La sarta che uccise il dottore

La sarta che uccise il dottore La sarta che uccise il dottore l I giurati emettono verdetto assolutorio Genova. 1G none. Il processo contro la sartina Cristina ICaorsi imputata conlessa di avere ucciso il dottor Pietro Rebuttati, è terminato questa sera poco prima delle 20. La Caorsi è stata assolta. Mai processo aveva attirato tanto interesse e aveya cosi avvinto la cittadinanza. P.er tutta la giornata la Corte dì Assisi è etata affollatissima. La folla strabocchevole oltre a riempire l'aula sin dietro la poltrona del Pubblico Ministero e del Presidente ha gremito per tutta la giornata le vie S. Giacomo e S. Filippo, Interrompendo quasi la circolazione. Nella udienza di stamattina, prima che si riprendesse l'arringa dell'avvocato difensore Horzone, il Presidente, comm. Mellini, ha commemorato il senatore Emilio Bensa, che in .quello stesso preciso momento ascendeva alla gloria del famedio. L'illustre magistrato ha detto nobili parole tra la reverente attenzione di tutto l'uditorio. Terminata la cuinineinorazipne, l'avvocato Dorzone ha ripreso a parlare e ha continuato nel tema iniziato nel pomeriggio di ieri, dicendo che la Caorsi fu vittima delle lusinghe del dottor Ilebuttati e che essa dovette aspettare otto anni, inutilmente, che egli mantenesse la parola, per pui vederlo fidanzarsi con la signorina Arnaudo. L'oratore ha parlato per tutta la mattinata ed ha terminato la sua arringa chiedendo ai giurati un verdetto di completa ussoluiazioue. L'udienza pomeridiana si è iniziata In una atmosfera movimentata. Qualcuno del pubblico non è andato nep pure a mangiare, per non perdura il posto. Pubblico enorme, elegante, nel quale spiccavano in maggioranza le vivaci « toilettes » primaverili, che le signore sono anche oggi assai numerose. Inattesa, nell'aula, ha dovuto prolun ^arsi, per lo difficoltà d'accesso oppo 6te ai giurati ed ai magistrati dalla grande l'olla che gremiva le Assisi e che si assiepava nei vani delle porte, tacendo ressa sulle scale e nei vestitoli. Persino la mazza emblema della Legge, clie è sempre stata sul tavolo sottostante al banco presidenziale ha dovuto cedere il posto alla folla. Alle 15, l'avv. Quaglia ha preso la ■parola, rilevando innanzi tutto com«. hi sei giorni egli non abbia mai fatto -sentire la sua voce e lo ha rilevato perchè non vorrebbe che questo suo ■atteggiamento fosse considerato frigidità, mentre invece non è stato che un gesto aderente al suo spirito di osservazione e di studio ed al suo sistema di vagliare ogni particolare prima 'di venire alla discussione. ' Parla pòi della causa, controhatten'.'do' valorosamente la tesi difensiva sostenuta dall'aw. Bórzone, adottando ;nèlla foga un eloquio di si schietto .'sapore siecchetliano che il Pubblico Ministero, avv. Moietta, interrompe -chiedendo al Presidente la continua zlone del dibattimento a porte chiuse. • Ma l'avv. Pellegrini, pure di Parte Civile, e' l'avv. Borzone scattano, piote stando -contro un provvedimento che essi ritengono tardivo e ingiusto, e l'avv. La Perna si rifiuta addirittura di mantenere l'incarico di difensore della imputata. Le ifrasi si scambiano con vivacità ila una parte e dall'altra e il rumore diventa infernale. L'avvocato La Per na chiede permesso al presidente di ritirarsi dall'aula. In tanto baccano l'imputata sviene e, sollevata dai carabinieri, viene portata via di peso dalla gabbia. Finalmente, il Presidente comm. Mellani riesce a ristabilire la calma, e l'avv. Quaglia riprende il suo dire, concludendo la serrata arringa con la richiesta di una condanna esemplare della Caorsi. Ha la parola l'avvocato La Perna, 'di Alessandria, il quale ha controbattuto, a sua volta, in ogni punto, le asserzioni della Parte Civile e del Pubblico Ministero, chiedendo una completa assoluzione della sua protetta. L'avvocato La Perna ha terminato la sua requisitoria alle 16,30. Occorsero più di venti minuti per poter fare sgombrare l'aula e permettere ai giurati di pronunciarsi. Alle 20 si ha li verdetto: totale infermità di mente della Cristina Caorsi. In seguito a questo verdetto, il presidente ha pronunciato una sentenza di assoluzione, ordinando l'immediata scarcerazione dell'imputata. La sentenza è stata accolta dagli applausi del pubblico, che si è soffermato a lungo in vìa S. Giacomo e Filippo ad attendere la uscita della Caorsi, che è stata festeggiatisslma.

Luoghi citati: Alessandria, Assisi, Genova