Lo spettro che vien dalle campagne incontro al Governo dei Sovieti

Lo spettro che vien dalle campagne incontro al Governo dei Sovieti Lo spettro che vien dalle campagne incontro al Governo dei Sovieti MOSCA, maggio. Fino a poco fa pareva che il «trotzkismo » fosse la causa dì tutti i guai del partito staliniano: la resistenza sempre crescente dei contadini al Regime; le difficoltà sempre maggiori nella costruenda industria socialista; la crisi della produzione e la diminuzione dell'esportazione; la crescente disoccupazione in tutte le categorie di lavoratori e d'impiegati; la miseria e il malessere lamentato da, tutti e dappertutto e, infine, la minaccia all'unità e all'esistenza del Partito stesso, e per conseguenza all'esistenza del Regime e della Dittatura bolscevica; queste ed altre disgrazie si facevano facilmente risalire al fenomeno del « trotzkismo ». Sicché era ormai diffusa l'opinione che bastasse farla finita con Trotzky e i suoi seguaci « antileninisti », per riportare nel Partito la primitiva monolitica compattezza, per affrettare la costruzione del socialismo staliniano nell'Unione sovietica e per sollevare lo stato economico e morale delle masse.. Trotzki è scomparso ma l'opposizione resta La liquidazione, pertanto, dei trotzkisti rispondeva ad un'assoluta necessità del Partito e del Governo, e questa fu compiuta con tattica prudente, ma con fermezza ed energia inesorabili. Infatti, com'è a tutti noto, Stalin fece presto piazza pulita. • Deportò ed esiliò. Gli uomini che fino a poco prima avevano con Lenin personificata la Rivoluzione bolscevica, egli sconfisse, annientò. Il finimondo che alcuni temevano e molti speravano, non venne. Stalin vinse, 6ia pure a mo' di Pirro, e rimase padro ne della situazione. Ed ormai nella Russia sovietica, quando si parla di Trotzky, si ha, in genere, l'impressione che si discorra di un fenomeno passato, che ha già fatto il suo tempo e che è condannato dalla stessa storia. Ma altro è trionfare degli uomini, altro dell'idea, se questa ha la sua vitalità in cause obbiettive. L'opposi zione « materiale » di Trotzky, se poteva trarre ragioni anche da mo> tivi di ambizioni personali, di sete di potere, in fondo ed essenzialmente nasceva dall'opposizione « ideologica ». E la « idea » trotzkista, finché era accampata in una concezione astratta, su errate premesse o su false conclusioni, rappresentava una questione più accademica che pratica; ana quando essa cominciò a trovare alimento nella situazione di fatto politica ed economica creata dala leninismo » nel Paese, il « trotzkismo » divenne quel fenomeno pericoloso, clie obbligò Stalin a ricorrere a quelle estreme misure che conosciamo, per liquidarlo e disfarsene: e divenne il ricettacolo di « tutte » le opposizioni nascoste o malcelate, che al dire degli staliniani, andavano dai più accesi estremisti del bolscevismo ai più mortali nemici del comunismo soviettico: le cause «obbiettive » accomunavano tutti in uno scopo solo: abbattere il Governo di Stalin', alla cui politica facevasi risalire la serie di guai, lamentati dal E pertanto, se la prima parte del piano staliniano contro Trotzky, i trotzkisti e gli pseudo-trotzkisti, parte negativa o distruttiva, ha avuto il suo rapido epilogo, la seconda parte, quella positiva o ricostruttiva, che Stalin assicurava sarebbe sicuramente seguita, dov'è? E' migliorata la situazione generale politica ed economica neirU.RiS.S.? Sono scompars'i le ragioni di dissidio in seno alla famiglia bolscevica staliniana? E' ritornata la monolitica compattezza nel Partito? La nuova battaglia economica Il miglioramento non è venuto. Si è invece accentuato il malessere generale, si è aggravata la crisi economica e perciò la distruzione politica dei trotzkisti non è servita a distruggere la « idea » dell'opposizione, che, al contrario, è venuta acquistando sempre più concreta e reale consistenza, si è rafforzata e modificata: l'opposizione che prima nel nome di .Trotzky andava sotto il nome di « tendenza di sinistra », oggi con uojmini nuovi va sotto la den orni nazione opposta di « tendenza di destra ». Il Bolscevismo russo trovasi a una « nuova » tappa: nuova è la generale situazione, che nello scorcio di qualche anno è venuta formandosi nel Paese, nuova è la tappa che attraversa e che dovrà attraversare la politica bolscevica, l'attualo. In verità la « nuova » tappa non jcomincia oggi: essa ha avuto il suo yero inizio circa due anni orsono, quando cioè la « nuovissima economia politica » di Stalin, succeduta nel 1925-26 alla «nur^'n economia politica » di Lenin, indette il posto, nel 1926-27, alla « politica del socialismo integrale », iniziando la politica della i< grande » industrializzazione dell'U.R.S.S., della collettivizzazione dell'economia agricola soviettica, della spietata lotta di classe diretta a distruggere i « residui » della vecchia economia capitalistica e a livellare i « cittadini » sovietici nell'uguaglianza della « Società .comunista ». La politica del « socialismo integrale », — che è l'essenza della nuova attuale tappa, — noi la consideriamo come una diretta conseguenza, come una vera e propria reazione al breve periodo della « nuovissima economia politica». Questa com'è noto fu caratterizzata dnl famoso « losung »: « con la faccia verso la compagna », e ciò perchè questa minacciava di affamare la città, dalla quale sentivasi sfruttata e offesa, giacche il superiore indirizzo della politica bolscevica era quello di tut to prendere dalla campagna e di darle il ninno possibile, neppure quel poco che la città poteva offrire. La « nuòvissima economia politica », che Zlnovieff allora espresse l'augu rio di potoria presto chiamare « non necessaria economia politica », portò l'arricchimento al quale Buharin aveva invitato i contadini, difenden do la tesi contenuta nel suddetto « losung », « con la faccia verso la campagna » e prorompendo allora nella famosa frase: «'lavorate ed arricchitevi ». L'arricchimento portò a una forte differenziazione di classi, portò alla rinascita rigogliosa della nuova borghesia rurale, diede vita 1,1 nemico più Inesorabile del boltcevismo e dell'economia soviettica. La reazione pertanto era inevitabile e questa non si fece attendere molto; yenne sotto il nome di « politica del jsociaìismo integrale >u Bastarono pochi mesi perchè la situazione nuovamente s'invertisse e perchè avesse il suo culmine nella lotta aperta e attiva dei « residui » della vecchia economia capitalistica, ossia della classe agricola, contro il bolscevismo, contro il Regime comunista. Si ripeteva il fenomeno della campagna contro la città. L'allarme della «destra» Ma la XV Conferenza del Partito che riunivasi. a Mosca sul finire del 1927, decideva essere giunto il momento di intensificare l'iniziala politica di lotta ad oltranza contro il risorgere delle classi e per la socialistizzazione piena e completa dell'Unione soviettica. Le conseguenze che ne sono derivate durante il 1928, sono note: la tradizionale « resistenza passiva » dei contadini contro il Governo bolscevico si è trasformata in « resistenza attiva », l'incetta dei cereali è stata difficile e assai scarsa, il vettovagliamento delle città e dei centri operai è divenuto oltremodo difficile, siamo arrivati al razionamento ultra-limitato del prodotti di prima necessità. La situazione si è fatta, pertanto, molto grave sotto il duplice aspetto, economico e politico, ma poteva il Governo di Stalin fare oggi macchina indietro senza che ciò avesse significato di debolezza o addirittura di « capitolazione »? Per queste ragioni la XVI Conferenza del Partito comunista bolscevico panrusso avutasi a Mosca pochi giorni or sono ha dato la sua piena sanzione alla politica del Comitato centrale e ha dato una nuova schiacciante vittoria al forte Stalin, che del Partito al potere è il massimo esponente. Senonchè un grande allarmo si è impadronito di alcuni importanti elementi dello stesso Partito bolscevico e si sono manifestati gruppi più o meno autonomi e indipendenti, che pur percorrendo strade diverse sem brano convenire tutti in una comune direzione, in quella della « tendenza di destra », contro l'intransigente <■ centrismo » di Stalin: <f»iesti gruppi sembrano disperare dell'avvenire e vedrebbero l'unica via di uscita in una nuova « sterzata a destra » Stalin, invece, nella « sterzata a de stra » vedrebbe non la salvezza, ma la rovina e perciò mentre egli s'irrigidisce nelle sue posizioni, dichiara guerra ai « compagni » che egli accusa di pusillanimità e di anti-leninismo e, rafforzato dalla nuova vittoria tributatagli dalla XVI Conferenza, egli procede sicuro sulla strada sulla quale è incamminato. E Stalin effettivamente dall'opposizione di questi suoi « compagni » non ha nulla da temere: essi, secondo noi, non hanno nè la forza, né la capacità di capitanare un'opposizione di piazza, uso Trotzky. Ed è perciò che Stalin non prende nei riguardi di queste nuove opposizioni le stesse misure che egli tanto abilmente seppe adottare contro Trotzky e i Trotzkisti. Il nemico è la realtà Però, non si creda che Stalin, an cora oggi vittorioso, non abbia nulla a temere per il prossimo avvenire. Il nemico vero, quello che « fa tremare le vene e i polsi », non è in seno al Partito, non è questo piuttosto che quello degli attuali capigruppi della famosa « tendenza di destra », che in fondo sono tutti concordi negli scopi con Stalin e solo ritengono che la via che questi percorre non sia la più adatta per raggiungere il socialismo integrale nell'U.B.S.S. : esso, il nemico, non è neppure in agguato, come poteva forse apparire qualche anno fa, ma c ritto e minaccioso di fronte al Begime. E' la realtà economica delle cose e psicologica degli uomini, che più viene coartata e più si ribella, più si cerca di sconfìggerla e più di \enta invincibile. Durerà ancora molto la tappa del socialismo integrale? I bolscevichi sanno ben manovrare e ogni qua! volta il pericolo è diventato minai; eia, sono ricorsi a manovre di ripiegamento anche in grande stile. 11 fattore princlpalissimo e determi nante di un'ulteriore avanzata o di uh ripiegamento, questa volta sarà la prospettiva del futuro raccolto, che a dispetto di tutte le teorie e di tutti i « piani quinquennali », dipenderà in parte dai contadini, che più sono privati del loro, del vero ed unico stimolo al lavoro e meno colil.ivano, ma soprattutto dipenderà dalle condizioni atmosferiche. Non per nulla Vitte, celebre ministro delle Finanze ai tempi degli Zar, diceva che in Russia il Ministro delle Finanze non era lui, ma il Tempo. Pietro Sessa.

Luoghi citati: Mosca, Russia, U.r.s.s., Unione