Quasi cent'anni fa!

Quasi cent'anni fa! Quasi cent'anni fa! Un salotto torinese del 18351 Fucina •li chiacchiere, allora, come sempre, imene se il salotto era quello — art «Esempio — di un segretario di He tarlo Alberto, e si atteggiava perciò a Circolo politico bene informato. Torino, una piccola Capiiale, fatalmente pettegola, che cercava di dami un tono di intellettualità e di competenza politica; ma non vi riusciva ancora che in parte, ed un po' di ostentazione affiorava sempre nelle chiacchiere dei salotti vicini alla Corte ed al Governo, dove più di una signora era costretta a sbadigliare irresistibilmente dietro al ventaglio. Povere, belle torinesi, giovani proprio novantaquattro anni or sono! avevate ben ragione di annoiarvi, mentre i bei cavalieri intrecciavano tra loro cabale di corte, invece di corteggiarvi e di farvi danzate con dolce susurrio di complimenti, secondo la incipriata rimpianta moda settecentesca! Ma che farci? Carlo Alberto era un Sovrano politico, Amleto piemontese anche prima di diventare Vitato Amleto, e bisognava cercare di secondarlo, di imitarlo, di essere silenziosi, pensosi come lui. E naturalmente si sbadigliava! Ma non sempre, però: qualche volta la maldicenza chiacchierina vinceva la compassala politica, e allora risa a crepapelle per cene graziose Istorie, che correvano di bocca in bocca, con un senso di perfetta carità cristiana. Un dignitoso e ampio salotto: poltrone in damasco, tende pesanti a drappeggi molteplici, la inevitabile consolle, sovracarica di vecchi bibe.lots, colla pendola di bronzo dorato sotto la campana di vetro sormontata da un eroico guerriero ui lancia e spada; ritratti di antenati alle pareti, poltrone amplissime ed iabbraccianti In velluto rosso; il tutto illuminato da un lampadario in cristallo dai mille pezzi congiunti, un (poco, soltanto un poco impolverato : ecco la scena. • G. B. De Gubernatis, il padrone rli casa, acidulo verso l'umanità da quando è un po' caduto in disgrazia del Re; Alberto Nota, commediografo lacrimoso: Delfino Muletti, storico saluzzese; Riccardo Sineo. i conti Priocca Pralormo, Castagneto: ecco gli attori. Un intrecciarsi di chiacchieri1 in tono acuto, risa trillanti di giovani dame, risa taglienti e misurate di dame mature: ecco le attrici; ma una postuma cavalleria ci consiglia di non nominarle. Non bisogna dir male delle donne, nemmeno quando non si può dirne bene! E di che cosa si parla? Di un po' di tutto, a seconda dei gruppi e dei caratteri di coloro che li :formano. Col padrone di casa l'argomento è Per necessità sempre politico a tinta critica e oppositrice: indecisione tentennante del Re, intrighi di Corte, imminenza di cri6i ministeriali. Lessacene, Ministro degli Interni, imprudente se non traditore; La Margherita, Ministro degli Esteri, anzi, « bestia degli Esteri, asino legittimo», secondo la caritatevole definizione del padrone di casa. Più in là alcuni gentiluomini, che pigliano la vita cosi come viene, parBano di icose divertenti : al Teatro Grande si è rappresentata 4nna Bolena, libretto di Felice Romani, e musica del Donizetti; qualche frase còlta a volo: — Primo atto: Cane... il grandeI '— Le disavventure di un poeta... Mediocre la messa in i6cena. — Solo le bestie vi fanno buona figurai... — Già, nel tprimo ballo, specialmente... -— Sfido io, — osserva un ufficiale brillantissimo, con tanto di sproni da salotto, — sono uomini e cavalli del reggimento Nizza Cavalleria! Altro gruppetto; qui si parla d'arte : dei camini cesellati, venuti allora di moda; dei quadri di Orazio Vernet, dello scultore Marccchettj e del suo monumento di piazza San Carlo, del Palagi, e di Roberto d'Azeglio, progettista molto discusso della Regia Galleria d'Arte. Una storiella, intanto, raccontata in gran segretezza, selleva più in là le risa di alcuni invitati. 11 Re ha cet tato giù una commediola, o, meglio, — secondo la moda del tempo. — un proverbe in francese, e l'ha fatto quindi leggere, anonimo, in una riti nione serale di Corte. Teorie di sbadì gli ben educati e ben mascherati du rante la lettura, e poi la critica de: lavoretto, specialmente feroce. — guarda un po', destino birbone!, — proprio da parte di un disgraziato ufficiale d'ordinanza di Sua Maestà. Carlo Alberto non disse iparola, ma il domani mandò in dono al critico imprudente una frusta con un bigliettino di dedica: Don d'un poèle ma-\ Iheureux. Ma dove le risate scoppiano irrefrenabili è nel gruppo delle signore, cui si è avvicinato anche qualche giovane gentiluomo: si parla della cultura d! alcune dame, naturalmente assenti. Madama G. vantavasi di aver molto viaggiato, e qualcuno le- osservò che doveva perciò ben conoscere la geografia; ma la coltissima dama rispose senza indugio: — Geograna? E' uno dei pochi luoghi dove non sono ancora andata! E che scoppi di ilarità ricordando quell'altra erurìita dama che, dopo la rappresentazione del balletto: Ratto di Proserpina, si lamentava di non aver visto sulla scena il famoso Rat promesso dal tiV-ìo! — Proprio colta, e, a questo proposito, non vi permetto più di ridere, è la contessa di S. B., — osserva infine una gentildonna rispettabile, maldicente da circa cinquantanni. — Perche, perchè? — Per una sua storica e scultorea risposta ad alcuni signori, che avevamo organizzato del bellissimi balli. Voi meritate proprio un... Mausoleo! — Già, usava sempre con una straordinaria originalità le parole più difficili quella brava contessa! Figuratevi che al marchese O.. col quale aveva avuto qualche tenera faccenduola, osservò nn giorno, vedendolo in pantaloni bianchi: — Mi sembrate proprio jjn eunuco! •— E il marchese O.T — Rispose, naturalmente, che non toccava proprio a lei fargli quell'accusa! Qualche vlsino gpnt.ile si nasconde, a quesio punto, dietro l'ampio ventaglio di piume... Chiacchiere, pettegolezzi, facili arguzie, episodi, ricordati con tutto un 60lt.il ricamo dj maldicenza: un salo'to «nsomma. del 1835. a Torino, simile ad altri salof.i di qualunque tempo a di qualunque luogo! Luigi Collino. UcpaedqsltcctsnristcfqvnLdpcrditGclqSdbmsmlfseglfismmadpiScNGcfrvsvcfIdlGvfptcUggr.I'

Luoghi citati: Nizza, Priocca, Torino