Gli autori dell'audacissimo furto al notaio Torretta smascherali e arrestati dagli agenti nella Squadra Mobile

Gli autori dell'audacissimo furto al notaio Torretta smascherali e arrestati dagli agenti nella Squadra Mobile Gli autori dell'audacissimo furto al notaio Torretta smascherali e arrestati dagli agenti nella Squadra Mobile I travestimenti e le truccature di un maresciallo di P. S. == Il « detective » nel covo dei pregiudicati == Le rivelazioni di un malfattore deluso == L'ideatore del furto e la parte del leone == I denari del notaio giocati alla « roulette ». a l i a o l e e e : o a 2, , i lo8, r2. i : eo i: aa1, o e lo ie n n pa 1 e) : ne ie ve a li to a ili le n i er ri o lro di ti d>. un he ur- Una fortunata operazione di polizia ha portato all'identificazione e all'arresto dei malviventi che operarono l'audace ed ingente furto del notaio cornili. Torretta. Nessuna traccia i ladri avevano lasciata nello studio del notaio e le indagini furono quindi iniziate dalla Squadra mobile senza alcun elomento, che permettesse di sperare in un successo. I lettori ricordano come venne scoperto il furto. Gli impiegati e la signorina incaricata di raccogliere le somme versate dai clienti, ritornando allo studio alle ore 14, constatarono che il tiretto di una scrivania era stato forzato durante la loro breve assenza, e 103 mila lire in contanti, più due cambiali dell'importo di 14 mila lire erano scomparse. Avvertito telegraficamente del fatto il notaio, il quale si trovava in provincia, e sporta regolare denuncia all'autorità, il comandante la Squadra mobile cav. dott. Ramella, coadiuvato dal dott. Rampino, dopo un sopraluogo nell'appartamento di via Arsenale 6, ordinò investigazioni e ricerche nel campo della malavita. Si trattava di constatare se qualche malvivente, sperperando danari in bagordi, tradisse la sua partecipazione all'audace colpo ladresco. Il poliziotto trasformista Di queste delicate ricerche fu incaricato il maresciallo Satragno. E' queti un artista nel campo dei travestimenti. Egli ha l'abilità di introdursi negli ambienti più disparati senza che nessuno sappia riconoscere sotto le vesti del contadino, dell'operaio, del negoziante da bestiame, del commerciante di vino o del rappresentante di commercio, l'uomo della polizia. Noi stessi abbiamo a più riprese avuto occasione di incontrare il bravo Sa fragno durante qualcuna delle sue me tamorfosi e di constatare con quale cura del particolare egli fosse riusci to ad entrare nei panni dell'individuo che voleva rappresentare. 11 maresciallo, mutati panni e fintosi spregiudicato, anzi un pregiudicato, andò ad installarsi in una bottiglieriabar frequentata da individui sospetti. Senza palese ripugnanza egli bevve con uno e con l'altro di quei malvi venti, che ben conosceva, mentre quelli ignoravano il vero suo essere, e finì per concentrare la sua attenzione su certo Attilio Suppertino di Biagio di 27 anni, più volte condannato per furto e per rapina. Il Suppertino, il quale spendeva ma non eccessivamen te, sembrava attraversasse un periodo di contrarietà. Al, nuovo conoscente ( cioè al Satragno. egli accennava, be vendo, alla falsità degli nomini, e si lamentava che l'amicizia non esistesse ormai più. Il vino rende loquaci, ed un pomeriggio, dopo copiose libazioni, il mal vivente, che amava filosofeggiare, fini per confessare, almeno in parte, il cruccio del suo animo. In tempi così tristi per individui della sua risma, poiché i buoni... « colpi » si fanno sempre più rari... e difficili, egli aveva avuta la. fortuna di accordarsi con due individui, che riteneva amici, per compiere un grosso furto. Al momento propizio i due furfanti lo avevano messo in disparte. Da soli avevano fatto il colpo e a lui, nonostante le vivaci proteste, avevano dato, come elemosina, un paio di bi glietti da mille: una miseria in con Tronto al pingue bottino. pallocotrlintrailbbl'rottrms'gqfedrcTetòccupgpaiemPdldpslsacatint« Pierin la gorba » Il maresciallo comprese che quell erano i ladri dplle 103 mila lire sol tratte nello studio del notaio Torretta. Ma chi erano gli sconosciuti? Chie dendolo egli avrebbe potuto svegliare sospetti del Suppertino; preferi dimo strare che egli non aveva alcun ime resse di conoscere i nomi di quei due dei quali biasimò acerbamente l'egoi smo. Prosegui invece da solo e cautamente nelle ricerche, e il Suppertino non dubitò neppur lontanamente di aver parlalo del suo disappunto con uno della polizia. Satragno continuò le indagini. Alcuni giorni prima egl' aveva veduto il Suppertino conversare animatamente con un giovanotto Dubitando che questi fosse uno dei du malviventi che avevano operato, l'au dace e ingente furto in danno del no taio, cercò di indentiflcarlo e vi riu sci. Si trattava di un individuo co noscìuto nel mondo della mala vita per Pierin la gorba. Egli aveva al suo attivo un rispettabile stato di serviiio. In seguito a diverse condanne pe furto aveva scontato parecchi anni in diverse case penali del Regno. Per lo Stato civile Pierin la gorba era invece Pietro Bolgheroni fu Emilio, di anni 25. nato a Ginevra, soldato nell'8. reggimento di stanza a Milano, dal quale era fuggito il 29 marzo scorsi rendendosi disertore. Era la seconda volta che il Rolghe roni abbandonava il reggimento nel quale era stato arruffato assai tardi perchè all'epoca di leva egli si trovava in carcere per espiazione di ijena. Al maresciallo Satragno per coadiuvarlo nel compito che si faceva di Riorno in giorno più arduo, il coman tsztti dante la Squadra mobile cav. dott.. Ha-ri Ime la. aggiunse 1 marescialli Di Pietro ^ePm^n brigadiere Verardo, il vice- petti. Le successive indagini portarono alla scoperta del terzo individuo: Caro Bassino di Salino, di anni 30. I malviventi che avevano operato il colpo erano individuati, ma non rinracciati. Invano era stato lasciato in ibertà n Suppertino ma sorvegliato, nella speranza che egli si fosse inconrato con gli altri due che del furto avevano avuto tutti i vantaggi. Tanto l Bolgheroni quanto il Bassino sembravano scomparsi. brigadiere Angeletti e la guardia Ra- finedaze pQrestni ironquafurvivficacerandtenmaimmsertraSanQuil Bsolal. ""MvanSqufortrofu Mal'inritàvevbermotordi Preparativi per il colpo Fu allora che il dott. Ramella ordini 'arresto del Suppertino. Questi interrogato dai funzionari confermò quanti già aveva confessato all'...amico Saragno che con sorpresa vide mutato ini maresciallo delle guardie di P. S. Egli s'era trovato un mattino insieme al Boigheroni in un caffè di via Garibaldi quando giunse il Bassino il quale si fermò a bere con loro. 11 Bassino disse di essere stato incaricato da suoi parenti di andare a pagare una cambiale che si trovava nelle mani del notaio Torretta. Non era la prima volta che egli andava in quello studio e raccontò che il notaio, anzi un'impiegata, incassava ogni giorno somme favolose che teneva incurantemente chiuse in un cassetto della scrivania. Chi avesse potuto introdursi nello studio, quando gli impiegati erano assenti, avrebbe potuto fare un colpo da maestro. Gli altri due avevano ascoltato con vivo tafinteresse e tutti e tre combinarono di';Perelaborare un piano che avesse per-iscimesso l'attuazione del progettato furto. Pierin la garba che era vestito da soldato propose anzi al Bassino di seguirlo subito in casa del notaio per studiare la topografìa degli ambienti e per tentare, se la cosa fosse stata possibile, di nascondersi in qualche angolo, o sotto qualche tendaggio, nella speranza di farsi chiudere nello studio all'uscita degli impiegati per poi fare il colpo. La divisa da soldato, ~cìte egli abusivamente indossava, doveva servire a stornare i sospetti sul suo conto. Il Bolgheroni e il Bassino uscirono insipme mentre il Suppertino attese nel caffè. Dopo un'ora 1 due ritornarono di crndo che non era stato possibile fari renulla, p che l'operazione diventava ol- avtr-s ogni dire diffìcile perchè sarebbero Sul i a i avmamoa tavbaroguchgrCbicodipioccorse un paio di chiavi false per riuscire ad aprire la complicata serra, tura. Le chiavi false importavano una sppsa non indifferente, p poiché nessuno dei tre aveva denaro, così fu deciso di r'mandare ad epoca più propizia i! colpo. Il Suppertino rivide i complici la mattina del 15, alle ore 11,30, in piazza Solferino. Egli torno loro a parlare dell'operazione, ma i due si mostrarono contrariati, 11 Bassino gli donò 5 lire e sali insieme al compagno sul tram n. 8 lasciando il Suppertino solo. Essi invece avevano già deciso di operare senza di lui. Datemi la mia parte ! plpestuerle grUncazaalpesemmdicomadselibchnoebtòi baderironlavequitalidSnstervvgcoaestrsensiaeDue giorni dopo però il Suppertino meontiò gli amici completamente vestiti a nuovo e allora li abbordò perchè confessassero il furto. Tutto fu inutile: dissero di aver fatto un colpo più modesto ma non in danno del notaio Torretta e. «poiché l'altro incredulo seguitava a strepitare e a minacciare di denunciarli, il Bolgheroni finì per invitarlo in casa sua in corso Regina Margherita, 252, dove avrebbero parlato con maggior tranquillità e si sarebbero accordati. Il colloquio si iniziò in modo burrascoso : — Datemi la mia parte ! — protestava il Suppertino che dai giornali aveva appreso quale ingente somma fosse stata rubata al notalo Torretta. Ma gli altri due lo calmarono assicurandolo che si trattava di esagerazioni, di una montatura, e che d'altra parte a lui non spettava un soldo, dal momento che non aveva corso alcun rischio. L'uomo comprese che con le minacce non avrebbe ottenuto nulla ed allora si rimise al buon cuore dei due complici i quali gli diedero due biglietti da mille e poiché si trovava senza fissa dimora il Bolgheroni gli cede la stanza da lui occupata e dove il Suppertino portò l'amante. Costei però dopo un paio di giorni venne tratta in arresto dalla squadra del buon costume e il Supportino che aveva già dato fondo alla somma ricorse nuovamente agli amici per ottenere il denaro necessario per pagare un avvocato. Ebbe altre 250 lire. Tornando però una terza volta alia carica il Suppprlino si sentì rispondere che ormai i fondi stavano per essere esauriti e che le sue, pretese erano eccessive. Egli allora si adisse stanco della vita sciagurata che «conduceva da troppo tempo e parlo "del proposito, maturatosi nel suo ani mo. di diventare un galantuomo. Coi pochi soldi avrebbe potuto esercitare tir onesto commercio che gli permettesse di vivere. Voleva comprare un carretto e mettersi a vendere frutta e verdura. 1 due amici si congratularono con lui per i suoi buoni propositi, e per assisterlo, con 350 lire gli comprarono un carretto, e con altre 1S0 lire acquistarono la bilancia e le derrata. Anangcvzc-t Ma il Suppertino non era nato per loo 111 commercio. Vendè dapprima la frjit- c- ta e la verdura, poi la bilancia ed in-1 p fine il carretto. Fu dopo questa liquidazione che egli incontrò il Satragno e più non vide i due complici. Questa sommaria confessione dell'ar restato se confermava, sebben in termini imprecisi la colpevolezza del Bolgheroni e del Bassino, non svelava nè in qual modo fosse stato perpetrato il furto, nè dove si trovassero i due mal viventi. Le indagini perciò si intensificarono e finalmente fu possibile accertare che il secondo dei ricercati era andato a San Remo col proposito di tentare la fortuna al tappeto verde. I marescialli Satragno e Pezzi partirono immediatamente per la riviera e la sera del 2 corrente riuscirono a rintracciare il Bassino in un albergo di San Remo. Assistiti da agenti della Questura locale essi trassero in arresto il Bassino il quale si trovava senza un soldo. Aveva perduto tutto il denaro al. giuoco! ""Mentre che Satragno e Pezzi portavano a termine il loro compito, la Squadra mobile di Torino veniva informata che anche il Bolgheroni si trovava a S. Remo e a rintracciarlo fu inviato subito il brigadiere Verardo. Ma 1p ricerche riuscirono vane perchè l'informazione non corrispondeva a verità. Anche il disertore però non doveva per lungo tempo godere della libertà. Il suo arrpsto fu occasionai0 ma movimentatissimo. Satragno e Pozzi tornati a Torino e sresi alla stazione di Por*a Nuova erano saliti sulla piat- rericBai taf orma del tram u. fi. Mentre questo ';Percorreva la via Roma, i due mareiscialli videro 11 Boleheroni, che invano e a o i o l ri responsabilità dei reato e rivelando di - aver egli corbellato non solamente il o SuppertiP'- ma anche l'altro suo com- avevano cercato altrove, transitare sul marciapiede. Per essere liberi nei loro movimenti Satragno e Pezzi gettarono a terra i fagotti fi gli involti che portavano, poi sresero a precipizio, piombarono sul disertore p lo Immobilizzarono, mpntre la folla del passanti guardava con stupore nitella scena che aveva carattere di film cinematografico. La confessione di un diseriore Coll'arresto del Bolgheroni fu possibile ricostruire nei suoi minimi particolari il furto di via Arsenale, 6. 11 disertore non negò, anzi fece un'ampia confessione assumendo da solo la aIstlanoha« CladeAvta atfiggipofompuCae agChScprdiMtanagrBaStraedinapun21siton'ti Tveinr , a a e ò l . plice. Erj' era tori-ito a più riprese per cercare di fot. no la porta dello studio del notaio Torretta ma non vi erai mai riuscito. Finalmente verso le 13 de] 15 aprile con l'aiuto di un grimaldello potè riuscire nell'intento. Una volta nell'alloggio egli aveva cercato nei cassetti dei mobili di una ston za ma senza risultato, poi si era diretto alla scrivania che aprì con uno scalpello. Qui egli aveva trovato la cassetta di zinco contenente i biglietti da mille e due ciotole di legno una con monete d'argpnto, l'altra con biglietti di piccolo taglio. 11 ladro intascò tutto: contenente e contenuto e si allontanò. I.a sua permanenza nello studio si era limitata ad un quarto dora. Sceso in istrada senza far cattivi incontri egli si era libprato quasi subito di una ciotola, che buttò olire i cancelli di un giardino in via Lasoaris, dopo però che no ebbe tolto il danaro. In via Fanti gettò la scatola di zinco dalla quale, tolse i biglietti da mille, poi si avviò alla barriera di Orbassano. La cassaforte nell'albero Se fino a questo punto il racconto del maggior responsabile può ritenersi rispondente a verità, altrettanto inverosimile appare il seguito. Egli sostiene di aver raggiunta una località isolata in aperta campagna ove esiste un vecchio albero, dal tronco cavo. Fu in questa cassaforte di nuovo genere che il Bolgheroni dice di aver deposi tato il denaro ad eccezione di 24.000 lire che si mise in tasca. Fin dal primo momento egli aveva divisato di non fare partecipare il Suppertino al beneficio del furto, ma nello stesso modo non poteva... onestamente condursi col Bassino che ne era stato l'ideatore. Non voleva tuttavia clte un individuo il quale non aveva fatto altro che abbozzare un disegno conseguisse lo stesso guadagno di colui che l'aveva realizzato. Nessuno, al di fuori di lui, poteva conoscere esattamente l'ammontare della somma trovata nella scrivania, ed egli decise di sostenpi'p che non vi si trovavano che .14.000 lire. 22 mila infatti ne consegnò al Bassino e le altre due le diede più tardi al Suppertino che minacciava di farei delatore. Dopo il furto il Bolgheroni cocaalcao u o oo e r a o eaaee i o a ui o o. e a mti a a pon uo e ebe rsi aue, si aveva fatti numerosi viaggi a Milano: he «S« era in possesso di un congedo mio "'are intestato ad Lmberio Priola di LdegAtu6 ucloi trin(cfombmnavsecFgTgpgogmmmrddrtdcdcpdldtsi i re tn e o e are a. Alessandro, ili anni 21, e sotto questo nome, presentando quel documento, aveva trovato alloggio negli alberghi All'atto dell'arrestò il malvivente teneva nel portafoglio 1575 lire. Interro gato sulla rimanente somma egli dichiarò di averla consumata in gozzo viglie e giuncando, ma lale dichiarazione, come la precedente, è sospetta. llVBolgheroni <> stato inviato in carcere imputato di diserzione e di fui". er lo con scasso: il Bassino per compliit- cita nello stesso reato, e il Suppertino n-1 per ricettazione. PcsCrsMvaaltdenTfrd

Luoghi citati: Ginevra, Lmberio, Milano, Orbassano, San Remo, Torino