Le feste di Budapest di Alessandro Monti

Le feste di Budapest Le feste di Budapest per Alessandro Monti Budapest, 18 notte. Oggi s'è inaugurata a Budapest la colonna del Foro romano che, per iniziativa della Società italo-ungherese in Roma e del presidente della Lega ungaro-italiana Mattia Corvino in Budapest, Alberto De Berzewiczy, la capitale d'Italia ha donato alla capitale d'Ungheria. Ha coinciso coll'inaugurazione della colonna la, commemorazione del colonn. bar. Alessandro Monti, nato a Brescia nel 1818, battutosi nella campagna per la libertà dell'Ungheria. Nel '48 tutta la Legione italiana sparse il suo sangue per l'Ungheria: la memoria e il valore di questi legionari verranno oggi onorati in degna forma. Sullo zoccolo della coloni de.1 Foro romano la città di Roma ha' fatto scolpire la seguente epigrafe: « Alla memoria della Legione italiana che nel 1849, sotto il comando del colonnello barone Alessandro Monti, consacrò col sangue eroicamente versato nelle battaglie per la comune Indipendenza, la fraternità d'armi ltalomagiara, questa colonna dell'antico Foro romano dona la città di Roma, auspice l'Associazione italo-ungherese, l'anno 1928 - VI Era fascista •. In ungherese si leggono poi le due seguenti epigrafi dettate da Alberto De Berzewiczy: « Quando la Nazione italiana risorta nello spirito delle antiche virtù romane, riconfermò la fratellanza ungherese venne eretto questo segno, dono generoso di Roma eterna, il 18 maggio 1929, perchè ricordi 11 barone Alessandro Monti, bresciano, e la Legione italiana, eroici campioni della libertà ungherese ». Più breve è la seconda epigrafe: « Auspice la Società ungherese italiana Mattia Corvino, il R. Governo ungherese e la città di Budapest, inaugurandosi questa colonna, porsero augurale saluto al Governatore di Roma, ai delegati di Brescia, dell'Associazione italo-ungherese e dell'Italia fascista, ospiti graditi ». Alessandro Monti, di nobile famiglia bresciana, si era preparato per la carriera militare nell'Accademia di Vienna, dalla quale, nel 1839, venne man dato, giovanissimo ufficiale, nel Reggimento di Cavalleria leggera Hoheit zollern-Echingen. Patriotta fervente, quando gli avvenimenti del 1848 com mossero l'Italia e quasi tutto il bacino dell' Europa centrale, rinunziò al grado nell'Esercito austriaco, per consacrarsi unicamente alla causa italiana. Fu lui a organizzare a Brescia la Guardia Nazionale ; a cacciare gli austriaci dalla città; si adoperò con tanto zelo, che i suoi lo nominarono comandante militare supremo per tutta la Provincia. Con cittadini bresciani e con elementi i quali avevano disertato le file austrìache, il Monti formò poi una Divisione, la quale si uni al Corpo tirolese del generale Allemandi. Il Monti divenne, col grado di maggiore, capo dello stato Maggiore del Corpo. Dopo. Custoza, allorché le truppe di Allemandi furono costrette a battere in ritirata, Monti assicurò il tranquillo svolgimento della manovra, trattenendo a Bersamo gli austriaci che facevano impeto. Subito dopo, il Regno di Sardegna lo mandò a Budapest in missione, con lo specifico incarico di portare a conclusione, fra l'Italia e Ur d'eria, un'alleanza offensiva e dlfen-'j*a. In tutto il periodo che va dal '48 air «6, il Regno di Sardegna ha svolto in Ungheria e nei Balcani un'azione di particolare interesse storico e politico, alla quale ancora opgi si deve il prestigio di cui il nome Piemonte laggiù gode. Già altra volta fu ricordato come nel 1S-19 sia stata fondata a Torino una Società per l'alleanza italo-slava, il cui obiettivo consisteva « nel mantenimento dell' amor fraterno e attivo fra Italiani e slavi per l'indipendenza e la prosperità di queste due Nazioni, e in vista di annodare, fra gli slavi e i magiari, gli stessi amichevoli rapporti esistenti fra magiari e italiani e fra queste due Nazioni e la Polonia *• La. propaganda mazziniana esercitava una influenza poderosissima. Il Monti però che aveva scelto la via della Turchia, malgrado ripetuti tentativi, non riuscì a varcare la frontiera ungherese. Dopo Novara, il Governo sardo, nel maggio del 49, dandogli notizia della disfatta, gli fece rilevare la inutilità di continuare nella lotta, richiamandolo in Patria. Il bresciano disubbidì: egli era di avviso che avrebbe potuto giovare alla causa del suo Popsp anche lottando a fianco dei magiarj contro l'Austria, che di magiari e italiani era il nemico comune. Rinnovando i tentativi di passaggio del Danubio, ai 12 di masgio del 1S49, arrivò finalmente a Dpbreczen, dove si presentò a Luigi Kossuth, capo del Governo nazionale. Dichiarò subito che intendeva organizzare in Legione gli italiani cnniltattenli nelle file dell' Armata ungherese assumendone il comando: Kossuth, poiché il comandante supremo Arthur Gòr?ey si disse d' accordo, adori alla richiesta, conferendo al Monti il grado di colonnello. ('Ai storici ungheresi riconoscono che il Monti, in brevissimo tempo, fece del. la Legione una unità consldeirevole : l'azione svolta dagli italiani in quella campagna viene descritta e commentata dal colonn"Uo Stefano RerUò de Bàt, direttore dell'Archivio storico d*l Ministero della Guerra, in una pubblicazione che vede la luce giusto ner l'odierna ricorrenza. Sul principio compresa nel Corpo del sen. Guyon, la Legione costituì in seguito una unità autonoma e si battè brillantemente in numerosi scontri nel!' agosto del 1349. Ma, comp è noto, nuel mese rimane a-ssai infausto nella storia della moderna Ungheria: al Parlamento di Dehreczen, Kossuth aveva fatto dichiarare troppo presto decaduta la Monarchia degli Absburgo e proclamata la Repubblica uturheresp. in aiuto degli austriaci accorrevano i 500.000 russi agli ordini del generalo Pasklewic. che. facendo impeto in Ungheria da parecchi punti, portarono il disordine al colmo. La Legione italiana si battè a Magyakanizsas, a Szòreg, a Csàt. a Temswaf, a Orsova, dove giunse ai 20 di agosto avendo perduto fra morti e feriti tre quarti del suoi effettivi. Le sorti della rivoluzione erano decise: Kossuth era stato abbandonato d'-ti suqi amici ali estero, q u diss?..so con Gòrgey era diventato sempre piti acuto. Invitato a ripiegare sul Tibisco, Gòrgey si rifiutò e a Pered venne battuto da Haynau, l'uomo a cui gli ita-i liani diedero 11 nome di iena e gli unKheresi quello, non più mite, di boia. La disfatta obbligò Gòrgey a ritirarsi nella stessa fortezza di Komom (sulla sinistra dei Danubio), nella quale era entrato trionfatore ai 21 di maggio dopo aver battuto Windischgraetz e Wohlgemuth, e da Komorn, ma troppo tardi, iniziò la marcia sul Tibisco. Ai 9 di agosto gli ungheresi co* mandati dal polacco Dembinsky, che aveva capitanato la rivolta in Polonia nel '31 e che era stato un rivale d( Gòrgey, riportavano una nuova grave sconfitta a Terneswar.. Agli 11 di agosto, dimessosi Kossuth dì fronte all'inevitabile, Gòrgey veniva nominata! dittatore dell'Ungheria, però l'Indomani si arrendeva al generale russo Ruediger, nella speranza che questa resa; sarebbe stata meno dura di una capitolazione nelle mani dell'austriaco Haynau. Fu la resa che è passata alla storia sotto il nome di Vilàgos, dove Gòrgey firmò il fatale ordine del giorno alle suo truppe. Gòrgey — con» dannato a morte — fu da France* sco Giuseppe sottratto al patibolo é internato a Klagonfurt. Graziato, mori novantenne, in Ungheria, ai iu dt maggio dal 191G. Kossuth e il Monti, esulf in Francia, rimasero fedeli ai vecchi ideali; nei rapporti spediti a Vienna sull'attività di Mazzini le spie dell'I. R, Governo ebbero sovente a parlare del Monti, l'ex-capo della Legione italiana in Ungheria. Balcanicns. II messaggio di Augusto Turati Budapest, 18 notte. Ecco il testo del messaggio che il Segretario del Partito on. Turati, ha inviato al Presidente della « Mattia Corvino » di Budapest a mezzo del prof. Arturo Marpicati. « A S. E. il nobile uomo Alberto Ber» zeviczy, presidente della Società «Mattia Corvino » di Budapest. « Eccellenza, « E' con vivo orgoglio di italiano al di bresciano che io posso a mezzo del console prof. Arturo Marpicati inviare alla E. V. la espressione della gratitudine più profonda per le solenni onoranze che l'illustre « Società Mattia Corvino », da V. E: tanto degnamente presieduta, ha voluto tributare alla Legione italiana in Ungheria e al suo prode condottiero colonnello barone Alessandro Monti. Sui campi di battaglia per la comune indipendenza il Monti e i suoi soldati, agli ordini di' Kossuth e di Gòrgey, attenuarono e consacrarono per primi l'amicizia fra Ungheria e Italia. Nel mentre voi onorate questi nostri insigni patrioti e guerrieri, noi commossamente ricordiamo i legionari ungheresi di Tukory, di Turr, di Eber, che agli ordini di Garibaldi pugnarono e vinsero a Palermo e al Volturno. Su questa fraternità di armi e di sangue poggia la amicizia ungherese e italiana di oggi e di domani: V'iva l'Ungheria 1 Viva l'Italia! Augusto Turati ». Al monument» a Kossut Gli ospiti italiani venuti a Budapest per la commemorazione del colonnello Monti che combattè alla testa della sua Legione per la libertà ungherese hanno deposto stamane delle corona sul monumento di Kossuth. La famiglia Monti era rappresentata dalla baronessa Monti. La corona della città di Roma, legata con un nastro purpureo e d'oro, fu deposta dal vice-governatore di Roma, D'Ancora; quella del Partito Fascista da Miranazzi e quelht dell'Accademia di Brescia dal nresidente delJ'Accademia stessa, Marpicati. Stasera '.l Presidente del Consiglio, Bethlen, ha dato un banchetto alla delegazione italiana seguito da un grande ricevimento nei saloni della presidenza. Domattina gli ospiti faranno una gita ad Erztergom ed a V'isegrad e la sera assisteranno ad uno spettacolo di gala all' « Opera ». Lunedi vi sarà una colazione offerta dalla città di Budapest ed un pranzo alla Legazione d'Italia seguito da ricevimento. Martedì banchetto ofrerto dal conte Klebelsberg,Ministro dei Culti, ed in serata partenza della delegazione per l'Italia. lo scoprimento della colonna Allo scoprimento della colonna r*. mana, avvenuto oggi nei giardini del museo nazionale ungherese, il conte Bethlen ha risposto al saluto del vicegovernatore di Roma, conte D'Ancora, con un discorso in cui ha espresso la gratitudine dell'Ungheria «per la grande Nazione italiana che all'epoca delle sventure ungheresi è stata la prima a stendere la mano amica verso la na. zione che. si trovava in condizioni deplorevoli e isolata nella famiglia del popoli ». Bethlen ha detto che il-documento con il quale è sanzionata l'amicizia italo-ungherese, era già santificato prima di esspre scrino, dal passato e dai sacrifici di sangue fatti in comune dalle due nazióni. Il trattato di amicizia — ha terminato Bethlen — esisteva già da ottanta anni, concluso' dai nostri antenati e firmato col loro, sangue. Da parte nostra — ha detto Benlhten — e soltanto rinnovato per rispettare in futuro ancor più lo spirilo che lo informa. Il convegno della Piccola Intesa Dalle minoranze alla situazione generale europea ] Berlino, 13 notte. Mentre i ministri degli esteri della piccola Intesa viaggiano alla volta di Belgrado, dove lunedì mattina inauguipianno il loro 14.o convegno, il corrispondente belgradese della Xeue Frele Presse, esprimendo l'impressione sua e le convinzioni generali, giunge alla conckisione che solo in merito al problema delle minoranze i tre ministri potranno mettersi d'accordo. Le basi per hi loro azione comune su questo punto sono gì state buttate a Ginevra nel corso delle trattative alle quali hanno preso parte anche'la Grecia e la Polonia .Ma quanto alle discussioni che i tre ministri potranno svolgere riguardo alla situazione generale europea, in corrispondente si domanda se i tre avranno molto da dirsi, dato .che i rapporti tra i loro Stali sono deboli e vuoti. « L'ipotesi di adesione della Polonia e della Grecia alla Picco-la Iniesa — eirli prosegue • oppure del riconoscimento della Russia dei Sovieti (la parte dell'Alleanza, ipotesi dei-li quali regolarmente si torna a parlate, vengono considerati a Belgrado autenticiù prodotti della fantasia. La situazione in Europa è confusa ed oscura, ma la Piccola Intesa non ha forze sufficienti per apportare chiarezza e poca voglia di prevenire lo sviluppi: generale o di determinar* confusione ancora maggiore, creando dei fa'ti ottiì^»^