L'Italia potrà creare nell'OItre Giuba la ricchezza che gli Inglesi crearono nel Sudan? di Arnaldo Cipolla

L'Italia potrà creare nell'OItre Giuba la ricchezza che gli Inglesi crearono nel Sudan? L'Italia potrà creare nell'OItre Giuba la ricchezza che gli Inglesi crearono nel Sudan? Occorrerebbe un miliardo e mezzo di lire — Come la Gezira è diventata il «mare del cotone» — Lo sbarramento di Sennar: un muraglione lungo tre chilometri « 14.945 chilometri di canali d'irrigazione - 11 lavoro dei negri (Dal nostro inviato) KISIMAJO, ma- o. Durante il mio viaggio nilluco. ho studiatamente sorvolalo vii -poderosi lavori cllfi.hij.il e in corso di esecuzione al Sudan, che compendiano il prògramma iniìlc.ie dello sfruttamento cotoulfero della cosidclla Gezira e che costituiscono tu maggiore opera idraulica compiuta da europei in /lirica. A spettano di essere giunto alla foce del Oiuha per parlarne, in vista di guanto gli italiani derideranno presto o tardi di tare nel territorio del Giuba die è il nostro Sudan. La Gezira e l'Olire Giuba, sono mollo distanti fra di loro, ma si assomigliano grandemente, poiché oltre ad offrire gli stessi caratteri fisici e climaterici, presentano le medesime difficoltà per la messa in valore. Difficoltà che gli inglesi hanno in parte superalo e die noi potremo a nostra volta vincere se sapremo formulare un programma, sia pure di lunga attuazione, ma definitivo. Lo sbarramento del Sennar nella Gezira provvede in un primo tempo ad irrigare 300 mila acri di terreno, estensibili a 3 milioni {corrispondenti a ettari 1.214.580) e riuscendo gli italiani a consacrare al Giuba quello che Oli inglesi profusero nella Gezira {un miliardo e mezzo di lire italiane) potrebbero mettere in valore una zona di eguale ampiezza ottenendo un prò dotto ancora migliore del cotone sudanese. Infatti, il cotone della Somalia italiana è fra i più pregiati, soltanto la sua produzione, oggi, basta appena al fabbisogno per una settimana di uno dei nostri maggiori stabilimenti. La politica del cotone lo scopo di questa breve illustrazione dei lavori nella Gezira mira an'che a giungere alla conclusione che per territori di scarsa popolazione come sono appunto le rive del basso Nilo Azzurro e il Giuba, ma ideali per la coltivazione del cotone, le iniziative debbono essere totalmente governative. L'iniziativa privata, anche ragguardevole, si è dimostiata impotente ad affrontare e risolvere il problema 'della produzione cotoni!era in gran'de, la sola che può cangiar taccia ad un paese africano, cioè farne una Colonia e renderlo redditizio. E amplificando questo concetto dirò ancora che l'esempio degli inglesi al Sudan insegna che le irrigazioni su vasta scala in territori desertici non costituiscono mai opere a sò. ma fanno parte di un lavoro complesso, vastissimo, 'di sviluppo necessariamente lento, che potrebbe esser definito nel caso specifico « politica del cotone ». Più che l'Immane lavora inglese al Sennar, ho ammirato' al Sudan la a politica britannica del cotone » rimasta inalterata dall'inizio ad oggi. Tale politica . inaugurala, da Kilchener treni'anni fa Quando i britannici, col nostro aiuto, riconquistarono il Sudan liberandolo dal marinismo, è ancora la medesima. "E si compendia nella formula-. « Smobilitare lo spirilo ostile degli indigeni appassionandoli ad un lavoro atavico » vale a dire facilitare cotesto lavoro con ogni mezzo materiale di progresso Si dirà: l'acquisto del bacino del 'Giuba, da parte italiana è recentissimo. Gli. italiani non possedendo sino 'a pochi anni fa che una riva sola del gran fiume hanno fallo quel che han potuto sull'Vebl Scebcli. Questo è perfettamente vero, ma la realtà odierna 'è che noi siamo diventati padroni dell'intero corso dì uno fra i massimi fiumi africani e che quindi è suonata l'ora per studiare se non ci convenga (e la convenienza è determinata dall'acquisto dell'Olire Giuba) concentrare tutti l nostri sforzi sulla valorizza zlone di detto fiume, inaugurando artthe noi un'effettiva politica del cotone, politica che la Somalia non possiede ancora. Con questo non intendo menomamente sminuire l'Importanza del lavoro d'iniziativa privata {poiché anche la concessione del Duca degli 'Abruzzi é un'iniziativa privata) compiuto lungo l'Uebl Scebeli da quegli eroici novanta o cento concessionari 'italiani di Gemale e dalla perseverante fede del Principe Esploratore a Glohar. Soltanto, essendomi convinto che la nostra Somalia costituisce una Colonia di non minore avvenire del Sudan, desidero di levare una voce in prò' di una sua valorizzazione veramente generale, quale può derivare, 'costringendo il Giuba ad vsctre dal suo profondo alveo per irrigare la terra, fecondandola. La Gezira dei Sultani Azzurri La Gezira sudanese comprende dun'que la porzione triangolare di Sudan che si stende fra II Nilo Azzurro ed il Nilo Bianco, con il vertice a Khartum e la base lungo la ferrovia da Sennar a Kostt. (» gezira » significa in arabo « isola » e il paese si chiama cosi a causa dei due Nili che lo contornano). Si ritiene che nel remoto passalo la Gezira facesse parie di un regno cristiano, probabilmente dipendente dall'Ahisstnìa del nord. Infatti vennero trovale rovine di chiese cristiane a Soha, sulla riva est del Nilo Azzurro, gualche chilometro a' sud di Khartum. I''ra la fine del lTi.o secolo e il 1831, la Gezira fu soggetta al governo del sultani Fungs. Essi risiedevano a Sennar ed eran conorclutl come Sultani del Sennar o Sultani Azrak {Azzurri) ed il loro Stalo come li Sultanato Azzurro. La parola m azrak > al Sudan si traduce egualmente « azzurro » e « nero • e quindi non si saprebbe dire se il nome del sultanato dipendesse dal colore delle acque del Nilo o da quello del sudditi del ■ Fun;/s ». Amara Dongls, primo sultano Fungs, governò verso il 1isr> e fondò Sennar, capitale del Sultanato Azzurro. Al principio del Ki.o secolo il dominio dei Fungs era molto esteso anrianlo da Kordofan al Dongola e prolungandosi al sud nel rivieraschi del Nilo Bianco thllluU; mentre le tribù che occupavano il territorio fra il Nilo ed il Mar Rosso eran sue tributarie, come pure quelle, che abitavano il ciglio del l'altipiano abissino. Poncet. il francese che con certezza fu il primo esploratore europeo del Sudan, visitò Sennar nel 1609 con un Padre Saverio {forse italiano) trovandovi una popolazione di centomila a lutanti ed'un commercio floridissimo Sin d'allora l'esportazione del cotone, era cosi importante che il sultano, con il consenso del re d'Etiopia, mise, un posto ai dogana a Chelga per riscuotere i diruti dalle carovane che trasportunano ti cotone in Abtssinia, diritti che venivan divisi in parli eguali Ira l due principi. La schiavitù Burckhardt apparso a Sbendi nel I8\i, menziona pure die il prodotto principali: del Sennar era il coione, il quale veniva esportato non soltanto lungo le rive del Nilo sino a nongola, ma anche nel Kordofan e in gran parte del Durfur e dell'Abissinia. E aggiunge clic il cotone delle manifatture del Sennar e del Daghirmi all'ovest del liurfur, si spingeva nel Nord Africa con articoli di vestiario. Questa prosperila industriale non procedeva però iti pari passo con le fortune della dinastia Fungs, che alla fine del 18.o secolo non seppe opporsi, neppure con una parvenza di resistenza, all'avan¬ zata delle forze turche al comando di Ismail Pascià. Sotto il Governo turco-egiziano, la Gezira sino al sud di Wad Medanl, fece parie della provincia di Khartum. Le imposte divennero arbitrarie ed oppressive e la tratta degli schiavi, di cui Mesellcmia era il centro, fu la sola forma di commercio fiorente. Romolo Gessi ha calcolato che più di 400 mila donne e bambini furono strappali dal loro paese fra il 1860 e il 1874 e ven duti in Egitto e Turchia, mentre Samuele Baker riteneva le cifre degli schiavi ancora maggiori, stimando a 50 mila quelli catturati annualmente durante gli anni che precedettero la sua spedizione del 1869, per sopprimere la tratta. Quando scoppiò la ribellione madhlsta, le tribù della Gezira seguirono Ahmed Wad Ali e Thaishi, dietro le bandiere nere di Yacoub. La lotta nella Gezira fu estremamente sanguinosa. A Sennar , la guarnigione turco-egiziana al comando di Abdel Nur Bey, resistette disperatamente agli attacchi dei dervis e non abbassò le armi che dopo la caduta di Khartum, nel 1885. Durante la *madhla*, la Gezira rappresentò una provincia di grande importanza, essendo la fornitrice princl pale di grano per gli eserciti dei Itahla e per ì mahisti di Ondurman Nel 1886 tutti gli abitanti della Gezira furono trasportati ad Ondurman e cosi il paese divenne un deserto SI ripopolò soltanto nell'SS, l'anno della grande carestia che costrinse l madhlsli a fare evacuare Ondurman dalla popolazione che vi aveva condotto. Oltre al pesantissimo balzello granario, la Gezira pagava al Madhl un tributo annuo di cotone che raggiunse i 100 mila rulli di stoffa del peso di mezzo quintale ciascuno. Un oceano di verde e un deserto di sabbia nera /I carattere del paese è subito visibile al viaggiatore che percorre la ferrovia Khartum-Wad Medani-Kosti. Monotonia di tavolieri senza fine interrotta appena da qualche ciuffo d'alberi e da un villaggio di fango. E' impossibile immaginare un territorio di più desolato aspetto produttore di tanta ricchezza. La pianura coltivabile comprende cinque milioni di a feddani » {un ettaro eguaglia due feddani e mezzo), dei. quali è possibile irrigarne Ire milioni. Con lo sbarramento esistente è prevista l'irrigazione di 300 mila feddani, vale a dire un decimo soltanto dell'area coltivabile con mezzi arlifì, ciati. Gli effetti dell'Irrigazione arlifl ciale possono essere apprezzali subito, paragonando la zona irrigata con la Gezira vergine. Questa appare null'al Irò che un deserto di sabbia nera, l'altra è un oceano di verde. Il prodotto classico della Gezira ottenuto con le pioggle è la dura, la cui produzione fu sempre tale da farla considerare il granaio del Sudan (112 mila tonn. negli ultimi dodici anni). Ma le pioggle. sono precarte nel volume e nella distribuzione e gli abitanti hanno sempre vissuto sotto l'incubo della carestia. Gli effetti dell'ultima (1913-14), vennero scongiurali con l'importazione governativa di grano dall'India. Non è facile per un europeo farsi un'idea chiara dell'andamento della vita agricola nella Gezira, come di tul 10 II Sudan. L'uomo non vive accanto al terreno che coltiva, ma lo raggiun ge da punti sovente lontanissimi e vi soggiorna soltanto per il breve periodo della semina e del raccolto. Difficoltosissimo riesce quindi per un governo civile stabilire 1 diritti di proprietà de gli indigeni sulle terre, motivo per cui, quando, nel 1904, gli inglesi decisero le irrigazioni, dovettero, prima di formulare il loro plano procedere per gradi, vale a dire: Stabilire un catasto della regione da irrigare, provvedere i mezzi di trasporto, cioè costruire ferrovie, csperlmcntare il successo o meno di una coltivazione artificiale cotoniera, per mezzo di pompe. Tutto questo fu fatto dagli inglesi fra 11 1904 e il 1910, con il risultato di una convinzione assoluta sull'opportunità di realizzare il «Maire Gezira sch-eme*, vale a dire lo sbarramento e l'irriga¬ zione per « gravitazione » di 3nn mila feddani. L'opera subì vn arresto durame la giuria, ma nel W17 lo sbarramento veniva personalmente inaugurato da Lord l.ìoyd. Colossale irrigazione Oggi l'irrigazione dei 3U0 mila feddani procede sulla sinistra del Nilo Azzurro, partendo da 57 chilometri al nord di Makivar, parallela me ni e al fiume, per un percorso di 85 chilometri da sud a nord, e una larghezza da est ad ovest variante dal 14 al 25 Km. La lunghezza dello sbarramento, Cioè del muraglione ilei Sennar, sul quale corre la ferrovia, proveniente ria Kassala e terminante a El-Obcid, è di ben 3025 metri e II lago artificiale formulo dalla diga si prolunga per 76 Km. La rete del canali princijiall scavala sui 300 mila fabiani misura un comidcsso di 5954 chilometri, e quella del canaletti campestri di 9000. E l'orca attuale, coltivata a cotone, eguaglia quella della Contea di Londra. La preoccupazione principale degli inglesi è di assicurare ai terreni irrigati una popolazione stabile. A questo scopo il Governo sudanese favorisce con ogni mezzo l'emigrazione di indigeni, specialmente shllluk dal Sud, e cerca di trattenere il più lungamente possibile le popolazioni che dal dintorni del lago Gladi passano per il Sudan per recarsi in pellegrinaggio alla Mecca o ne ritornano. Specialmente durante la stagione della pulitura delle piante di cotone. Iellata e burgo, haghismi e ansia transitanti per il Sudan, si fermano volentieri nella Gezira. Non esiste nel Sudan nessuna concessione cotonifera privala, il Governo è il solo concessionario e la sua azione è rivolta unicamente a sviluppare la colossale impresa e a farla fruttare, subordinandovi l'Intera amministrazione della colonia, compresa quella della giustizia, assai blanda verso gli indigeni, appunto per inclinarli a considerare gli europei unicamente come produttori di cotone. Gli effetti di cotesto indulgenza o, meglio, tolleranza, verso gli indigeni sono palesi. La Gezira ha aumentato notevolmente in questi ultimi anni la sua popolazione, e Wad Medanl è avviato a togliere a Khartum il primato sudanese come ganglio fondamentale del Sudan. Gli uomini Qualcuno potrebbe a questo punto osservare che noi non potremo mai sperare di attirare al Giuba la popolazione Indispensabile ad una grande messa in valore cotonifera del paese. Ma si tratta di una mera presunzione. Infatti, per parlar di cosa di tutta attualità, tra i risultata più positivi della recente spedizione di Luigi di Savoia nel bacino dell'alto Vebl Scebeli, sta la facoltà ottenuta presso il Negus Tatari Maconnen di permettere l'esodo in Somalia di un cospicuo numero di famiglie ogaden. Questa emigrazione sta a dimostrare che non esiste nessuna ragione per la quale la Somalia non diventi con il tempo, e soprattutto con le opere che voi vi sapremo creare un centro di attrazione per le popolazioni extra contine. Chi conosce l'Urica moderna non ignora che uno dei suol fenomeni più singolari è costituito dalle emigrazioni del negri dai loro territori d'origine in altri vicini dove essi possono sperare di veder' migliorate le loro condizioni di vita SI può anzi dire che la politica delle grandi colonie africane in via di sfruttamento miri principalmente ad attrarre entro i propri contini popolazioni straniere, che per una ragione o per l'altra non sono soddistatte di vivere dove, si trovano. Cosi, il Sudan fa di tutto per attirare jll egiziani, l'Vganda gli Indigeni congolesi, il Tancianica quelli del Siussa, e così via. La voce della civiltà echeggia in Africa prepotente e il primato nello sviluppo del progresso, che anche In Africa è soprattutto questione di popòla-ione spetta oramai a quei territori che sanno offrire agli africani il benessere maggiore. Questa constatazione va naturalmente presa anche in senso -inverso, voglio dire che nelle colonie più arretrale, dove ali Indigeni hanno la coscienza di essere maltrattali o oppressi, o formano l'oggetto di sfruttamento di corta veduta, l'indigeno emigra. Dappertutto esistono oggi in Africa vie di facile comunicazione, che un tempo non esistevano, scambi di idee, lavorio occulto di emlssarl, che sanno abilmente sfruttare il malcontento degli uni a vantaggio degli altri. E inoltre non bisogna dimenticare che se la Somalia in generale e il bacino del Giuba in particolare, non sono territori atti all'emigrazione di- agricoltorl europei in numero, possono diventare l'obicttivo di emigrazioni asiatiche, indiane, malesi, cinesi, a provocar le quali è soltanto atta una valorizzazione in grande stile, come appunto sarebbe un grande sbarramento e una conscguente vasta irrigazione del Giuba, sul tipo e sull'esempio di quella Inglese nella Gezira. Arnaldo Cipolla t dll f th l