Il trionfo di Toscanini a Vienna

Il trionfo di Toscanini a Vienna Il trionfo di Toscanini a Vienna è e e i o a : e i , o ' Vienna, 18 notte. IwToscanini ha avuto le prime critiche calla sua mirabile arte già stamane ancora prima di presentarsi ai viennesi col Falstaff. La prova dell'orchestra, solisti e cori, svoltasi ieri, aveva permesso a qualche giornalista ed a qualche musicofilo- deciso a tutto, di riportare impressioni che certi giornali si sono affrettati a riprodurre. Cosi abbiamo appreso che già ieri quando calò la tela sul primo atto, i privièegiati ammessi od infilatisi nella sala dell' Opera, proruppero in un caloroso applauso, senza rispettare la tradizione. Infinite sono le lodi per l'orchestra. « I musicisti — scrive un collaboratore della Neue Freje Presse — parevano diventati un occhio solo che penetrava nel loro maestro, la cui bacchetta batte dominatrice ». ■ La meraviglia di Toscanini .Ma il critico musicale della Nette Freie Presse, dottor Korgold, che è forse il più autorevole critico austriaco contemporaneo, ha voluto dedicare a Toscanini anche un articolo di presentazione, dolente che il maèstro sia venuto così tardi a Vienna. Dice il Korgold che le meraviglie di Toscanino non cadono dal cielo ma sono frutto di una laboriosa preparazione. Rifatta la storia della Scala, tracciata rapidamente una biografia del maestro, del quale rammenta che la bac chetta, lento- a maneggiarla, sa buttarla via se incontra ostacoli alila sua arte ed alla sua autorità basata sulla sicurezza della vittoria, lo scrittore definisce Toscanini particolarmente entusiasta di Verdi .e di Wagner e — a fianco di Verdi e di Wagner — di Puccini. Ne deriva ohe egli ha fatto della Scala soprattutto un tempio verdiano e wagneriano. In questo tempio i bis sono aboliti e le stelle non possono imporsi, perchè il maestro intende realizzare l'ideale delfe recite di assieme. Cosi si è verificato il fenomeno inaudito che nel paese dei cantanti idolatrati e dei compositori di opere più festeggiati, un direttore di orchestra è assurto alla maggiore autorità, diventando il dittatore onnipotente in tutte le faccende musicali. Korgold de scrive minutamente come Toscanini lavori, con quanto amore e fatica fisica prepari le opere ed osserva che la miopia, della quale il maestro è affetto, in un certo senso è un vantaggio, giacché le prove finiscono di acquistare il massimo valore. Toscanini appare allo scrittore uomo di conflitti, nei quali l'arte ha ragione e rimane vincitrice. Intransigente, nervoso, eccitabilissimo è preso da una vera ossessione. Il defunto Gustavo Mahler anni addietro, ritornando dall' America dove aveva visto Toscanini, parlando col Korgold ebbe a dirgli : « Quello, è uno! ». Però dopo Korgold spiega che senza volere attenuare l'importanza di Toscanini, egli intende limitarla rispetto a quella di Mahler. Quindi riprende l'elogio e torna a dire che l'orchestra della Scala non è soltanto la migliore d'Italia ma una delle migliori del mondo intero. Afferma che i cori scaligeri sono assolutamente da sentire. Accenna alle modifiche che in tutte le parti sceniche della scala Toscanini ha imposto e conclude dando agli ospiti il benvenuto più cordiale ed assicurando loro che in nessun altro Paese li si capirà come a Vienna. La grande serata E stasera alila recita del Falstaff i viennesi sono venuti con una preparazione spirituale per il godimento artistico quale davvero altrove mai più si riscontrerebbe. Dia un'idea del vivissimo interesse che ha preceduto lo spettacolo di stasera e precede la rappresentazione di domani della Lucia, la circostanza che essendosi Toscanini deciso a permettere la trasmissione radiofonica della Lucia, i giornali lo hanno annunziato, con grandissimi titoli e con caratteri in grassetto. Per il Falstaff lo parti stasera sono cosi distribuite: c Falstaff », Stabile; «Ford Badini; « Fenton », Da Muro Lomanto; « dottor Calo », Venturini; «Bardolfo», Nessi; «Pistola», De Antoni; amistress Alice Ford », Mercedes Llopart; « Anna », signora Alfani ; « mistress Quickly », Elvira Casazza; « mistress Meg Page », signora Vasari. I primi spettatorf#ianno cominciato ad affluire all'ingresso alle ore 10 di... iersera, non appena si chiusero i battenti dopo la recita della Fuga dal serraglio. Si trattava di aspiranti ai posti in piedi, decisi ad attendere senza abbandonare il campo, l'apertura dei botteghini, che avrebbe avuto luo go oggi alle ore 19. Durante la notte questi intrepidi sono stati soltanto una quindicina, poi il loro numero è anda 4o crescendo e verso mezzogiorno se ne segnalavano una cinquantina, quasi tutti giovani musicisti e studenti. Alcuni si erano messi a giuocare il rummy, altri a tarocchi ed i più, musicisti, rileggevano la partitura del Falstaff. Chi era costretto ad allontanarsi per qualche istante, domandava il permesso agli agenti incaricati di mantenere l'ordine in maniera da poter poi riprendere 11 posto alla coda. Sptttacota indimenticabile > Secondo la consuetudine viennese ipdpVsmusgcdLpeèetrrpmcsppstshl la recita era fissata per le 19.30. Da in-teressantissimo preludio ha fatto la 3fl-lata dt.lle automobili dalle quali scen-devano le più belle ed eleganti damo" .in fresiaenie ueiia rtepuuunca, iniKias, i ' coi suo capo di gabinetto barone Loe-dl Vienna e gli uomini più noti del mondo politico, dell'arte, della finanza, dell'aristocrazia. La sala Ci stasera,e altrettanto sarà per quella di domani, resterà indimenticabile nella storiadell'« On-ri SU'devu.no nei palchi il Presidente della Repubblica. Miklas. Iwenthal, U Cancelliere Streeruwitz, cembri del Governo e della Camera, a o è e i a i a e a n i ù o , e o l ; , ; s s o . l i a a e . l l aa i a a. e il ministro d'Italia Auriti con tutto il personale della legazione, il ministro di Francia e infiniti altri eminenti diplomatici. Nelle poltrone i critici di Vienna, Berlino, Budapest e i corrispondenti dei maggiori giornali del mondo. Franz Lehar non mancava. In una delle primissime file siedeva la signora Anna Mahler, vedova del grande compositore e direttore di orchestra che nel 1904 a Vienna volle dare il Falstaff in tedesco, all'Opera. La signora aspettava con ansia la riprova che la Scala è la Scala a Miltno e fuori Milano, tanto nobile e profonda è in lei la passione per la nostra arte e il nostro. paese. Ma questo che poteva essere il dubbio di molti è sparito già dal momento in cui Toscanini rapido e sicuro si è avanzato dalla porta dell'orchestra per salire sul podio. La sala lo ha accolto con una manifestazione calda, entusiastica, sincera; tale che il maestro deve essere stato il primo a rimanerne colpito. Un po' esitante si è poi rivolto verso il pubblico inchinandosi mentre l'applauso diventava più intenso e sonoro. Prima di poter battere nervosamente con la: bacchetta sul paralume del suo leggio senza partitura, 11 maestro ha dovuto ringraziare due volte ancora. Indi si è levato il sipario. Per gli italiani che conoscono gli scenari del « Falstaff », dato allo Scala, rivederli qui a Vienna tali e quali e vedere davanti ad essi recitare gli stessi artisti scaligeri è stata fonte di una stranissima sensazione. Gli artisti anche essi sentivano di essere a una prova, a qualche cosa di eccezionale, e forse le prime battute di taluni — non dello Stabile sicurissimo e magnifico — lo hanno rivelato le signore in ispecie. Poi dalla sala l'entusiasmo si è comunicato alila scena ed i sorrisi del pubblico che godeva della comicità e della grandezza del capolavoro verdiano, e gli applausi a sipario levato, male repressi dalla severità e dalla tradizione dell'ambiente, hanno restituito a tutti la padronanza della parte e dell'arte. Non può essere compito nostro di cercare spunti di critica in una esecuzione verdiana curata da Toscanini che ormai conoscono e t frequentatori della Scala e quelli che la produzione: scaligera sepuono pure stando all'estero. Non e facile dare un'idea.-del crescendo di entusiasmo al quale si è abbandonato il pubblico. Dire ad esempio quante volte Toscanini e gli attori siano stati chiamati alla rihai; ta dopo il primo atto, dopo il secondo, dopo il terzo non sapremmo. Toicanini e Mahler Appena il pubblico era di nuovo rac colto e concentrato in se stesso con una devozione certamente dovuta pure alla fama di severità verso gli stessi spettatori che precede Toscanini, l'orchestra si dava cura di riportare al diapason la sensazione. Mai questa, i viennesi non la chiamano orchestra, bensì uno strumento magico perfetto. Uno strumento quale in altri tempi sognò di creare e indubbiamente creò il loro idolo Mahler, il cui ricordo era oggi nella salai vivissimo. Specie tra il secondo e il terzo atto nei corridoi e nella sala altro non si è sentito che paragonare Toscanini a Mahler, ricordando che anche Malher ebbe unicamente di mira la perfezione dell'assieme — scene e orchestra — anziché l'esaltazione delle stelle e dei divi; e da quando Malher fu strappato all'Opera non si era più assistito — dicevano i vecchi nel teatro — a spettacoli paragonabili all'odierno. Nè Mahler potò raggiungere col suo Falstaff nel 1904 la pernione e la bellezza) da Toscanini toccate, giacché gli riuscirono di ostacolo le asprezze della lingua tedesca della quale soffrirono specialmente i «pizzicali». Quando Mahler impose all' Opera viennese il Falstaff come l'aveva imposto all'Opera di Amburgo nel 1896, fu animato dal desiderio di fare conoscere quello che lui definiva il nuovo stile della musica da camera nel melodramma. In tutto il secolo diciannovesimo — egli aggiungeva — non si era avuto altro lavoro che come il Falstaff avesse meritato di stare a fianco della produzione di Mozart. E si che Verdi con lui non era stato troppo cortese, almeno di complimenti: quando Mahler da Amburgo, per il tramite di Wolff Ferrari, che aveva assistito alla rappresentazione, gli fece pervenire cordiale ossequio. Verdi sulle prime non rispose al messaggero, poi si decise ad aprire la bocca «aclamando: «Che noial ». U trionfo Toscanini è stato fatto segno a ovazioni veramente eccezionali prima dell'inizio del terzo atto. Il maestro é apparso di nuovo commosso, due o tre volte ha salutato il pubblico inchinandosi leggermente, poi ha Invitato l'orchestra a levarsi in piedi e ad unirsi al suo ringraziamento e al suo saluto. Nella platea e nei palchi, gli applausi non hanno fatto che crescere. Il terzo atto è stato ascoltato in religioso silenzio con enorme ammirazione con crescente godimento. Quando è calata la tela, si ò assistito a uno spettacolo in questo teatro inconsueto: gli spettatori delle poltrone, della platea, dei palchi tutti in piedi hanno evocato Toscanini alla ribalta infinite volte. E' tradizione dell' Opera, come forse di tutti ì teatri del mondo, che alla fine di uno spettacolo l'entusiasmo diventi monopolio degli spettatori dei posti a buon mercato, cioè dei posti all'impiedi e del loggione. Questa sera invece erano i frequentatori dei palchi ad evocare calorosamente il maestro e i suoi collaboratori. Dopo la recita, il direttore generale dei teatri statali austriaci, dottor Schneiderhan, ha offerto nel grande salone dei festeggiamenti dell'» Opera » un banchetto In onore di Toscanini enrsstnco. n-; dei sol Isti' fl-, pire specificatamente quale del so-n-ì listi stasera si sia più distinto, non èmo.jj cas0 come si è detto, lo Stabile èstato magnifico, ma altrettanto buonis, e- el na, i, a Lioonri \s<->i gustatala fino comicitàhi ripiia Casazza s. ° ^asazz'<- , , ... lucono il Badini. il De Muro Lomantoil Venturini, il Nessi, e l'Antoni, delle signore è specialmente piaciuta la