, dalle correnti v-'itiche di destra, con questa giustificazione:' la Chiesa è legata all'Italia dalla continuità territoriale e dal fatto che il Pontefice, la maggioranza dei cardinali di curia, e della diplomazia pontificia sono di origine italiana. Fin quando durò la rottura fra Italia e Vaticano, ciò non destò inquietudini, ma la conciliazione fa temere che la Chiesa usi parzialità a favore dell'Italia e a danno delle altre Nazioni cattoliche. Donde la richiesta che l'indipendenza della Santa' Sede sia munita di garenzie internazionali, e che sia aumentato il numero dei nuovi italiani nel sacro collegio e nella diplomazia pontifìcia. La S. Sede ha immediatamente stroncato questo movimento con inesorabile energia, negando fieramente che garanzie internazionali siano indispensabili alla sua indipendenza e sicurezza. Per ciò che riguarda l'Italia, essa coi patti del Laterano si è proposto altri benefici, dt ben diverso carattere, e tutti apertamente dichiarati. L'aduoazione della gioventù ■ Sappiamo che la Chiesa Cattolica, o si mantiene supernazione o cessa di esistere. Siamo fieri di quanto si irradia di latino, di Italiano, di romano nel mondo per la- propagazione della Chiesa, ma sappiamo che a tale opera è necessaria la collaborazione di tutta le genti. E il pericolo dell'assoggettamento dello Stato alla Chiesa si è mormorato in Italia nelle residuali cellula massoniche. Chi lo teme e ne dubita, non conosce 11 Capo del Governo né *l Regime fascista. La storia delle trattative per la conciliazione dimostra con quale inflessibilità l'on. Mussolini ha difeso i diritti e le prerogative dello Stato, assecondato dalla Intelligente comprensione della S. Sede. Il discorso dell'on. Mussolini alla Camera indica la linea d'azione fermissima che 10 Stato seguirà in questo campo. < Il discorso del Pontefice ai collegiali di Mondragone ha fatto ritenere a' taluno che già esista un dissidio insanabile tra la Chiesa- e lo Stato per l'educazione della gioventù. Tale questione è risolta invece tacitamente dal Concordato, nel senso che in Italia è 10 Stato che provvede alla educazione dei giovani. Il non revocato scioglimento degli esploratori cattolici, eh» non ha impedito la conciliazione, ne è la conferma. Il Pontefice ha manifestato la preoccupazione che l'educazione giovanile tio;1 esclusivamente cristiana possa costituire una minaccia per la pace. Ma bisogna ricordare che non dovunque i giovani sono allevati nei principii evangelici: anzi, tutti preparano gli spiriti e le armi per la conquista dei beni di questa terra (applausi). Ora la Santa Sede ha Interesse a che l'Italia sia forte, sicura e rispettata, e della inviolabilità dello Stato della S. Sede l'Italia è garante. La S. Sede ha accettato col trattato, in modo irrevocabile, il Regno d'Italia con Roma capitale sotto la dinastia di Casa Sawoia; ha ricevuto dal concordato le concessioni alle quali massimamente tiene. Ma l'oratore dichiara che il concordato riguarda l'avvenire :| se dovesse dimostrarsi inapplicabile, la S. Sede non avrebbe più mezzo per ridurre al nuWa il trattato, e ritornare alla situazione precedente (commenti). Ciò determina per l'Italia un debito d'onore, ma orea per la S. Sede necessità e responsabilità particolari. In tale situazione non è prevedibile che la Chiesa sia tentata di invadere il campo del poteri dello Sialo (commenti, interruzioni). Concludendo, i patti del Laterano non mostrano germi di dissidi, ma soltanto possibilità di opere concordi, non solo labili ma durature. I loro artefici, 11 Capo del Governo, il Be, il Pontefice, hanno diritto alla riconoscenza imperitura della Nazione. (Applausi). I tre capisaldi degli aooordl ^ SANTUCCI esprime la sua ammira* zione per la splendida relazione dell'on. Boselli e dichiara che avrebbe rinunciato a parlare, se alcuni amici non gli avessero fatto osservare che per lui il tacere sarebbe stata una diserzione. Bipone la sua maggior compiacenza nel fatto' che l'accordo è stato raggiunto spontaneamente e liberamente tra 1 due alti poteri (approvazioni). Per grazia di Dio, quelle Invidie a quelle pressioni non furono ascoltate, e oggi noi abbiamo il conforto di poter dare non solo l'approvaz'one, ma tutto il nostro plauso al trattato testò oonchiuso. L'oratore dice che In quésti accordi si debbono rilevare tre fondamentalicapisaldi. Il Papa riconosce il Regno d'Italia con Roma sua capitale; lo Stato italiano riconosce la Città del Vaticano con l'assoluta sovranità del Papa; i rapporti tra la Chiesa e lo Stato. In Italia, sono definitivamente regolati dal concordato. In tal modo è restituita la tranquillità delle coscienze e vien saldamente consolidata l'unità morale d'Italia. L'oratore, vigorosamente affe-rmando la propria fede cattolica e la propria italianità di sentimenti, dichiara che da esse derivano una viva soddisfazione per l'accordo felicemente raggiunto, un'alta ammirazioi.e per il Capo del Governo che seppe promuoverlo, e la riconoscenza a Dio che .ci ha riservati a questi meravigliosi eventi, ai due grandi che stipularono i patti, Pio XI e Vittorio Kmanuele III, e gli altri insigni uomini eh-! collaborarono alla grande impresa, nomi i quali saranno scritti a lettere d'oro in una pagina delia nostra storia che i secoli venturi non potranno mal cancellare (vivi applausi). Il PBESIDENTE avverte che domani alle ore 15. il Senato si riunirà in Comitato segreto, e che alle 16.30 si avrà, seduta pubblica. Quindi la seduta è sciolta ad ore 17.45.