Al Chiarella: La spada di legno di Alfredo Vanni.

Al Chiarella: La spada di legno di Alfredo Vanni. TEATRI Al Chiarella: La spada di legno di Alfredo Vanni. — o a o a . l r a i i a 1 r o n e Siamo neJla Roma cinquecentesca, regnante Giulio IL Le fazioni, i torbidi sono stati da quel gran Papa rotti e vinti; un'era di nuovo splendore s'avanza; Michelangelo, Raffaello, Bramante lavorano e il genio del Pontefice medita vasti piani. Il terreno politico è scottante: Giulio abbandona Luigi XII e si allea ai Veneziani; sì è alla vigilia della? guerra. In questi grossi eventi si innesta una vicenda privata. Micheletto da Ponte è un cantastorie; egli gira per Roma inventando canzonette satiriche e barzellette piccanti, aguzzando i suoi strali contro lo straniero. Le sue pasquinate corrono di bocca In bocca, suscitano risate e accendono gli animi. Micheletto è Innamorato di Fioretta, la figlia di Zi Tela che tiene un'osteria, ma Fioretta ama invece un ul'tlciale guascone, Odetto La Tonnerre, brutto tipo, millantatore, prepotente e spia. L'odio tra Micheletto e Odetto è acerbo ; nascono baruffe, risse, agguati, e. In certa occasione, le cose volgerebbero male per il cantastorie se proprio in quel frangente le sorti dei francesi presso il Governo papale non avessero la peggio; Odetto visto che tempo di mutare aria se ne va, e Micheletto, un po' per ardore patriottico, un po' per farsi onore di fronte alla sua bella, imbraccia le armi, s'irregimenta con le troppe dei Colonna, parte per il campo. Non parte solo a dire il vero. Lo seguono Zi Teta che si ripromette grandi guadagni facendo presso le truppe papali una specie di cantiniera. Fioretta, e Assalonne, un giudeo usuraio che si mette a imprestare danaro su pegno ai soldati, spogliandoli cosi nei modi più Indegni. Ora ci troviamo all'assedio di Mirandola, ed anche Micheletto cade nella pania. Avendo bisogno di quattrini impegna la sua spada per ventiquattro ore ; ma passa la scadenza e Micheletto non ha trovato di che riscattare l'arma. Assalonne allora vende l'ottima lama, e Micheletto si trova ad avere nel fodero una spa da di legno che aveva sostituito a qu°lla tagliente e aguzza per una giornata. E qui le cose si complicano Quel brutto figuro di Odetto La Tonnerre è riuscito a penetrare vestito da contadino nel campo degli assediatiti; egli vi è venuto a fare la spia, ma per trovare ricovero e facilità nelle sue operazioni, si è presentato a Fio retta dicendole di aver corso tanto rischiò per amore di lei e per i suoi begli occhi. Fioretta va in brodo di giuggiole, dà ricetto al guascone e pensa anche al modo di farlo scappare. Per l'appunto Micheletto quella sera è di guardia a una porta della città: si tratta dunque di indurre Mi cheletto a favorire la fuga. Fioretta, naturalmente, non dice chi quegli che si è rifugiato presso di lei; inventa una storiella qualunque, finge poi con Micheletto un certo in teressamento, quasi della tenerezza, usa inilte civetterie e blandizie, gli lascia credere che il suo cuore non è più, come in. altri tempi, del tutto refrattario, e insomma ne tenta la con quista. Ma Micheletto le chiede un ba ciò; eri ella lo concede; ma è un cosi strano bacio, troppo presto e con troppa riluttanza concesso, è un bacio cosi evidentemente "insidioso, che Micheletto è folgorato d'un tratto dal dubbio. Certo quel preteso contadino deve essere ben caro a Fioretta, se ella ha concesso tanto: chi è? Egli lo vuol sapere. Nasce un grande strepito; accorre Zi Teta, che non sa nulla e non capisce nuila; il dramma incalza. Ed ecco Micheletto scopre il nascondiglio del guascone, si precipita su di lui, lo riconosce; ma 11 guascone si erge allora in tutta la sua fierezza; spia si, ma, di fronte alla morte, non senza au. dacia e disperato coraggio. Odetto dunque afferra una spada, grida il suo sprezzo a Micheletto, e si precipita fuori, urlando una sua suprema sfida a tutto il campo, che tosto 6i leva a rumore. Egli cade tosto sotto i colpi dei soldati papali. In questo straordinario frangente, Micheletto ci ha fatto una pessima figura1: egli avrebbe dovuto tagliare la strada al fuggitivo e piantargli in cuore una ben lemprata lama; ma la sua spada era di legno: che fare? Ora egli è disperato : come uomo, come soldato è un vinto. Bella la morte dell'altro e la sua vita, invece, ridotta ad un estremo avvilimento. E ci sarebbe da dare la testa nel muro, se non fosse che l'aweniura si complica ancora, ma a tutto favore, questa volta, del povero Micheletto. Perchè Papa Giulio in persoia, camuffato da pellegrino, in un suo giro per gli accampamenti, era capitato nell'osteria e aveva potuto rendersi conto di tutta la faccenda. Papa Giulio, anzi, bonariamente intesse un bel dialogo con Micheletto, e scopre che, malgrado certe apparenze, questi è un bravo ragazzo, fedele al suo signore, ed assai infelice per colpa di una ragazza che, senz'essere neppure lei cattiva, è un po' leggerina. Di tutte queste rivelazioni Papa Giulio fa tesoro per lo svolgimento del terzo atto. Nel quale tutti 1 colpevoli sono condotti innanzi a lui. ed egli ad uno ad uno li perdona. Solo Assalonne, che truffava i poveri soldati, dovrà avere la testa mozza, e gliela dovrà tagliare precisamente Micbeletio. Fuori la spada — ordina il Pontefice, — e che giustizia sia fatta. Micheletto si schermisce, cerca di esimersi; ma il Papa, che vuol dare a quel birbante d'un soldato che impegna le armi, una bonaria lezione, è inflessibile. Ed allora Micheletto ha un lampo di genio. Sia, ed estrae con grande impeto la spada; ma subito dopo alza una gran voce stupita. La spada è di legno — egli esclama — e questo non può essere che un miracolo. Di fronte a quel miracolo tutti ì cuori si rinfrancano, e la battaglia ha inizio sotto i migliori auspici. Dopo do vittoria, Micheletto e Fioretta si «poseranno a Roma. Questa commedia appartiene al cosi detto genere storico; a quel genere cioè, nel quale se la storia è spesso assente, o per lo meno serve da puro sfondo decorativo, difettano anche non di rado psicologia e verosimi. glianza. Si tratta più che altro di colpi di scena, di trovate, ora tragiche ora comiche, di una spruzzata di pittoresco e infine di sfruttare certe corde melodrammatiche ancora sensibili in buona parte del pubblico. In tal senso possiamo dire che la commedia di Alfredo Vanni è congegnata assai bene; ricca di effetti, desta sempre curiosità ed interesse. Gli spettatori ieri sera si sono assai divertiti ed hanno calorosamente applaudito ad ogni atto. Anche l'autore si è presentato alla ribalta. Ha collaborato al successo la colorita messa in scena e l'accesa recitazione della compagnia di Annibale Betrone. ^ | _ f. b. dagcbdmclanAtmnvpazrmztdsssrrtadldvclertTclvpLaSdgrccl6tMscbuOstgcapgdcsdcrcQsmzncssmbdsacsfistuptppdmzorcannnmnsmdsqrpgvztitcmaNmsceczptdiumrrrvPaqsdmca

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