Il piano di esplorazione di Albertini comprenderà anche le coste orientali delle Swalbard

Il piano di esplorazione di Albertini comprenderà anche le coste orientali delle Swalbard INCONTRO AL MISTERO DELL'ARTIDE Il piano di esplorazione di Albertini comprenderà anche le coste orientali delle Swalbard (Dal nostro inviato) Bergen, 1,3 notte. Con l'arrivo di Gvldoz, ex-sergente degli alpini, porla/ore di Courmayeur e veterano anche lui delle campagne artiche, del bolognese Tiolona e del milanese dottor Peroni, incaricato dell'assistenza medica, la pattuglia Albertlni è da ieri al completo. I nuovi arrivali si sono recati subito a bordo detl'Hejmen a salutare i compagni ed a prendere conoscenza dei loro strumenti di lavoro, slitte e cani. Questi ultimi hanno scapolata la quarantena. Dovevano essere ricoverati in non so che pensionato di qui per la visita medica e la cura: si è riusciti a tenerli chiusi nelle gabbie ed in pace con buone porzioni di stoccafisso. Appaiono di appetito eccellente. Hanno paura degli uomini: ma di loro al contrarlo, si moiitano la testa, digrignano i denti come avessero una gran voglia di sbranarsi, dimostrano a chiari segni la propria non lontana parentela con gli orsi. Dovranno accontentarsi più innanzi, quando si saranno messi al lavoro di un vitto più modesto fatto per loro: un impasto di farina di sostanze vitaminiche e minerali. D'altronde le persone che staranno con loro sono disposte fin da ora ad un nutrimento non più vistoso; se necessario anche soltanto di biscotti « plasmon ». Slitte e ski pronti Le tre slitte e gli ski non attendono altro che di essere montati e messi alla prova. Si sa delle slitte che sono del tipo Nansen snodabili e perfettamente articolate, con giunture connesse mediante legamento di pelo di foca. ■ Una slitta delle solite rigida non sarebbe slata naturalmente consigliabile per un terreno accidentato e difficile quale è quello che ci si appresta a percorrere. Così gli ski sono stati allestiti espressamente di una misura supcriore a quella normale; di un metro e trenta in luogo di un metro e dieci centimetri. Nel pantani che si producono al sopravvenire dell'estate tra la neve non compatta che si distendono e sciolgono sopra i ghiacciai, saranno meglio evitati i pericoli di affondare ad ogni passo e molte altre difficoltà di marcia. Con una curiosità ingorda e con la soddisfazione di una presa di possesso lungamente desiderala ed attesa i nuovi arrivati si muovono per la tolda della piccola nave, a babordo e giù nella stiva, tra i marinai norvegesi sempre in faccende. Risalendo si intrattengono qualche tempo intorno alla coffa, una specie di botte bianca, nella quale si insiederà tra poco il pilota dei ghiacci; un buon conoscitore della strada dell'Artide ma al quale non più' che tanto gioverà la sua stessa esperienza. SI sa, difatti, che un pericolo continuo per la navigazione artica è rappresentato dalla mancanza di ogni e qualsiasi conoscenza precìsa del fondali di quel mari. Nel corso della navigazione normale sì può ovviare ad un tale pericolo facendo scandagli, non cosi quando bloccata dai ghiacci una nave debba per forza subire la deriva a volte fortissima fino a 15 nodi, specialmente in tempo di marea, e lasciarsi trascinar su secche sconosciute. Fare rotta traverso un pack sfascialo da questi mesi meno freddi è una arte terrìbilmente difficile, incomprensibile per noialtri profani che non potremo mai capire quali indizi sottili servano di base al capitano nel guidare la nave. L'ago della bussola sembra impazzilo; Dio sa i giri che compie per ciascuna ora'sopra di sè. Vi è la nebbia: la terribile nebbia artica che cala e investe in pochi mimili e toglie la possibilità e la speranza di regolarsi. • Il caso però viene in aiuto: un istin to', una sensibilità nuova che misteriosamente si è andata formando, co me in alta montagna. L'Hejmen non potrebbe tuttavia essere attrezzata e preparata meglio per ogni sorta di sorprese. La solidità della sua costruzlo ne colpisce a prima vista; la prua caratteristica fortemente rialzata ha una particolare inclinazione per cui può anche salire sul ghiacci e romperli con la rivestitura di ferro di cui è formata; mentre ai lati sfugge alla pressione dei ghiacci; cosa beninteso di importanza essenziale dato che le pressioni sul bordi delle navi sono sempre temìbili, sia di inverno che d'estate. 1 ghiacci si comprimono fortemente l'uno contro Valilo per la forza del vento e della marea. I fianchi della nave di legno americano non consentono ver la loro stessa struttura che i ghiacci vi facciano presa. Minimo è il pescaggio e la sezione della parte Immersa è completamente cir colare, talché permeile al ghiaccio di rinchiudersi sotto la chiglia e col ten dere a sollevarsi sopra di loro scivola tra la loro massa. Va aggiunto che la chiglia delle baleniere è armata in senso longitudinale e di dispongono perciò ugualmente su tutta la lunghezza le sollecitazioni subite In conse guenza degli urti della prua contro i ghiacci per farsi largo in mezzo ad essi e aprirsi la strada. Solo cosi con e tanta rifinitura 'di particolari h possibile pensare che dei battelli di i proporzioni relativamente modeste co me l'ilejmen - aiìVena 30 metri di lunghezza per 6 di larghezza — abbiano a reggere a uno sforzo ostinato e senza tregua, ad una lotta al coltello con i ghiacci delle regioni polari come quella che i'Hejmen si prepara a sostenere. Mercoledì dunque, verso il tramonto, saranno tolti gli ormeggi e si farà una lappa a Tromdhiem, antica capitale norvegese e poi una seconda e ultima a Tromsoe per un intero giorno, anche per completare il carico. Si punterà direttamente sulle Swalbard con la speranza di riuscire a dare fondo anche alla baia di Wollemberg, nello stretto di hlnlopen. Pare, secondo recentissime Informazioni dell'Istituto di Tromsoe che le condizioni dell'Oceano Artico siano pessime dato anche qui l'inverno eccezionale. La barriera di ghiacci si incontra già a due giorni dalle coste de la Norvegia. Il Capo Nord e le coste settentrionali della Terra di Nord Est sono molto facilmente raggiungibili anche un po' per via delia corrente del golfo che dalla Norvegia al mare di Barenfs, perdendosi verso II nord, arriva perfino a Influenzare le regioni settentrionali delle Swalbard. Le macchie di muschio gelale sono lungo la costa le traccie di questo leggero influsso benigno. A questo proposito st potrebbe anche ricordare che le parli occidentali delle Swalbard, pure non trovandosi certo in condizioni gran che migliori delle settentrionali di nord-est, sono considerate presso a poco luoghi abitabili. n prof. Hoel, tante volle menzionato per la sua qualità di presidente delLi,Ìl0'\e, scienMca per lo studio delle Swalbard (a lui fanno capo le rlcerhe geologiche e minerarie, l rilievi cartografici, ecc.) vi passa festate da SO anni, e non solo, ci sono aivJCnl'.0H taTS fiaens e Edoardo Walle strana che fanno rivìvere nelle Swalbard i personaggi fantastici e ti prendono a sfondo dei loro romanzi più popolari. JtOL n^iaazi°ne dunque sarà' dura anche più del previsto e bisognerà prePararsi ad avanzare fino alle coste oTientali delle Sivalbard e non soltanto Uno alle settentrionali e orientali delw Terra di Nord-Est, giacché è stato Piovuto, in seguito agli studi precisi compiuti da Albertlnl e suffragati dagh esperti norvegesi, che quelle coste sono battute costantemente dalle derive dei ghiacci che si formano a oriente della Terra di Nord-Est. Sempre che t naufraghi siano precipitati tra la terra di Nord-Est e l'Arcipelago di trancesao Giuseppe, come tutto fa credere in considerazione del fatto chi i giorni 24, 25. 26 maggio esisteva una forte pressione la cui zona centrale :orreva quel tratto, e sempre che essi ■vano stati abbastanza fortunati da toccar terra, bisogna infatti comprai aere tra le zone di ricerca anche le coste orientali delle Swalbard Intanto, questi due primi mesi speriamo diano gualche risultato. Sono ì ™Wml e i più propizi, come risulta dalle statistiche metereologiche. Ma a ispirarci una ben ragionevole speranza stanno le tante prove dateci nel passato dall'Alberimi, allorché ebbe in programma la traversata àel\o Sinlzbergen con un tentativo arditissimo di penetrazione a nord del monte Newton alto 1717 metri, monte quasi completamente inesplorato, per uscire poi con una tappa forzata di aran fondo sulla costa orientale appunto delle Swalbard, affaciandosi in corrispondenza dello stretto di Uinlopen. Al ricordo delle sue marce lungo le coste rotte dai ghiacci e dal picchi rocciosi per ì passaggi ostruiti dai grandi blocchi di ghiaccio, della traversata dei fiordi gelati, e sulle colline irte di difficoltà alpinistiche di primissimo ordine fatte apposta per lui, non sì può almeno di condividere la sua fiducia e la fiducia di questi giovani che sono con lui e degni di luì e di seguirli con animo pieno di certezza. Nel quadratino di poppa ora che si è fatto tardi non si ha neanche diritto di riposare: Uonola, Peroni e Guidoz provano un gusto matto a provarsi 1 maglioni olandesi e le grandi giacche norvegesi a vento col cappuccio attaccato. Stanno qui come In un bivacco. Peccato manchi Sergio Matteoda impedito disgraziatamente di prendere parte alla spedizione da ragioni familiari. E' dovuto partire per l'America a raggiungerà 1 suol. Ercole Reggio.

Persone citate: Albertini, Edoardo Walle, Ercole Reggio, Nansen, Newton, Sergio Matteoda

Luoghi citati: America, Artide, Bergen, Courmayeur, Nord Est, Norvegia