Rodi al suo Re

Rodi al suo Re Rodi al suo Re Tutta la popolazione dell'isola allo sbarco Archi di mirti, di rose e di lauri — La ir.essa solenne in San Giovanni dei Cavalieri - La folla canta la preghiera per il Sovrano - Il fastoso corteo -- I fiori di Elena di Savoja sull'ara 'lei Caduti Sotto il segno del Littorio , Roma, 20 notte. (C. C.) Il viaggio dei Sovrani a Rodi e le trionfali accoglienze di quelle popolazioni ai Reali, vanno considerati con una franca e concreta valutazione, e possono dare occasione per portare nella considerazione del più grande pubblico problemi e realtà .relative all'italiano gruppo del Dodecanneso, da tempo ormai riconosciuto di diritto e di fatto sotto la sovranità del Regno d'Italia e avvinto saldamente al suo dominio. Certamente una questione del Dodecanneso, anche quando è stata artificiosamente creata da alcuni circoli stranieri interessati, non fece mai presa sul serio in Italia che ha invece pensato a radicare la propiTia sovranità sulle isole mediante buon dominio e meravigliose opere che hanno ricollocato una più antica civiltà italiana ivi fiorente per secoli ad una civiltà più 'recente, l'attività fascista; ma è pure indubbio che oggi, svanite del tutto polemiche e questioni relative al posseso delle isole, il viaggio dei Reali sta a significare che la nostra presenza nell'Oriente mediterraneo non è nè qualche cosa di transitorio, nè qualche cosa di artificioso, e che anzi esso è collocato e rafforzato da tutta una situazione nuova che maturatasi da tempo ha trovato il suo perfezionamento in questi ul timi tempi. I rapporti dell'Italia con la Grecia e con la Turchia, infine, chiariscono nettamente quale è il significato della nostra situazione nel Mediterraneo orientale, situazione che è di amichevole cordialità e fondata su reali relazioni pacifiche. Tutto ciò significa pure che Rodi e le isole circostanti italiane possono assumere una situazione di privilegio e di alto interesse nella vita del nostro Paese. Le opere che il Governo Nazionale ha saputo creare nelle dodici isole sono non solo l'attestazione di quanto mirabile sforzo costruttivo sia capace, anche a molti chilometri dalla penisola, l'Italia; ma fa sì che ormai si possa considerare le isole e Rodi sopra tutto come elementi vitali nella produzione e nel commercio nazionale. Pochi, infatti, sanno di quali possibilità sia dotato quel gruppo di isole; e pure poco noto tutto quanto si sta facendo per trasformare, specie nel campo dell'agricoltura, questa possibilità in realtà concreta. Sta di fatto che molte iniziative sono sorte o stanno per sorgere, e opere di vario genere sono state compiute o stanno per essere com piute. Pure con le dovute cautele necessarie in questioni così delicate non è mancata nemmeno qualche voce che ha segnalato Rodi come un possibile sbocco emigratorio, di quella emigrazione cioè che secondo la salda concezione fascista, preci sata anche ora dall'on. Pace nella sua relazione alla Camera 6ul bilancio degli Esteri, non toglie nè braccia nè cuori alla Patria. Infine, Rodi e le sue isole, la cui popolazione, come attestano le cronache dell'accoglienza ai nostri So vrani, sono saldamente legate al l'Italia, vanno considerate, oltre qualunque valutazione di altro genere, come saldi avamposti della nazione italiana operante nel Mediterraeno sul quale oltre ad una grande luce di spiritualità e di cu tura deve originare una benefica azione di traffico e di produzione. Che quella luce e questa azione non siano una chimera o una lontana possibilità è non solo dimostrato dai fatti accertati e precisati, ma è dimostrato oggi, specialmente, dalla visita dei Reali che, constatando quanto è già stato compiuto, senza dubbio dònno il via per l'inizio di un'era per il Dodecanneso di più intensa fattività nella ascensionale rinascila italiana. Trionfali accoglienze Rodi, 20. Numerosa folla era giunta ieri da ogni villaggio dell'interno per rendere omaggio ai Sovrani. Lunghi tratti di via erano adorni di archi trionfali e le singole case apparivano ammantate di tricolori, mentre tappeti e drappi adornavano finestre e balconi. Fino dall'aLba la folla di tutte le religioni, vibrante dello stesso entusiasmo, ha invaso il Foro Italico. Lo « yacht » reale Savoia, scortato dalle navi della Divisione speciale, giunge in rada alle ore 8 ancorandosi a circa 400 metri dal forte San Nicola. I cacciatorpediniere di scorta entrano nel porto e attraccano alla calata del nuovo porto. Verso le 9,30 il Foro Italico e il Foro Littorio presentano un magnifico colpo d'occhio ed appaiono gremitissimi, nonostante cada una leggera pioggia. Le finestre e le terrazze dei vari fabbricati sono pure affollatissime. Sul pontile del Governo è schierata la Compagnia d'onore del 9.o Reggimento Fanteria, cui seguono reparti di Camicie Nere con gagliardetti, Avanguardisti, Balilla e scolaresche. Alle ore lo giunge il Governatore Lago, il quale si reca a bordo del Savoia, per porgere al Sovrano l'omaggio della popolazione. Pochi minuti dopo le salve dei cannoni, il suono esultante delle campane ed i sibili delle sirene delle navi ancorate nel porto annunciano lo sbarco dei Sovrani A San Giovanni dei Cavalieri Appena gli Ospiti Reali discendono dai motoscafi, la folla scoppia in una ovazione fragorosa. Sul pontile i Sovrani e le Principesse Reali ricevono l'omaggio delle autorità e del podestà Bjgliotti, ohe porge il saluto della cittadinanza. Il Sovrano passa in rivista la compagnia d'onore ed insieme con la Regina e con le Principesse attraverso due fitta file di bandiere e di vessilli, mentre la folla prorompe in un'imponente ovazione, si porta nella chiesa di S. Giovanni dei Cavalieri, al cut ingresso sono ad attendere l'arcivescovo Castellani con l'intero Capitolo. I Sovrani prendono posto sotto il baldacchino e vengono accompagnati fino all'altare maggiore, per assistere alla Messa. L'interno della severa cattedrale è gremito di fedeli. A sinistra dell'altare maggiore prendono posto I Sovrani e le Principessa Reali, con le personalità del seguito. A destra dell'altare sono il Governatore Lago e le principali autorità. Sono pure presenti rappresentanze civili, militari ecclesiastiche, fasciste e studentesche Terminata la Messa, l'arcivescovo pronuncia la preghiera del Sovrano, ed al grido di: Viva il Re.', lanciato dal Governatore, rispondono ad alta voce tutti i presenti. Usciti dalla cattedrale, i Sovrani vengono accolti dalle acclamazioni della folla che si addensa nel Foro Littorio, e l'imponente dimostrazione si prolunga, mentre gli ospiti augusti salgono al Palazzo del Governo. Cedendo poi alle incessanti dimostrazioni di vivissimo omaggio della popolazione, si affacciano al balcone centrale per ringraziare. Nel salone del trono t Sovrani ricevono l'omaggio delle autorità, det direttori del Governo, del segretario federale con il Direttorio del Fascio, del Podestà con il Corpo consultivo, dei rappresentanti delle comunità religiose e del Corpo consolare. U cortei» Nel frattempo le acclamazioni del po polo raccolto nella piazza sottostante si rinnovano con imponenza sempre grande e i Sovrani si degnano di comparire ancora una volta al balcone per ringraziare. Alle 11,40 gli ospiti reali fanno ritorno a bordo del < Savoia », fatti segno ad applausi ed evviva a Casa Savoia dalla folla entusiasta. Alle ore 15,45. dopo la colazione a bordo della nave reale, i Sovrani e le Principesse sbarcano di nuovo e salgono in automobile per compiere un giro nella città. 11 corteo delle automobili passa sotto numerosi archi di mirto, di rose e di lauro sui quali spiccano stemmi e scritte inneggianti alle Loro Maestà, e fra vive manifestazioni di omaggio si dirige alla Caserma Regina ove attendono il comandante la Divisione di Bari, generale Devecchi, il colonnello Cristiani comandante del Presidio ed il comandante Gonta della Marina. li Re passa in rivista il reggimento o visii.t le camerate di una compagnia. I Sovrani si recano poi nella cappella votiva eretta dai fanti in memoria dei caduti del Reggimento, e la Regina depone sull'ara un mazzo r" rose che le viene offerto. Attraversando due ali di popolo festante, il corteo si dirige quindi alla caserma Principe di Piemonte, dove hanno sede i carabinieri reali del possedimento. Dopo aver visitato la caserma, i Sovrani si recano all'Istituto maschile ove assistono ad un saggio ginnastico e schermistico, collettivo ed individuale, e prima di allontanarsi firmano nel libro d'oro dell'Istituto e gradiscono l'omaggio dt una maschera greca, di alcune monete e di fiori. Ha poi luogo la visita all'Istituto femminile, ove due alunne recitano un ndirizzo di saluto ai Sovrani, ai quali vengono offerti fiori ed alcuni lavori femminili. Alla Gasa del Fascio Dopo aver visitato le aule dell'Istituto 1 Sovrani si recano all'Ospedale Regio che è una delle più belle Istituzioni, in cui. Insieme alla valorizzazione del possedimento, si rinnova la tradizione ospitaliera del Cavalieri di San Giovanni. Il direttore dell'Ospedale, prof. Gallina, e le Suore d'Ejitto accolgono i Reali al loro ingresso nel magnifico Ospedale. Essi attraversano le ampie corsie soffermandosi affabilmente cogli infermi ivi ricoverati. Subito dopo la Regina, accompagnata dalle Principesse e da donna Ottavia Lago, visita l'Istituto della maternità e l'Ospizio degli innocenti che, per iniziativa del Governo del possedimento e del Comune di Rodi, vennero costruiti per celebrare il 25.0 anniversario del Regno di Vittorio Emanuele. Contemporaneamente il Re, col governatore e le personalità del seguito, si dirige alla Casa del Fascio ove è ricevuto dal segretario federale Fiorando, dai membri del Direttorio e da una folla di camicie nere. Il Sovrano è accolto da una entusiastica dimostrazione di omaggio. Ha poi luogo la visita all'Ospizio dei Cavalieri, che accoglie numerosi orfani armeni avviati allo studio dell'agricoltura. Alle ore 19,30 i Sovrani, salutati da rinnovate manifestazioni di affettuosa devozione dalla folla che gremisce la riva ed 1 moli, fanno ritorno a bordo del Suvoia. Nei villaggi dell'interno I Sovrani e 1^ Principesse sono sbarcati nuovamente stamane alle 7,30 ed il corteo dells automobili reali passa fra rinnovate acclamazioni tra la folla che già tino dalle primissime ore del mattino aveva invaso il foro Italico e le sue adiacenze. 11 quartiere di Santa Anastasia è tappezzato di manifesti inneggianti ai Sovrani e ali? Principesse. 11 corteo dopo avere oltrepassato ia località di Rodino si avvia verso i villaggi dell'interno. Ad Asguro i villici ortouossi e musulmani accolgono i Reali con acclamazioni entusiastiche e le automobili proseguono sotto una serie di archi di trionfo Commovente è rincontro coi contadini isolati che strappano noti dai campi lanciandoli verso i Sovrani cui rivolgono il saluto romano. Le automobili filano verso il cuore dell'isola, passando sulle colline dell'altopiano di Psito, fra le quali da lungi si scorge Erimocastro, castello antichissimo che domina la baia di Culiteu, dove avvenne lo sbarco delle truppe italiane nel maggio 1912. Del castello il Sovrano si interessa vivamente, lieto di apprenderne la valoriz zazione storica e tradizionale operata dui Governatore. La popolazione del paese di Psito che si trova a circa 10 Km. dalla stra da nercorsa dalle automobili reali coaviene tutta al bivio, di Alando el i Reali passano sotto archi di mirto tra il commosso applauso della folla. Gli abitanti di Alando schierati ai bordi della strada che attraversa il villaggio accolgono poi i Sovrani e le Principess econ commovente entusiasmo. Il sindaco pronuncia brevi parole esprìmendo il gaudio e la esultanza della popolazione esaltando e salutando il Sovrano per le opere di civiltà com piute dal Governo a beneficio dell'isola. Il corteo si porta, sempre fra le calde entusiastiche (Pino?.razioni verso Arcangelo, superando la salita della Zumpica dove sorge il leggendario monumento. Arcangelo è tutta imban dierata ed adorna di fiori che danno al paese un aspetto incantevole. Anche qui le ovazioni ai Reali sono calorosissime. Per il passo del Brigante il corteo delle automobili prosegue lungo la strada tagliata nella roccia viva die discendi- con curve ardite verso la pianura verdeggiante coperta di su perha vegetazione. Piarne cipressi e olmnip circondano magnifici giardini chi' producono meravigliosi aranci, r.a popolazione inneggia ai Sovrani ed esprima l voti più fervidi per il Re > liicrtoso. Esperienza imperiale Rodi, 20, notte. Solo un paio d'ore dopo d'aver lasciato la mia nave bianca al largo della diga dei violini, provavo la sensazione d'aver fatto un salto incredibile nel passato, di almeno quattro o cinque secoli. Al primo toccar terra nell'Isola Felice, il visitatore si trova innanzi e intorno il protoplasma, il nucleo pia antico e più caratteristico di Rodi: la Città Murata. Quattro secoli prima di Cristo sorgeva qui la polis ellenica disegnata da Ippodamo di Mileto, il celebratissdmo costruttore del Pireo e dì Turi. Dell'antichità classica, salvo gli scarsi avanzi*del t'empio di Afrodite rimessi in lncé dal piccone italiano, nulla è rimasto. Se ne comprende facilmente il motivo. Fortezza dei Cavalieri, sempre minacciata e frequentemente assediata, per due secoli Rodi, baluardo estremo dell'Occidente, viveva solo, per la guerra. I colonnati solenni, gli architravi giganteschi, i frontoni ciclonici, fornirono fin materiale eccellente per le costruzioni difensive e per i proiettili di pietra delle artiglierie dell'epoca. Cosi il volto grecoromano andò perduto nella furia dei bombardamenti e degli apprestamenti durevoli o di circostanza. Inveoe è rimasto intatto, preservato in ogni suo particolare, il secondo volto, mistico e guerriero, dell'acropoli cristiana. La Città Murata è fuori del nostro tempo, appartiene ad un evo lontano rosso di sangue e d'ira, incanta il visitatore come la visione tangibile d'una realtà remota. L'isola dei Cavalieri La più suggestiva, se non la più pittoresca passeggiata rodiota è il giro delle mura. Se non fosse per la forza gagliarda insita nella pietra tenace, camminando tra fossati profondi e bastioni obliqui, si potrebbe credere d'aver sotto gli occhi la ricostruzione panoramica allestita per una cinematografìa in costume. All'approdo ci si trova sulla Posta di Castiglia. I Cavalieri appartenevano alla nobiltà di tutte le contrade d'Europa. Per suscitare l'emulazione erano divisi in raparti delle varie favelle. Ad ogni reparto veniva assegnato un tratto, sempre il medesimo, della cerchia turrita da presidiare, dietro il quale si appostava. La toponomastica locale ha conservato il termine con l'aggiunta dell'idioma dei difensori. Cosi, alle mura diritte e spoglie che fronteggiano il Porto commerciale, segue, dalla Porta dei Mqlini al Baluardo del Carretto, la Posta della Linaua d'Italia. A cavallo fra la Baia d'Acantlia e la terra ferma, eretto contro le flotte e gli eserciti provenienti dal Mezzogiorno, era questo il baluardo più impegnativo e più pericoloso, il fulcro strategico della resistenza. I nostri connazionali vi compirono atti sublimi d'eroismo. A loro spettava anche il comando della flotta crociata, e l'italiano era la lingua ufficiale della comunità cavalleresca, "mentre gli atti scritti si stendevano in latino. Procedendo nella passeggiata si succedono le Poste delle altre lingue : di Provenza. d'Inghilterra, di Aragona, d'Alvernia, d'Alemagna, di Francia. Si sale e si scende lungo le rampe e le scale, frammezzo mura poderose e triboli angusti, per cortine merlate e loggiati sporgenti. Le cannoniere, i piomhatoi, le torri cordonate quadre o rotonde, mostrano le potenza sobria delle sagome squadrate, a risalti stereometrici, ad angoli crudi. Si può dire che qui sia stato misurato il colpo dello scalpello, perchè ogni forma scabra s'inserisce con un suo compito preciso nella grande mole varia ed omogenea, congiunta e saldata in tutte le sue vertebre come il fucinatore connetteva le piastra dello scudo di bronzo. Quando si escludano gli emblemi religiosi o nobiliari inseriti a quando a quando senza ingentilire la semplicità spoglia dei muraglioni, non c'è, per tutto l'anello di pietra della città crociata, una superstrati tura, un abbellimento, una superfluilà architettonica. Nondimeno la continuità ininterrotta delle arcate, detrli speroni, degli strombi. c*e schiudono e rinserrano panorami improvvisi e scorci brevi, è armoniosa e im» ponente. Il tono caldo della pietra, il riverbero ambrato del sole, la mps>