VIA ROMA

VIA ROMA VIA ROMA Some potrebbero ossero trasportate le Chiese di San Carlo o Santa Cristina Abbiamo accennato l'altro giorno alla possibiliià di risolvere il problema delle due chiese di San Carlo e di San. ta Cristina per l'allargamento di via Roma, col trasporto dei due sacri edifici sulla linea arretrata della nuova via, citando l'esempio notissimo di Crescentino e quello di Anversa. Per quanto anche di Quest'ultimo ci siamo altra volta occupati, riteniamo tuttavia non privo di interesse ritornare sull'argomento soprattutto perchè l'ideatore ed esecutore dell'opera ardita iti un italiano, anzi un torinese, il cav. uff. ing. Alberto Morglia, attualmente residente a Luserna San Gio yannl. Fin dal 1888, quando per l'annesima volta pareva che la via fosse allargata... da un momento all'altro, il Morglia si fece avanti ed a coloro che battagliavano attorno al quesito delle due chiese, dichiarò netto: — Ma è Inutile discutere tanto; le due chiese f,i possono togliere di mezzo, spostan rione la sedei — All'affermazione cosi recisa rispose una sghignazzata che si ripercosse da un punto all'altro della Citta. L'ingegnere, scoraggiato, ma noi» vinto, abbandonò l'Italia. Diciannove anni dopo, nel 1907, si seppe che egli aveva avuto l'Incarico dello spostamento della stazione ferroviaria di Anverea-Danc, nel Belgio, e più tardi giunse la notizia che l'opera era riuscita nel modo più brillante. Rialzata di m. 1,80 e girata di quattro gl'adi, Da stazione era stata trasportata di trentacinque metri. Errerebbe chi credesse che un simile lavoro fosse durato molti mesi, se non anni; non occorsero più di 62 giornate lavorative. Un prodigio di ardimento e di celerità. La Regina Margherita, che aveva voluto rendersi conto personalmente della straordinaria e memorabile impresa, ne rimase ammirata. Nel >1910 l'ing. Morglia esegui un altro difficile trasporto sempre nel Belgio: quello del campanile di Bocholt. Si trattava di una torre massiccia di 10 metri quadrati di base, di 42 metri di altezza, con muri di metri 2,80 di spessore. L'ingegnere torinese ne effettuò lo spostamento di W metri iper consentire l'allungamento della chiesa, e ciò fece senza alcuna fasciatura, mentre quello di Crescentino era stato dal ca.pomastro Serra munito di lorti fasciature. Di fronte a queste prò ve, allorché una nuova ondata di entusiasmo 6i determinò per la via Roma, 11 Morgliia fu consigliato di riproporre al Sindaco di Torino, che era allora Teofilo Rossi, il trasporto delle due chiese ; ma anche questa volta non 6e ne' fece nulla, il sen. Rossi avendo rimandato ogni cosa al giorno in cui la via fosse stata allargata. Sullo spostamento di San Carlo e di Santa Cristina, l'ing. Morglia ci scrive ora, ripetendo alcune interessanti dichiarazioni già fatte precedentemente. « Non so — egli dice — se all'età mia possa ancora nutrire speranza di .vedere iniziati i lavori, nè potrei esservi interessato perchè la guerra mi lia privato dell'enorme materiale che avevo per l'esecuzione di tali lavori e mi sarebbe troppo oneroso rifornirmene. Comunque, intendo di evitare alla mia città una certa delusione. Esporrò, se richiesto, anche pubblicamente, la possibilità pratica e la facilità di esecuzione di trasporti ben più importanti di quelli delle due chiese, ma voglio anzitutto che si sappia come, se si allarga via Roma, sarebbe un non 6enso di lasciar sussistere nel bel mezzo della nuova via quelle due chiese a far da intoppo alla circolazione. Nè varrebbe contentarsi di girar loro attorno con una galleria angolare. Una corrente non si devia senza risucchi e rigurgiti. IVoglio che si sappia come nell'allargamento di via Roma debba, tenersi gran conto dell'elemento estetico. Qual figura, si pensi, faranno le due chiese abbandonate? Quale impressione i prospetti laterali delle due chiese, inedia loro bruttezza e squallore, sulla nuova armonica ed elegante arteria? « La soluzione radicale che s'impone iè una ed è evidente. Trasportarle in dietro di quanto è necessario per ad ìdossare sulle due facciate laterali Q doppia fila di portici come su tutta la via ed utilizzare i portici risultanti. E l'utilizzazione che si. presenta naturale è di formare con essi un doppio terrazzo, coronato da balaustrate decorative, meravigliosa tribuna per godere le feste ed assistere al passaggio dei cortei percorrenti la principale via rinnovata della città. Nè vale opporre la maggiore spesa emergente per un trasporto di sette metri anziché di due. Posso assicurai* che nei larvori in genere quel che costa è l'armamento ed il rialzamento, od il distacco, dalle fondazioni. Eseguiti questi lavori, gli spostamenti sono facile cosa. Così posso affermare che, ad esempio, se occorrono due mesi ad armare e sollevare un edificio ed a posare 1 binari di scorrimento, basteranno due o tre giorni per trasportare l'edifìcio di 6 o di 7 metri. Così ritengo che se un tempo con un milione e mezzo di lire io mi sentivo di trasporitare le due chiese, oggi penso che con (una disponibilità non inferiore a sei volte quella allora preventivata, con sette od otto milioni, forse si potrebbe affrontare l'impresa. « Il lavoro è possibile tecnicamente: lo consentono la solidità degli edifici, Da qualità del sottosuolo, l'abilità dei (nostri ingegneri ed operai. Nel preventivo è òvvio che sia compresa la icostruzione del doppio porticato addossato alle chiese e dell'artistico coronamento che potrà esser progettato spero che quesU non sia la vox, clamantts in deserto, come quella che si leva per dichiarare un vantaggio grande alla Città carissima, un titolo Idi lustro e di fama agli artefici che (eseguiranno il la.voro, alla popolazione che lo vorrà e saprà trovarne i degni esecutori ». tc

Persone citate: Alberto Morglia, Rossi, Teofilo Rossi

Luoghi citati: Anversa, Belgio, Crescentino, Italia, Luserna, Santa Cristina, Torino